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Ministri: nuovo album e tour

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Dopo un’attesa lunga due anni tornano a farsi sentire i Ministri, uno dei gruppi rock più importanti della scena italiana. Il trio milanese è tornato da poco da Berlino dove ha registrato negli studi della Funkhaus il nuovo album, che uscirà a settembre per Godzillamarket/Warner. Il disco è stato prodotto da Gordon Raphael, produttore dei primi due album degli Strokes, Regina Spektor e molti altri. La band ha pubblicato oggi il primo brano estratto, Balla quello che c’è: “E’ un inno alla gioia convalescente, è una canzone sulla luce – su quando salta e su quando ritorna.” racconta la band “Ma è anche un momento, un attimo, è la registrazione in presa diretta di qualcosa che è successo per quattro minuti tra noi tre – in una stanza dell’ex-sede della Radio della DDR a Berlino est. La nostra voce, così com’è.”

Mercoledì 21 ottobre @ STUDIO FOCE – LUGANO
Biglietti: 20 euro + d.p.
Venerdì 23 ottobre @ ATLANTICO – ROMA
Biglietti: 13 euro + d.p. – 15 in cassa
Sabato 24 ottobre @ ESTRAGON – BOLOGNA
Biglietti: 13 euro + d.p. – 15 in cassa
Mercoledì 4 novembre @ ALCATRAZ – MILANO
Biglietti: 13 euro + d.p. – 15 in cassa
Venerdì 6 novembre @ NEW AGE – TREVISO
Biglietti: 13+ d.p. – 15 in cassa
Giovedì 12 novembre @ SMAV – CASERTA
Biglietti: 13 + d.p. – 15 in cassa
Sabato 14 novembre @ BARBARA DISCO LAB – CATANIA
Biglietti: 13 + d.p. – 15 in cassa
Venerdì 20 novembre @ HIROSHIMA – TORINO
Biglietti: 13+ d.p. – 15 in cassa
Venerdì 27 novembre @ OBIHALL – FIRENZE
Biglietti: 13 euro + d.p. – 15 in cassa
Venerdì 11 dicembre @ TEATRO KISMET – BARI
Biglietti: 13 + d.p. – 15 in cassa
Sabato 12 dicembre @ URBAN – PERUGIA
Biglietti: 13 + d.p. – 15 in cassa

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Gadjos

Written by Interviste

Incontriamo i Gadjos, sappiamo già di avere poco tempo perché i ragazzi sono alle prese con un nuovo album (Bordellandia) e con il lancio del primo singolo estratto dall’album (“Iride”). Più che di un nuovo album si tratta di un progetto molto grosso, complesso e particolare, parliamone direttamente con loro.

Ciao ragazzi, grazie per averci dedicato questo tempo, sappiamo che siete alle prese con qualcosa di molto importante, ma partiamo dall’inizio: chi sono i Gadjos?
I Gadjos sono 5 ragazzi normalissimi che si sono uniti con l’obiettivo di amare il più possibile la loro musica, di farla apprezzare alla gente e di far capire cosa sia il ROCK…nel senso sporco del termine…non usiamo questa parola per far moda…e di gruppi così ce ne sono troppi!

Non siete novellini del settore Rock, da dove siete partiti? Dove volete arrivare?
Siamo partiti un po’ come tutti…dalle sala-prove in polvere e in lamiera…con tanta energia positiva e voglia di mettere subito in chiaro le cose…che la musica inedita emergente debba ribaltare questa politica discografica, che rispecchia fedelmente quello che oggi è il nostro paese…è da folli pensare di poterci riuscire…ma ci eccita provarci!!!

Sappiamo che state lavorando sul vostro nuovo album, Bordellandia, ma sappiamo anche che non si tratta di un album classico, ci potete dare qualche informazione in più?
Si tratta di un lavoro complesso…un lavoro in atti, come in teatro: 4 album, 4 canzoni per disco, un totale di 16 inediti! Ora stiamo registrando “BORDELLANDIA ATTO I: IL PESO DELL’INCOSCIENZA”, sono 4 canzoni davvero cazzute e mature…figli di diversi stili musicali.

