Il progetto nato a Milano solo quattro anni fa è radicato ben più lontano negli anni; sia nello stile che nelle esperienze dei quattro componenti della band, già protagonisti della scena al fianco di Zona, Pino Scotto, Node, Yak la mente è costretta a tornare indietro fino all’inizio di fine millennio scorso. Proprio per questo, la loro proposta è tutt’altro che originale: onesta gravezza Post Hardcore in lingua madre stile Negazione con lezione Refused ben impressa nella mente miscelata all’immediatezza violenta dell’Hardcore Punk e al casino controllato del Noisecore che a tratti ricorda sia The Locust sia certi Today Is The Day.
La Tua Catena è un macigno in diciassette frammenti aguzzi, diciassette “canzoni” velocissime e dirette, costruite sulle semplici basi ritmiche fatte di due bassi e una batteria a reggere il peso delle parole urlate, cantate a fatica, stravolte, stuprate e sputate sulle nostre orecchie. La violenza non è solo narrata dalle note aggressive dei quattro ma è anche raccontata come il prodotto malsano e multiforme che marcisce e prende sapore ed odore sugli scaffali di questo orrido supermarket che è l’esistenza umana non sotto l’aspetto morale ma piuttosto comportamentale. Le canzoni sono la trasposizione ideale, la mercificazione di questi prodotti incorporei, offerti dai Merkel Market a prezzo scontato affinché assaggiando il male , chi ne è in grado, riconosca la miseria della società occidentale intesa come consumistica e falsamente globalizzata.
Messa da parte la ridondanza metaforica, ciò che resta è un disco sicuramente riuscito sotto l’aspetto dell’immediatezza e della brutalità che un po’ stanca all’ascolto ripetuto, nonostante non raggiunga i trenta minuti, per un’eccessiva omologazione al genere, senza alcuna variazione sul tema che desti reale interesse e fornisca nuova linfa a tutta l’opera. Certo è interessante l’inserto di alcune sonorità “extra occidentali”, così come ottimo è il lavoro di Marco Di Salvia alla batteria, capace di unire tra loro tutti i brani a creare un’entità unica, ma tutto questo non basta a fare di La Tua Catena qualcosa di più di un buon disco Italian Post Hardcore per amanti del genere.