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Conferenza Stampa Siren Fest

Written by Eventi

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Anche Rockambula era alla conferenza stampa di presentazione del Siren Fest. Molti gli addetti ai lavori presenti (Tv comprese), qualche curioso e ovviamente il Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, il Sindaco della Città del Vasto, Luciano Lapenna, il Vicesindaco e assessore al turismo della Città , Vincenzo Sputore, Louis Avrami, un americano che vive nel New Jersey e che ha avuto l’idea iniziale del festival e che è presidente della Stardust Productions e infine Pietro Fuccio e Annachiara Pipino della Dna Concerti, una delle maggiori agenzie di booking in Italia da sempre molto attiva in tutto il territorio. Se l’evento  si fosse tenuto in città quali Roma, Bologna o Milano sarebbe stato normale, a detta di Louis Avrami, ma la bellezza dell’area e delle spiagge vastesi  ha permesso al Vasto Siren Fest di concretizzarsi in qualcosa di straordinario.

“L’obiettivo è quello di valorizzare l’area del vastese e di introdurre il festival all’interno delle mappe dei più importanti festival europei.E’ una cosa che dovrà succedere tutti gli anni e che dovrà acquisire importanza nel tempo all’interno del circuito musicale; è un impegno pluriennale, un evento che quindi già guarda all’edizione 2015”.

Il Sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, invece lo definisce una sfida importante di cui si iniziò a discutere già nel 2013; è una di quelle iniziative che vedono il capitale privato impegnato nella riuscita dell’evento che sicuramente porterà a casa un ottimo risultato e che certamente avrà un ruolo importante per la realtà vastese e per la Regione Abruzzo per ciò che rappresenta. Questi festival devono prendere piede sempre più con la loro specificità essendo legati a un turismo particolare, quello di chi ama questo particolare tipo di musica(anche se il Siren è anche cinema e letteratura); tutte le piazze saranno impegnate ad ospitare eventi insieme alle nostre spiagge che sono fra le più belle dell’Adriatico con le due riserve naturali; Vasto città dei turismi, non una città turistica e basta, una città che offre moltissimo; l’augurio è che ci possa essere un ritorno di immagine per noi e per la nostra regione; è anche una maniera per valorizzare tutta la nostra enogastronomia (chissà se si riferiva al celebre brodetto vastese…) e la nostra ristorazione; è un onore quindi ospitare un festival che poi è l’unico a livello italiano (in effetti è vero…) e che si pone accanto ad altri che si svolgono in parti del mondo quali Spagna, Serbia, Polonia, Ungheria; ci saranno gruppi che vengono da quasi tutti i continenti, fra i migliori in circolazione; Speriamo quindi che anche gli abruzzesi parteciperanno a questa iniziativainsieme a chi verrà da fuori Italia; l’augurio è di tornare ogni anno, magari anche in forme diverse, per esempio con una diversa collaborazione con la Regione Abruzzo che l’anno scorso non ha creduto in questo progetto ma che ora attraverso la presenza del neoeletto Presidente Luciano D’Alfonso testimonia l’interesse attuale verso il Siren

Luciano D’Alfonso ha invece dichiarato: Mi permetto di aggiungere io una valutazione di segno profondamente positivo; sono qui per ragioni sostanziali, per riconoscere merito a un’iniziativa che assume come bersaglio principale la città di Vasto che è una delle città più belle d’Abruzzo avendo saputo custodirsi; inoltre sono qui a testimoniare l’attenzione della regione verso un’iniziativa concepita con la logica diciamo del privato che si fa carico di ciò che vale nella società e nell’economia della cultura; l’Europa ci incoraggia non solo a risanarci, ma anche a cambiare metodo; il privato ci deve essere, dev’essere capace di qualità, di mettersi in discussione e di aggiungere rispetto a ciò che c’è, ciò che non c’era; il tutto per rendere evidente la dimensione internazionale che si respira attraverso questa iniziativa, la dimensione pervasiva rispetto ai luoghi di bellezza di Vasto e del vastese; le piazze, gli spazi, la bellezza dell’acqua che ci ha donato Dio… tutto questo viene cucito ed espresso al più alto livello da questo festival; e poi permettetemi di menzionare anche la pluralità dell’offerta che chiama in causa non solo la cultura ma la dimensione della civiltà; tutte le capacità di riflessione, di attenzione, di coltivazione del sentimento critico, di veduta sia di quello che appare sia di quello che sta dietro a ciò che appare testimoniano il valore profondo di questa iniziativa; io sono tornato a far parte di un organismo importante di Bruxelles che si chiama il comitato delle regioni in cui si respira dal primo all’ultimo minuto la cultura europeista che vale molto di più delle procedure europeiste delle istituzioni e delle dinamiche burocratiche europeiste; lì si respira il confronto tra esperienze differenziate e ciinsegnano e ci ricordanoche quando c’è qualcosa che vale e che nasce per impulso della società, quando viene posto in essere su impulso della società che si ripete, si ingrandisce e si rinnova, a quel punto deve essere forte anche l’attenzione delle pubbliche risorse e del pubblico potere; l’anno prossimo si dovrà fare ancora meglio organizzando la continuazione e organizzando anche un dialogo competitivo di tiro alla fune col potere pubblico per fare in modo che aumenti il numero degli spazi; concludo dicendo che abbiamo una specie di convocazione tutti gli amministratori: fare in modo che i nostri luoghi, dove si realizza la vita economica e di cittadinanza, siano capaci di irripetibilità; un evento come questo aiuta la memorabilità di un luogo, la sua desiderabilità, la sua  irripetibilità; sessanta milioni di pensionati americani guardano con interesse l’Abruzzo e le sue bellezze perché si parla della nostra regione come di una terra formidabile e grande merito di ciò va a Vasto che ha saputo preservarsi; mi  aspetto  pertanto dal punto di vista della capacità d’accoglienza turistica che ha l’Abruzzo per via di queste iniziative, un grande sostegno sul piano della mobilitazione dei turisti del mondo che guardano con interesse all’Abruzzo; quest’anno io amministro un bilancio stabilito da altri ma stiamo già cominciando a lavorare sul bilancio e sulla rete finanziaria dell’anno prossimo e potrete vedere presto con quali capacità di accoglienza rispetto ad iniziative di questo tipo”.