L’album verrà lanciato con un singolo, “Iride”, in questi giorni abbiamo visto un piccolo trailer del video, quali sono le date che dobbiamo tenere d’occhio per non perderci nessuna novità che riguardi i Gadjos?
Abbiamo qualche data in Puglia, però stiamo lavorando ad un evento live, e per scaramanzia non diciamo!!! Se andrà in porto saremo ben orgogliosi di comunicarvi tutto!!! E sarebbe una bellissima soddisfazione per una band emergente! Seguiteci sulla nostra pagina Facebook per tutte le novità! https://www.facebook.com/pages/GADJOS/105869616118973?fref=ts

Per i musicisti è molto importanti essere al centro della scena musicale, per quanto riguarda l’Italia tutto sembra che parta da Milano, una delle scene più attive per quanto riguarda i live e gli eventi. Voi venite dalla Puglia, è tutto più difficile o è solo diverso? Per voi Milano cosa rappresenta?
Da noi si fa una fatica assurda, forse oseremmo dire imbarazzante. Il boom delle tribute band sta lacerando ogni comunicazione tra gli emergenti e i locali che fanno musica, nel nostro piccolo si suona anche tanto ed è bello che la gente ti faccia complimenti suoi tuoi lavori…per fortuna siamo ottimisti per natura e si va avanti con determinazione, per il semplice motivo che ci divertiamo quello che suoniamo, vorremmo portare questa energia positiva anche a Milano, non ci siamo mai stati, ma non vogliamo essere nebbia di Piazza Duomo, ma un raggio solare che incuriosisca e faccia scatenare un po’ di rock’n’roll!!

Quali sono le difficoltà che una band incontra per arrivare ad avere un po’ di spazio e farsi conoscere? Servono di più i live o i social?
Oggi il miglior manager che possa darti un minimo di visibilità sei tu stesso, non siamo ossessivi dei social, i locali sono quelli che sono, un business ignorante, ma crediamo ciecamente nella potenza dei live, sui dischi siamo tutti bravi oggi, la differenza la fanno i palchi, noi veniamo dal sudore e dell’energia del rock, non ci piace suonare dal vivo con sequenze e aiutini, la trinità del “basso-batteria-chitarra” è vangelo per la nostra musica.

Cosa serve ai Gadjos per avere più possibilità di farsi apprezzare dal pubblico? Un’etichetta può essere la soluzione o è solo uno dei tanti step che servono ai musicisti?
Servono produttori esecutivi che debbano avere il coraggio di investire nuovamente tra gli emergenti, è una pura utopia, ma abbiamo il sentore che la debacle musicale italiana sia talmente devastante oggi, a tal punto da rivalutare la situazione, di sbirciare nei sotterranei e li ci siamo anche noi.

Gadjos e interviste: tanti gruppi che ho intervistato sono a disagio con un microfono sotto il naso o una telecamera puntata in faccia, voi come vivete questa situazione? Tortura necessaria o opportunità? O entrambe?
Ad oggi è sempre un piacere raccontarci, dovesse diventare una fortunata routine … non siamo dei santi, ci potrebbe risultare una gran rottura di scatole, ma ingoieremmo questo amaro calice volentieri!!!

Quando potremo finalmente vedervi dal vivo a Milano?
Speriamo presto!!! Anche a minuti!!!

Grazie mille per il tempo che vi abbiamo rubato, possiamo tornare presto a fare due chiacchiere con voi per sapere come procedono i lavori?
Molto volentieri!!!! un saluto a tutti e sempre sintonizzati nel nostro recinto, Iene!!!!Rock’n’Roll!!!!

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Il Video della Settimana: L’Orso – “Giorni Migliori”

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Il nuovo video di “Giorni Migliori” della band L’Orso, primo estratto dal nuovo disco Ho Messo la Sveglia per la Rivoluzione in uscita il 3 febbraio per Garrincha Dischi (già etichetta de Lo Stato Sociale). Ecco come il gruppo descrive il clip: Il video di ‘Giorni migliori’ è un’invocazione all’agire. All’alzarsi del divano e abbracciare le situazioni del mondo. E’ un’esortazione all’azione, a fare qualcosa di positivo, di buono. ‘E se per rivoluzionare la tua giornata bastasse un abbraccio?’. Reagire ad un invito, diventare protagonisti delle proprie azioni, fidarsi. Il coraggio di fare qualcosa di buono in questo momento storico, avere fiducia cieca verso il prossimo, chiunque esso sia; senza discriminazioni. Il messaggio era molto semplice: per fare una buona azione e stare bene, basta poco, pochissimo. Noi de L’orso volevamo cercare una reazione da parte dei passanti; dare un’importanza sentimentale al tempo, uscendo dalla sua logica prettamente utilitaristica. Per questo siamo scesi in piazza, simbolicamente, per la nostra piccola rivoluzione dei buoni sentimenti. Milano, Bologna, Firenze, Padova, Venezia. Noi cercavamo emozioni, sensazioni, pensieri. E abbiamo trovato emozioni, sensazioni, pensieri”.

