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Il Parto Delle Nuvole Pesanti – Che Aria Tira

Written by Recensioni

Quello che tira fuori certamente non è buona aria, ma quella che gira nel nuovo disco del Parto delle Nuvole Pesanti è una ventata di speranza e di nuove sonorità, un nuovo lavoro che la band calabro/emiliana licenzia dopo una infinità di successi, tra i tanti la nomination al David di Donatello con Onda Calabra (colonna sonora del film Qualunquemente di Albanese), e che porta senz’altro ad un ascolto fresco e sostanzialmente “anti”, proprio come ci vuole in queste quotidianità.

Una profonda occhiata musicale sui tempi che si corrono, la crisi, l’instabilità, le arroganze e il marasma delle malefatte che si attaccano alla propria pelle, in poche parole tutte le ossessioni che si respirano come fumi venefici, e loro, se la cantano e gliela suonano in maniera esemplare, con quella riconoscibilissima sponda etno-folk del loro istinto, ma questa volta sfondando anche in territori rock, elettronici ed acustici, proprio come un’onda che deborda oltre la battigia; dieci brani che loro definiscono “Musica Sociale”, un insieme di “sceneggiature” sonore che colpiscono in pieno la mira che si vuole colpire, ritornelli e testi laceranti che caricano e vanno a muovere i nervi tesi della poesia e della rabbia intrisa insieme. Ed è una realizzazione discografica che non annulla le aspettative degli ascolti, un continuo dialogo con la forza dolce della lotta sociale.

Oltre agli storici Mimmo Crudo, Salvatore De Siena, Amerigo Sirianni e la collaborazione preziosa di Manuel Franco e Antonio Rimedio, c’è un parterre di ospiti rilevanti come Fabrizio Moro, Carlo Lucarelli, la vocalist turca Canceli Basak e il Coro Mikrokosmos Multietnico di Bologna diretto dal Maestro Michele Napolitano, dunque già uno spettacolo a sé, tutti gioielli che vanno ad incastonarsi in una tracklist di quelle che spaccano e fanno circolare il sangue come in un  circuito d’Indianapolis; un abbraccio accusante dal Sud che tesse e prende il largo con “La Nave dei Veleni” tratta dal libro di Lucarelli Navi a Perdere, poi il macramè di mandolino contro l’ecomafia “Crotone”, la stupenda ballata di “Vita Detenuta” sui suicidi in galera o lo scatto sanguigno di “Alì Ochali”, la verve antagonista al potere dei poteri “La Poltrona” o quella bellissima “Qualcuno Mi Ha Detto” tratta da una poesia del grande Nazim Hikmet, tutta alta poesia contro con tanti altri riferimenti all’ingiusto mondo di oggi, da Monti, Balotelli, pedofilia, razzismo ecc ecc, e che fanno un disco di genealogia non allineata.

Il Parto delle Nuvole Pesanti amano remare controcorrente, e lo fanno talmente bene e con dovizia, che chissà perché (ma lo sappiamo bene) ad ogni giro di stereo lo stimolo di spaccare il culo a tanti e a tutto è forte e primario. E’ la forza della ragione degli ultimi.

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