Elenchiamo qui di seguito il programma dettagliato del Siren Fest:

24 LUGLIO 2014

CORTILE D’AVALOS *
21:30 MISTAKEN FOR STRANGERS – incontro con il regista
23:30 GIARDINI DI MIRO’ – “Rapsodia Satanica”

25 LUGLIO 2014

PIAZZA DEL POPOLO
19:45 DRY THE RIVER
21:15 THE DRONES
23:30 THE NATIONAL

CORTILE D’AVALOS
20:30 ANNA VON HAUSSWOLFF
22:15 THE SOFT MOON
01:00 ACROSS THE MOVIES – 24 Hours Party People / FiveYears

GIARDINO D’AVALOS **
19:00 SIREN FEST RACCONTA JOHN FANTE
20:00 ADRIANO VITERBINI

ARENA DELLE GRAZIE
19:00 BOXERIN CLUB
20:00 MOVIE STAR JUNKIES
21:10 NINOS DU BRASIL
22:30 JENNIFER GENTLE

LA ROTONDA – LIDO LA CIUCCULELLA – LIDO DA MIMì
17:00 SUNSET SESSIONS
17:30 VINCENT BUTTER
18:15 MONACI DEL SURF
01:00 GIORGIO GIGLI dj set, JOLLY MARE dj set

BUSKING e DJ SET SU VIA ADRIATICA
BOXERIN CLUB
EMANUELLE & FRANCOISE

26 LUGLIO 2014

PIAZZA DEL POPOLO
20:00 ALEXIS TAYLOR
21:45 JOHN GRANT
23:45 MOGWAI

CORTILE D’AVALOS
21:00 TYCHO
22:45 FUCK BUTTONS
01:00 ACROSS THE MOVIES – GoodVibrations / The Future IsUnwritten

GIARDINO D’AVALOS **
19:00 SIREN FEST RACCONTA GLI ALTRI ‘70
20:00 THONY

ARENA DELLE GRAZIE
19:00 MIGHT AT NIGHT
20:00 TIGER! SHIT! TIGER! TIGER!
21:10 JOYCUT
22:30 CAMILLA SPARKSSS

LA ROTONDA – LIDO LA CIUCCULELLA – LIDO DA MIMì
17:00 SUNSET SESSIONS
17:30 I MISSILI
18:15 BRADIPOS IV
01:00 JD SAMSON dj set, LADY MARU dj set, UMBERTO PALAZZO dj set

BUSKING e DJ SET SU VIA ADRIATICA
PINK PUFFERS
EMANUELLE & FRANCOISE

27 LUGLIO 2014

CHIESA DI SAN GIUSEPPE **
13:00 ANNA VON HAUSSWOLFF

* eventi speciali fuori abbonamento
** ingresso consentito fino ad esaurimento posti con priorità agli abbonati

Infoline:
siren@sirenfest.com
info@dnaconcerti.com

telefono:06 89560116

 

BIGLIETTI:

ABBONAMENTO: 60 € + D.P.

DAYTICKETS:
VENERDì 25 LUGLIO: 40 € + D.P.
SABATO 26 LUGLIO: 35 € + D.P.

PREVENDITE:
ticketone.it call center 892.101
vivaticket.it call center 892.234
ticket.it call center 892.234
mailticket.it
ciaotickets.com
pointticket.it

I possessori del biglietto Early Bird per la giornata del 25 luglio possono convertire lo stesso in abbonamento al prezzo eccezionale di 15 euro,  acquistando l’apposito biglietto integrativo presso gli stessi canali dove è attiva la prevendita. Il biglietto in questione ha valore solo ed esclusivamente di riscatto dell’Early Bird e se accompagnato dallo stesso e da solo non darà accesso ad alcuno dei concerti del SirenFest.

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Spaghetti Jensen – Men at Work

Written by Recensioni

Un rombo d’aereo nella opening strumentale “Brace Brace” e si parte verso un viaggio nel Country allegro, spensierato e divertente degli Spaghetti Jensen, formazione italica ma con una passione sconfinata per l’America e la sua musica più tradizionale. “Men at Work” è ovviamente cantato in lingua anglofona  (ma ciò non fa che accrescere il valore di un disco che ci riporta indietro alla musica di grandi nomi del passato quali Hank Williams) e suonato in salsa moderna con qualche tappeto sonoro di tastiere a condire un piatto squisito composto da otto pietanze (tracce) dal sapore sempre intrigante ed ammaliante. La consueta grinta ed energica semplicità caratterizzano il sound degli Spaghetti Jensen, protagonisti assoluti del genere dal 2011, anno di costituzione dell’attuale lineup della band.

Il primo singolo estratto dall’album, disponibile su tutti i maggiori store digitali, è“The Boys in the Band”, brano arricchito anche da un videoclip diretto da Ares Brunelli Videomaker che potete anche visualizzare su Youtube. Questo terzo disco promette di rispettare i cliché del genere e di regalare il gusto autentico di quel folk popolare d’oltre oceano che ha fatto epoca e che ancora oggi contamina la produzione artistica in Italia e nel resto del mondo. Basta ascoltare brani quali “Hopeless Dreams” e “Boundary Line” per catapultarsi col proprio pensiero all’America e alle contee dei Bo e Luke del telefilm “Hazzard” e sognare ad occhi aperti di essere in quelle praterie ancora presenti nella memoria di tutti noi adolescenti degli anni ottanta.

