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Annie Barbazza e Max Repetti: Moonchild @ Folk Club, Torino | 05.11.2022

Written by Live Report

A Deep Journey Into the Music and the Poetry of Greg Lake. Il live report della performance torinese.
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Il Video della Settimana: Il Pozzo di San Patrizio – “Articolo 1”

Written by Senza categoria

Il Pozzo di San Patrizio nasce a Salerno nel 1997 esibendosi prima in giro per le strade e nei piccoli locali della città, poi in pub, locali più grandi e piazze del Sud Italia e pian piano di tutta la penisola. Concerti, chilometri, strade, case, centri sociali, applausi, amici, esperienze all’estero… tutto si succede velocemente, fino a che inizia a definirsi l’identità propria del gruppo, basata sulla fusione di Folk, di matrice irlandese e balcanica, e Rock senza compromessi.

Il primo disco omonimo, del 2001, completamente autoprodotto, è seguito nel 2003 da Altri Tempi e nel 2006 da Lucidamente per Ethnoworld label e distribuito da Venus. Nel 2008 esce Hard Folk Café, con la UPR/Edel, etichetta Folk Rock italiana, album composto da brani inediti, alcune tra le piu’ amate hit della band e un omaggio a Vasco Rossi, con il brano “Cosa Succede in Città”, cantato da Lino Vairetti degli Osanna, storica formazione prog italiana. Nel 2010, la band incontra il musicista maliano Baba Sissoko con il quale realizza il progetto “The Eyes Over the World”, che vede la fusione tra i suoni Afro Beat e il Folk Rock irlandese del Pozzo. Quest’anno arriva invece l’album Miserabilandia e con esso il primo singolo estratto, “Articolo 1” che è anche il videoclip scelto dalla redazione di Rockambula per questa settimana. Lo trovate di seguito e in homepage fino al prossimo sabato.

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Sophya Baccini

Written by Interviste

Un artista dalle mille sfumature, una musicista degna di nota e piena d’inventiva, Sophya Baccini è colei che personalmente reputo la Regina dell’ Underground tricolore. Completa su tutti i fronti, abbiamo l’onore di ospitare sulle pagine di Rockambula questa icona del Prog. Tra una chiacchiera e l’altra siamo riusciti a strappare qualche informazione che riguarda lei, i suoi Presence e l’ ultimo disco che ha sfornato da solista con gli Aradia intitolato Big Red Dragon.

Sophya, tanto per cominciare che ne diresti di presentarti a qualche nostro lettore meno informato?

Sophya Baccini, cantante, pianista, autrice dei testi, compositrice. Carriera più che ventennale, una passione che è diventata un lavoro. Ho cominciato con lo studio del pianoforte e del canto, poi ho fatto alcune tournèe come vocalist al seguito di cantanti italiani. Dopo qualche anno ho sentito l’esigenza di dedicarmi alla “mia” musica, ed ho fondato i Presence, gruppo di Metal sinfonico con forti influenze Dark con cui ho pubblicato dal 1990 al 2008 sei dischi in studio ed uno dal vivo, prodotti dalla Black Widow di Genova. La prima cantante, dicono, a creare una commistione tra il Metal, il Dark e l’Opera Lrica, le mie tre grandi passioni. Due dischi come solista all’attivo, Aradìa del 2009 e Big Red Dragon, che è appena uscito. Molti dischi dei Presence, e BRD, sono stati stampati anche in vinile. In occasione dell’uscita del IV dei Presence, Black Opera, sono stata votata, bontà loro, la quarta miglior voce Rock femminile al mondo. Ho fatto dischi con l’orchestra (The Sleeper Awakes dei Presence) ed ho collaborato con tanti gruppi e cantanti della scena Rock e Prog, quali Delirium, Osanna, Banco, New Trolls, ed ultimamente per BRD Christian Decamps, (dei francesi Ange) Sonja Kristina, (Curved Air, che vedeva alla batteria Stewart Copeland dei Police) Steve Sylvester, Roberto Tiranti, Aurelio Fierro jr., Lino ed Irvin Vairetti. Mi piace sperimentare, fare quello che non è mai stato fatto, ma senza finire nella trappola della musica astrusa o incomprensibile.

