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Unalei – A sua Immagine
Vi siete mai chiesti come possa essere un disco che unisce il sound e lo stile degli Opeth e dei Novembre con quello degli Alcest o magari degli October Falls? A sua Immagine è la risposta alla vostra domanda. Il disco è nato dalla mente di Federico Sanna, un polistrumentista cantante che, con l’aiuto di Federico Antonio Petitto, ha creato gli Unalei. La prima cosa da evidenziare in questo lavoro sono, senza dubbio, le sensazioni suscitate dai quattro piccoli requiem: un po’ cupe, un po’ romantiche, spesso riflessive. Non sarà difficile farsi travolgere dalle note di “Senhal”, la traccia d’apertura, come non ci sarà da meravigliarsi se durante l’ascolto di “Fattezze Di Rosa” si rimarrà fermi in silenzio, a fissare il vuoto per perdersi nei propri pensieri. Insomma, parliamo di un disco composto con il cuore, senza troppi tecnicismi e realizzato dai sussulti dell’anima. D’altro canto con delle muse ispiratrici così (sono i mostri sacri citati prima) difficilmente non si è deboli di cuore e A sua Immagine ti mette alla prova. Passiamo alle ultime due canzoni: “Della Carne” che tra tutte è quella più armoniosa e la conclusiva “Il Valzer Della Giovinezza” che mette a nudo la vena classica di Federico. Quest’ultima traccia gioca principalmente sulle tastiere, solo alla fine c’è un piccolo accompagnamento da parte della batteria, si tratta di un dolce e soave finale. Un occhio di riguardo va anche alla limpidezza del sound nonostante il disco sia effettivamente un’autoproduzione. C’è veramente un invidiabile impegno dentro A sua Immagine, il giusto slancio che rende fiducia all’operato degli Unalei. Insomma, il consiglio è di ascoltarli con attenzione, i due ragazzi ci sanno fare e come se non bastasse hanno le idee chiare. Il prossimo passo spetta agli ascoltatori