Registrato e mixato da Gianluca “Lox” Losi, Men at Work è un disco che gode dell’autoproduzione del gruppo stesso che così facendo non è stato limitato da scelte obbligate da eventuali terzi. Libertà d’espressione totale quindi, che ha giovato di certo all’operazione, soprattutto nella cura dei suoni e degli arrangiamenti perfetti per la musica della Nashville di altri tempi ma anche per il Rock moderno. Un indovinato mix di Country, Roots Rock e Bluegrassper questa formazione modenese composta da Roberto “ROSCO” Bonfatti (voce e chitarra solista), Alberto “RAMIREZ” La Monica (batteria), Dario “ROCKER” Benazzi (chitarra e cori) e Paolo Chiossi (basso). E ora non mi resta che aspettare la loro quarta prova in studio. Nell’attesa riascolto per l’ennesima volta “Men at Work” che è riuscito a riavvicinarmia un genere che avevo forse trascurato (lo ammetto) per troppo tempo.

 

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The Rolling Stones – Roma – Circo Massimo 22/06/2014 Sul Palco con gli Stones

Written by Live Report

The Rolling Stones – Roma – Circo Massimo 22/06/2014 La Photo Gallery

The Rolling Stones – Roma – Circo Massimo 22/06/2014 Il Reportage

The Rolling Stones – Roma – Circo Massimo 22/06/2014 Le (Video) Scalette

Mick Taylor (per sole tre canzoni) – Nato nel 1949, entra a far parte della band di John Mayall a soli 17 anni. Viene notato da Mick Jagger e compagni e si unisce ai Rolling Stones nel 1969 incidendo gli album Let It Bleed (su cui compare però in soli due brani), “Sticky Fingers”, “Exile on Main St.”, “Goats Head Soup”, “It’s Only Rock ‘n’ Roll” e “Tattoo You”. Rimarrà con loro fino al 1974. Ha pubblicato quattro album solisti, Mick Taylor (1979), Stranger in This Town (1990), A Stone’s Throw (2002) e Little Red Rooster (2007). Ha collaborato con la Guido Toffoletti’s Blues Society (apparendo nel disco del 1982 No Compromise) e con Ligabue col quale ha registrato dal vivo la canzone “Hai un momento Dio?”, compresa nel disco Su e giù da un Palco (1997).

Darryl Jones – Nato nel 1961 è soprannominato “The Munch” è noto ai più per essere stato un discepolo del grande jazzista Miles Davis, col quale incide “Decoy” e “You’re Under Arrest”. Col tempo si è fatto apprezzare per le sue collaborazioni al fianco di artisti quali gli Headhunters di Herbie Hancock, Mike Stern, John Scofield, Steps Ahead, Sting, Peter Gabriel, Madonna, Cher, Eric Clapton e Joan Armatrading. Da quando Bill Wyman lasciò il gruppo nel lontano 1992, il bassista è diventato fido collaboratore de The Rolling Stones.

Chuck Leavell– Nato nel 1952 Chuck Leavell, ha fatto parte della Allmann Brothers Band e dei Sea Leel, gruppo di cui fu anche fondatore. Ha girato il mondo e registrato con artisti quali Eric Clapton, Aretha Franklin, George Harrison, John Hiatt, Gov’t Mule, The Black Crowes, Train, Indigo Girls e John Mayer. Collabora coi The Rolling Stones da oltre trent’anni.

Bobby Keys –Nato nel 1943, si avvicina alla musica da giovanissimo. Durante la sua lunghissima carriera ha avuto modo di suonare per John Lennon, Ringo Starr, B. B. King, Warren Zevon, Humble Pie, Lynyrd Skynyrd, Donovan, Graham Nash e tanti altri. Ha inciso  due dischi solisti, Bobby Keys, un omonimo disco strumentale pubblicato dalla Warner Bros Records nel 1970 e  Gimme the Key per la label personale di Ringo Starr, la Ring O’Records, nel 1975. Ha inoltre scritto un libro dal titolo “Every Night’s a Saturday Night: The Rock ‘n’ Roll Life of Legendary Sax Man Bobby Keys”, la cui introduzione è di un certo Keith Richards. Con I Rolling Stones ha suonato in tuttigli album dal 1969 al 1974 e dal 1980 ad oggi, facendo parte della band di tutti i tour dal 1970 in poi. Memorabili i suoi assoli in brani quali “Brown Sugar”.

Tim Ries– Nato nel 1959, ha lavorato per diverse scuole, la University of Bridgeport (1994), la Mannes School of Music (1994–1996), la The New School (1995–1998), la City College of New York (1995–2000), la New Jersey City University (2003) e la RutgersUniversity (2003–2005). Dal 2007 è professore di studi Jazz alla University of Toronto. La sua produzione conta più di 100 lavori.

Bernard Fowler– Nato nel 1959, è un poliedrico artista americano (è musicista, autore, attore e produttore). Ha collaborato con alcuni dei nomi più grandi della musica mondiale quali il premio Oscar Ryuichi Sakamoto, i Duran Duran, Yoko Ono, Philip Glass, Steve Lukather (chitarrista dei Toto), Alice Cooper e Michael Hutchence, compianto cantante degli Inxs. Ha pubblicato il suo unico album solista Friends with Privileges nel 2006 per la Peregrine Records. Con i Rolling Stones collabora da oltre 25 anni comparendo anche in molti dei dischi solisti dei membri del gruppo.

Lisa Fischer – Nata nel 1958, inizia la sua carriera celandosi sotto il monicker Xēna, sotto il quale pubblica un singolo “On the Upside” e partecipa alla colonna sonora del film “Beat Street” con la canzone “Only Love (Shadows)”. Trova però la fama mondiale come vocalist per artisti quali Billy Ocean, Chaka Khan, Teddy Pendergrass, Roberta Flack, Tina Turner e Nine Inch Nails. Nel 1991 ha pubblicato il suo unico album solista “So Intense” con la Elektra Records sotto gli occhi e le orecchie attente di diversi produttori tra cui spicca il nome di Luther Vandross  e il disco riuscirà ad entrare persino nelle Billboard Charts. Con i Rolling Stones collabora sin dal 1989.