Sei inserita nel campo musicale in diversi settori con collaborazioni che spaziano da artisti Underground a quelli più noti che addirittura hanno partecipato al Festival di Sanremo. Attraverso la tua ventennale esperienza cosa pensi che manchi ai gruppi o agli artisti meno conosciuti per aver l’ occasione di avere più visibilità e più notorietà? E soprattutto noti una differenza “artistica” nelle canzoni o nei lavori di un artista Underground rispetto ad uno famoso?

E’ sparita la musica dalla televisione innanzi tutto, parlo della musica suonata dal vivo, non ovviamente dei canali tematici che trasmettono video e cose del genere. Sono spariti i generi alternativi dalle radio. Oggi un’emittente a diffusione nazionale o quasi, un network, ti chiede cifre impossibili per trasmettere le canzoni, cifre che soltanto una major può permettersi. Il risultato è che i pezzi che girano sono sempre gli stessi, e l’appiattimento che ne deriva, per chi ha voglia di buona musica, è quasi deprimente. Sono spariti i disc-jockey coraggiosi che pescano nel mondo alternativo e ti fanno ascoltare qualcosa di nuovo e di estraneo al mondo commerciale, ma magari commerciabile! Quando succede, sono sempre artisti stranieri, questo sia perché le major sono ormai quasi tutte straniere, sia per una certa sudditanza che abbiamo noi italiani verso tutto ciò che proviene dall’estero. Peccato, perché la differenza artistica è abissale. C’è tanta spazzatura nell’undeground, c’è anche un’offerta esagerata, ma ci sono anche tante cose bellissime, a volte autentiche perle che andrebbero valorizzate dando una bella spinta e una boccata di ossigeno ai nostri musicisti.

Big Red Dragon è il titolo del tuo nuovo disco che vanta della collaborazione di diversi esponenti della scena Heavy nostrana. Come mai la scelta di queste special guest?

BRD è un disco dedicato alla figura di William Blake, che come sai è stato un vero genio multiforme, pittore, poeta, filosofo, ideologo, inventore. Precursore del Romanticismo, vissuto alla fine del 1700, importantissimo per tutta la cultura Rock e non solo. Stranamente, a parte qualche omaggio isolato tipo copertine o canzoni, non esisteva finora un lavoro incentrato completamente su di lui. Io mi sono concentrata sui suoi lavori pittorici, ho scelto 11 quadri tra la sua immensa produzione e per ognuno ho scritto un pezzo. Quando ho deciso la tematica, ho pensato anche che un argomento così importante meritava degli interpreti altrettanto eccezionali, così sono andata da Massimo (della Black Widow) e gli ho fatto un elenco di “desideri”.. Lui ha accettato la proposta, ha rintracciato tutti e ci ha messi in contatto. Christian Decamps e Sonja Kristina mi sembravano perfetti, uno per la sua voce intensa e malinconica, l’altra per la sua fantastica carriera e il suo timbro unico e dolcissimo. Steve Sylvester era l’unico interprete possibile per un brano come “The Number”, ispirato al quadro della Bestia 666. Stesso discorso per Enrico Iglio, tastierista dei Presence. Loro due insieme lo hanno reso incredibilmente oscuro e potente. Lino ed Irvin Vairetti degli Osanna li conosco ormai da anni, sono innumerevoli le reciproche collaborazioni ed ospitate, ho pensato subito a loro per le parti di Dante e Virgilio ne “La Porta dell’Inferno”. Solo Roberto Tiranti, con la sua estensione illimitata, poteva reggere la tessitura di “Just”. Infine Aurelio Fierro jr., nipote del celebre omonimo nonno, con la sua voce potentissima era l’ideale per cantare la title track, “Big Red Dragon”. Devo dire che tutti hanno accettato con entusiasmo, e mi hanno regalato delle interpretazioni favolose, personali, in una parola uniche.

Insieme a te protagonisti in assoluto in questo nuovo disco sono gli Aradia. Perchè non li presenti al nostro pubblico?

