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I TARM festeggiano vent’anni di attività con “Per Principianti tour!”

Written by Senza categoria

Si intitola “Per Principianti”, il titolo del tour estivo 2014 dei Tre Allegri Ragazzi Morti, che celebrano i loro vent’anni di attività. Prima data il 6 giugno 2014 a Milano. “Per principianti”, ricorda i famosi volumi giallo fluorescente “For Dummies” che affollano le nostre librerie dopo averci insegnato qualsiasi cosa: usare un iPod, parlare cinese, riconoscere le razze dei gatti e tutto il resto dello scibile umano… L’idea è quella di proporre dal vivo a chi si avvicina solo ora al trio mascherato di Pordenone una panoramica antologica completa, simile ad un greatest hits, per insegnare a tutti come si fa ad essere un allegro ragazzo morto!

Ecco le prime date del tour:

06 giugno Segrate (MI) – Miami Festival
14 giugno Trieste – Etnoblog Estivo
19 giugno Ancona – Gulliverock
20 giugno Porto Sant’Elpidio (FM) – Aspettando Bandiera Blu
23 giugno Sansepolcro (AR) – School Night
27 giugno Saronno (VA) – Bandzilla Festival
28 giugno Foresto Sparso (BG) – Forest Summer Fest
01 luglio Bologna – Bolognetti Rocks
16 luglio Parabiago (MI) – Rugby Sound Festival
19 luglio Azzano X (PN) – Fiera della Musica
23 luglio Torino – TBA
24 luglio Chiuppano (VI) – Isolon Festival
26 luglio Soliera (MO) – La Tempesta, l’Emilia, la Luna
31 luglio Montecosaro (MC) – Mind Festival
01 agosto Giulianova (TE) – Piazza
03 agosto Pulsano (TA) – Villanova
08 agosto Cagliari – Teatro Civico

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Il Nome di Lei – “Ancora Non Ti Arrendi” [VIDEOCLIP]

Written by Anteprime

 È prevista per il 10 giugno l’uscita dell’EP d’esordio Il Nome di Lei dell’omonimo trio Il Nome di Lei , composto da Marco Sambinello, Alex Favaro e Samuele Botter. L’EP è anticipato dal video, il primo ufficiale, “Ancora Non ti Arrendi”, girano nel centro di Milano da Niccolò Bucca (Aosta): “Le immancabili delusioni che si abbattono sul nostro percorso spesso ci inducono nella tentazione di accontentarci, di adagiarci comodamente nelle fasi di stallo della nostra vita, che a volte sembrano accarezzarci e lusingarci. È indispensabile ritrovare la passione che ci brucia dentro e che ci dà la spinta per alzarci, ribellarci alla quiete e raggiungere i traguardi per cui lottiamo.”

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 Il Nome di Lei EP, registrato a Milano da Jacopo Pinna e Giacomo Dalla presso l’Effetto Note Studio e mixato da Matteo Cantaluppi presso il Tempel Studio di Berlino, è stato prodotto ed arrangiato da Stefano Clessi. Il Nome di Lei EP è un percorso fluido che intende tratteggiare i contrasti tra consapevolezze e illusioni di chi si affaccia all’età adulta. Le contraddizioni sono messe in evidenza da una scelta musicale che sfrutta le potenzialità del Power Pop elaborando sonorità alle volte cadenzate e talvolta irregolari. In inizio di battuta le tonalità sono spesso lasciate nell’incertezza con accordi aperti ed arpeggiati e con un cantato, a suo modo, dolce. Si acquista maggiore chiarezza solo con l’ingresso della batteria: un groove moderno si fonde con synth anni Novanta a rappresentare quel singhiozzante alternarsi di speranze e disillusione. A sciogliere l’indeterminazione tuttavia è solamente la chiusa, che sorprende: ancora una volta l’espediente musicale si piega a descrivere l’imprevedibilità degli eventi.

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Mac De Marco a Milano

Written by Senza categoria

Mac DeMarco, giovanissimo artista di Montreal, Canada, reduce dal successo del suo primo full lenght, 2, arriva in Italia per una data milanese per presentare il secondo album Salad Days, uscito per Captured Tracks/Goodfellas ad inizio 2014, e conferma definitiva del suo talento.

