Necrodeath Tag Archive

Cadaveria/Necrodeath – Mondoscuro

Written by Recensioni

Unire due leggende non capita spesso e quella volta che si verifica l’occasione, chiaramente, non bisogna farsela sfuggire. Ebbene, Cadaveria e i Necrodeath, che sono due pilastri della musica estrema tricolore, uniscono le forze per creare uno split album davvero avvincente: Mondoscuro. Iniziamo col dire che i due gruppi sono prima di tutto grandi amici, infatti, Flegias, singer dei Necrodeath, è anche il batterista dei Cadaveria  e con quest’ultima, fino a poco tempo fa ha fatto parte anche Killer Bob che a sua volta proveniva dai Necrodeath. Come dicevamo, vediamo i due pilastri italiani uniti per un mini disco che vede tracce inedite e cover, la particolarità è sentire pezzi di un gruppo cantato e suonato dall’altro. Uno scambio di stile o la sperimentazione di ascoltare il proprio pezzo sotto un altro aspetto? Dipende dai punti di vista, fatto sta che ascoltare “Mater Tenebrarum” (dei Necrodeath dal disco Into The Macabre de 1987) in chiave Cadaveria è un qualcosa di favoloso, la traccia assume un aspetto oscuro, quasi demoniaco. “Spell” (di Cadaveria dal disco The Shadows’ Madame del 2002) invece, suonata dai Necrodeath,  cambia un po’ forma, nel senso che la velocità del gruppo e i giri di chitarra la rendono davvero alternativa. Insomma, questo primo step di scambi è riuscito alla grande da entrambi le parti. Veniamo adesso ai pezzi inediti. La prima che ascoltiamo è “Dominion Of Pain” di Cadaveria. Cominciamo a dire che la nostra dama oscura ha la capacità di saper mutare, nel senso, che riesce sempre a  ad evolvere il suo sound, lo ha fatto con i suoi dischi e lo ha fatto anche in questa traccia, deliziandoci con un cantato aggressivo che si sovrappone ad uno più tetro, il tutto su una base Thrash Metal. “Rise Above” dei Necrodeath va un po’ fuori dai canoni della band, troviamo innanzitutto un duetto con Cadaveria ed è infine un pezzo cantato sia in inglese che in italiano, ad ogni modo anche qui parliamo di una traccia ben riuscita. La piccola operetta si chiude con due cover: la prima è “Christian Woman” dei Type O Negative eseguita da Cadaveria. Il fascino della traccia  sta nel cantato della caparbia artista, la sua voce che va dal cupo al demoniaco da un valore in più al pezzo che già di suo è spettacolare. Chiudiamo lo split con una grande prova artistica eseguita dai Necrodeath. La band infatti, chiude in bellezza presentando una particolare versione di “Helter Skelter” dei Beatles. Con questo pezzo la band si supera decisamente, propone una versione decisamente alternativa che a dirla tutta con il loro stile acquista un altro tipo di fascino. Insomma, Mondoscuro è un lavoro decisamente ben riuscito e onestamente, era scontato perche’ a suonare e a mettersi in gioco sono due pilastri italiani che hanno davvero l’ arte nel sangue.

Read More

Necrodeath

Written by Interviste

Fanno parlare di sé puntuali come un orologio svizzero. Chi? I Necrodeath, storica band Thrash/Black nostrana, portabandiera della musica estrema made in Italy. Con gran piacere abbiamo l’onore di scambiare due chiacchiere con la band. Tra una curiosità e l’altra siamo riusciti a strappare qualche interessante informazione sul gruppo e sul loro nuovo disco The 7 Deadly Sins.

Ciao ragazzi e bentornati su Rockambula. Direi di cominciare l’intervista parlando del vostro nuovo disco intitolato The 7 Deadly Sins. Dove è stato registrato e con quali produttori avete lavorato?
PESO: Ciao a tutti. E’ un lavoro tutto . Due anni di composizione, pre-produzioni all’interno del nostro studio MusicArt (www.musicart.eu), registrazioni e missaggi tutti sotto la supervisione del nostro Pier, a parte il tocco finale del fido Giuseppe Orlando che ci segue da anni ormai nelle nostre produzioni. La masterizzazione invece l’ abbiamo affidata a Simone Mularoni a San Marino.