Era sempre stato un mio pallino, un sogno, avere una band al femminile. Per pubblicizzare Aradìa, tra il 2009 e il 2011 avevo fatto alcuni concerti acustici dove c’ero io al pianoforte e voce, Chicco Accetta alla chitarra e Stella Manfredi al violino. Proprio la presenza di Stella, che ho conosciuto tramite Lino Vairetti, mi ha fatto ricordare questo mio desiderio. Tenendo fermo Chicco che per me è inamovibile, ho pensato di affiancare a Stella altre musiciste per questo disco. Ho messo un po’ in giro la voce, e sempre tramite Lino è arrivata Francesca Colaps, la batterista. Giovanissima come Stella – tra l’altro hanno legato subito ed insieme sono incontenibili – si è tuffata nel progetto con una passione ed un entusiasmo favolosi. Lei studia Jazz, quindi il mondo Prog e Dark le era totalmente sconosciuto. Questa cosa mi ha fatto piacere, perché io cercavo proprio un approccio non convenzionale. E’ stata meravigliosa, ha imparato in pochissimo tempo dei brani obiettivamente difficili nelle strutture, ed ha registrato la batteria in studio in pochissimo tempo. L’ho lasciata libera di esprimersi, ho fatto così con tutte loro, perché volevo un gruppo, non dei turnisti. Trovare la tastierista invece è stata un’impresa, quasi avevo rinunciato.. poi una mia allieva di canto mi ha presentato Marilena Striano, ed è stato amore a prima vista. E’ diplomata in pianoforte, quindi ha una base classica che nel Prog è indispensabile, ma ha anche una vastissima esperienza live con gruppi di Pop Rock italiani di fama, cosa che le ha dato uno stile ed un’apertura mentale davvero rari. Ascolta e suona di tutto, dai Pink Floyd ai ZZ Top a Battiato, al commerciale raffinato. E’ suo il pianoforte in Beatrice, che abbiamo registrato dal vivo in sala solo piano e voce. Io le ho dato la linea di canto, e lei ha arrangiato le armonie e le due parti strumentali. Buona la prima! Stella si sta diplomando in violino, e suona anche la viola. Questo suo talento mi ha permesso di arrangiare gli archi come se avessi un’orchestra, e pezzi come “William”, “La Porta dell’Inferno”, “While he’s Sleeping” non sarebbero gli stessi senza di lei. E poi c’è Chicco, che secondo me è il vero valore aggiunto di Big Red Dragon. Suono personalissimo, tocco magistrale, assoli sempre in equilibrio perfetto tra tecnica ed emozione. Particolarmente in “Just” e “Cerberus”, ha suonato in maniera divina! Un bluesman al servizio del Dark e del Metal. Infine, e questa è storia recentissima, da meno di un mese è arrivata Isa Dido, la bassista. Per BRD in studio mi sono occupata io delle linee di basso, che ho suonato con un synth. Ma dal vivo ci serviva un basso vero.. ed ecco Isa. Ce ne ho messo di tempo per trovarla, non mi accontento quando si tratta di musicisti.. lei è perfetta per noi! Brava, colta, carina, innamorata di Jaco Pastorius.

Prima il lavoro con gli Aradia e poi la scelta dell’ ospite d’ eccezione, ma fondamentalmente come sono nati i pezzi, come vi siete mossi?

Ho una piccola attrezzatura qui a casa, che mi consente di registrare e di arrangiare in MIDI i miei brani. Quando ho finito il disco, prima di entrare in studio mi sono resa conto che non volevo fare un altro disco da solista dopo Aradìa, volevo un progetto corale più ampio, un gruppo. Ho cercato gli elementi e quando li ho trovati ho dato ad ognuno di loro le demo senza le loro parti registrate. In questo modo hanno potuto studiare i brani senza farsi influenzare dal mio lavoro, e poi siamo andati in sala a registrare.

Invece dei Presence cosa ci dici, li risentiremo? C’è qualcosa con loro in cantiere?

Stiamo preparando il nuovo disco, sto mettendo le voci sui nuovi pezzi.

Sei napoletana come me, penso perciò che la scena (assente) Hard’n’Heavy partenopea la conosca fin bene anche tu. A parer tuo, cosa credi si debba o si possa fare per farla rivivere o quanto meno crescere l’ affluenza?