Matt Clifford –Forse lo avrete visto nel documentario “Being Mick” o nel “Goddess in the Doorway” di Mick Jagger, ma in realtà Matt Clifford è un collaboratore di lunga data dei Rolling Stones coi quali ha anche inciso gli album Steel Wheels (1989), Bridges to Babylon (1997) e A Bigger Bang (2005). Nel 1989 insieme a Chuck Leavell ebbe pure l’onore di comparire sulla copertina della prestigiosa rivista “Keaboard”. Ha lavorato anche con Anderson, Bruford, Wakeman and Howe coi quali incise il loro (tuttora) unico lavoro in studio che portava il nome degli stessi quattro musicisti.

La società organizzatrice dell’evento

Nel 1987 Mimmo D’Alessandro e Adolfo Galli iniziano la loro collaborazione in occasione del tour italiano di Joe Cocker facendolo esibire insieme a Zucchero, in tre concerti “sold out”. Inizia, così, una proficua collaborazione che li porterà a formare una società,oggi leader nel settore del music business. Adesso la D’Alessandro e Galli organizza tournée’e di successo in tutta Italia ed Europa, toccando le maggiori città fino ai centri più piccoli. Come promotori italiani hanno sempre cercato di cambiare l’opinione che gli agenti ed i manager stranieri avevano in Italia, conquistando la loro fiducia. Fattore di distinzione della D’Alessandro e Galli, rispetto alle altre Agenzie Italiane, è la posizione geografica dei suoi uffici: Viareggio e Brescia.Queste due città sono lontane dai centri principali come Roma e Milano e , come risultato, i due soci hanno un modus operandi completamente diverso rispetto ad altri promoters, focalizzando il loro interesse sugli artisti e sugli spettatori. “Questi sono i nostri clienti e sono per noi importanti. Dobbiamo, quindi, prendercene cura. Loro si fidano di noi, rispettiamo gli accordi. Abbiamo fatto concerti che sapevamo fin dall’inizio essere una rimessa ma li abbiamo fatti perche’ pensavamo che, a lungo termine, ci avrebbero compensato. Naturalmente a tutti fa piacere fare i grossi nomi ma noi vogliamo promuovere e sviluppare anche gli artisti agli inizi o che devono rilanciare la loro carriera: e questo e’ eccitante ed appagante“.

Agli inizi degli anni ottanta, Mimmo D’Alessandro, si occupa della direzione artistica del locale più importante della Versilia -LA BUSSOLA- rafforzando poi la sua reputazione quale promoter locale grazie a concerti come quelli di David Bowie, Eric Clapton, Spandau Ballet, Diana Ross e Iron Maiden organizzati a Firenze. Nello stesso periodo a Brescia, Adolfo Galli,si occupa della direzione artistica del Teatro Comunale ingaggiando piccoli gruppi jazz. Nel giro di pochi anni aumenta la fama e l’importanza del Teatro e di Adolfo Galli all’interno del circuito concertistico nazionale e comincia la promozione di artisti più importanti.

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The Rolling Stones – Roma – Circo Massimo 22/06/2014 Le (Video) Scalette

Written by Live Report

The Rolling Stones – Roma – Circo Massimo 22/06/2014 La Photo Gallery

The Rolling Stones – Roma – Circo Massimo 22/06/2014 Il Reportage

Scaletta John Mayer:

1)      “Queen of California”

2)      “Belief”

3)      “Half of My Heart”

4)      “Who Says”

5)      “Vultures”

6)      “Going Down the Road Feeling Bad”

7)      “Slow Dancing in a Burning Room”

8)      “Wild Fire”

9)      “I Don’t Trust Myself (With Loving You)”

10)  “Dear Marie”

11)  “Waiting on the World to Change”

12)  “Gravity”

Scaletta Rolling Stones:

1)      “Jumpin’ Jack Flash” (singolo in studio presente sugli album live GetYerYa-Ya’s Out!, Love You LiveFlashpoint e The Rolling Stones Rock and Roll Circus

2)      “Let’s Spend the Night Together” (da Between the Buttons)

3)      “It’s Only Rock ‘n Roll but I Like It” (da It’s Only Rock ‘n’ Roll)

4)      “Thumbling Dice”(da Exile on Main St)

5)      “Streets of Love” (con Mick Taylor alla chitarra) (da A Bigger Bang)

6)      “Doom and Gloom” (da GRRR!, album compilation celebrativo per i 50 anni dei Rolling Stones)

7)      “Respectable”(canzone scelta dai fan su internet, con John Mayer ospite) (da Some Girls)

8)      “Out of Control” (da Bridges of Babylon)

9)      “Honky Tonk Women” (con presentazione in italiano della band) (singolo, disponibile in un’altra versione in stile honky-tonk chiamata “Country Honk” con un testo leggermente differente, sull’album Let It Bleed)

10)  “You Got the Silver” (canta Keith Richards) (da Let It Bleed)

11)  “Can’t be Seen” (canta Keith Richards) (da Steel Wheels)

12)  “Midnight Rambler” (con Mick Taylor alla chitarra) (da Let It Bleed)

13)  “Miss You” (Mick Jagger si aggiunge alla chitarra, che poi abbandona) (da Some Girls)

14)  “Gimme Shelter” (duetto di Jagger con la corista Lisa Fischer) (da Let It Bleed)

15)  “Start Me Up” (da Tatoo You)

16)  “Sympathy for the Devil” (da Beggars Banquet)

17)  “Brown Sugar” (con assolo di sax di Bobby Keys) (da Sticky Fingers)

18)  “You Can’t Always Get What You Want” (bis) (con il Coro Giovanile Italiano erroneamente indicato da Mick come Coro Giovanale Italiano) (da Let It Bleed)

19)  (I Can’t Get no) Satisfaction (bis) (con Mick Taylor alla chitarra) (da Out of Our Heads)

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The Rolling Stones – Roma – Circo Massimo 22/06/2014 Il Reportage

Written by Live Report

The Rolling Stones – Roma – Circo Massimo 22/06/2014 La Photo Gallery

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Normalmente, quando si fa un live report ci si astiene dall’analizzare anche alcuni fattori logistici legati all’organizzazione, ma quando il nome del gruppo che si esibisce in concerto è The Rolling Stones allora bisogna proprio cambiare incipit analizzando i pro e i contro relativi a un evento di tale portata internazionale.