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“Malinconia” è il nuovo video degli UMMO

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Si intitola “Malinconia” ed è il nuovo singolo degli UMMO da oggi in rete pronto a lanciare lo sbarco del tanto atteso disco omonimo della band Abruzzese programmato per il giorno di Natale. Erotica provocazione e trasgressiva energia tra le righe di un Heavy-Pop dalle forti tinteggiature elettroniche e visionarie. Una produzione accattivante firmata Protosound Records, caratterizzata da coralità melodiche che devono assolutamente stamparsi alla memoria e restarci a lungo. Un progetto che è già tour a toccare alcune delle città italiane come Roma, Milano, Pesaro, Pescara, Chieti, Frosinone e Bergamo. Ma UMMO è anche colore, è anche immagini e gioco di luci, Flashmob, incursioni non troppo permesse così come tante altre piccole e ambiziose alternative al tradizionale iter discografico e promozionale che non vede più soltanto un disco ma l’immagine ed il suono al centro di tutta la scena. UMMO: onirico, antropologico, seducente e assolutamente definitivo il fascino della loro musica, delle melodie incise a voce, delle sonorità che non hanno l’ambizione di inventare ma piuttosto quella di condizionare e di determinare. Da oggi in rete, e ancora disponibile prima della censura, il video ufficiale di “Malinconia” prodotto da UMMO e firmato dalla regia di Giovanni Bufalini e dal montaggio di Giulio Tiberti.

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The Traveller a Milano

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Il 15 novembre The Traveller, ovvero Massimiliano Forleo, cantautore italiano, sarà in concerto all’OHIBÒ di Milano dove presenterà in anteprima assoluta The Marriage, suo nuovo lavoro discografico in uscita lo stesso giorno. Il disco è la seconda parte della trilogia musicale Uncensored Kingdom, opera ambiziosa tratta dalla tetralogia minore di Shakespeare, dove ultima delle quattro opere teatrali è il Riccardo III, sviluppata in tre EP da cinque brani ciascuno per essere poi nella sua completezza un musical di quindici brani. Questo secondo EP narra la storia di Enrico VI dall’inizio del secondo atto in poi. Il disco sarà presentato in occasione della prima data del nuovo Tour 2014 a Milano il 15 novembre OHIBO’.

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Flying Lotus a Milano

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12 aprile 2015 – Fabrique – “#C2C15 MILANO

L’artista amato da Radiohead e Erykah Badu divenuto ormai una figura di culto assoluto per aver esteso i confini dell’Hip Hop fino a derive cosmiche e psichedeliche ma al tempo stesso profondamente permeate di Funk “fisico” ed avvolgente, torna in Italia per una data ad aprile a #C2C15

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“Stubborn” è il nuovo singolo dei Six Days of May.

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Esce “Stubborn”, il nuovo singolo dei Six Days Of May tratto dal disco Lymph. Pubblicato per Wormholedeath, Lymph è il primo album della band Modern Metal milanese che sta continuando a macinare traguardi in rapida successione. Buona Visione!

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Hai Paura del Buio?: il cast completo dell’unica data a L’Aquila.