30 NOVEMBRE 2014 – MILANO – CIRCOLO MAGNOLIA
ingresso: 15 euro + tessera Arci
Inizio concerti: 21,00

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TYING TIFFANY, ecco il video di “A Lone Boy”

Written by Senza categoria

Nuovo video estratto dall’album Drop (Trisol/Audioglobe)  uscito lo scorso Febbraio per Tying Tiffany. Il brano si chiama “A Lone Boy”, inoltre l’artista sarà in concerto il prossimo 23 Maggio al Plastic di Milano. Buona visione.

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“Niente (non Diventeremo)”, il nuovo video de Le Fate Sono Morte

Written by Senza categoria

A soli tre mesi dall’uscita del loro singolo “È’ già Settembre” del 20 gennaio 2014, la band milanese decide di dare consistenza visiva all’ultima traccia del proprio album. Il concept della clip si basa su un’atmosfera buia che inghiotte i visi nascondendone le identità, rendendo dubbiose le relazioni e ostacolando il ritrovamento di sé e dell’altro. I musicisti, dai volti resi irriconoscibili nella penombra, suonano finti tamburi fatti con la plastica dei palloncini e con corde tese da mani sospese nel buio, senza produrre alcun suono tangibile. Le immagini del videoclip ricreano, quindi, l’assenza e la sensazione di vuoto e di annullamento. Un video delicato e suggestivo, significativo, pur nella sua semplicità, cromaticamente ben studiato e coerente nell’accostamento al sound del pezzo.

Qui la recensione Le Fate Sono Morte – La Nostra Piccola Rivoluzione
Qui l’intervista a Le Fate Sono Morte

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Franz Ferdinand

Written by Live Report

Alle volte per me è inevitabile associare certi concerti ad una gravidanza. So che con questa affermazione rischio la morte per decapitazione da parte di tutte le donne che hanno passato ore ed ore in sala travaglio, ma abbiate pietà di me e delle mie libere associazioni, che in questo caso fanno riferimento principalmente al sentimento dell’attesa che governa entrambi gli eventi. Compri un biglietto, aspetti per nove interminabili mesi l’arrivo del concerto, consapevole che in quel lasso di tempo può davvero succedere di tutto. Poi il giorno del concerto quasi per magia arriva, e ti trovi improvvisamente catapultato in un Regionale Veloce con destinazione Milano, dove ti aspettano i tuoi compagni di numerose battaglie; quelli forti, valorosi e temerari, che non si spaventano nemmeno all’idea di dover passare una notte da barboni nella stazione di Milano Centrale per andare direttamente a lavoro l’indomani freschi, riposati e soprattutto profumati, per la gioia dei colleghi. Per fortuna la sorte non ci è stata così avversa: il nostro “sopporter” ufficiale avrà pietà di noi ancora una volta e ci riaccompagnerà a casa. Dopo aver sbagliato treno alla fermata Famagosta (ma secondo voi potevamo farci mancare anche questo tipo di emozioni?), arriviamo finalmente al Forum Assago per essere letteralmente assaliti, sin dalla banchina della metro, da un numero incalcolabile di bagarini che offrono biglietti a prezzi modici e stracciati (a detta loro), tanto che mi chiedo se sono l’unica scema ad averlo comprato. Sono le 21.00, il Forum è pieno, ma dei Franz Ferdinand nemmeno l’ombra. Dal palco, l’occhio stampato sul fronte del cd Right Thoughts Right Words Right Action, riproposto sulla grancassa della batteria, ci osserva: uno sguardo divino sulle nostre esistenze? Un Grande Fratello che ci scruta dall’alto? Non lo sapremo mai. Noi lo interpretiamo come un occhio severo che, pur senza proferire verbo, è capace di farci arrivare un cazziatone interiore che dice più o meno “Che cazzo ci fate ancora senza birra in mano?”. Tranquillo occhio sulla grancassa, provvediamo subito.

