Musica Tag Archive

“Amore da oggi siamo poveri”, il nuovo singolo dei Borghese

Written by Novità

Il cantautore 2.0, divenuto vera e propria band col secondo album In Caso Di Pioggia La Rivoluzione Si Farà Al Coperto (TouchClay Records, 2015), torna con un nuovo singolo, uno dei brani più romantici del disco, “Amore da oggi siamo poveri”.

Continue Reading

Read More

Vinicio Capossela – Canzoni Della Cupa

Written by Recensioni

Canzoni Della Cupa è il decimo album in studio di Vinicio Capossela. Diviso in due parti per 28 brani e una durata di più di due ore, Canzoni Della Cupa è un atto d’amore e di testimonianza verso un tempo passato che ormai è fuori dal tempo, mitizzato nell’immagine brusca e insieme rasserenante di una società contadina, ruvida e sincera, in cui si vive e si canta della vita, e quindi dell’amore, carnale soprattutto, ma sempre giocoso, vinoso, anche quando è serio; della morte e delle creature della notte, degli spaventi nelle ombre dei fuochi e dei monti sotto la luna; dei campi, dei poveri, del sudore, del lavoro; dei primi treni, dei viaggiatori, delle verità scolpite nella pietra dei proverbi e della saggezza popolare.
Ineccepibile nella produzione e nella resa, il disco continua la parabola del mito, della rivisitazione della tradizione (o tradizioni) che Capossela sta portando avanti da Marinai, Profeti e Balene (con in mezzo Rebetiko Gymnastas) ma che è stata da sempre una sottotraccia di tutta la sua produzione, interessata fin dai primi dischi alla rielaborazione del popolare/tradizionale (ritmi sudamericani, armonie mediorientali, atmosfere mediterranee).

Questo disco è l’ideale proseguimento di quella parabola e insieme il suo compimento totalizzante e definitivo: il ritorno nella terra degli avi, l’archeologia sentimentale nei racconti e nelle leggende, nelle storie e nelle musiche che erano la colonna sonora di un affascinante tempo che fu, che qui vira seppia, come le foto, e diventa quasi un’età dell’oro, un mondo che, nei suoi dolori, suonava forse più diretto e vero, più libero, certo più povero e più stanco ma senza perdere la fame d’amore, di festa, di paura anche, quella un po’ superstiziosa che eccita e riunisce il gruppo intorno alle luci e ai canti dopo l’angoscia, il cuore affaticato e una spaventosa, fantastica storia da raccontare.
Non sorprende quindi scoprire che Canzoni Della Cupa fosse in cantiere da più di dieci anni: è una sempreverde voglia di mito a spingere Capossela verso la rielaborazione e la testimonianza per riportare al suo oggi delle tradizioni che, sotto la polvere e oltre l’ombra della memoria, appaiono estremamente vive, anche (e soprattutto) grazie alle sue doti di interprete e riscrittore eccelso, maestro del racconto, sciamano della voce e della parola.

La nota dolente, per i fan del cantautore, potrebbe però nascondersi qui attorno: scavando si trovano tesori, ma ci si ingobbisce; gli occhi si fanno miopi a guardare tanta terra smossa. Canzoni Della Cupa è un progetto ambizioso, pensato ed eseguito senza passi falsi o sbavature (non ci saremmo aspettati di meno); è un racconto mitico e preciso, immaginifico e appassionato, da godersi senza remore, scoprendo in ogni brano una storia affascinante, divertente, incredibilmente vicina. È perciò con una certa amara sorpresa che alla fine, quando rialzi gli occhi stanchi dalla terra e dai suoi tesori, ti accorgi di quanto sia ormai sfocato e nebbioso l’orizzonte: lontano più di quanto, forse, dovrebbe.

Read More

Witches Of Doom – Deadlights

Written by Recensioni

Ebbene, anche i Witches Of Doom giungono al loro secondo album intitolato Deadlights. La band, che miscela lo stile di colossi come Type O Negative, Rob Zombie e Paradise Lost, torna in scena con un disco che li definisce una volta per tutte. Se con Obey, il disco d’esordio, hanno dato buona impressione, con questo nuovo lavoro danno la conferma d’esser, prima che dei buoni musicisti, dei bravi artisti.

