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Il Terzo Istante @ Garbage Live Club, Pratola Peligna (AQ) | 18.02.2017
Il Terzo Istante è musica fatta a mano; questo scrivono di loro stessi i tre ragazzi di Torino e stasera cercheremo di scoprire il senso di quest’affermazione. All’arrivo nel Garbage Live Club di Pratola Peligna (AQ) saranno tuttavia in quattro; Lorenzo De Masi è tastiere e voce, Fabio Casalegno chitarra, Carlo Bellavia batteria ma in fase live non potrà mancare il suono del basso di Luca Sbaragli.
Max Gazzè 11/07/2015
Max Gazzè – Flowers Festival Collegno (TO) 11/07/2015
L’atmosfera al Parco della Certosa per questa serata di Flowers pare tranquilla, forse troppo dal momento che i presupposti sono quelli di festa grande. Di quelle sane e con la forza di chi si sballa solo con una birra di troppo e tanti amici. La serata è infatti organizzata in collaborazione con i ragazzi torinesi di Partycillina, che per l’occasione raccolgono fondi per l’associazione no profit Find The Cure. Purtroppo in queste occasioni farebbe piacere vedere un bel pienone, ma nonostante i nomi di spicco in cartellone (oltre a Gazzè ci sono Dente, Due Venti Contro, Dari) il pubblico riempie l’area del parco per poco più di metà.
Ma poco importa infondo se il paesaggio regala un festival organizzato al meglio: ricco di stand, cibo di ogni tipo (a prezzi più che ragionevoli per altro!), giochi per bambini, postazione per dj-set e un ampio spazio verde. Se poi a colorare il paesaggio ci pensa la musica del buon Max Gazzè, allora anche tutti i centimetri di asfalto si ricoprono di alberi in fiore. Il suo set sembra un house concert, Max sembra invecchiato (bene!) e più statico del solito, vestito con un jeans e una maglietta prese a caso dall’armadio. Poca scenografia ma tanta buona musica, sebbene manchi un poco la fluidità nella sua band che a sua detta ha provato pochissimo per questa prima data del tour. Lo si nota quasi subito in “I Tuoi Maledettissimi Impegni”, suonata lievemente sommessa, quasi con il rischio di sbagliare. Ciò nonostante la canzone non perde la sua rabbia soffusa, la sua ribellione soffice.
Le dita di Gazzè accarezzano il basso in “Vento d’Estate”, perfetta per questa stagione che, dopo diversi giorni, concede un po’ di freschezza alle porte di Torino. “A Cuore Scalzo” rimane il suo capolavoro, perfettamente confezionato da una band che anche se poco rodata segue bene le onde senza mai far naufragare la nave del cantautore romano. Poi un pubblico che canta a memoria “Il Timido Ubriaco”. Gente di ogni età e di ogni genere mentre si abbraccia, si bacia, accenna goffi passi di danza con la birra in mano, rende l’aria molto più quotidiana, un venerdì sera passato in famiglia. Ma una grossa famiglia che va dal metallaro con la maglietta del Sonisphere alla bimba sonnolente nel passeggino, con tanto di cuffie antirumore nelle orecchie. Poche cose ci intimoriscono stasera, a dirci “Quel Che fa Paura” ci pensa Gazzè con questo brano dal disco d’esordio di vent’anni fa, vera chicca di questo concerto. “Come sputi a gola secca, scagliati contro le onde del mare”, frasi forti e visionarie ma di una semplicità disarmante che entrano nelle nostre coscienze anche in una serata così rilassata.
A distendere un po’ gli animi ci pensa “Cara Valentina”, spensierata più che mai grazie ad un riuscitissimo intermezzo Reggae. Qui qualche goccio di birra cade a terra a seguito di passi di danza un po’ troppo azzardati. Altre due chicche arrivano subito dopo: la prima pescata dal 1998 ed è la contorta “Comunque Vada”, poi a sorpresa Max rispolvera un momento di grande musica condiviso con i compagnoni Fabi e Silvestri. Ecco “L’amore Non Esiste”. Non manca niente, Gazzè e musicisti reggono la baracca con umiltà e scioltezza, la gran dote di chi si guarda in faccia e sa come muovere in concomitanza tutte le onde sonore.
