Marlene Kuntz Tag Archive
Stasera a Torino “Il Pensiero Sarà un Suono”
A chiusura della due giorni del convegno “Le Parole della Strada – Laboratorio Torino ’90”, si terrà stasera presso il Blah Blah di Torino “Il Pensiero Sarà un Suono – Italia 90”, un concept musical/letterario sulla scena torinese ed italiana alternativa ed indipendente degli anni ’90 a cura di Domenico Mungo ed Il Pensiero Sarà un Suono. Sarà un’occasione per raccontare Torino ed il mondo di quegli anni nelle parole musicate di Negazione, Africa Unite, Marlene Kuntz, Kina, CCCP/CSI, Casino Royale, Fluxus, Pixies, C.O.V., Disciplinatha, Diaframma, Garbo, Fugazi, QOTSA, Kyuss, Refused, Battiato, Fossati, Vasco Rossi, Rino Gaetano. Di seguito il programma dell’evento:
Ore 19,30
Proemio:
Cristiano Godano (Marlene Kuntz) & Giancarlo Onorato (Ex -Live) in acustico.
“Lievemente: Percorsi in parole e musica della Marlene a Torino”, introduce Domenico Mungo
ore 22,30:
Il Pensiero Sarà un Suono – Italia 90
Artisti:
Proemio ore 20,00:
Cristiano Godano (Marlene Kuntz)
Giancarlo Onorato ( Underground Life)
Domenico Mungo (Scrittore)
Narratio ore 22,30:
Gigio Bonizio (C.O.V. – Totozingaro)
Franz Goria (Fluxus)
Fabrizio Broda
Cristina Visentin (Fratelli Sberlicchio)
Gianluca Cato Senatore (BlueBeaters – Africa Unite)
Bobo Boggio (Fratelli di Soledad)
Mauro Brusa (Derelitti)
Mao (Vodoo – Maoelarivoluzione)
Paolo Angelo Parpaglione (BlueBeaters – Africa Unite)
Beatrice Zanin (Daniele Celona Orchestra)
Resident Band:
Franco Forresu ( Fuco – drums )
Sandro Serra (Titor – drums)
Luca Pisu (Fratelli di Soledad – bass)
Luca Morellato ( Bluedaville – Concrete Bloc)
Luca Catapano (Black Wings Of Destiny – C.O.V.)
After Show Parties:
Melody Maker’s Special ‘ 90 Edition – Dj Blaster T.
L’Introverso – Una Primavera
“Mi rialzo da me, mentre affondano i marciapiedi”. L’Introverso da Milano stanno per dare alle stampe il loro primo album, Una Primavera, lavoro che parla di sconfitte incassate e di immediate resurrezioni con un taglio Brit Pop, Indie Rock. Dall’opener “Tutto il Tempo”, gradevole presa di coscienza di stampo Coldplay (anche se a loro piacciono gli Oasis) si passa a “Manie di Grandezza”, pezzo con volontà catchy dal ritornello orecchiabile che risulta essere il brano centrale del lavoro ma che non riesce a pieno nell’intento del singolo spaccatutto, vittima di un eccessivo controllo e determinismo. D’improvviso però ci troviamo di fronte ad un calo, un freno a mano fisiologico poco motivabile che una band apparentemente “macchina da guerra dal vivo” non può di certo permettersi: “Il Finestrino” parla (anche) di sesso in macchina ma non percepiamo nulla di un momento così intimo; “Uguali” sceglie un arrangiamento irritante di stampo sanremese come anche “Prima o Poi”. Cosa succede, quindi? I quattro di Milano, e questa è una nota di gran merito, hanno ascoltato, studiato e fatto proprie molte formule tipiche del Brit Pop senza però, e questo è il problema, riuscire a plasmare un prodotto nuovo e fresco e rimanendo spesso aggrappati a un certo Pop melodico italiano da (bassa) classifica. Ma non tutto è perduto, un disco va ascoltato fino alla fine per dare un giudizio. Sai che c’è, potrebbe andare meglio e credimi avrei diritto al meglio. Sento di rinascere, da oggi voglio una primavera per me: questo estratto dalla traccia di chiusura “Primavera” racchiude l’essenza di ciò che L’Introverso vuole esprimere. Semplicità, molto contenuto e una poetica diretta e precisa che, insieme a “Estranea” (dentro c’è tanto Marlene Kuntz) va a risollevare le sorti di un lavoro indubbiamente sopra la sufficienza ma a tratti incomprensibilmente tedioso. L’introverso ha idee, know-how e voglia ma per arrivare dritti al cuore dell’ascoltatore (come afferma lo stesso Nico Zagaria, voce della band), magari proprio come un “Pugno allo Stomaco”, bisogna liberarsi dalla gabbia virtuale e cercare di osare sempre di più.