Deadlights è un disco che spazia dal Doom, al Gothic con venature Stoner. Parliamo di un album che può essere ascoltato in svariati momenti, ma è anche un lavoro che vanta di tracce che potrebbero fare da colonna sonora a qualche film di Tarantino o dello stesso Rob ZombieDeadlights ispira sofferenza ma anche rabbia e carica, puoi trovarti in un periodo triste o in uno più movimentato, va bene lo stesso. In questo disco è interessante l’uso delle tastiere e degli effetti, questi ultimi sicuramente più utilizzati rispetto al precedente album. È chiaro che i Witches Of Doom con questo nuovo lavoro segnano la loro maturazione. Certo, non è un capolavoro ma è un disco che si difende abbastanza bene e si inserisce senza dubbio tra uno dei lavori più interessanti dell’anno.
“Lizard Tongue”, primo singolo, ti travolge con i suoi effetti creati dalle tastiere e con i mastodontici giri di chitarra di Venditti. “Run With The Wolf” con la sua composizione piano-forte è trascinante non solo per la buona melodia ma anche per il cantato di Piludu chiaramente inspirato da Peter Steele. Passiamo direttamente a “Winter Coming”, tetra ed oscura, anche qui c’è un buon gioco delle tastiere mescolate all’ottima voce di Piludu. “Homeless” e “Black Vodoo Girl” mettono in mostra la vena Stoner e Doom del gruppo. Chiudiamo citando “I Don’t want to be a Star”, la traccia più calma del platter, dal sound pulito e melodico, anche qui un ottima prova di Piludu.

Deadlights è un disco onesto, nel senso che riesce ad omaggiare grandi nomi del Goth e del Doom ma con un evidente personalità.

Read More

Explosions In The Sky @ Circolo Magnolia, Segrate (MI) 31/05/2016 [PHOTO REPORT]

Written by Live Report

Il circolo Magnolia di Segrate (MI) ha ospitato martedì 31 Maggio sul suo palco esterno i texani Explosions in the Sky.
I ragazzi di Austin hanno pubblicato il 1° Aprile scorso la loro ultima fatica The Wilderness, disco che personalmente, per quanto ben suonato e per quanto al suo interno si trovino pregevoli trame, trovo un po’ piatto ma che eseguito dal vivo riesce a trovare maggiore visceralità (inevitabilmente considerando che on stage i ragazzi, come noto, non si risparmiano).

P1060402 (640x337)P1060453 (640x361)

P1060403 (640x361)

I picchi emotivi più elevati sono comunque giunti coi brani più datati del repertorio del quintetto tra i quali “Greet Death”, “The Birth and Death of the Day”, “Your Hand in Mine” ed il travolgente finale di “The Only Moment We Were Alone”.
Insomma, anche questa volta le esplosioni, nel cielo e nel cuore, non sono mancate.

P1060413 (640x434) P1060438 (640x306) P1060448 (640x476) P1060449 (640x385) P1060452 (640x361) P1060469 (640x393) P1060470 (640x453) P1060471 (640x310) P1060477 (640x361)

Read More

10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #04.06.2016

Written by Playlist

Tortoise @ Cap 10100, Torino, 27/05/2016

Written by Live Report

Tortoise sbarcano a Torino in un caldissimo venerdì sera di Maggio.  Sede dell’evento è il Cap 10100 (il concerto è però organizzato dal meno capiente  sPAZIO211 e da TOdays Festival), altro locale sul fiume della città ma sulla sponda  opposta rispetto al Magazzino sul Po ed ai famosi Murazzi.
Quando entro in sala, intorno alle 21,40, saranno presenti una cinquantina di persone abbondanti e sotto il  palco trovo il gruppo dei soliti noti, quelli che ci si vede sempre in prima fila durante i live nei posti più piccoli del comunque non immenso Cap, dove  in passato nonostante la scontata presenza simultanea è spesso capitato di non riuscire  a trovarsi.
Così, mentre la sala va riempiendosi (non sarà sold out ma credo ci mancherà molto  poco) di pari passo con l’aumento della temperatura al suo interno, si riescono a  scambiare due piacevoli chiacchiere (l’argomento principale ve lo lascio indovinare)  che ci portano all’ora x: le 22,30.