La seconda metà del concerto è puro greatest hits e qui mi accorgo di quanto il cantautore romano abbia dato alla musica italiana: “L’uomo Più Furbo Del Mondo” scatena tutto Flowers, “Il Solito Sesso” è poesia che vaga lenta nel parco ma tutti sono troppo timidi per raccoglierla tra le mani, “Mentre Dormi” è forse una delle più belle canzoni d’amore italiane e poi “La Favola di Adamo ed Eva” dove Max Gazzè ottiene la meritata ovazione dei presenti, che anche se non riempiono lo spazio, mostrano tutto il calore che hanno in corpo. Poi c’è “Sotto Casa”, un po’ di nazional popolare suonato bello tamarro come merita di essere.
C’è infine tempo per qualche bis, Max torna sul palco con la t-shirt di Find The Cure (andate a buttare un occhio al loro sito se non li conoscete) e regala una jazzaggiante “Perso” seguita da “L’amore Pensato” e dalla frivolezza di “Annina”, intramontabile proprio come il finale di “Una Musica Può Fare”. Finalmente suonata decisa, con un bel po’ di enfasi, mancava davvero solo questo. In ogni caso Max Gazzè dirige le onde della sua musica come un burattinaio e questo spettacolo incanta. Non per gli effetti speciali, molto di più per la semplicità con cui lui realizza i suoi giochi di prestigio. L’ho capito davvero solo alla fine, ma la festa non erano Max Gazzè e la sua band ma l’aria magica e paradossalmente casalinga che ci hanno fatto respirare.
Fabi Silvestri Gazzè – Il Padrone della Festa
Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè insieme per un album corale, in parte scritto a sei mani e in parte fatto di apporti personali dei tre cantautori della scuola romana. Apprendo la notizia sul web ad aprile dello scorso anno, a ridosso dell’uscita del primo singolo estratto, “Life is Sweet”. Un banner pubblicitario lampeggia sulla pagina web, sono mio malgrado alla ricerca di una macchina nuova e non c’è modo di sfuggire agli algoritmi della rete, e accanto all’articolo l’ironia della sorte ha appiccicato un annuncio che recita “usato garantito”. Sono in molti a dire che l’arrivo di un lavoro corale fosse prevedibile e alcuni lo auspicavano da tempo. A metà settembre, la release ufficiale de Il Padrone della Festa. È inequivocabile sin dal primissimo ascolto che il succitato padrone qui è Fabi. Tra le dodici tracce individuo i brani di Max Gazzè con un pizzico di fatica in più di quella che avevo preventivato. Il suo sound ironico fa capolino solo in “Arsenico”, giustapposizione di fiati e liriche sottili, dopo tre brani sufficienti a sancire il ruolo di deus ex machina di Niccolò. Non si discute l’eccelsa fattura del prodotto finale. Esecuzione raffinata e cura puntuale nelle registrazioni sono garantite da un esercito scelto di musicisti, tra cui Roberto Angelini e Adriano Viterbini solo per citarne un paio, oltre che ovviamente dall’esperienza dei tre generali. Ciò nonostante resto perplessa sulle dichiarazioni del trio sulla natura ludica e spontanea dell’esperimento. Il Padrone della Festa ha piuttosto l’aspetto di un’esca da lanciare nei palasport, non di un divertente e sperimentale mescolarsi. Eppure in passato li avevamo visti collaborare fruttuosamente (indimenticabile “Vento d’Estate” di Fabi e Gazzè, raro caso di pop contagioso e al contempo raffinato) o guidarsi vicendevolmente l’uno nelle fatiche dell’altro senza contaminarne la natura. Li ritroviamo ora miscelati in un modo che finisce per appiattire le peculiarità di ognuno, quei dettagli che pur gravitando nello stesso circuito li avevano sempre piacevolmente contraddistinti. Inevitabile è perciò che questo “usato garantito” che i tre propongono oggi suoni meno potente se paragonato agli episodi del passato di ognuno dei tre. Sì, insomma, sono un po’ incazzata, perché penso che con qualche sforzo in più e qualche sold out in meno ora io avrei tre ottimi dischi da ascoltare mentre invece me ne ritrovo uno soltanto con cui devo anche in qualche modo tentare di far pace, ed anche che dopo il successo del tour in Italia e in Europa la situazione appaia ormai consolidata e dovrò probabilmente accontentarmi di metter su “Lo Spigolo Tondo” quando avrò voglia della vocazione gitana di Silvestri, di “Canzone di Anna” come condensato degli arrangiamenti orchestrali di cui Fabi è capace, e accenderò un cero a “Il Dio delle Piccole Cose” pregandolo di concedermi a breve un Max nella sua forma migliore, tutto intero.