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Torna il festival Hai Paura del Buio?, che l’anno scorso ha registrato il sold out nelle tre date di Torino, Roma e Milano: un evento capace di intrecciare l’estetica di una rassegna alla collaborazione e allo scambio di esperienze tra gli artisti coinvolti. Un festival all’interno del quale il pubblico assiste a performance uniche, muovendosi tra spazi, arti e registri diversi, facendosi “contaminare” dalla cultura. Il festival, ideato da Manuel Agnelli, quest’anno farà tappa il 4 ottobre a L’Aquila, in data unica, grazie all’impegno dell’associazione culturale Keep On. La scelta della città abruzzese non è casuale. Dopo la ferita del terremoto del 2009, L’Aquila è oggi il simbolo di quel “buio” che si può e si deve superare anche attraverso la cultura. Già nel maggio 2012 gli Afterhours, insieme a Il Teatro degli Orrori, diedero vita al primo grande appuntamento musicale dopo il terremoto. In quella circostanza venne chiesto a gran voce dalla cittadinanza e dalle istituzioni di non lasciare quell’episodio isolato ma di dargli seguito e contribuire così alla rinascita del tessuto sociale, in particolar modo quello giovanile, del capoluogo abruzzese. Anche per questa ragione si è lavorato a lungo con il sindaco e le istituzioni locali intorno all’ipotesi di far svolgere il festival nell’area del Set Action & Stage, giovane e coraggiosa realtà locale affiliata al circuito nazionale dei club riferito a Keep On. La sostenibilità di un festival gratuito come Hai Paura del Buio? è affidata in parte al Comune, che ha messo a disposizione le infrastrutture, in parte a una rete di sponsor privati e di giovani imprenditori locali che ha consentito di sostenere gli impegni economici, e per finire è resa possibile dalla disponibilità di tutti gli artisti coinvolti, che andranno in scena in cambio di un minimo rimborso.

Oltre alla partecipazione di Manuel Agnelli con i suoi Afterhours, l’edizione 2014 vedrà alternarsi sul palco:
Antonio Rezza e Flavia Mastrella (performance teatrale)
Piero Pelù (concerto)
Paolo Giordano con Plus (Minus&Plus) (reading)
Bachi da Pietra (concerto)
Versus – Cristiano Carotti VS Desiderio (performance dj e vj set)
Valentina Chiappini (performance)
Diodato (concerto)
Enrico “Der Maurer” Gabrielli + Sebastiano De Gennaro (musica contemporanea e attitudine punk)
Ghemon (hip hop)
Le Indiesponenti (dj set)
Graziano Staino (video-arte)
Isabella Staino (installazione pittorica)
Luminal (concerto)
Nebulae (danza)
Ura (concerto)

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Blondie per la prima volta dal vivo in Italia

Written by Senza categoria

Mercoledì 3 settembre – Circolo Magnolia, Segrate (MI)

Una delle band più pionieristiche e influenti dei nostri tempi, i BLONDIE – l’avanguardista Debbie Harry, frontwoman e cantante, il chitarrista/mastermind concettuale Chris Stein e l’energico batterista Clem Burke, insieme ai nuovi compagni di avventura Leigh Foxx (bassista della band dal 1997), Tommy Kessler (chitarrista) e Matt Katz-Bohen (tastierista) – danno il via nel 2014 al 40° anniversario della propria carriera.

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Death SS

Written by Interviste

E’ un grande piacere intervistare Freddy Delirio, noto ed esperto tastierista dei Death SS e cantante degli H.A.R.E.M.. Tra una curiosità e l’ altra siamo riusciti a parlare del loro nuovo disco e a sottrarre qualche piacevole retroscena accaduto ultimamente ai ragazzi oltre che parlare un po’ di Freddy e del suo percorso artistico. Insomma ne è uscita una stupenda chiacchierata piena di chicche. Non resta che godersela.

Ciao Freddy e benvenuto sulle pagine di Rockambula. Direi di cominciare l’intervista parlando un po’ di te: da quanto tempo sei nei Death SS e come è nata la collaborazione?
Ciao Vincenzo, la prima volta che ho collaborato con i Death SS risale al 1994. Feci un concerto di successo con la mia prima band, i Mania-C, presso il conosciuto locale Rock Planet di Milano, che in quegli anni era un importante punto di riferimento. Fui notato dal mitico Andy Barrington che mi chiamò subito dopo lo show proponendomi un provino con i Death SS. Ero un grandissimo fan del gruppo quindi la cosa mi lusingò non poco. Alla prima prova, mi trovai subito bene con la formazione e il sound della band e Steve, che aveva già letto proprio in quel periodo positive recensioni sull’uscita del mio lavoro solista Journey, ufficializzò il mio ingresso in formazione. Da quel momento nacque così all’interno della storica band, la figura del fantasma dell’opera accanto alle preesistenti vampiro, mummia, uomo lupo, zombie e morte. Ho fatto diversi concerti e registrato alcuni dischi a Pesaro dal grande Chain. Successivamente mi allontanai dalla band a causa di impegni personali che riguardavano lo studio universitario e altri progetti musicali. Ero ancora molto giovane e volevo formarmi individualmente come persona quindi dovetti fare delle scelte in virtù del tempo a disposizione ma proprio in seguito il destino volle che Steve, qualche anno dopo, mi richiamasse per una nuova e fruttuosa collaborazione che va avanti dal 2005 ad oggi e che non ha riguardato solo la fortunata serie di dischi e singoli nuovi dei Death SS ma anche collaborazioni per il cinema, colonne sonore horror (per Manetti Bros, Extreme Video, SNCI produzioni) e altri progetti musicali come il caso dei W.O.G.U.E.!