P1060269 (640x361)

Eccolo, il combo chicagoano per la prima volta davanti ai miei occhi, con quella marea di strumentazione che i 5 polistrumentisti portano con loro sul palco: al centro due batterie che si guarderanno negli occhi per tutta la durata del concerto ma che flirteranno realmente solo durante “High Class Slim Came Floatin’ In” e “Gigantes” e per non più di un paio di minuti a brano, dietro di loro una postazione di synth ed una tastiera, lateralmente vibrafoni, marimbe, ancora synth, senza ovviamente dimenticare basso e chitarre.
Durante l’esibizione gli avvicendamenti alle varie postazioni saranno numerosissimi ed ovviamente saranno i brani tratti da The Catstophist a fare la parte del leone nel corso di una scaletta che andrà comunque a pescare anche da lavori meno recenti pur non proponendo nulla dai primi 2 dischi, con dispiacere che accomuna un po’ tutti per quel che riguarda il loro zenit Millions Now Living Will Never Die e che invece risulta sicuramente più individuale per quanto concerne l’omonimo esordio che personalmente preferisco al più celebre (e comunque prezioso) TNT, d’altronde il quintetto sul palco ha cominciato a lavorare insieme proprio nel 1998 anno della loro terza e più famosa fatica.

P1060243 (635x640)Il live parte con la title-track dell’ultimo album che dal vivo guadagna in calore ed è seguita dal cubismo sintetico di “High Class Slim…” (che come tutti i brani del live tratti da Beacons of Ancestorship andrà a guadagnare punti rispetto al disco) primo dei due brani con doppia batteria, in questo caso con John McEntrie e John Herndon seduti uno di fronte all’altro (dei 3 batteristi, includendo dunque anche Dan Bitney, risulterà essere McEntrie il più presente allo strumento, nonché il più sorridente e caloroso dei 5 sul palco, ma questo è un altro discorso), il brano è indescrivibile, come si può descrivere la perfezione? La band suona che è una meraviglia, il pubblico già bello caldo per ragioni climatiche oltre che per l’assenza di almeno un minimo d’aria condizionata o di un paio  di ventilatori da soffitto, si scalda ancor di più.
Poi arrivano il gustoso (dal vivo ancor di più) Funk di “Hot Coffee” e soprattutto quella “Shake Hands With Danger” che per chi scrive è il loro più bel brano post 1998 e che rappresenta perfettamente la loro grande coralità ed anche dal vivo si conferma, facendoci godere dei magistrali arrangiamenti della band e del perfetto dialogo tra le  parti in questo seducente brano dalla grande percussività e dal forte sapore  d’Indonesia; di seguito la seconda perla di The Catastophist quella “Yonder Blue” che  orfana della voce di Georgia Hubley perde però gran parte del suo fascino risultando  niente più che una ballata strumentale, neanche delle migliori considerando che  strumentisti abbiamo sul palco questa sera.

P1060266 (495x640)

Intanto, per evitare di morire dal caldo e per darvi dunque anche la possibilità di leggere questo report, mi sposto a fondo sala dove la porta d’ingresso, aperta sull’atrio con le finestre spalancate, regala un leggero soffio d’aria ritonificante.
Da qui mi godo la seconda parte della scaletta che trova i suoi momenti migliori nei perfetti incastri di “Gigantes” e nella ballata minimale e jazzata “The Suspension Bridge  at Iguazu Falls” con la solita splendida sezione ritmica qui con vibrafono in primo piano, oltre che con un gran lavoro di Jeff Parker alla sei corde.
Ritornato in qualche modo nel mondo mi rituffo davanti approfittando della breve sosta pre-bis.
Al rientro sul palco i Tortoise ci sbattono in faccia un altro momento di una grandezza  e di una bellezza sovrumana, l’esplosione di “Prepare Your Coffin”, il suo pathos, i suoi magistrali saliscendi, dal vivo questo brano ti entra dentro come non pensavo potesse accadere, vorresti non finisse mai, fanculo al caldo! Continuate a suonarmelo, per sempre…
Altra pausa, brevissima, e secondo encore, questa volta più rilassato con una “The Clearing Fills” perfetta per introdurre “I Set My Face to the Hillside” brano che parte facendo venire in mente un qualche western morriconiano per poi evolversi in una  giostra percussiva (anche qui con vibrafoni in primo piano) marchio di fabbrica di una  band che lascia il palco, questa volta definitivamente, tra le urla e gli applausi sinceri del  pubblico.