La parolina magica è sempre quella: visibilità. Oggi abbiamo il web che ci dà una grossa mano, lo vedo con BRD. Quando è uscito il primo dei Presence, nel 1990, ho speso un patrimonio solo per mandare in giro il disco e farlo conoscere ai critici, alle radio, alle fanzine. Era un’edizione limitata, e se n’è andata quasi tutta in promozionali. Siamo stati fortunati perché siamo entrati in contatto con la Black Widow, altrimenti non saremmo qui a fare oggi quest’intervista, ma per anni l’alternativa che avevo era: spedisco i pacchi o vado in vacanza? La risposta la conosci, ma è stata veramente dura. Anche la sala d’incisione costava tantissimo, mentre oggi ho una piccola attrezzatura qui a casa che mi consente di fare i provini e di abbattere notevolmente i costi. Invece ora, appena è uscito BRD, è bastato mettere l’annuncio sulle mie pagine e qualche pezzo sul canale youtube per vendere subito, e tanto! Una cosa impensabile anche solo 10 anni fa.. Ma in Italia internet non è ancora diffusa a livello capillare. Accanto al web ci vorrebbero le TV libere, le radio. Io accendo la TV e vedo un gruppo sconosciuto che non suona solo musica napoletana, e che mi piace. Magari ho la possibilità di fargli qualche domanda in trasmissione, come fanno quelli della musica napoletana classica, o addirittura i neomelodici, che hanno praticamente monopolizzato lo spazio. So che suonerà in quel locale il tale giorno, me lo vado a vedere. Non ho dovuto fare una ricerca dedicata e laboriosa sul web, cosa che fanno solo quelli che il genere lo conoscono già. Insomma, per non essere più un genere di nicchia, dovremmo finalmente uscire, da questa nicchia.

Del tour cosa puoi dirci, dove suonerai nei prossimi giorni, che date hai fissato?

Ora che il gruppo è al completo, mi sto muovendo per suonare sia in Italia che all’estero. Saremo a Genova sul palco verde del FIM il prossimo 16 maggio, e poi qui a Napoli il 23. Sto chiudendo altre date a Roma e Milano in estate e in autunno.

Sei un artista che stimo tantissimo: coerente, passionale, fedele e piena d’ inventiva, l’ unica vera Regina dell’ Underground. Mi sono sempre chiesto cosa ti ha spinto a restare diciamo cosi di più nell’ ombra dato che di grandi occasioni ne hai avute?

Questa è una bella domanda.. Sì è vero ho avuto e continuo ad avere grandi occasioni, ma mai così grandi da farmi rinunciare a tutto quello che in questi anni ho costruito, con pazienza, con tenacia, con un pizzico di testardaggine. Non sono stupida o inutilmente idealista, non combatto contro i mulini a vento. Se sono qui è perché di buoni risultati, con la mia musica, ne ho avuti. Sicuramente migliori di quelli che avrei ottenuto “vendendomi”, in senso buono ovviamente, alla musica leggera. Questo perché mi ha sempre interessato molto di più la musica che l’apparire. Ho conosciuto tanti colleghi e colleghe che facevano carte false, e avrebbero suonato qualsiasi cosa pur di stare sotto i riflettori. Poi venivano puntualmente scaricati, perché considerati artisti non completi. Adesso fanno altre cose e suonano magari per hobby, mentre io sono ancora qui e pubblico il mio ennesimo album. Non sono prima in classifica? Magari è solo questione di tempo.. No scherzo.. Sai che comunque io lavoro anche in ambiti più commerciali, come arrangiatrice, come corista e vocalist.. beh posso dirti che ultimamente, a causa della crisi che nel settore dello spettacolo è fortissima, sto guadagnando di più con Big Red Dragon, specie da quando è uscito il vinile, che con il resto. Un segno dei tempi? Speriamo!

