Parliamo di Casablanca e con i dovuti riferimenti parliamo di rivoluzione. Se stessi, il proprio corpo ma ovviamente – tornando alla musica – le proprie percezioni. I Casablanca capitanati da Max Zanotti dei Deasonika fa il suo esordio sul mercato con un disco omonimo che unisce il passato di quel Rock oltre confine che tanto ha fatto storia al sound italiano di quel pop commerciale che senza troppi indugi cerca di rompere le barriere del comun sentire. Un Pop per l’appunto fatto di Rock rabbioso e ricco di rinascita ma anche elettronica e una forma canzone che punta a farsi ricordare negli incisi. Tra le righe dei Casablanca troviamo di tutto, dai primi Subsonica al commercio dei grandi network dei soliti grandi da copertina. Quando l’Italia scopriva l’America e dietro l’angolo di un quartiere di periferia, quando il ragazzo scopre di essere divenuto uomo. Si parla d’amore, di cambiamento, di delusione ma soprattutto, manco a dirlo, si parla di quel sottile quanto drastico cambiamento che si ha nel prendere coscienza di com’è davvero la realtà. Il video di lancio è “Gelido”. In tutti gli store digitali…il primo disco dei Casablanca.
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Il Rebus – A Cosa Stai Pensando?
Le lente chitarre di “Gerontocomi” aprono A Cosa Stai Pensando? disco dei comaschi Il Rebus. Rimane da chiedersi invece a cosa pensasse il gruppo mentre ne scriveva e componeva i brani contenuti in esso. La risposta è quasi ignota, quasi… un rebus (perdonatemi il gioco di parole). Il risultato? Ottimale certamente, ma forse un po’ troppo variegato nello stile e negli arrangiamenti. Un esempio? In “Quello che non Dico” si gioca a fare un po’ gli U2, mentre in “Avere Trent’Anni” si torna alla classica ballad un po’ più veloce alla Bon Jovi. Sia chiaro: Il Rebus non ha nulla da invidiare ai colleghi stranieri, ma il sospetto è che il genere proposto possa prestarsi più a mercati esteri che a quello italiano. In “Roma Brucia” sono molto gradevoli sia la parte iniziale di drumming (perfetto l’uso dei piatti) sia il cantato, un po’ meno il testo. “La Notte Urla” è dal canto suo molto migliore a livello lirico, ma il top del disco arriva con “Nei Ghetti d’Italia”, tanto malinconica quanto affascinante in un cantato recitato che ricorda i nostrani Offlaga Disco Pax e i Massimo Volume. “Vuoti a Rendere” lo vedrei ottimamente nella dimensione di singolo per le radio grazie a un ritornello che entra subito in testa. Nella più orchestrale “Questo è un Uomo” torna il recitato / cantato ma per fortuna il Rock puro si rifà vivo già con la successiva “Scie” che mostra una grande maturità nel songwriting. “Equità” e “Brava Sara” concludono un lavoro tanto variegato quanto affascinante. Una nota di lode va al produttore Max Zanotti, cantante e frontman dei Deasonika (attualmente in pausa di meditazione dal lontano gennaio 2010) e oggi apprezzato solista. Del resto lo avevamo potuto apprezzare in queste vesti anche con i Cockoo ed in altri lavori quali il disco solista di Eva Poles, voce storica dei Prozac +. Di lui voglio ricordare inoltre le sue collaborazioni al fianco dei Magazzini Della Comunicazione e dei Rezophonic e quelle con artisti più mainstream quali Valerio Scanu e Giusy Ferreri. Non so a voi, ma a me questo strano gioco di alternanze fra cantautorato e Rock ha entusiasmato ed intrigato non poco. Il problema è vedere come questo disco verrà accolto dal pubblico, io sono pronto a puntare su di loro, e voi?