Sicurezza: purtroppo tocca dire che ha lasciato molto a desiderare in quanto all’interno dell’area sono stati introdotti diversi oggetti “proibiti” tipo ombrelli, bottiglie in vetro (mentre a me è stato possibile introdurre appena una bottiglia di acqua ma senza tappo!), reflex digitali gigantesche (se lo sapevo…), telecamere e chi più ne ha più ne metta. Se davvero erano 1000 gli steward presenti (si vocifera anche di 300 forze dell’ordine, ma probabilmente queste erano di più),cosa facevano durante i controlli agli ingressi e perché all’interno dell’area scarseggiavano in quanto a presenza?

Disposizione degli spazi all’interno dell’area concerto: ancora ci si chiede il perché decine di gazebo con stand che ostruivano la visuale disposti a caso all’interno del prato. Normalmente, in manifestazioni simili, tali strutture vengono messe solo ai lati del palco mentre qui, vi assicuriamo, erano disposte in maniera casuale e tale da non far vedere nulla a chiunque capitasse dietro di loro anche a decine di metri di distanza. Non sono mancate quindi le polemiche all’uscita dei fan che hanno fatto notare che gli unici che hanno potuto usufruire di una visuale perfetta sono stati i pochi e fortunati possessori dei biglietti del Parterre Gold (che ovviamente avevano un costo nettamente maggiore rispetto a quello del posto unico).

Bagni: in quanto a numero erano davvero tanti e per fortuna sono stati sufficienti a reggere l’impatto di oltre 70000 presenti che ne avrebbero avuto bisogno nel corso della giornata. Peccato però che per raggiungerli ci voleva davvero molto tempo.

Trasporti: giustissima la scelta di chiudere la fermata locale della metropolitana, perché così gli spettatori sono defluiti in maniera più veloce, per la felicità di tutti, divisi fra le fermate di Piramide e Colosseo.

Audio: suono perfetto percepibile ovunque (merito anche di un gran lavoro fatto dai tecnici nel primo pomeriggio durante il sound check, che ovviamente abbiamo potuto ascoltare solo da fuori dell’area, tra l’altro coperta interamente da teli alti circa due metri).

Affitto dell’area: l’organizzazione pare abbia pagato circa 8000 euro al Comune di Roma, ma, come giustamente ha fatto notare il sindaco della città in un’intervista a RaiNews24, l’evento ha fruttato ben 25 milioni di indotto economico in alberghi, taxi, ristoranti, bar ed ha anche ovviamente assicurato un ottimo ritorno d’immagine a Roma. Una perfetta operazione di marketing territoriale quindi.

Biglietti: venduti sul circuito Ticketone, su Point Service S.r.l. (Greenticket) su Postepayfun e su qualche altro canale in limitatissima quantità (ad esempio sito del Corriere della Sera), sono stati i più economici del tour europeo nonostante venissero 78 euro + diritti di prevendita. Evento subito esauritissimo, tanto che alcuni hanno cercato di accaparrarsi il prezioso tagliando di ingresso usando circuiti alternativi, nonostante la Di and GiSrl., organizzatrice dell’evento insieme al Comune di Roma e al Postepay Rock In Rom, avesse comunicato nei giorni scorsi che alcuni biglietti erano stati falsificati. Ovviamente la ditta si era anche attivata presso la competente Autorità giudiziaria per far luce sulla vicenda.

Servizi extra: è stata lanciata la App gratuita per Android e Iphone“Room on fire” con le notizie, aggiornate in tempo reale sul traffico, il meteo, eventuali variazioni di programma ed altre informazioni utili, coi percorsi per raggiungere il Circo Massimo e la mappa per orientarsi nell’area, con l’indicazione dei punti notevoli, dalle fermate dell’autobus, ai parcheggi, alle uscite di sicurezza, e tanti extra, con approfondimenti sui Rolling Stones, sul supportact John Mayer, sul Circo Massimo e la photo-gallery del concerto.

Eventi in contemporanea: qualche polemica pure per lo svolgimento in contemporanea di una delle due date italiane dei Pearl Jam (a Trieste), ma chi voleva assistere allo show del gruppo di Seattle in fondo poteva anche optare per la data del 20 giugno allo stadio San Siro di Milano. Inutile quindi quest’ultima diatriba!

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Potremmo dilungarci su questi e mille altri aspetti, ma il nostro compito è quello di dedicarci prettamente all’aspetto musicale e quindi inizieremo col sottolineare che il cosiddetto supporter John Mayer, vestito con una shirt bianca, in realtà ha dato vita a un acceso miniconcerto di enorme qualità in cui hanno trovato spazio molte canzoni vecchie (tra cui “Gravity”, famosa hit del 2006, che ha chiuso l’esibizione) e le sole “Wild Fire” e “Dear Marie” dall’ultimo disco del cantautore statunitense, Paradise Valley del 2013. Da sottolineare che la sua è stata l’unica esibizione in suolo italico e che per ora non sono previste ulteriori date nella nostra penisola. Qualche minuto prima delle dieci è poi il turno degli attesissimi The Rolling Stones, trainati dal solito Mick Jagger che si presenta inizialmente con una giacchetta color oro e che saluta la folla dicendo “Che bello tornare a Roma!”. Durante l’intero concerto continuerà a ridere e scherzare col pubblico in italiano, soprattutto durante la presentazione della band, in cui si rivolge al suo amico Ron Wood dicendo “Ronnie non mangia abbastanza pasta…” e a Charlie Watts con un simpatico”alla batteria Charlie Roberto Watts“.