P1060227 (640x462)

Il suono dei Tortoise live risulta perfetto, come su disco, ma in qualche modo più asciutto, e questo è un bene, perché soprattutto i momenti più statici risultano meno manieristici ed in qualche modo più ricchi di una vitalità latente nell’ascolto su disco. Signori, il pubblico questa sera ha avvertito nell’aria sentori di Stereolab, di Neu!, di Weather Report, di Portishead, di Battles, di Cul de Sac, di Soft Machine…ha ascoltato Jazz, Free Jazz, Dub, Kraut, Experimental, Fusion, Trip Hop, Minimal…come suonano i Tortoise? Che genere fanno? Rassegnatevi, continueremo a non saperlo,  anche perché tutti gli stili sopra citati sono eseguiti in un modo assolutamente peculiare  ma con grandi contaminazioni.
Finché questa band sarà capace di offrire serate del genere fatevi bastare il fatto che facciano Musica, con la M maiuscola, e che la suonino (dal vivo ancor di più)  veramente come pochissimi altri e senza mai risultare scontati nemmeno nei momenti  più “semplici”.

Per i più curiosi ecco la tracklist della serata (spero indovinata, il caldo non ha aiutato): “The Catastrophist” \ “High Class Slim Came Floatin’ In” \ “Hot Coffee” \ “Ox Duke” \ “Dot/Eyes” \ “Shake Hands With Danger” \ “Yonder Blue” \ “Eros” \ “Gigantes” \ “Ten-Day  Interval” \ “The Suspension Bridge at Iguazu Falls” \ “At Odds with Logic”

Encore 1: “Prepare Your Coffin” \ “Crest”
Encore 2: “The Clearing Fills” \ “I Set My Face to the Hillside”

Read More

Coucou, Sèlavy! – Nequaquam Voodoo Wake

Written by Recensioni

“Senza profilo da offrire alle galassie, ululavo alle costellazioni che indossavo a buon mercato…”

Artista romano che risponde allo pseudonimo di Coucou, Selavy!, l’autore di questo Nequaquam Voodoo Wake (terza opera, prodotta in trenta copie) è anche uno dei ricercatori vocali più importanti di tutta la penisola, uno dei pochi artisti ancora in grado di abbattere le esigenze del mercato; non semplicemente ignorarle ma farle letteralmente a pezzi e proporre qualcosa che si fa beffe di tutto il mainstream e lo pseudo alternative in circolazione, mostrandoci completamente a nudo la vera anima dell’arte, fatta di sperimentazione, libertà, necessità espressiva e compositiva. La sua opera è un’incredibile miscela di Post Punk (“Orfeo, Banfi, Lino-Lillà”), Neo Folk (“All This World”), Folk Apocalittico, Gothic (“Precipices”), Dark Cabaret (“Nequaquam”) il tutto impreziosito da una sensibilità, un’ironia ed uno stile unico, tanto da rendere praticamente impossibile e inutile il rimando ad alcun artista e musicista specifico e con al centro una vocalità straordinaria, poliedrica, capace di alternare scream, growl, canto classico e poi lingua italiana, inglese, francese e tanto altro. Prendete tutto questo e piazzatelo davanti ad un palcoscenico dall’incredibile gusto classico e barocco al tempo stesso ed eccovi una delle migliori opere uscite in Italia quest’anno, una delle cose potenzialmente più interessanti di tutto il globo che pecca solo nella qualità della registrazione e nell’idea di immediatezza che lascia scivolare con l’ascolto e che suona quasi come incompiutezza, non sappiamo quanto voluta viste le scarsissime informazioni a riguardo.

Come detto, è la voce di Coucou, Selavy! a mettersi al centro del palco ed è su questa che la nostra attenzione finisce per perdersi, alla ricerca di esperienze passate e future, di reminiscenze ottocentesche, di incursioni teatrali (“Incipit”), di spasmi avanguardistici, di sferzate ironiche e decadenti, demoniache e insane eppure godendo di capacità tecniche fuori dal comune e comunque lontane da quello cui siamo abituati (“L’Entropico Squallore”, “To the Center (of the Earth, of the Heart)”).

