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Viva Lion! – The Green Dot EP

Written by Recensioni

C’è grande magia nella musica delle radici, quella della campagna, dei paesaggi distesi, più visiva che mai, degli amori lenti e forse meno ragionati, della passione che fa esplodere le vene, delle fabbriche che si avvicinavano sempre di più e ora (purtroppo) non ci fanno più paura. Storia? Possibile, ma negli ultimi tempi (e non solo se scaviamo bene tra gli scaffali impolverati dei negozi di dischi) queste note di libertà sembrano essere tornate in voga, con quella naturalezza che molto spesso completa la scaltrezza del Pop. Ed ecco a voi la magia del Folk: una chitarra e tante differenze tra est e ovest, tra nord e sud, ma un popolo che si riconosce sempre nelle sue radici, che siano tarantella o canti celtici.

Il caso di Viva Lion! non è forse sulla carta il più azzeccato per elogiare le virtù di una musica così ancorata alla propria terra. Daniele Cardinale arriva infatti da Roma e, senza tanti mezzi termini, il suo suono ha il sapore di praterie e deserti americani. La meraviglia sta però nella spontaneità. La sensazione di farci sentire a casa nonostante l’internazionalità del progetto, che vanta pure numerosi ospiti. Americani come la cantautrice Megan Pfefferkorn, che brilla di luce propria nella chiara ballata rupestre “Goodmorning/Goodnight”, ma pure italianissimi (anche se come Daniele propensi all’espatrio) come Gypsy Rufina e Roads Collide. Nonostante le miriadi di contaminazioni e sebbene i confini geografici siano letteralmente annientati direi proprio che questo è Folk purissimo.

“The Green Dot EP” è poi un prodotto Cosecomuni e lo zampino dei Velvet si sente e non solo a causa della collaborazione nella spensierata cover di “Footloose”. La limpidità del pop senza pretese è sicuramente caratteristica della band romana e si riflette anche in questo prodotto della loro etichetta. Le canzoni così svecchiano e passano dallo starti vicino a prenderti addirittura per mano. Nonostante l’impostazione chitarra e voce gli arrangiamenti non scadono mai nel confezionato e preservano la freschezza dell’aria pulita e incontaminata, anche in un brano più intimo e articolato come “The Thrill”. Si attaccano la spina e addirittura il distorsore ma la sensazione è solo di vento e nubi, lo smog è tenuto alla larga. Questo brano arricchisce ancora di più di sfumature un progetto dai lunghi orizzonti, che vive in mezzo alla natura più cruda. Si ancora saldo alle radici di ogni pianta e succhia tutto il nutrimento dalla fonte.

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