Nella scaletta romana pesanti sono state le assenze di hit quali “Angie”, “Harlem Shuffle”, “Lady Jane”, “Let It Bleed” e “Paint it Black” ma ciò era inevitabile considerato che gli Stones hanno “solamente” 50 anni di carriera alle spalle da coprire. Comunque sia andata, questo è stato sicuramente l’evento Rock dell’anno (c’è chi azzarda persino del secolo!) essendo stata l’unica tappa italiana del tour mondiale “14 On Fire”. C’è stato persino chi ha dormito davanti agli ingressi del Circo Massimo per accaparrarsi la migliore location possibile, mentre centinaia di fan hanno preferito presentarsi davanti all’hotel dove alloggiava il gruppo, essendoci stata una fuga di notizie nei giorni scorsi su tutti i mass media nazionali. Le grandi sorprese della giornata sono state l’esecuzione perfetta di “Respectable” (brano scelto tramite referendum online dai fans) con John Mayer ospite e “Miss You” dove uno straordinario Darryl Jones (ormai da anni a fianco della band) ha dato il meglio di sé stesso al basso con uno stupendo assolo introdotto da Mick con un “Darryl, come on…Come on, do it!”. Peccato solo per l’assenza di Bruce Springsteen, di cui si era vociferato da giorni un cameo sul palco dopo la sua apparizione sul palco a Lisbona dove ha cantato “Tumbling Dice”. Per ora però preferiamo ricordare la bandana giamaicana di Keith Richards, l’entusiasmo con cui Charlie Watts ha picchiato per tutto il concerto sulle pelli e sui piatti della sua batteria e la chitarra graffiante di Ron Wood e “ci si accontenta” di aver rivisto un Mick Taylor (nella band dal 1969 al 1974) sempre in ottima forma nonostante qualche chilo ed anno in più.

Tra il pubblico accorso diversi vip quali Livio Magnini dei Bluvertigo, Zucchero, Edoardo Bennato, Alex Britti, Beppe Grillo (leader del Movimento 5 Stelle), il giornalista Gianni Minà, Roberto D’Agostino, Lucrezia Lante Della Rovere, l’attrice e conduttrice televisiva Giorgia Surina, Emanuele Filiberto, Giorgia, Paola Cortellesi, Sabina Guzzanti e il premio oscar Paolo Sorrentino. E c’è già chi ha incoronato Mick Jagger, che ha salutato con un semplice “Grazie. Ciao Roma, ciao Italia, ottavo re di Roma giurando che gli Stones siano eterni come la Caput Mundi perché senella valle del Circo Massimo fosse avvenuto il mitico episodio del ratto delle Sabine, in occasione dei giochi indetti da Romolo in onore del dio Consus, oggi è stato tempo di un altro avvenimento che rimarrà per sempre nella storia. Poco importa alla fine se gli Stones non erano dei gladiatori, in fondo hanno acceso l’arena lo stesso. Alla fine anche un piccolo spettacolo pirotecnico dal palco.

Un ultimo aneddoto: Mick Jagger, pur non indossando la maglietta della nazionale di calcio come nel 1982, ha azzardato un pronostico sui Mondiali di Brasile 2014 “L’Italia vincerà la Coppa del Mondo, eh? In bocca al lupo per martedì. Penso che la partita finirà 2-1 per Italia”. Avrà avuto ragione sulla squadra allenata da Cesare Prandelli?

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The Rolling Stones – Roma – Circo Massimo 22/06/2014 La Photo Gallery

Written by Live Report

Television

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Anno 1977: Club Cbgb’s, New York dove sono cresciuti artisti quali Ramones, Patti Smith e Talking Heads.

Anno 2014: Alcatraz, Milano dove si esibiscono tutti i più grandi nomi del Rock nazionale ed internazionale.

Cosa c’è in comune vi chiederete voi ora? Ovviamente i Television, band attualmente composta da Tom Verlaine (chitarra e voce), Fred Smith (basso e voce), Billy Ficca (batteria) e Jimmy Rip (chitarra e voce), che hanno scelto quest’ultima location per tornare in Italia dopo ben quattordici anni, come ha anche ribadito il loro leader durante il concerto di martedì 3 giugno. Tra il pubblico gente di tutte le età e, si vocifera, persino Federico Fiumani dei Diaframma. Ad aprire la serata è stata Sarah Stride, meravigliosa cantautrice Rock milanese, che ha eseguito alcuni brani tratti dai suoi dischi insieme al fido Alberto Turra durante un set durato circa trenta minuti. Lei si presenta deliziosamente vestita in bianco e nero, lui alla sua destra invece con una semplice t-shirt. Il pubblico li osserva, scrutandoli ed ascoltandoli attentamente, apprezzando alla fine anche la scelta del cantato multilingue.

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L’attesa però per i Television non manca di farsi sentire, e quando mi giro a guardare indietro noto che le persone presenti non sono più appena un centinaio, ma che s’è addirittura riempito il locale (in capienza ridotta però!) e mi sento orgoglioso di esser uno dei tanti fortunati che avrebbe da lì a poco visto delle vere e proprie leggende del Rock mondiale. Nonostante il nome sia abbastanza noto anche fra gli addetti del settore, sul palco rimarranno solo qualche amplificatore, la batteria di Billy Ficca e tre microfoni per i rimanenti membri del gruppo. Scelta voluta? In fondo il Rock ‘N Roll non è esibirsi con tanto di ballerini e di scenografia esagerata alle spalle di chi suona, ma quanto appena da me scritto.

