Ci troviamo a due passi da Lisbona, al limite ultimo che separa il giorno dal resto del mondo. Ecco cosa ci aspetta, tra le righe e neanche tanto, se ci immergiamo nell’ascolto di questo Rosencrutz is Dead ultimo lavoro dei Misfatto di Gabriele Finotti, da oltre 25 anni sulle scene discografiche. Terzo ed ultimo disco di una trilogia partita dal libro dello stesso Finotti dal titolo La Chiesta Senza Tetto – 35 Sogni a Lisbona, proseguita poi con il disco Heleonor Rosencrutz uscito lo scorso anno ed oggi il finale, cruento e metallico. Trip Rock in un inglese fin troppo basico cantato dalla splendida Melody Castellari. Metropolitane luci di led immersi in notturne visioni, a spasso tra Rock allucinogeno e psichedeliche sensazioni. Il video la dice lunga: “Throug the Silence”. Ed è scuola e proseliti a spasso per la rete. Un nuovo lavoro per i palati fini di un genere ancora troppo poco conosciuto in Italia.
Nel vostro Trip Rock di oggi quali sono gli ingredienti particolari che siete andati ad inserire rispetto alle precedenti produzioni?
Esiste una completezza di per sé, la trilogia del libro e dei 2 album musicali, che rende credibile lo stesso concetto di trip-rock che trasmette la musica dei Misfatto. Dal 2000 abbiamo coniato questo termine musicale tutto nostro, ed ora mi porto il fardello sulle spalle e lo porto in giro, nei concerti e altro…la tecnologia e gli anni che passano hanno poi influito sulla definizione del nostro genere musicale, pur avendo cambiato la voce della band, ma non la mano creativa di partenza.
Oggi l’inglese vi rende più internazionali o è solo un arrangiamento di gusto?
Rosencrutz is Dead è un album in inglese per scelta. La vera creatività di partenza, ahimè , è nella nostra italica lingua, così cattiva, ma così diretta anche nella musica rock. Faccio una ricerca precisa con l’italiano perché sia la pronuncia meno dura e tagliente, come spesso accede negli ascolti di tante band di terra nostra. Rosencrutz is dead suona ancora più rock, oltre che per le chitarre più alte, anche per la lingua inglese. Molti hanno accennato alla semplicità di stesura dei testi, ma è assolutamente voluto. Provate ad ascoltarvi ELEVEN DEAD HEROES (2012) dei Misfatto, altro lavoro in inglese, dove i testi sono in un inglese difficile anche per madre lingua.
Oltre 25 anni sulle scene. Cosa significa per voi? Che responsabilità si porta dietro e che ambizioni restano?
L’ambizione che resta è quella di lasciare sempre più musica nel tempo. Il vino mi piace più stagionato possibile.