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Con una birra in mano le 21.30 arrivano senza problemi, e finalmente si comincia. I Franz Ferdinand si palesano in tutto il loro splendore sul palco. Alex Kapranos guadagna la posizione centrale, ed io lo amo già solo per la sua giacca di pelle, per il suo modo di saltellare sul palco e per come dice “Buonasera Milano”. La scenografia retrostante non è di grandi pretese, ma essenziale: uno schermo centrale e due grandi schermi laterali per proiettare immagini, luci ed effetti. Si comincia con “Bullet”, dall’ultimo album, e si prosegue con pezzi degli album precedenti, per un mix letale tra vecchio e nuovo. Tutto procede a meraviglia, l’energia che si sprigiona è tanta, come da previsioni: dentro, fuori e intorno è tutto un gran saltare. Intuisco l’arrivo di “Do You Want To” e mi preparo ad una carica nelle ginocchia da salto sulla luna, ma stranamente il ritmo rallenta, e così accade anche per “Walk Away”. Mi sa tanto che ci toccherà preservare l’energia potenziale per il seguito. Infatti a partire da “Take me Out”, seguita da “Love Illumination”, sarà uno scatenarsi di emozioni, voci e mani al cielo senza tregua, che solo “Jacqueline” e “Goodbye Lovers and Friend” riusciranno a mettere a freno, lasciandoci intravedere in controluce la fine del concerto. Mentre canto Goodbye lovers and friends, so sad to leave you, when they lie and say this is not the end… la mia voce si unisce a quella di altre “millemila” voci, ma mi ritrovo infine abbracciata a coloro che poco prima in metro mi facevano ridere in una maniera così spensierata, e penso che no, non ci dovrebbe mai essere una fine a tutto questo; non dovrebbe mai avere fine la Bellezza.

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Editors: due date in Italia a luglio!

Written by Senza categoria

Dopo il grande successo della data di Bologna dello scorso febbraio, gli Editors tornano nel nostro paese per due date estive a Milano e Roma per presentare l’ultimo acclamato album The Weight of Your Love uscito in estate su etichetta Play It Again Sam e in programmazione nelle radio di tutto il mondo con il nuovo singolo “Sugar”. La band inglese suonerà il 20 luglio a Milano all’Ippodromo del Galoppo e il 21 luglio a Roma all’Ippodromo delle Capannelle. Prevendite su TicketOne e VivaTicket.

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The Men in Italia

Written by Senza categoria

Reduce dalla pubblicazione lo scorso anno dell’album New Moon e dell’EP Campfire Songs, la band indie di Brooklyn arriva in Italia per un’unica data a Milano per presentare il nuovo lavoro Tomorrow’s Hits, che ha visto la luce il 4 marzo per la Sacred Bones e che la band ha già definito come il suo album migliore. I The Men si esibiranno il 23 marzo al Rocket di Milano: biglietti disponibili su TicketOne.

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Midlake live in Italia

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Arrivano dal Texas sabato 8 marzo i Midlake per presentare il loro sound a cavallo tra Fairport Convention e Rock anni ’70. I cinque musicisti si esibiranno al Tunnel di Milano per presentare i brani del loro nuovo disco Antiphon, uscito lo scorso novembre. Biglietti disponibili su TicketOne a partire da 15€.

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Mariam The Believer in Italia

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La nomade Mariam Karolina Wallentin Riah già nota come metà del duo sperimentale Wildbirds & Peacedrums arriva a Milano per un’unica data italiana per presentare Blood Donation il primo album del suo nuovo progetto, uscito ad ottobre per Moshi Moshi e [PIAS] Cooperative. L’appuntamento è per il 28 febbraio al Biko.

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Reptile Youth in Italia!