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Alle 21:10 circa dopo aver accordato gli strumenti inizia il concerto che tutti attendevano con “See no Evil” e “Prove it”. Tom Verlaine sta ancora scaldando la voce, ma nel complesso rimane ancora il maestro assoluto degli assoli di chitarra. Suo partner in questo ruolo però non è più Richard Lloyd come accadde anche quattordici anni fa ad Alberobello, ma uno scatenato Jimmy Rip, che in tutta la serata non si risparmia mai nell’esibirsi in affascinanti virtuosismi che ben si legano a quelli del suo collega Tom Verlaine. Alla fine della serata, tirando le somme, i Television proporranno solo undici canzoni, di cui ben otto estrapolate dal loro capolavoro assoluto Marquee Moon (del resto lo stesso biglietto dello spettacolo annunciava “performing Marquee Moon). C’è spazio anche per il loro primo singolo in assoluto, “Little Johnny Jewel”, per una lunghissima suite sonora inedita, ribattezzata “Persia” e per “1880 or so” estrapolata per l’omonimo album del gruppo del 1992 (primo tentativo di rimettere su la band). Rimane però anche un po’ di amaro in quanto l’album “Adventure”” del 1978 è stato totalmente omesso dalla scaletta lasciando tutti un po’ interdetti. A proposito. Ma perché al posto di concludere con “Marquee Moon” come tutti ci aspettavamo hanno scelto di fare il bis proponendo “1880 or so”? A volte la volontà degli artisti è ineccepibile, ma di certo tale preferenza ha lasciato tutti con un po’ di amaro in bocca. A fine concerto un discreto gruppo di persone (me compreso) aspetterà i quattro paladini che firmeranno autografi e faranno foto con tutti, nonostante l’ora tarda. Rimango conscio che questo è stata sicuramente una delle serate più belle della mia vita e la concretizzazione di un sogno per cui ho dovuto aspettare quasi venticinque anni (ma, credetemi, ne è valsa la pena!). Lunga vita al Rock ‘n Roll!

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Presentazione Pescara Jazz

Written by Eventi

Gasparazzo, un live per la Resistenza

Written by Live Report

Sabato 12 aprile 2014 presso il Teatro Nuovo di Teramo si è esibita la band emiliana dei Gasparazzo. Si tratta, in realtà, di un ritorno a casa per due dei membri della band, Generoso Pierascenzi (chitarra) e Alessandro Caporossi (voce) in quanto originari del capoluogo, e in generale per il sodalizio emiliano-abruzzese, che si esibisce con una certa frequenza nella provincia teramana. I Gasparazzo si sono presentati al pubblico con un nuovo disco prossimamente in uscita, (“Mò Mò”) e una band rinnovata rispetto alla formazione del precedente lavoro; cambio di bassista con il contrabbassista pescarese Roberto Salario (che sostituisce Marco Tirelli) ed entrata in pianta stabile di una vecchia conoscenza per il gruppo: il fisarmonicista reggio-salernitano Giancarlo Corcillo; è stata confermata, inoltre, la presenza del batterista emiliano Lorenzo Lusvardi, una certezza imprescindibile per la band.

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Il concerto ha avuto luogo in un ambiente molto raccolto, impreziosito da immagini tratte da grandi film del passato e da una scenografia minimale: numeroso e caldo il pubblico che vi ha partecipato. Lo spettacolo ha avuto un carattere per lo più acustico componendosi di soli contrabbasso, chitarra acustica, batteria e fisarmonica, oltre al kazoo e a percussioni varie, nel quale i cinque hanno dato sfoggio per l’ennesima volta della loro grande versatilità e padronanza tecnica. Nella prima parte i Gasparazzo hanno ripercorso il loro grande impegno civile ed artistico vicino alle istanze della Resistenza, quasi epiche ormai, attraverso canzoni come “Campazzo”, “Le Staffette”, “Rosso Albero” e un superba versione di “Villa Emma”, dove emergono, come rocce millenarie dal terreno, storie di eroismo quotidiano che hanno avuto come scenario l’Appennino e la pianura emiliana, e come sottofondo esistenziale ideali di fratellanza e tensioni utopiche.

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Nella seconda parte invece si è preferito dare largo spazio ad alcuni brani del nuovo disco (“Centopelle”, “Michelazzo” e “La Tromba di Eustachio”) con l’inframezzo di un rapido excursus nel recente passato (“Obiettivo Sensibile”) e un deciso tuffo nel primo album (“Siesta”, “El Loco”, “Mesci ddo Tazze e Rulla nu Truzz”, “La Margherita dell’Amor”, “Lu Lupe”, “Solami”), nel grande entusiasmo generale. Il concerto e il nuovo lavoro sono un chiaro cambio di atmosfera e di direzione rispetto a quanto fatto precedentemente e manifestano un deciso ritorno al passato, verso le sonorità Folk Rock e i testi più densi di “Tiro di Classe”. Un consiglio: se vi capita, non perdetevi la perfomance della band, decisamente di grande spessore e sicuramente la dimensione nella quale i Gasparazzo danno il meglio di loro stessi.

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Alessia D’Andrea – Luna d’Inverno

Written by Recensioni

Devo ammettere che nonostante il Pop all’italiana mi sia abbastanza avverso (fatta eccezione per alcuni rarissimi casi) la musica di Alessia D’Andrea tutto sommato non dispiace affatto. La voce della cantautrice calabrese ricorda molto da vicino quella di Fiordaliso (con le dovute giuste distanze però) ed Alessia D’Andrea ci mette del suo in tutto e per tutto per far capire che il sottobosco musicale rosa nasconde anche talenti come questo che, c’è da scommettere, non potranno passare per troppo tempo ancora inosservati . Notevole il suo personale palmares dove compaiono anche vittorie al Premio Mia Martini, al dodicesimo Premio Città di Recanati ed al Premio Musicultura che gli hanno permesso persino di entrare in contatto con sua maestà Ian Anderson (sì, proprio quello dei Jethro Tull). Quindi stiamo certamente parlando di un’artista talentuosa che inizia a calcare importanti palcoscenici.