Egokid – Troppa Gente su Questo Pianeta
Il tre è il numero perfetto. E gli Egokid tornano dopo tre anni dall’ultimo disco e giungono al terzo full length della loro carriera. Numeri importanti che creano una certa aspettativa con cui è difficile avere a che fare. Troppa Gente su Questo Pianeta apre con “Il Re Muore”, traccia cantautorale con un’impronta vocale alla Max Gazzè. “La Madre” è Indie Rock puro con le chitarrine plin plin, aperture ariose, tempi dilatati e poco slancio (purtroppo). Gli Egokid si apprezzano particolarmente nella terza traccia, “In un’Altra Dimensione”, con un arrangiamento introduttivo quasi da cantautorato Jazz alla Paolo Conte e fini inserimenti strumentali per brevi incisi melodici gustosi e reiterati con un certo autocompiacimento. Anche qui, però, il pezzo non aggancia l’attenzione.
Ne “Il Mio Orgoglio” echeggia la lezione di Miles Kane e in “Solo Io e Te” quella dei Muse, mentre “L’Alieno” è una ballatona delicata con un arrangiamento abbastanza scontato, costruito su una chitarra arpeggiata e lunghi accordi delle tastiere in sottofondo. Il Pop Italiano, un po’ datato e dal sapore vintage è alla base di “Che Tempo Fa”, ma le troppe rime finiscono per svilire una canzone potenzialmente bella, fresca e frizzante. “Frasi Fatte” è il brano in cui il cantato mi ha convinto di più: è quasi un recitativo teatrale, come se il pezzo fosse estrapolato da un musical. Un certo gusto parodico si trova in “Non Balliamo Più”, siparietto elettronico all’interno di un disco Alternative e colto, come una citazione estemporanea di una certa Dance nostrana che decisamente (e fortunatamente) non c’è più. “La Malattia” ha un arrangiamento molto complesso e molto ben curato e reso, con un tono sommesso e battagliero che ricorda “Solo un Uomo” di Nicolò Fabi. Niente comunque, che basti per convincere che gli Egokid abbiano sfornato un disco che suggelli meritocraticamente la loro carriera. Troppa Gente Su Questo Pianeta è un album pregevole, ma poco accattivante, colto ed elitario ma poco coinvolgente, ben arrangiato e strutturato ma poco comunicativo. Davvero peccato.
Nuvolari Libera Tribù: tantissimi appuntamenti estivi
La XXI stagione estiva del Nuvolari Libera Tribù di Cuneo prevede una intensa programmazione, dal 6 giugno al 7 settembre 2013. Si tratta di un grande locale all’aperto, presso il parco della gioventù della città, con concerti di musica dal vivo, praticamente quasi tutte le sere. Gli eventi sono quasi tutti gratuiti: saranno solo una decina le serate a pagamento, in occasione delle perfomance di alcuni artisti più noti, del calibro di Max Gazzè, Niccolò Fabi, Africa Unite, Modena City Ramblers. Potete trovare l’intero programma dei concerti, le indicazioni per raggiungere il locale e altre informazioni sul sito.