Written by Senza categoria

Con l’omonimo disco di debutto, pubblicato dalla hfn Music, label che ha lanciato artisti del calibro di Trentemoller, i Reptile Youth hanno conquistato le indie charts europee grazie ai singoli “Speeddance”, “Fear” e “Shooting Up Sunshine”, suonando nei più importanti festival tra cui Roskilde e Airwaves e conquistando un posto di tutto rispetto nel panorama psycho-dance-punk. Adesso il duo danese arriva in Italia per presentare il nuovo album Rivers that run for a sea that is gone, mixato da Brian Thorn (David Bowie, Arcade Fire) e masterizzato da Joe Lambert (Animal Collective e Tha National) in uscita il 14 marzo. Il concerto è previsto per il 27 marzo al Circolo Magnolia di Milano. Da non perdere!

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G-Fast – Go to M.A.R.S.

Written by Recensioni

Dietro il moniker di G-Fast si nasconde il One Man Band milanese Gianluca Fastini, un amante delle sonorità vintage, di quel maledetto Rock di una volta che puzzava di whiskey e suonava di Blues. Il suo nuovo disco preceduto da svariati live esce per La Fabbrica e si chiama Go to M.A.R.S., niente di elegante, niente di particolarmente eccitante. Perché questo Go to M.A.R.S. vorrebbe suonare esattamente come un disco di una volta, prendiamo tutta l’attuale scena Indie italiana e buttiamola senza timore nel cesso tirando lo sciacquone infinite volte. Tanto non ci sarebbe poi così tanto da salvare secondo alcune arroganti presunzioni. “Go to M.A.R.S.” prima traccia (e pezzo che titola l’album) parte subito massiccia e senza paura, piedone a spingere sulla cassa, chitarre Folk Rock e tanta voglia di arrivare su Marte. Ma questo dal titolo si era capito benissimo, dopo Bowie arriva G-Fast. Tanta spocchiosità nell’animo indipendente di “I Like It”, qualcosa diventa subito muro tra concetto e risonanza. Non arrivo a cogliere il senso e disordinato come un bambino eccitato dai regali di Natale vado avanti nell’aprire canzoni come fossero pacchi.

Nel brano successivo “Mystical Man” G-Fast usa chitarroni pesanti ma quella insistente sensazione di “vecchio polveroso” proprio non vuole lasciarmi stare. Capisco benissimo l’intenzionale ricerca di suoni del passato ma in questo caso il prodotto finale è stancante, è come mettere volontariamente la testa dentro una ghigliottina francese. Tralascio volentieri “On My Own”, non riesco a contemplare certe cose in nessun momento della mia giornata. Tengo a precisare che questo disco sono riuscito a metabolizzarlo (diciamo pure così) almeno dopo dieci ascolti durante i quali mi promettevo di trovare il lato positivo che puntualmente non arrivava mai. E nessuno mai potrebbe capire quanto aspettavo che ciò accadesse. “Morning Star” prosegue senza provocare troppo scompenso, alta orecchiabilità e sound arrugginito come non ci fosse un domani. In questo caso apprezzo molto la tecnica Old School. Andando avanti troviamo “Like an Angel” e “Toy Soldier”ma entrambe vivono di luce riflessa, un qualcosa già speculato negli anni novanta quando tutto era più facile e non ci giravano i coglioni a causa della crisi economica, quando potevi sentirti il padrone del mondo non sapendo che la fine era alle porte.

Ci vuole un fegato marcio per suonare Rock Blues senza contaminazioni. “Crazy” è finalmente un pezzo diverso dal resto, poco omologabile con quello ascoltato in precedenza, un mix di atmosfere tarantiniane e sole bollente sulla nuca. Ma possibile? Ho già ascoltato da qualche altra parte? Sento delle familiarità impressionanti. I diritti umani mangiati voracemente da un corvo nero in “The Crow Is Back”, ancora non riesco ad afferrare niente di buono, sconsolato cerco riparo nell’ultima traccia “What I Think of You”. E’ una ballata ma a me non piace affatto. G-Fast non rientra nella schiera di musicisti che salveranno la musica, almeno da quello espresso in Go to M.A.R.S. non riesco a vedere neanche uno spiraglio di positività. Inutile nascondersi dietro musicalità testate migliaia di volte e tecnica audace, la musica è soprattutto sentimento e questo disco purtroppo non trasmette niente. Consideriamola una brutta esperienza.

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