Luna d’Inverno è prodotto in varie locations dall’etichetta indipendente RENILIN , si compone di dieci brevissimi episodi (nessuna canzone supera infatti i tre minutie “Anime Bruciate”, che conclude questo lavoro, supera di una manciata di secondi i due) che ad essere pignoli al massimo rappresentano l’unico vero (e purtroppo evidente) difetto del disco. Se non fosse poi per “Beyond the Clouds” Luna d’Inverno potrebbe essere considerato il primo lavoro interamente in italiano della cantante. Il primo singolo estratto, “Blu Occhi”, è stato scritta addirittura da Maurizio Lauzi, figlio d’arte del compianto e mai dimenticato Bruno, vero maestro e massimo esponente della scuola cantautorale genovese insieme a Fabrizio De Andrè, Umberto Bindi, Luigi Tenco, Sergio Endrigo e Gino Paoli. La malinconica “Alzami Nell’Aria”, nonostante sia un po’ statica nei ritmi, ha quel “qualcosa” che lascia estasiati e, senza togliere nulla a tutte le altre canzoni, è certamente l’episodio meglio riuscito del disco (pur dovendosi contendere il titolo in una lotta infinita all’ultima nota con la più complessa ed elettronica “Caccia Alla Volpe”). Promossa con debito formativo.

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Valerio Piccolo – Poetry

Written by Recensioni

Con un occhio sempre fisso al nuovo cantautorato Folk e Rock americano, Valerio Piccolo con il suo ultimo disco Poetry appare un prodotto quasi sui generis in Italia. Poesia sonora allo stato puro, sempre gradevole, anche se a tratti malinconica e triste, spesso divisa fra l’asse America / Italia, tanto da arrivare a scomodare una certa Suzanne Vega che ha detto di lui: “Mi piace molto il suo modo di scrivere canzoni. Ce n’è una che racconta di un clown imprigionato in un lavoro quotidiano ‘The clown Isstuckbetween The Desk And The Chair.’ Un’ottima opening line.” Non male come bigliettino da visita vero?

Se poi ci aggiungete che l’artista ha anche condiviso il palco con artisti famosi quali Massimo Roccaforte (chitarrista di Carmen Consoli e suo attuale produttore), Neri Marcorè e Paola Turci che collaborano anche al disco quale ospiti illustri il gioco è fatto. Poetry si compone di nove canzoni che nascono traducendo in suoni altrettante poesie americane attinte dal repertorio di scrittori quali i bestsellers Jonathan Lethem e Rick Moody, il romanziere e critico musicale della rivista New Yorker Ben Greenmane e poetesse quali Sarah Manguso e MeghanO’Rourke. Il tuttosenza mai trascurare l’aspetto musicale, fatto di arrangiamenti abbastanza complessi che però non sfociano mai in inutili virtuosismi che sarebbero forse persino fuori luogo in questo contesto. Se vi era capitato di ascoltare già i precedenti lavori Manhattan Sessions, con cui esordì nel lontano 2007, e Suono dell’aria, risalente al 2011, non griderete certo al miracolo, in quanto già in essi era evidente il talento di Valerio Piccolo, ma rimarrete comunque incantati dalle dolci melodie di canzoni come “Pioggia di Stelle” e “Il Barman all’Inferno”. L’album è stato lanciato dal singolo “Ordine” e dal suo relativo videoclip che ha visto impegnati alla regia Francesca Zanni ed in veste di attori Jacopo Olmo Antinori, Maya Camerini, Arcangelo Jannace, Ignazio Oliva, Antonella Attili, Orlando Camerini e Lucia Ocone.
La dolcezza del suono della chitarra, l’armonia dei brani musicali, insieme ad una elevata padronanza tecnica contribuiscono alla ricerca di un ascolto rilassante.

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Revo Fever – Più Forte

Written by Recensioni

Se dovessi riassumere in tre righe i Revo Fever li definirei la risposta italiana ai Franz Ferdinand con degli inserti alla Ministri e un cantato simile agli Oasis (la voce ha lo stesso timbro di Liam Gallagher!). Rimango quindi quasi incredulo quando leggo che i quattro ragazzi hanno poco più di vent’anni e un curriculum di tutto rispetto composto da due Ep registrati da Federico Dragogna (chitarra e seconda voce dei Ministri), trattasi di Fegato! del 2011 e Il Mendicante/Tutto da Rifare del 2012. Inoltre una grande esperienza live in giro per Milano e provincia li ha portati a condividere il palco con Ministri, Dente, Management del Dolore Post-Operatorio, Tonino Carotone, Lombroso e tanti alti nomi illustri della scena indipendente. Il loro primo disco autoprodotto si chiama Più Forte. Tra le loro influenze citano le aperture (solo quelle?) dei Queens of the Stone Age (provate a fare un paragone tra “No One Knows” e “Tutti i Santi Giorni”…), i riffs dei Black Keys (duo americano ormai affermato a livello mondiale che gode di ottima stima persino in Inghilterra) e l’attitudine Punk acustica dei Violent Femmes (che però di Punk avevano secondo me ben poco).

Pochi quindi i riferimenti italici, ma soprattutto sono pochi gli elementi innovativi presenti nel disco, un altalenarsi di roba buona e roba mediocre (era proprio necessaria una canzone come “Non Chiedermi  Come Sto” all’interno della tracklist?). Meno male che appena dopo averla sentita i Revo Fever riprendono la strada giusta con un one two three four tanto caro ai Ramones e riescono quindi ad arrivare fino alla fine senza particolari problemi. Ok per l’attitudine do it yourself marchio del Punk anni settanta che da sempre caratterizza le scelte della band, la quale ha scritto, registrato, mixato e masterizzato la musica nonché ideato, stampato, piegato, timbrato e cucito l’artwork. Ma una mano da un produttore di grido non avrebbe certamente giovato? Come esordio certamente non c’è male, ma sono sicuro che il livello di qualità crescerà notevolmente in un’eventuale seconda fatica discografica, soprattutto se qualche major dovesse accorgersi dei Revo Fever. Noi la sufficienza gliela diamo (in fondo se la meritano pienamente) ma siamo sicuri che il loro sound si presta più a una dimensione live che a quella in studio.
Non fermatevi quindi alle apparenze del primo ascolto di Più Forte e magari se potete andate a sentirli dal vivo dove sicuramente daranno il meglio di loro!

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