A chiudere la tracklist, l’incredibile ghost track, assurda reinterpretazione della nota “24000 Baci”, in una rilettura che confonde ogni nostra certezza e ci ricorda anche il passato dell’artista, già autore di tante cover di pezzi in assoluta contrapposizione agli originali. Non sappiamo cosa sarebbe potuto essere questo Nequaquam Voodoo Wake, non sappiamo perché un nome come quello del romano sia stato per tanto tempo nascosto ai più, non sappiamo se potremo godere anche in futuro delle sue qualità inumane e se un briciolo di notorietà in più saremo in grado di regalargli; quello che possiamo fare ora è mettere da parte ciò che non è o magari non sarà, dimenticare ogni illusione prospettica e godere dell’attimo presente in cui la sua musica ci scorre nelle vene.

Read More

Chi suona stasera – Mini guida alla musica live | Giugno 2016

Written by Eventi

“Chi suona stasera?”. Sarà capitato ad ogni appassionato di musica live di rivolgere ad un amico o ricevere dallo stesso questa domanda. Eh già, chi suona stasera? Cosa c’è in giro? Se avete le idee poco chiare sugli eventi da non perdere non vi preoccupate, potete dare un’occhiata alla nostra mini guida. Sappiamo bene che non è una guida esaustiva, e che tanti concerti mancano all’appello. Ma quelli che vi abbiamo segnalato, secondo noi, potrebbero davvero farvi tornare a casa con quella sensazione di appagamento, soddisfazione e armonia col cosmo che si ha dopo un bel live. Ovviamente ci troverete dei nomi consolidati del panorama musicale italiano ed internazionale, ma anche tanti nomi di artisti emergenti che vale la pena seguire e supportare. Avete ancora qualche dubbio? Provate. Non dovete fare altro che esserci. Per tutto il resto, come sempre, ci penserà la musica.

APPALOOSA
01/06@Piattaforma del Parco, Montecarotto (AN) con Paperoga e Temple of Deimons per Micron Festival
21/06@Officina Giovani, Prato
23/06@Tempio Voltiano, Como per Wow Music Festival (l’evento avrà durata di 3 giorni, dal 23 al 25 Giugno ed il programma day by day è attualmente in fase di definizione)
La Math band di Livorno, autrice del buon BaB a fine Febbraio, prosegue il suo tour che durante questo mese li porterà a suonare anche in Svizzera, Austria e Germania.

PEINE PERDUE
03/06@C.S.A. Grotta Rossa, Rimini
04/06@Circolo Dong, Recanati (MC)
06/06@Forte Fanfulla, Roma
Il duo Cold Wave formato da Stephane Argillet e Coco Gallo porterà questo mese in Italia le sue nebulose architetture per il tour di presentazione del nuovo Nuit Blanche, uscito lo scorso 15 Maggio.

NIAGARA
04/06@Golena San Massimo, Padova (per Summer Student Festival – Je t’aime)
06/06@Parco del Cavaticcio, Bologna (per Indie Pride – Indipendenti contro l’omofobia) con LIM e Giungla
12/06@Palazzo dei Congressi, Roma (per Spring Attitude Waves) con TOKiMONISTA,
Jolly Mare, Dardust e LIM
Le trame acquatiche del duo torinese, freschi della pubblicazione di Hyperocean nostro disco del mese di Maggio, saranno presenti durante questo mese in svariati festival e sempre in ottima compagnia.

FIRE! ORCHESTRA
05/06@Area Sismica, Forlì
09/06@Teatro delle Alpi, Porto Sant’Elpidio (FM)
10/06@Cortile del Broletto, Novara (per Novara Jazz Festival)
Il Jazz più Free, il Rock più Avant, il trio dei Fire! guidato dalla mente e dal sax di Mats Gustaffson nella sua versione arrichita (si arriva fino a 28 elementi totali) da artisti provenienti prevalentemente dalla scena Impro Noise scandinava. No, questo ensamble non lo dovete proprio perdere.