So che da ragazzino eri influenzato da Giuseppe Verdi, se non sbaglio è stata la tua prima fiamma, lo consideravi un po’ un Rocker del suo tempo. Dopo lui hai avuto altre aspirazioni?
Verissimo, ti ringrazio per questa domanda così dettagliata e attenta! Verdi mi aprì la mente musicale, è stato il mio “maieuta” virtuale. E’ incredibile come la sua musica, pur interpretata a distanza di tempo da orchestre e altri musicisti e anche grazie ai documenti e alle testimonianze che hanno parlato di questo grande personaggio e compositore, siano arrivati freschi e diretti alla mia mente, spronandomi e facendomi capire che avevo una vena musicale dentro di me. Lui fu un tipo contro corrente come lo fu Mozart e per questo mi sono permesso di definirli geni assoluti e metaforicamente dei “rocker” fuori dagli schemi ma assolutamente autentici e assoluti. Dopo aver scoperto e suonato la classica attraverso lo studio del pianoforte, in seguito mi sono dedicato al rock. Ho scoperto un mondo estremamente ricco e composto anche in questo caso da geni, istrioni, personaggi che sono stati capaci di cambiare in modo positivo lo stile di vita di molte persone. Pensa a quale potere può avere una canzone mentre stai vivendo. Può essere la colonna sonora di certe sensazioni ma può essere capace di crearne di nuove direttamente essa stessa. Rick Wakeman e Jean Michel Jarre sono i tastieristi che mi hanno fatto “volare” facendomi scoprire la musica sperimentale, cosmica e progressiva. I Pink Floyd, dei indiscussi della musica a 360 gradi. Nel Rock i miei grandi idoli Blackie Lawless, Davide Coverdale, Alice Cooper e molti altri, che con i loro dischi, mi hanno letteralmente fatto vibrare mostrandomi sonorità e dimensioni musicali nuove. Sono molte le band e gli artisti che mi hanno ispirato e non finirò mai di stupirmi ogni volta che sento un sound innovativo puro e senza compromessi.

Come ti sei avvicinato all’Hard Rock e l’Heavy Metal?
Per puro caso, o forse non lo era. Un mio amico mi lasciò una cassetta per sbaglio nel mio walkman, erano gli anni 80, e fui rapito, dopo alcuni ascolti, da questo mondo assolutamente ricco di melodia, potenza, energia, virtuosismi e atmosfere sospese. Nel giro di pochi giorni ho subìto un cambiamento interiore entrando in una dimensione nuova, che non ha mai smesso di rinnovarsi, a sua volta, nel tempo. Potere del Rock! Da lì ho dato il via a molti miei progetti. Cinque anni con i Mania-C, quasi dodici con i Death SS, venti con gli H.A.R.E.M. più altri progetti/studio che si sono alternati in questi venticinque anni di attività. Quest’anno festeggio un quarto di secolo dalla mia prima esibizione Rock!

Venendo a Resurrection, un disco maturo e variegato: che tipo di lavoro hai svolto con le tastiere?
Mi sono occupato personalmente della la fase di produzione artistica insieme a Steve presso il mio studio (FP Recording Studio) e poi ho curato tutta la fase di registrazione e mixaggio. E’ un disco che ho vissuto e sentito davvero. Con le tastiere ho lavorato in modo tradizionale per certi versi ma anche stringendo l’occhio alla modernità, un disco deve sempre essere innovativo e mai ripetere il precedente. Sono presenti suoni classici miscelati ad altri di synth più futuristici cercando al massimo si ottenere atmosfere tenebrose ed incisive. I brani sono pieni di sospensioni ed evoluzioni e devo dire di essermi davvero sbizzarrito in qualità di musicista.