Delle fasi di registrazione e di mixaggio cosa ci dite, come si sono svolte?
PESO: Come sempre cominciando a registrare la mia batteria, poi seguono tutte le chitarre. Sono quattro tracce di ritmica, due per ogni canale: la solita e l’acustica per gli arpeggi. Finito il grossi lavoro di Pier Gianluca si aggiunge il basso, infine Flegias inserisce la sua voce. Abbiamo fatto tutto in maniera molto diluita nel corso dei due anni di produzione. Avendo ora uno studio personale possiamo lavorare con calma senza stress e arrivare al risultato finale che riteniamo ottimale senza fare le corse.

Mentre riguardo alle tematiche è assodato che vi rifate ai peccati capitali. Ma come mai avete scelto questo argomento, che significato hanno per voi i 7 peccati capitali?
FLEGIAS: Niente di personale, tranne per il fatto che siamo tutti peccatori e quindi conosciamo bene l’argomento. Semplicemente volevamo dare un supporto lirico alla violenza sonora di quest’album e i sette peccati capitali ci sono sembrati la cosa migliore.

Dando uno sguardo al passato c’è qualcosa che cambiereste? Magari una scelta piuttosto che un’altra?
PESO: No nessun rimpianto sulle scelte effettuate in passato.

Invece della collaborazione con la show girl Mila Ramos cosa ci dite? Come è nata?
FLEGIAS: E’ una nostra amica nonché fan del gruppo. La conosco perché abitiamo nella stessa zona e spesso mi chiede consigli sulla musica da adottare nei suoi spettacoli. E’ stata lei a propormi la collaborazione: sapeva che stavo lavorando all’artwork dell’album, e ha voluto darmi il suo supporto che abbiamo accettato più che volentieri.

Avete partecipato al Metal Camp Sicily. Ai vostri occhi come vi è sembrata la riposta del pubblico? C’era affluenza e possiamo dire che il Sud Italia ha qualche speranza con i Festival?
GL: Il Metal Camp Sicily è stato un bel festival e come sempre il pubblico siciliano ha risposto al nostro show con tutto il suo calore… quindi siamo soddisfatti di come è andata. Comunque, indipendentemente dall’affluenza o meno del pubblico, chi ha organizzato un evento del genere in un luogo apparentemente ostile alla musica estrema, riuscendo ad attirare quindi l’attenzione degli appassionati del genere, merita tutto il nostro appoggio.

Sempre riguardo al Metal Camp Sicily, come vi siete trovati con l’organizzazione, siete rimasti soddisfatti? Dareste un parere generale al festival?
GL: Dal mio punto di vista è stato un festival ben organizzato sia per la location che per le band che hanno partecipato, ci siamo divertiti e c’è stata l’occasione di rivedere amici e di stringere amicizia con altri musicisti, quindi mi auguro che ci siano molte altre edizioni del Metal Camp Sicily!

Pare che questa volta in Sicilia non ci siano state complicazioni con associazioni religiose e quant’altro. Ricordo ancora quel brutto episodio al Sikelian Hell Festival. Per caso vi è accaduta qualche altra scocciatura simile negli ultimi anni?
GL: Beh… non voglio commentare quanto accaduto per il Sikelian Hell Fest….si altre volte in passato sono accaduti episodi del genere. Penso che chi ha dei pregiudizi nei nostri confronti sicuramente non ci conosce personalmente e non conosce neanche la nostra musica
.

Farete una pausa prima di riprendere il nuovo tour? Come vi siete organizzati, magari ci dite cosa faranno o cosa hanno fatto in vacanza i Necrodeath?
PESO: Non ci sarà nessun tour di supporto a questo album ma solo date pianificate nei weekend. Perciò rimanete sintonizzati sul nostro sito ufficiale www.necrodeath.net dove potete trovare ogni aggiornamento sui concerti.

Bene ragazzi l’ intervista si chiude qui, concludete come meglio vi pare….
PESO: Grazie a voi per il tempo e il supporto che ci dedicate ad ogni nostra uscita. Ci vediamo in giro.