Bene Sophya l’ intervista si chiude qui, concludi come meglio ti pare…

Saluto tutti i lettori di Rockambula, che ringrazio, e ringrazio te per la visibilità. A chi segue questa musica vorrei dire di dare una piccola chance mentale anche a chi non è diventato famoso negli anni ’70. Le sorprese potrebbero essere fantastiche.. Ciao!

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Sophya Baccini’s Aradia – Big Red Dragon

Written by Recensioni

Volete un’artista con i controcoglioni? Volete una musicista dalla mente brillante e dalle mille potenzialità? Magari siete interessati ad un’ artista coerente, innovativa e senza troppe contraddizioni mentali? Bene, fatevi un giro a Napoli e lusingate Sophya Baccini, una cantante ma prima ancora una musicista dalle qualità indescrivibili. In attività da poco più di vent’ anni e leader dei Presence. Mrs. Baccini si propone di tanto in tanto con qualche uscita di alto calibro che ti fa esclamare: “Che bello, non tutto è perduto”. Ebbene, ci troviamo adesso a parlare di questa sua nuova fatica da solista intitolata Big Red Dragon ma uscita sotto  il moniker Sophya Baccini’s Aradia. Parliamo di un disco che in un certo senso è un concept vista la totale ispirazione alle opere di William Blake preso in considerazione sia come poeta che come pittore. Ci ritroviamo ad ascoltare un candido lavoro che va dal Rock al Classico con qualche piccola sosta nell’ Ambient, insomma un album di un certo spessore, all’ avanguardia e che da subito mette le cose in chiaro. Un altro punto a favore del disco è la teatralità che l’artista ci propone e la canzone “Satan” è quella giusta per farvi comprendere la tendenza del disco. Big Red Dragon vanta inoltre la collaborazione di esponenti di spicco della musica Hard’n’Heavy nostrana, troviamo Christian Decamp degli Anges, Aurelio Fierro Jr. dei Mind Key, Pino Falgiano, Lino Vairetti degli Osanna, Sonja Kristina dei Curved Air, Enrico Iglio dei Presence, Steve Sylvester dei Death SS ed Elisa Montaldo del Tempio delle Clessidre. Insomma, una baraonda di fenomenali collaborazioni che danno un tocco di classe a Big Red Dragon. Una piccola nota da evidenziare è la prova superlativa di Marilena Striano nella traccia “Beatrice”, la musicista (che effettivamente è impegnata per lo più nelle date live che nel disco) ha registrato le parti di pianoforte in studio soltanto su questo pezzo rendendolo parecchio trascinante. Tutti gli altri brani portano la firma Baccini. Abbiamo tra le mani un lavoro decisamente importante capace di esaltare le doti talentuose degli artisti coinvolti come Chicco Acceta, Stella Manfredi, Martilena Striano (nelle live performance come accennato prima) e Francesca Colaps. Tutti questi musicisti danno vita al grandioso progetto Aradia dietro la preziosa guida di Sophya Baccini.

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Banco del Mutuo Soccorso 19/10/2013

Written by Live Report

Negli anni Settanta il Progressive era certamente uno dei generi più seguiti dai giovani e di quella generazione, di gruppi ne sono sopravvissuti non molti (peccato!). In Italia i grandi alfieri erano Premiata Forneria Marconi (meglio nota come P.F.M.), gli Osanna, i Delirium, Le Orme, i New Trolls e il Banco del Mutuo Soccorso. Questi ultimi. il 19 ottobre scorso hanno dato vita a un concerto che raccontava la lunga carriera della band che ha saputo con la sua musica anche conquistare il mercato discografico d’oltralpe spingendosi  a esibirsi persino in Messico e in Giappone.

Tanti gli aneddoti che Francesco Di Giacomo e Vittorio Nocenzi raccontano dal palco del Pin Up, di Mosciano Sant’Angelo (TE) fra una canzone e l’altra, interagendo spesso con il pubblico ma soprattutto tanta la qualità e la perfezione assoluta delle esecuzioni di brani che, diciamolo, non sono certo semplici da suonare in studio  e ancor più live. Non si è assistito tuttavia a una sorta di autocelebrazione (perché si sa che la modestia li ha da sempre contraddistinti) ma a una continua ricerca sonora fatta anche di lunghi assoli e improvvisazioni di tastiere e chitarre che ben si incastonavano le une con le altre. Recentemente è stato ripubblicato anche uno dei lavori più importanti della band, Darwin, in un prezioso cofanetto disponibile in doppio cd e in triplo vinile e contenente l’album in versione rimasterizzata originale e live e un inedito, “Imago Mundi” in cui è ospite un certo Franco Battiato.

