Talento atipico quello dell’artista campana Libera Velo, un equilibrio frizzante ed una formula sospesa che torna dopo tre anni di assenza dalle scene con un bellissimo album “Rizoma contro Albero” e già dalla copertina è un preludio all’imbattersi in uno dei dischi più intelligenti dell’ultimo cantautorato in circolazione.
Disco da salopette, ed è proprio così, una tracklist intrisa di frizzante e giochi sonici diretti da una voce limpida ed inusuale, un argentino tecnicamente fonogenico che si rotola nelle preziosità blues, cantautorali folkly e tutto il pindarismo di una artista che profuma di classe e che si concede al pop con la giusta misura che hanno gli sprazzi, i cambi di passo veloci e le folate di vento tranquillo; con un accostamento virtuale alla Ani DiFranco per via della spigliatezza esecutiva “Puca”, “Memo bizzarra”, Libera è una artista che vive dentro e fuori dal tempo, spazia equilibrismi e atmosfere che modulano e mettono in agio assoluto l’ascolto, sia quello legato alle parole, come quello della tessitura sonora, un compendio generale di goduria e profondità che solo i piccoli gioielli posseggono.
Già da tempo – ma qui confermata – l’idea di avere a che fare con una nuova eroina della scena cantautorale “femmina” si è concretizzata, la quadratura del cerchio si è chiusa aprendo una splendida “alatura” che piroetta, si posa, svincola e torna a posarsi con un fare poetico libero e anarcoide di suo; disco anche di grandi collaborazioni, partecipano membri dei 99 Posse, Foja, 24 Grana, Slivovitz e Gnut, e un tornare in pista alla melodia fluttuante, alla caratterizzazione limpida di chi sa essere figlia naturale della grazia. Plateali gli odori di limo e alligatori del Mississippi “Jimmy’s Blues”, “Il Punctum”, l’intimità riflessiva “Questo mio essere brillante”, il battito field che scorrazza in “Mi piace il suo vestito” fino a chiudersi nel mood jazzly che “Zenzero” sigla e da “essenza” coccolona a questo ottimo registrato.
E si, Libera Velo torna a ripopolare le formule e le alchimie di un cantautorato che raschia il barile, e lo fa con una produzione che cattura perdutamente, che ti fa perdere momentaneamente la noia di ascolti vuoti con le sue vibranti “innocenti” fantasie vissute. Welcome!