Polistrumentista e produttore italiano di stanza a Londra, Leonardo Salvaro aka Florestano esordisce quest’anno con l’album Noh. Molte delle sue composizioni nascono da pianoforte e percussioni e vengono poi scolpite a suon di campionamenti, in esiti dai ritmi sfasati e dal sound disorientante. Le sperimentazioni spaziano dall’Ambient all’Avant Jazz, una selva sintetica complessa e imprevedibile. Altre volte l’ispirazione giunge accidentalmente e dà vita ad esperimenti insoliti, come in “7 of Diamonds”, generata intorno al sample del rumore del sale da cucina che cade in un bicchiere d’acqua. Salvaro gestisce la Kowloon Records, per cui uscirà anche il prossimo disco degli Aucan.
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florestano – noh
Elettronica strumentale delle più convolute, noh del producer e polistrumentista florestano è un accartocciarsi e uno stratificarsi magmatico e ribollente. Layer di synth, rumori, beat e voci infestanti e inquietanti si ripiegano su loro stessi e gli uni sugli altri, a creare una pasta sonora di una fantasmagoria crepuscolare. Una spirale rotante e ipnotica che afferra l’immaginazione, suadente ma allo stesso tempo preoccupante, come una stanza spoglia o un sogno poco illuminato.
I pilastri del lavoro sono la cura per le ritmiche e l’attenzione nella ricerca del suono, ma anche il gusto per certe melodie spiritiche che s’affacciano qua e là (“Grizzled”, “Broken MP3”). Otto tracce d’elettronica poco tersicorea ma parecchio psiconautica.