Othismos – L’Odio Necessario
Un sound molto sporco e cattivo quello degli Othismos, gruppo composto da Luca (chitarra e voce), Caino (basso e voce principale) e Giacomo (batteria). Più violento di un disco dei Napalm Death o degli Obituary, questo L’Odio Necessario ha deliziato le mie orecchie per poco meno di mezz’ora ma, credetemi, non ascoltavo un Metal così piacevole da anni. Un perfetto mix di Rock, Hardcore, Grind, Stoner, Doom, Sludge, Thrash e chi più ne ha, più ne metta. Avvertenza: questo disco non è per i deboli di cuore (o meglio di orecchio)! Caino urla come in preda a un dissennato e violento furore scandendo però perfettamente le parole tirando fuori tutto “L’Odio Necessario”. “Inno di uno Stato Fallito” è una chiara dichiarazione della direzione che prenderanno gli otto brani successivi pur essendo poco più di cento secondi strumentali, una vera e propria summa di ciò che vi aspetta e forse un titolo che vuol rendere omaggio al nostro paese martoriato da politici corrotti e annientato dalle tasse che dominano supreme la nostra economia. “Non Discitur” è la partenza migliore o il punto di arrivo massimo di un disco che non lascia spazio alla concorrenza, un non plus ultra dell’Heavy Metal moderno. “Nessun Sole” è segnata da cambi velocissimi di tempo scanditi dal drumming di Giacomo e affronta tematiche religiose (“Vita e morte sono mie… Io sono il mio Dio”). L’inizio di “Coma” sembra invece essere uscito da un disco degli Anthrax, ma subito le influenze Grind si fanno sentire acutizzando al massimo la violenza sonora. “Il Signore degli Impiccati” comincia invece in maniera “tranquilla” per trovare la sua strada dopo neanche un minuto. In “Mantra” è la voce di Luca a far da padrona non facendo rimpiangere per nulla quella del suo “socio” Caino e sinceramente sarebbe stato bello sentire duettarli come facevano i Marlene Kuntz di “M. K.” quando gridavano a squarciagola Ehi critichino!. I generi del gruppo di Cuneo e degli Othismos non hanno nulla in comune, è vero, ma una doppia voce avrebbe dato maggior tono al brano. “Antitesi” e “La Discesa” proseguono con dignità il discorso affrontato finora ma in maniera un po’ più complessa e programmata prima di dar spazio a “Nessuna Promessa di Cambiamento”, degna conclusione di questo capolavoro Metal che è L’Odio Necessario. Non so sinceramente cosa promettano per il futuro gli Othismos, ma sono sicuro che almeno oggi daranno uno schiaffo e nuova linfa all’Heavy Metal nostrano. Tenete d’occhio questo gruppo e non lasciatevi sfuggire L’Odio Necessario.
UltraviXen, svelata la copertina e il teaser del disco
Il power trio catanese ha esordito discograficamente nel 2009 con Avorio Erotic Movie, definito dalla critica una delle migliori uscite dell’anno. Nel 2014 vede la luce Il Riskio, il cui tour ha portato la band siciliana a esibirsi in 50 concerti in 8 mesi, condividendo il palco con band come Verdena, Subsonica, Marlene Kuntz, Calibro 35, Bud Spencer Blues Explosion.
I 9 brani del disco sono stati reinterpretati da altrettanti influenti musicisti e producer.
