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The High Jackers – Da Bomb
Da una superband ad un superdisco per gli amanti di luoghi e decenni lontani.
Continue ReadingGTO – Little Italy
Gli umbri GTO – una delle autorità in campo Folk’Roll della scena espansa italiana – fanno cinquina col nuovissimo Little Italy, undici tracce da ascoltare e sudare insieme, suoni da ballare al ritmo caracollante della loro aria agrodolce che fa rientrare in forma col pensiero senza mai rinunciare a divertire. Maturi istrioni delle storie senza confini e delle parole senza ipocrisie, i GTO rimangono comunque sempre moderni “cantastorie” che si indignano e si divertono con una immutabile e incontenibile verve energetica, tanto da non esitare a rimettersi insieme – dopo una parentesi personale – e ricominciare il gioco delle argomentazioni messe in musica.
Undici brani per una Italietta che zoppica, i suoi difetti, scossoni, amoreggiamenti e disfunzioni, qualche soddisfazione e moltissime illusioni che disegnano nella critica un rapporto “Nazionale” poco affabile, buche e falle che fanno acqua nella patria del vino e il gioco accomodante di ritmi, languori sofisticati, visioni carretteire che conducono l’immaginazione oltre gli steccati della vista e che i GTO da sempre favoriscono agli ascolti con la loro gentile iniziazione al viaggio dei viaggi, di tutte quelle sensazioni scintillanti e meticcie che fanno grandi le circonferenze della musica: si, i loro dischi sono viaggi sconfinati senza biglietto e che non mostrano nessuna ruga di stanca, non hanno peccati di vanità solo una forza magnetica che non ti fa staccare dalle loro poesie in movimento eterno, in movimento tra testa e cuore e qualcosa di più.
Metti il disco sotto l’occhio vigile del lettore e buon viaggio, tutta la forza gravitazionale del loro carattere girovago inizia a diffondere il marchio inconfondibile della formazione umbra, vita, e personalità di prim’ordine che tange di solitudine la ballata pensierosa “Il Rude”, di latin la titletrack, un pizzico conturbante di ondulamenti gipsy “Lumea Mea Este”, il decolté sinuoso della bella lussuria Mex “Granelli Di Sabbia” o gli echi che profumano di campagna, aia e danze nella genuina agitazione che “Festa Popolare” diffonde ed allarga come un amore arrivato alla sua dolce funzione. La vogliamo dire tutta? Un bella botta de vita che gira e rigira come una trottola, una piena torrentizia di professionalità, scioltezza e tutta la sana riconferma di una band che non ha più bisogno di presentazioni.
Una realtà “mobile” in forma smagliante. Bentornati!
Elya – Il Mio Canto è Questo Rock
Poesia e rabbia nel nuovo disco del cantautore Elya. Un lavoro maturo che arriva a piantarsi come una pietra miliare nel cammino artistico di uno spirito fedele alla linea del rock d’autore. Sei brani aperti dalla hit “Il Mio Canto è Questo Rock”. Pezzo di pura espressione vocale dove il cantautore riesce a trasmettere a pelle, complice anche un testo ben calibrato, la sua carica emotiva. Capacità espressiva legata a sonorità ritmiche, calde e sempre incalzanti anche nel secondo brano, “La Luna Ora lo sa”. Più riflessiva e melodica la terza traccia “Ci Sei tu”, che denota ancora una volta, la buona fattezza dell’intero disco. Ottimi arrangiamenti e tanta cura che per l’ascoltatore, diventano un vero e proprio marchio di fabbrica. Un risultato forte, ottenuto dalla produzione artistica curata da Fabio Pignatelli, storico bassista dei Goblin earrangiatore dei maggiori cantautori italiani fra i quali Antonello Venditti. Un valore aggiunto che si somma alle collaborazioni di Toti Panzanelli (chitarrista – Ferro, Concato, Pravo, Venditti), di Alessandro Canini (batterista e produttore artistico – Fabi, Gazzè, Mengoni, Venditti) e di Fabio Colella (batterista -Molinari, Bosso, Neil Zaza). Collaborazioni arricchite dai preziosi contributi di composizione ottenuti da Elya e da Giuseppe Ferroni. Duo che insieme agli arrangiamenti di Pignatelli hanno dato vita anche alla quarta traccia “L’Incantanta”.Pezzo che parte da una rivisitazione di un antico canto della zona della città dell’Aquila, per diventare un invocazione d’amore, quello vero, che va oltre l’apparenza del corpo e del viso. Unione d’anime scolpite in poco più di tre minuti e mezzo da una ritmica coinvolgente e da un canto ispirato ed emozionante. Nel disco c’è anche spazio per una composizione di Beppe Frattaroli (compositore – Turci, Tosca e collaboratore musicale di Paola Gasmann, Montesano, Pagliai). Ritmi cadenzati nella quinta traccia: “Capita Anche a te”. Un messaggio a non lasciarsi andare e non smettere di inseguire i propri desideri. Chiude il disco, ma solo per il tempo di ricominciare l’ascolto, una riuscita cover di “Quanto t’Amo”di Johnny Hallyday scritta in italiano da Bruno Lauzi. Elya ha voluto che il ricavato ottenuto dalla distribuzione del disco venisse devoluto alle Missioni Francescane del Burkina Faso in Africa.