Ero davvero curioso di ascoltare i Rhyme; già tempo fa sentii parlare di loro. Poi, nella mail, mi capitava di trovare spesso della pubblicità da parte della My Kingdom Music che mi evidenziava l’ uscita del loro nuovo disco, stipulando cosi delle discrete premesse per non portarla troppo alla lunga. Mi decisi a prestargli attenzione. Le news li presentavano ottimamente, come lo stesso le foto promozionali e il loro logo; insomma, tutto si preannunciava nel migliore dei modi, almeno fino all’ ascolto del nuovo disco, The Seed And The Sewage. I Rhyme, sia chiaro, sono un gruppo ben preparato tecnicamente e durante l’ ascolto dell’ album ve ne accorgerete ma, venendo al nocciolo della questione, il loro intoppo stilistico è tutto nella eccessiva ripetitività che, precisamente, si nota con evidenza da “Fairytopia”, la quinta traccia del disco, in poi. Il primo ascolto fila liscio ma già il secondo diventa pesante da mandare giù; magari potranno attrarre le prime tre canzoni che in un modo o nell’ altro hanno i loro perché: “Manimal” è pulsante e ritmata, una buona apertura tutto sommato e poi “The Hangman” e “Blind Dog”, anche queste di un certo spessore. “Slayer To The System” si ammorbidisce un po’ rispetto alle tre precedenti ma comunque la struttura piano/forte fa il suo effetto. Da questo momento in poi il disco diventa piatto e monotono e la sensazione è che sia un vero peccato perché i Rhyme hanno talento. The Seed And The Sewage è cosi un disco che finisce per non convincere poi molto; sicuramente raggiunge la sufficienza perché in un modo o nell’ altro la stoffa c’è ma ha lasciato un po’ l’ amaro in bocca il loro sforzo, che attenzione, non è minimo ma probabilmente superficiale. Il disco parte discretamente e mostra ottime intenzioni ma purtroppo sfocia nella ripetitività e nella tediosità che senza ombra di dubbio finiscono per influenzarne il giudizio. Voglio esagerare comunque; a parer di chi scrive questo disco poteva essere un capolavoro, le prime tracce, come dicevo, hanno davvero una marcia in più e un potenziale certamente notevole ed è da li che si capiscono i Rhyme. Non posso che attendere il prossimo disco con la speranza che questa volta facciano davvero centro, perché tutto sommato possono farlo, eccome.
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REVELATION’S HAMMER gli ultimi dettagli del loro album di debutto
I Norvegesi REVELATION’S HAMMER hanno definito gli ultimi dettagli del loro self-titled imminente album di debutto la cui uscita è prevista per il 3 di giugno su My Kingdom Music.
Qui potete vedere la cover e la tracklist definitiva: 1. Obsessed Onslaught – 2. Revelation’s Hammer – 3. Den Blåøyde – 4. Buried as Filth – 5. Avgudsdyrkelse – 6. The Crown of Malice
ACCUSER, mente della band si occupa della voce, delle chitarre e del basso mentre la batteria è ad opera di MYRVOLL già coi norvegesi NIDINGR. L’album è stato mixato da Børge Finstad nei Toproom Studio (MAYHEM, BORKNAGAR) e masterizzato dal leggendario Peter In de Betou (WATAIN, DIMMU BORGIR, DARK FUNERAL). Inoltre EXILIS dei TROLL appare come special guest in alcuni brani.
Per finire l’artwork è opera del portoghese Ricardo Fernandes ed è rappresentato da un collage unico, fatto di immagini con un chiaro riferimento antireligioso che riflette in pieno l’essenza del progetto.
A voi le prime parole di ACCUSER a proposito della sua creatura: “Mi piace definire “Revelation’s Hammer” come un album oscuro e potente costruito su strutture musicali estremamente epiche. L’album riflette il mio percorso come musicista attraverso gli anni e significa molto per me considerando tutto il tempo e l’energia impiegato per renderlo realtà. I testi sono in Inglese e Norvegese, e ogni pezzo è estremamente personale così come l’intero lavoro. Davvero non vedo l’ora che arrivi il 3 giugno e che quindi l’album veda la luce”.
Fatto per chi vive di EMPEROR, DARK FUNERAL e WATAIN. L’album esce il 3 Giugno 2013 su MY KINGDOM MUSIC.
Dperd – Kore
I Dperd hanno vagato molto nell’ oscuro Underground e tutt’ oggi lo fanno con il loro cupo Rock inspirato da capisaldi come Cure e Cocteau Twins. Il paradosso dei giorni nostri lo sappiamo quasi tutti oramai: la buona musica, quella composta col cuore, partorita da brillanti artisti che se ne fregano dei dati di vendita vaga sempre nel buio, ciò dimostrato dal fatto che questo eccezionale gruppo è in circolazione dal 2003, data in cui uscì il loro primo disco con il nome Dperd, perché ricordiamo che inizialmente il gruppo nacque nel 1991 ma con il moniker diFear Of The Storm. Dopo tanti anni il duo è ancora attivo e con diversi album nel repertorio, tutti proposti in maniera davvero originale. Valeria e Carlo tornano a distanza di tre anni dall’ ultimo “Io Sono Un Errore”, con un disco nuovo di zecca e colmo di chicche, questo è “Kore”. La formula magica ha alla base un tocco di sano Gothic Rock oldschool, quello sul filone della New Wave per intenderci, aggiungeteci un pizzico di Romanticismo ed il tutto amalgamatelo con la soave voce di Valeria, da qui nasce la magia del disco. E’ vero non ci sono chissà quali riff o assoli, ma le melodie e le atmosfere presenti in “Kore” sono di una dolcezza impressionante, il coinvolgimento è immediato ma la cosa grandiosa è che una canzone tira l’ altra senza mai annoiare. Difficile indicare una traccia piuttosto che un’altra perché tutte hanno qualcosa da far notare, da far sentire, al massimo potremmo dire che “Mi Riaccenderò” è quella che con la sua melodia più ti trasporta oppure che “Sono Qui” è cosi riflessiva da farti sedere su di una poltrona dinanzi un camino e cominciarti a far pensare a di tutto e di più. Insomma per esser compreso “Kore” va ascoltato tutto ad un fiato in silenzio e con attenzione, solo cosi potrete imboccare questo viaggio dei nostrani Dperd. La My Kingdom Music ci ha visto giusto ancora una volta, un gruppo del genere nel loro team non può che portare benefici.