Per quanto riguarda i riscontri, Resurrection ha incassato di più in Italia o all’ Estero? E secondo te perchè?
Da quel che mi risulta, il disco sta funzionando bene sia in Italia che all’estero. I vari singoli usciti a supporto, raggiungendo in Italia due volte il primo posto in classifica ne hanno dimostrato il buon esito nel nostro paese. L’altro riscontro concreto viene dal recente festival in cui abbiamo suonato. Allo Sweden Rock Festival, i fans avevano il nuovo disco e hanno cantato tutti i brani nuovi e vecchi. Si resta piacevolmente stupiti quando, all’inizio di un brano di quelli nuovi ad esempio, senti il boato del pubblico che aspettava proprio quella canzone. Questo ripaga del lunghissimo lavoro svolto in studio negli anni a curare i minimi dettagli in fase compositiva e di produzione.

In quali altri progetti sei impegnato oltre ai Death SS?
In questi ultimi anni è uscito il mio disco solista tutto strumentale Journey (Black Widow Records-Masterpiece Distribution) edizione remasterizzata dell’originale dei primi anni novanta in occasione del ventennale e arricchito con l’aggiunta di altri brani. Per quanto riguarda gli H.A.R.E.M., in questo caso in ruolo di cantante, sono giunto ai venti anni di attività e sto lavorando duramente al mix finale del nuovo disco di cui siamo assolutamente entusiasti! Sarà un album pieno di grandi novità e ricchissimo di contenuti. Tra gli ospiti cito il grandissimo Reb Beach (Whitesnake, Alice Cooper, Winger, Bob Dylan), che è venuto presso il mio studio a registrare “Angel”, brano che ho dedicato a mio figlio Christian, presente all’interno del nuovo disco. Anche Steve Sylvester è presente in veste di ospite dove duettiamo un classico del rock in una veste tutta moderna. Ma non voglio anticipare troppo. Sono i venti anni e ci saranno varie chicche.

In questi giorni su Facebook ho visto un tuo post riguardo una questione sulla censura di alcune foto di Steve Sylvester. Vuoi dirci cosa è successo? Ed è un problema che avete risolto?
Siamo alle solite. Ormai un classico che ha accompagnato negli anni la storia di questa band. Spesso gruppi di fanatismo pseudoreligioso ci hanno accusato di cose non vere. Siamo stati vittime di cose incredibili. Alcuni sostenitori di una setta pseudoreligiosa su internet hanno inneggiato persino al consumo della bistecca accusando coloro che non mangiano carne (alcuni di noi sono per scelta personale e etica vegani, come nel mio caso, o vegetariani), di essere satanisti perché curiamo il culto della persona rifiutando di uccidere gli animali per nutrirci, come invece secondo loro, dovrebbe essere in maniera assoluta. Dopo essermi laureato in filosofia per cercare di scoprire e di capire molti “perché” delle cose e degli individui, e dopo essermi sempre posto verso la razza animale (quindi anche umana) in modo positivo, rispettoso e disponibile a qualsiasi forma di comunicazione, sentir parlare certi zoticoni dietro alla tastiera di un computer tramite pagine fittizie fanatiche dedicate alla diffamazione dove di sano cristianesimo delle origini non c’è rimasto purtroppo niente, a discapito di un cattolicesimo distorto e strumentalizzato costituito da bigotti che conosco solo odio e frustrazione, nel 2014, mi fa piuttosto tristezza. A Steve sono state censurate di recente alcune foto che non ritraevano nudo o volgarità e che quindi non erano, in alcun modo, offensive. Ma si sa, è più facile dar voce ai diffamatori mantenendone la privacy anziché fare gli interessi di chi è nel giusto. Oggi molti valori sono distorti e sovente su “pseudoenciclopedie” presenti in rete gestite da nerd dallo pseudonimo spesso ridicolo (e che nasconde la reale identità) o gruppi di sfigati che si identificano dietro al branco di qualche paginetta messa su tanto per non aver nulla da fare nella vita, si nasconde l’origine del vero male che si tramuta in: falsa testimonianza, invidia, pochezza dell’essere, passo verso l’involuzione. Siamo finiti per fortuna anche in un giornale di gossip dove Steve, qualche mese fa, ha fatto luce su quanto la nostra musica non sia legata al culto del male ma che anzi l’horror, l’ironia, la passione per ciò che è invisibile a molti sia motivo di arricchimento culturale in totale rispetto della Natura che ci circonda.