Ecco la tracklist e gli interpreti:
1. TESTA DI MORTE – Bologna Violenta
2. ACROBATICI EQUILIBRI – John Lui
3. AGUZZINA – Nutype feat Geo Johnson
4. LE COSE Più BELLE – Matilde Davoli
5. VELLUTO NERO (DESTRUCTURED PUSSY) – Xabier Iriondo
6. FINO ALL’ULTIMO RESPIRO – Andy Trema
7. LOVE IS NO PAIN – Gianluca Bartolo
8. SPARAMI SULLA SPIAGGIA (OFF MUZIEK) – Giulio Ragno Favero
9. TERRA ELETTRIFICATA – Pola
La Sindrome di Kessler – La Sindrome di Kessler
Pezzi al limite dell’imitazione di Afterhours (“Fanfarlo”), Marlene Kuntz (“Parabola di un Desiderio”) e Virginiana Miller (“Le direzioni”) potrebbero, ad un primo ascolto, non essere un buon biglietto da visita per La Sindrome di Kessler. Il primo album della band campana prende spunto dall’omonima teoria americana secondo cui l’enorme mole di detriti spaziali e l’effetto domino scaturito dalle loro collisioni potrebbe causare l’impossibilità di utilizzare satelliti orbitanti intorno alla Terra per le prossime generazioni. Il caos. Tuttavia il disco sembra molto più ordinato di quanto il nome non suggerisca e, superata l’empasse dovuta ai forse troppi reminder, avviene la vera deflagrazione. “La Detonazione delle Nuvole” è il punto di rottura in salsa Post Rock che spinge la bellissima “Sinuose Alterazioni” a spiccare il volo, raccontandoci cosa è l’inafferrabile e quali siano le sue conseguenze. “Una Carezza in un Pugno” è il fulcro su cui si basa l’intero disco: la spigolosa e mai celata vena Grunge rimarcata dalle doti canore di Antonio Buomprisco racchiude passione sensuale, quasi un culto. La sindrome di Kessler è una prece, un grido d’aiuto ma nello stesso tempo una liberazione e l’inizio di qualcosa di nuovo. Per la band è anche l’inizio di qualcosa di bello, la strada giusta è stata già imboccata.
“Yalla”, primo estratto da L’EGO di Pierpaolo Lauriola
Il video di “Yalla” anticipa il nuovo album di Pierpaolo Lauriola – L’EGO – che uscirà il prossimo 3 Marzo per La Masseria Della Musica / Zimbalam. In arabo “Yalla!” Vuol dire “Su!”, “Tirati su!”, “Muoviti!”. E’ un incitazione. Questa canzone è tratta da un racconto di Laura Silvia Battaglia, giornalista e amica dell’artista. “Yalla” è una canzone sull’abbandono e sull’assenza. La guerra è una follia. Quella guerra che combattiamo tutti i giorni negli uffici e nei posti di lavoro, e quella con le bombe che ci arrivano dritte in diretta sui media. Il video è stato diretto da Stefano Bertelli che in passato ha girato – tra gli altri – con Marlene Kuntz, Cristina Donà, Alex Britti, Arisa, Marta sui Tubi e Caparezza.
Nadàr Solo – Fame
I Nadàr Solo sono tre giovani musicisti di Torino, città caratterizzata da un underground musicale vivace e fervido, sostenuto da un discreto numero di locali e realtà pubbliche e private, oltre che da un pubblico di giovani curiosi, studenti, appassionati. Una bella scena. E il terzetto non è di certo di primo pelo. Han ormai anni di carriera alle spalle, costellate di esibizioni, recensioni e collaborazioni di un certo pregio nel panorama musicale nostrano, come quella con Pierpaolo Capovilla. Non stupisce quindi di far partire Fame e trovarsi davanti a un disco ben fatto, ben registrato e ben prodotto. Naturalmente a una band non basta una buona confezione e una buona reputazione. “La Vita Funziona da Sé” ha quell’alone di precariato e instabilità tanto caro all’Alternative nostrano. I tempi sono quelli, in fondo, e non ci si può certo inventare una realtà diversa. Il cantato di Matteo De Simone è in rima, espediente che usa spesso nel corso del disco per la costruzione delle liriche, come anche nella successiva “Non Volevo”, dal tenore ben più scanzonato e canzonatorio. Dall’Alternative Rock arriviamo al Cantautorato con “Cara Madre”, che cede il passo a “Jack lo Stupratore” con le sue sonorità Post Punk anni 2000, pulite pur nella distorsione, le chitarre di contrappunto, ben utilizzate e la voce che sottolinea il sarcasmo su cui è costruito il violentissimo testo. Il ritornello è ridotto a una sola frase reiterata densa di significato ma risulta quasi svuotato dalla sua funzione mnemonica, perché sempre diversa. I testi dei Nadàr Solo sono articolati: lessico altisonante alla Marlene Kuntz e costruzione della frase in stile Il Teatro degli Orrori.