Read More

Necrodeath – The 7 Deadly Sins

Written by Recensioni

L’invidiabile esperienza e la sostanziosa carriera sono importanti punti di forza per i i Necrodeath, orgoglio tricolore e pilastri del Black/Thrash made in Italy. In quasi trent’anni hanno sfornato eccellenti dischi, partecipato ad importanti festival e girato il mondo insieme ad altre band di un certo rilievo, hanno fatto la storia. Alla base di tutto comunque c’è l’amore e la passione per questa musica: Flegias ad esempio è impegnato anche con Cadaveria mentre Peso tra lezioni e progetti alternativi ha fatto della batteria la sua compagna di vita. Questo grande sentimento li ha spinti a comporre un nuovo disco che non delude affatto le aspettative, parliamo di The 7 Deadly Sins, un album Thrash Metal vecchio stampo, in puro stile Necrodeath. Una caratteristica di Peso e soci sta anche nel progressivo lavoro di mixaggio e registrazione, analizzando album dopo album si percepisce una musica sempre più limpida e pulita, mettendo in evidenza la possibilità di cogliere le chicche del platter che spaziano in un riff, in un assolo o in una sfuriata di batteria. The 7 Deadly Sins si lascia ascoltare con gran piacere, fila tutto liscio dalla prima all’ultima traccia. E’ interessante sbattersi e scuotersi con “Sloth”, il brano d’apertura cantato alternativamente in inglese e in italiano. Oppure possiamo ammirare la grinta contenuta in “Envy” e “Pride”. Una nota di merito va al solito Flegias che si rivela essere una delle miglior voci screaming internazionali. Passiamo direttamente a “Wrath”, il singolo del disco, eseguito nella loro maniera più classica, insomma, il loro biglietto da visita. “Gluttony” e “Lust” invece emanano a tratti delle sinistre e cupe atmosfere mentre “Greed” da la sensazione di avere un retrogusto malsano. Un disco molto ispirato e composto nel migliore dei modi, basti pensare che le sette tracce presenti stanno ad evocare nel numero i sette peccati capitali. L’album si conclude con la rivisitazione di due vecchi brani dei Necrodeath adattati chiaramente al sound di The 7 Deadly Sins, trattasi di “Thanadoid” dal disco Fragments Of Insanity e “Graveyard Of Innocents” dal possente Into The Macabre. Dovete solo acquistare il disco e godervelo, nessuno ne rimarrà deluso, garantito.

Read More

Deathless Legacy – Rise From the Grave

Written by Recensioni

Un po’ di  tempo fa gironzolavo sui social network in cerca di qualche gruppo nuovo, ne trovai abbastanza, tutti di generi diversi ma chi mi suscitò una forte curiosità furono i Deathless Legacy, una band nata inizialmente come tribute dei Death SS. Comunque, caso vuole che mi metto ad ascoltare il loro disco d’ esordio, Rise From the Grave, un lavoro che miscela Gothic, Black ed Heavy Metal con l’ influenza di Steve Sylvester sempre presente non solo musicalmente ma anche per quanto riguarda i costumi e il gusto per l’ orrido. La musica proposta è un concentrato di aggressività ma con un pathos oscuro, sinistro, dovuto anche alle doti canore della singer; innegabile inoltre una certa similitudine con i Necrodeath nonostante la voce femminile.

Rise From the Grave si fa ascoltare con molto piacere, scorre in maniera limpida senza stancare un minuto, anzi, la voglia di sentirlo una seconda, terza e quarta volta è tanta. Parliamo di un disco fatto con voglia e passione da una band che, nel bene o nel male, di esperienza ne ha, soprattutto se contiamo i molti show dal 2008 ad oggi. Guarda caso in uno di questi, precisamente l’ esibizione di Halloween a Firenze del 2011, hanno come special guest proprio il già citato Steve Sylvester. Viene da porsi un quesito: perché un’icona di questo calibro dovrebbe disturbarsi per un gruppo underground del genere? Probabilmente anche il noto rocker deve averci visto del buono e considerando che comunque è stato palesemente d’ ispirazione per il grintoso sestetto, ecco prendere due piccioni con una fava.

In Rise From the Grave le tracce che subito si fanno ascoltare sono in primis: “Will or the Wisp”, la successiva “Queen of Necrophilia” e “Death Challenge”, quelle che subito attirano l’ attenzione per motivi diversi. Andando per ordine, nella prima citata c’è l’ ottima prova di Steva a fare da scheletro, nella seconda troviamo un botta e risposta tra chitarre e batteria eccezionale, mentre nella terza sono le tastiere a creare l’ atmosfera e fare da padrone. Non sono da sottovalutare “Flamenco de la Muerte” e la successiva “Spiders”, anche queste aggressive e dalla tinta cupa. Insomma i Deathless Legacy sono da tener in considerazione e se queste sono le premesse dinanzi a loro c’è solo un futuro roseo, potremmo considerarli una promessa per la musica estrema.

Read More