A parer tuo c’è un disco (di un gruppo italiano o internazionale che sia) uscito in questi ultimi anni che ha un particolare sound dovuto alle tastiere? Mi spiego meglio: tu da noto ed esperto tastierista sei stato colpito da qualche album che comprende un particolare suono o lavoro delle tastiere?
Dopo aver parlato dei miei miti del passato ti dico che in questi anni ho visto, in alcuni casi, il fiorire di nuove sonorità. E qui non sto a soffermarmi su gruppi che hanno ottimi tastieristi supersonici ma su quelli realmente innovativi e capaci di suscitare emozioni vere in base alla propria personalità. Andando dai grandiosi Dream Theater nelle loro varie formazioni e opere, mi piacciono i sound di alcune band europee come il caso dei Nightwish sino ad arrivare ad un uso più diretto e senza troppi fronzoli, libero da virtuosismi ma proprio per questo originalissimo e incisivo da top classifica, di band come i Rammstein. Ormai di musica se ne è scritta tanta, è difficile sentire gruppi che con molte o poche note ma suonando solo quelle giuste, siano capaci di entrarti dentro creando atmosfere assolute e portandoti nel loro mondo. Quando sento che questo accade, allora si sviluppa quella magia capace di rendere una canzone e il sound di una band, assoluti.

Per quanto riguarda il tour cosa ci dici, dove suoneranno i Death SS nei prossimi giorni e la meta Napoli è prevista?
Riguardo ai prossimi show abbiamo due date in Germania a Luglio Hell’s Pleasure Fest e Headbanger Oper Air. Per i prossimi aggiornamenti vi invito sempre a visitare il nostro sito ufficiale. Speriamo che ci sia occasione di suonare nuovamente anche nella vostra zona, ho un ottimo ricordo di un concerto che facemmo nel 2007!

Bene Freddy, l’ intervista si chiude qui, concludi come meglio ti pare…
Che dire Vincenzo, intanto ti ringrazio di cuore per il tipo di domande che ho molto apprezzato e per la tua disponibilità. Auguro buon Rock e buona vita a chi crede nelle proprie capacità affinché si possano realizzare i veri sogni per un mondo più positivo ed evoluto. Quest’anno festeggio l’importante traguardo dei 25 anni di attività con le band ma ho sempre il solito desiderio di quando da “ragazzino” ho vestito per la prima volta i panni di rocker su un palco! Sono pronto a fare altrettanti anni di concerti e dischi!
Un caro saluto alla redazione di Rockambula!

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March Division – Metropolitan Fragments

Written by Recensioni

Tempi moderni. Suoni giusti al posto giusto, e soprattutto al momento giusto. Frenesia, elettronica soffusa tra chitarre ben pesate e liriche molto ritmate, ad intonare un ballo costante e ben scandito da secchi bpm.  I March Division vengono da Milano e pare nascano più come band di produttori che di musicisti live. Metropolitan Fragments è il loro nuovissimo lavoro dove i ragazzi non hanno di certo mezze misure. Il loro approccio è nettamente schierato e si sente: arrangiamenti magistrali, sound british che prende traccia dalle ultime orme sbiadite di Blur e Oasis per arrivare allo splendore odierno dei viaggi danzerecci dei Kasabian. La opener “Friday Will Come” non lascia molto spazio all’immaginazione e non dista molto dalle sonortità tanto amate da Pizzorno e Meighan. L’intermezzo di chitarra acustica e beat scarno colora un pezzo che già al primo ascolto ha il sapore del singolone. Per fortuna, nonostante la maniacale attenzione alla produzione non si perde il morso Rock’n’Roll. La dimostrazione ce l’abbiamo già con “Lonesome Prisoner” e “Black Noon”, così terribilmente graffianti e vicine alle composizioni dei fratelli Gallagher. Tutto è dosato in modo perfetto, tutto si mischia con matematica creatività. Le distanze sia allungano e si accorciano in continuazione nei sette brani. La danza etilica segue senza fiatare i colpi di rullante della lenta e cadenzata “Hangover Morning”.

La sensazione di ubriachezza e il presunto mal di testa passano piano piano con la spensierata “Out of Sight”, un toccasana, un’Aspirina frizzante bevuta di un sorso, un gioiello Brit Pop d’altri tempi. I suoni spaziano e ogni pezzo ha il suo sporco perchè, ogni brano potrebbe finire su qualsiasi radio mainstream, in ogni frammento si trovano tensioni e melodie. E nonostante i forti accenni e influenze, mai viene a perdersi la freschezza e il gusto di novità. Persino gli accenni Hard Rock di “Star Guitar” mandano su un altro pianeta, con un siluro sparato a velocità supersonica verso le stelle, dove troviamo un Dio che è più metropolitano che mai. “Urban God” è elettronica calda, che brucia le vene, si muove sinuosa tra le macerie e ci soffia in faccia il suo vento artificiale. Vento che per quanto possa sembrare fasullo, riesce benissimo a prenderci a schiaffi.