“La Gente Muore”, ha un incalzante andamento in levare scandito dall’intrecciarsi melodico delle chitarre sulla sezione ritmica, mentre colpisce il riff iniziale di “Piano Piano Piano”. Spesso i testi del trio non sono immediatamente intellegibili: i Nadàr Solo sembrano voler dire troppe cose, che non possono comprimersi nello spazio di un verso. Il risultato è un cantato con una scansione sillabica rigida e velocissima, poco ariosa e che non si concede mai un virtuosismo. E stupisce, da astigiana quale io sono, sentire un torinese descrivere la “Ricca Provincia” con tanta amarezza e tanto realismo: una riflessione lucida sulle piccole realtà cittadine, stereotipate e ancorate ai propri stereotipi per definizione stessa, condizioni e modi di fare d’uso, cristallizzati nel tempo e immutabili. Musicalmente ben costruita è “Akai”: sempre in tensione, come in un climax continuo che non trova mai risoluzione, se non forse, per continuità, nella seguente “Splendida Idea”. Davvero pregevole è “Shhh”, un crogiolo di stilemi Indie padroneggiati alla perfezione, in un risultato che richiama quasi gli ultimi Arctic Monkeys – che non saranno al top della forma, ma sono pur sempre gli Arctic Monkeys.
Il disco chiude in sordina, con le sonorità acustiche e Pop di “Non Sei Libero”. Fame val bene un ascolto. Non è il disco della vita e non piazza i Nadàr Solo in nessun qualsivoglia Olimpo musicale. Ma rende indubbiamente giustizia a tre bravi strumentisti, capace di cogliere il mood quotidiano di una gioventù precaria e instabile, in una realtà a volte stantia, a volte distorta, a volte violenta. Se vi capita, concedetegli mezz’ora del vostro tempo.
La Madonna di Mezzastrada – Lebenswelt
Lebenswelt, ovvero “Le vite degli altri”. Non è dato sapere se La Madonna di Mezzastrada, singolare nome di questa band di perugini di adozione e di fortuna, avessero in mente proprio la pellicola di Henckel von Donnersmarck. Fatto sta che il loro Post Rock venato di archi non si abbinerebbe affatto male alle torbide atmosfere del film in questione. Questo secondo lavoro segna un netto cambio di stile. Tra Lebenswelt e il precedente Cantiche ci sono una radicale revisione della line-up, un brano incluso nella compilation de La Fame Dischi (“Tunisia”) e nuovi apporti in fase di registrazione, tra cui Daniele Rotella di The Rust and the Fury. Se è vero che le sonorità scelte per questo secondo lavoro rievocano certo Rock italico recente e non, dai Marlene Kuntz a Le Luci della Centrale Elettrica, è vero anche che le liriche hanno tutt’altro intento. Su arrangiamenti puliti, al riparo dal rischio di suonare consueti perché impreziositi da incursioni di piano e ukulele, scivola un cantato-parlato volutamente monocorde e disturbante: un cantautorato che si prende la briga di andare a recuperare la componente sociale, che lascia poco spazio all’autoreferenziale e all’astratto ed estende lo sguardo al di là delle periferie padane di Vasco Brondi (che, diciamocela tutta, ci hanno anche un po’ scassato). “I piccoli drammi borghesi non mi interessano” è quanto dichiarano senza mezzi termini in “Piccoli Drammi”, sintesi estrema di una poetica fatta di frustrazioni giovanili contemporanee e concrete, confronti generazionali, immigrazione e quotidiana convivenza delle diversità. Dal Punk degli esordi a Lebenswelt, il salto non è solo quello che passa da un universo sonoro ad un altro, ma è anche un salto di qualità che lascia ben sperare che La Madonna di Mezzastrada abbia imboccato la direzione giusta.
Marlene Kuntz live al Pin Up
I Marlene Kuntz saranno al PinUp di Mosciano Sant’Angelo (TE) il prossimo 23 novembre, unica data per Abruzzo e Molise della prima parte del Catartica Tour 994/014. Il costo del biglietto sarà di 15 euro ma è già possibile acquistarlo in prevendita al prezzo di 13,50 euro. Un progetto speciale e un tour per celebrare il ventennale di Catartica. Un progetto speciale uscito il 16 settembre dal titolo Pansonica e un serratissimo tour in partenza da Livorno il 4 ottobre con il quale il gruppo festeggia i venti anni da Catartica ed i venticinque anni dei Marlene Kuntz.