DURAN DURAN
05/06@Teatro Greco, Taormina (ME)
07/06@Ippodromo delle Capannelle, Roma (per Rock in Roma)
08/06@Arena, Verona
10/06@Ippodromo del Visarno, Firenze
12/06@Summer Arena, Assago (MI)
Nuovamente in Italia con 5 date del loro Paper Gods Tour, se ancora ci fosse chi vuole sposare Simon Le Bon, ma anche per nostalgici e soprattutto per gli amanti del genere.

PROTOMARTYR
07/06@Spazio 211, Torino
08/06@Circolo Magnolia, Milano
Da Detroit il Punk Noise della band di Joe Casey, un piccolo culto nel suo genere, per 2 imperdibili date a supporto di The Agent Intellect, loro ultimo disco, uscito nel Luglio dello scorso anno

DEFTONES
07/06@Live Club, Trezzo sull’Adda (MI)
Sicuramente da segnare in agenda l’appuntamento con la band originaria di Sacramento che sarà in Italia per un’unica data per promuovere Gore, loro ultimo lavoro uscito recentemente.

SUUNS
08/06@Monk Club, Roma
09/06 Hana-Bi, Marina di Ravenna (per Beaches Brew) con Go Dugong, Ninos du Brasil e altri
La band canadese sarà nel nostro paese con le sue sonorità sperimentali che portano con sé buone dosi di Rock, Kraut, Psichedelia e Post-Punk, il loro ultimo Hold/Still è stato prodotto dal Re Mida John Congleton (Joanna Newsom, St. Vincent, Anna Calvi, Chelsea Wolfe)

TUXEDOMOON
08/06@Cinema Nuovo, Vergato (BO) (per Infrasuoni Festival)
10/06@Black Hole, Milano
Storica band della New Wave più intelligente e sperimentale, ancora oggi capace di sfornare dischi di gran livello, in Italia per portarci dal vivo lo storico Half-Mute affiancato ad altri successi, oltre che, immaginiamo, a proiezioni che nonostante la recente scomparsa del loro visual artist Bruce Geduldig saranno comunque sicuramente di gran livello. Assolutamente imperdibili.

KING DUDE & :OF THE WAND AND THE MOON:
11/06@Parco attrezzato di Via Bonazza 55, località Tagliata, Guastalla (RE) con tra gli altri Girls Names, Mai Mai Mai, Any Other, Fuzz Orchestra, The Wave Pictures, Geoff Farina per Handmade Festival
12/06@Lo-Fi, Milano
Date da stamparsi sulla testa per tutti gli amanti del Neo Folk perché sul palco ci saranno 2 dei più grandi protagonisti di quello che è attualmente questo genere.

OREN AMBARCHI
21/06@Bunker, Torino (per Varvara Festival, Preview #2) con Common Eider King Eider e Gabriel Salamon
Il grande polistrumentista sperimentale australiano porterà la sua musica d’avanguardia nel nostro paese per una data, al momento unica.

VINICIO CAPOSSELA
28/06@Auditorium Parco della Musica, Roma
29/06@Market Sound, Milano
Capossela inizerà questo mese il tour di supporto del suo ultimo lavoro Canzoni della Cupa, un doppio album, Vinicio presenterà d’estate all’aperto delle arene e dei parchi il primo dei due dischi, Polvere, ed in autunno al chiuso nei teatri il secondo, Ombra.

BAN-OFF
04/06
@Garbage Live Club, Pratola Peligna
Giovanissima band teramana, i Ban-Off miscelano sonorità Proto Punk con la violenza dell’Hardcore e le melodie del Post Punk e della New Wave . Saranno i protagonisti assoluti dell’ultima serata al coperto della stagione al Garbage Live Club

COCONUTS KILLER BAND
09/06@Le Macerie, Molfetta (BA)
10/06@Bar Fellini, Erchie (BR)
11/06@Garbage Live Club, Pratola Peligna
22/06@Caffé degli Artisti, Cesenatico (FC)
25/06@Volerock Festival, Massa Carrara
COCONUTS KILLER BAND è un gruppo strappato alla strada e buttato senza fronzoli sul palco con l’unica arma a loro disposizione: Rock’n’Roll grezzo e d’impatto con influenze che vanno dal Garage/Punk allo Psycho-Blues