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Television

Written by Live Report

Anno 1977: Club Cbgb’s, New York dove sono cresciuti artisti quali Ramones, Patti Smith e Talking Heads.

Anno 2014: Alcatraz, Milano dove si esibiscono tutti i più grandi nomi del Rock nazionale ed internazionale.

Cosa c’è in comune vi chiederete voi ora? Ovviamente i Television, band attualmente composta da Tom Verlaine (chitarra e voce), Fred Smith (basso e voce), Billy Ficca (batteria) e Jimmy Rip (chitarra e voce), che hanno scelto quest’ultima location per tornare in Italia dopo ben quattordici anni, come ha anche ribadito il loro leader durante il concerto di martedì 3 giugno. Tra il pubblico gente di tutte le età e, si vocifera, persino Federico Fiumani dei Diaframma. Ad aprire la serata è stata Sarah Stride, meravigliosa cantautrice Rock milanese, che ha eseguito alcuni brani tratti dai suoi dischi insieme al fido Alberto Turra durante un set durato circa trenta minuti. Lei si presenta deliziosamente vestita in bianco e nero, lui alla sua destra invece con una semplice t-shirt. Il pubblico li osserva, scrutandoli ed ascoltandoli attentamente, apprezzando alla fine anche la scelta del cantato multilingue.

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L’attesa però per i Television non manca di farsi sentire, e quando mi giro a guardare indietro noto che le persone presenti non sono più appena un centinaio, ma che s’è addirittura riempito il locale (in capienza ridotta però!) e mi sento orgoglioso di esser uno dei tanti fortunati che avrebbe da lì a poco visto delle vere e proprie leggende del Rock mondiale. Nonostante il nome sia abbastanza noto anche fra gli addetti del settore, sul palco rimarranno solo qualche amplificatore, la batteria di Billy Ficca e tre microfoni per i rimanenti membri del gruppo. Scelta voluta? In fondo il Rock ‘N Roll non è esibirsi con tanto di ballerini e di scenografia esagerata alle spalle di chi suona, ma quanto appena da me scritto.

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Alle 21:10 circa dopo aver accordato gli strumenti inizia il concerto che tutti attendevano con “See no Evil” e “Prove it”. Tom Verlaine sta ancora scaldando la voce, ma nel complesso rimane ancora il maestro assoluto degli assoli di chitarra. Suo partner in questo ruolo però non è più Richard Lloyd come accadde anche quattordici anni fa ad Alberobello, ma uno scatenato Jimmy Rip, che in tutta la serata non si risparmia mai nell’esibirsi in affascinanti virtuosismi che ben si legano a quelli del suo collega Tom Verlaine. Alla fine della serata, tirando le somme, i Television proporranno solo undici canzoni, di cui ben otto estrapolate dal loro capolavoro assoluto Marquee Moon (del resto lo stesso biglietto dello spettacolo annunciava “performing Marquee Moon). C’è spazio anche per il loro primo singolo in assoluto, “Little Johnny Jewel”, per una lunghissima suite sonora inedita, ribattezzata “Persia” e per “1880 or so” estrapolata per l’omonimo album del gruppo del 1992 (primo tentativo di rimettere su la band). Rimane però anche un po’ di amaro in quanto l’album “Adventure”” del 1978 è stato totalmente omesso dalla scaletta lasciando tutti un po’ interdetti. A proposito. Ma perché al posto di concludere con “Marquee Moon” come tutti ci aspettavamo hanno scelto di fare il bis proponendo “1880 or so”? A volte la volontà degli artisti è ineccepibile, ma di certo tale preferenza ha lasciato tutti con un po’ di amaro in bocca. A fine concerto un discreto gruppo di persone (me compreso) aspetterà i quattro paladini che firmeranno autografi e faranno foto con tutti, nonostante l’ora tarda. Rimango conscio che questo è stata sicuramente una delle serate più belle della mia vita e la concretizzazione di un sogno per cui ho dovuto aspettare quasi venticinque anni (ma, credetemi, ne è valsa la pena!). Lunga vita al Rock ‘n Roll!

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