Doti canore impeccabili al servizio di un delicato Pop italiano d’autore. A questa descrizione risponde il lavoro del cantautore sulmonese Andrea di Giustino, insegnante di tecnica vocale applicata e padre de Il Senso dell’Uguale, il suo nuovo album targato Hydra Music. Ma cosa è il senso dell’uguale? E’ la presa di coscienza che la vita non è solo come ci appare e tantomento come le nostre convinzioni la modellano nel tempo. Essa è fatta di mille sfumature ed è proprio di Giustino a dircelo nell’omonima traccia: “spostarsi a sinistra serve a comprendere che spesso la vita è questione di punti di vista”. Da questo concetto fondante si dipanano le nove tracce dell’album in cui ci sono due idee importantissime a fare da collante: la maturità e la conseguente consapevolezza. Perciò se ”Controindicazioni” è un guardarsi indietro e capire gli errori commessi in una storia d’amore, “Punto a Capo” è ciò che accade dopo un tale discernimento interiore, fino a capire che ciò che conta è “Morire Vivo” perché la vita offre un solo tentativo. Il linguaggio più usato è quello della musica d’autore. Spesso al cantautore bastano i tasti di un pianoforte per accompagnare le parole o un leggero riff in background. Notevole la scelta synth de “L’alchimista di Parole”, forse la traccia più interessante dell’intero lavoro. Il Senso dell’Uguale è un disco cauto, misurato e che non esce mai dagli schemi ma che centra perfettamente l’obiettivo prefissatosi. Parlare della vita e dei suoi mille punti di vista non è cosa semplice, specie se non si possiede un ricco vissuto. Andrea di Giustino, invece, ha molto da raccontare e sa come tradurre tutto in musica con l’eleganza di un artista consumato che punta sempre a migliorare se stesso.
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Andrea di Giustino – Il Senso dell’Uguale
Sursumcorda – Musica d’Acqua
Francesco è un ragazzo autistico e Bjorn è il suo educatore. Al centro del cortometraggio “Francesco e Bjorn” di Fausto Caviglia c’è il computer, utile ausilio per comunicare con il mondo esterno, e la musica che diventa veicolo attraverso il quale le emozioni, la paura e la forza vengono espresse. La stessa musica dell’ensemble Sursumcorda, gruppo strumentale formatosi nel 2000 da un’idea di Giampiero Sanzari detto “Nero” e Piero Bruni detto “Cirano”, due chitarristi classici che successivamente invitano nel progetto il batterista Fabio Carimati, il percussionista Emanuele “Manolo” Cedrone, il contrabbassista Alessandro Porro e il violinista Simone Rossetti Bazzaro.
Musica d’Acqua è dunque l’ultimo lavoro discografico dei Sursumcorda che contiene come già detto le musiche del cortometraggio di Fausto Caviglia ma anche del corto intitolato Amir di Jerry D’Avino e brani composti nel 2012. Una musica raffinata, ben eseguita, e sorprendentemente piacevole a far da sottofondo alle ore quotidiane. Undici brani d’autore la cui melodia viene affidata ora alle chitarre ora al violino, per esprimere in maniera molto profonda il lato più autentico delle colonne sonore utilizzate in cortometraggi e documentari che raccontano storie personali, avvenimenti storici e di attualità.
L’essere un ensemble oggi è parecchio difficile, ma i Sursumcorda, nome che deriva dal detto “su con la vita” e a sua volta dal latino Sursum corda “in alto i cuori”, a mio parere hanno intrapreso questo lavoro nel verso giusto centralizzando, come si legge nella loro biografia,l’essenza nel loro essere cangiante: da artisti di strada, a musicisti di teatro, a compositori di musiche d’autore per il cinema, a musicanti di piazze e centri commerciali.Insomma una musica affascinante che ci auguriamo possa arrivare dappertutto.