IL CASO RENALE
01/06@Festa Europea della Musica 2016, San Nicola Baronia (AV)
09/06@GouzArt, Venafro (IS)
24/06@Gran Caffè Cori, Cellino Attanasio(TE)
25/06@Garbage Live Club, Pratola Peligna(AQ)
Band nata nella cittadina molisana di Venafro (Is) nei primi mesi del 2014. La loro musica è un mix spensierato di Pop-Rock acustico, Folk Rock, Dub e la canzone d’autore italiana

Read More

La violenza primitiva dei Ban-Off al Garbage Live Club

Written by Eventi

Giovanissima band teramana i Ban-Off nascono sul finire del 2013 miscelando sonorità Proto Punk con la violenza dell’Hardcore e le melodie del Post Punk e della New Wave . Dopo aver condiviso il palco con gruppi quali The Hussy, The Ar-Kaics, Wild Weekend, The Provincials, Plutonium Baby, Thee Rathskellers, Human Race, Wide Hips 69, A Minor Place, Two Guys One Cup, Zarr ed altri, saranno i protagonisti assoluti dell’ultima serata al coperto della stagione al Garbage Live Club (SABATO 4 GIUGNO ORE 22:30) di Pratola Peligna che, invece, aprirà la stagione degli eventi a “cielo aperto” sabato 11 giugno con i Coconuts Killer Band.

Evento Facebook
Pagina Facebook Band
Pagina Facebook Locale

Read More

5 artisti emergenti da tenere d’occhio

Written by Novità

Ci sentiamo tra qualche anno e scommettiamo che queste cinque band ne avranno fatta di strada?

Continue Reading

Read More

Cronauta – The Bullring

Written by Recensioni

Ci vuole una buona preparazione fisica e psicologica per far fronte all’onda anomala che da Finale Emilia travolgerà le vostre case, spazzerà via tutto, lasciando solo detriti. The Bullring è il primo disco edito dall’etichetta danese 5Feet Under Records per gli Hardcore heroes Cronauta ed è tranquillamente riassumibile come il suono della frantumazione. Nevrotici come i These Arms Are Snakes, inclassificabili come i Melvins, in Italia solo i Die Abete reggono il confronto per il livello eccessivo di pazzia espressa. “We Knew Well a Lip-Service Payment Would Have Followed the Statement” ed il singolo “Harangue” danno il via alle danze e subito la voce di Nicolò si scatena, senza dare respiro nemmeno per un secondo a uno sprazzo di melodia. C’è solo qualche spiraglio Experimental Jazz a intervallare l’incedere furioso, ma è davvero poca cosa. Così le parole incomprensibili ruggite fuori dall’ugola del cantante finiscono per fare da sfondo a un tappeto Mathcore tessuto dai tempi dispari della sezione ritmica. È però un qualcosa che metti in conto se ti avventuri in un ascolto simile. “Gentlemen’s Agreement” è un brano beffardo: in quattro minuti di canzone, uno di questi è dedicato a un intro rilassante che non lascia presagire a come sarà il seguito. Dobbiamo essere furbi noi ad essere impreparati, ma non troppo. “Mancuerda” ci regala la prima sorpresa con un giro di chitarra Noise inaspettato che molto deve a Duane Denison dei Jesus Lizard. Un assalto all’arma bianca che soddisfa un bisogno primordiale di smorzare i ritmi altamente schizzati dell’album. “Arizona Law in Northern Italy” mi ha ricordato tantissimo il sound degli Snapcase, soprattutto dal punto di vista vocale, anche se con i Cronauta nulla è circoscritto ed è lecito uscire dal recinto della prevedibilità. La chitarra di Niccolò cambia continuamente forma, passando dal caos a un riff quadrato e ragionato, trovando un riscontro perfetto nel resto dei compagni d’armi, impeccabili e facenti sfoggio di una padronanza strumentale eccelsa. The Bullring è un disco potente e prepotente, non adatto ai deboli di cuore e a chi vive la musica come una fonte di relax. Tutti gli altri non abbiano paura di dare una chance a questi camionisti, anche perché “87% of the Homicides Are Committed by Truck Drivers”.

Read More

10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #27.05.2016

Written by Playlist