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Evoluzione darwiniana a parte, i fortunati che erano presenti alla serata hanno potuto ascoltare tutti i loro più grandi successi, da “Non mi Rompete” a “Il Ragno”, da “750000 Anni fa… L’Amore?”, da “Canto Nomade per un Prigioniero Politico” a “E mi Viene da Pensare”. Un trionfo apparentemente scontato quindi, con fan che nonostante spesso superavano i cinquant’anni, erano sempre attenti ad ogni dettaglio ed eseguivano persino richieste di brani non previsti in scaletta. Purtroppo grande assente della serata è stato lo storico chitarrista del Banco, Rodolfo Maltese, comunque stato sostituito egregiamente. Da segnalare inoltre un merchandising molto fornito di tutte le ultime uscite discografiche e persino di alcune rarità difficilmente reperibili sul mercato “normale”. Insomma nel complesso davvero un gran bel concerto, che se dovesse capitare fra le vostre mani non dovreste assolutamente farvi sfuggire.

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9 gennaio 1972: i Procession dal vivo.

Written by Senza categoria

Venerdì 8 marzo alla Feltrinelli Express di Torino il chitarrista e Donato Zoppo presentano il nuovo disco della leggendaria formazione progressive, tornata alla ribalta con un concerto risalente a 40 anni fa
“9 gennaio 1972”: Marcello Capra ricorda la cult-band dei Procession

Venerdì 8 marzo 2013
h. 18.30
La Feltrinelli Express
Stazione Porta Nuova
Torino

Sarà presente il chitarrista Marcello Capra

Moderà l’incontro il giornalista Donato Zoppo

Un evento storico per i cultori del progressive-rock italiano: è l’uscita di 9 gennaio 1972, il disco dal vivo dei Procession pubblicato da Electromantic Music. Un’opera importante in un periodo storico di grande riscoperta del rock nostrano degli anni ’70. Marcello Capra, oggi affermato chitarrista acustico e fondatore deiProcession nel 1971, ha ritrovato dei vecchi nastri risalenti a un concerto svoltosi il 9 gennaio 1972 al Lio Club di Chieri (TO): una serata speciale dal vivo, un affollato concerto che fotografava il gruppo torinese in una formazione pionieristica, proprio qualche mese prima di realizzare il disco d’esordio Frontiera, ancora oggi amatissimo in tutto il mondo.

9 gennaio 1972 è un fermo-immagine prezioso che testimonia il percorso dei Procession: come quasi tutti i gruppi della primissima ondata prog italiana, la band si cimentava in pezzi del nuovo rock internazionale, daiJethro Tull ai Free, dagli Atomic Rooster ai Led Zeppelin, senza dimenticare la personalizzazione. Gianfranco Gaza (voce solista), Marcello Capra (chitarra), Mario Bruno (organo Hammond), Angelo Girardi (basso) eNico Spallino (batteria): questo l’organico di quella serata del 1972, che presto sarebbe mutato ed entrato in studio per contribuire alla nascita di un nuovo rock italiano insieme a PFM, Banco, Orme, Osanna e tanti altri.

Dopo la riscoperta Capra ha consegnato il materiale a Beppe Crovella, che ha operato il mastering all’Electromantic Synergy Studio, migliorando sensibilmente la qualità dei nastri, realizzati con i mezzi precari dell’epoca. Venerdì 8 marzo alla Feltrinelli Express nella Stazione Porta Nuova a Torino Marcello Capra e il giornalista Donato Zoppo, attento osservatore delle realtà progressive, presenteranno al pubblico e alla stampa 9 gennaio 1972: un tuffo nella vicenda dei Procession, con l’ascolto di alcuni brani del cd e una piccola performance del chitarrista, che suonerà anche Onda luminosa, la sua più recente composizione.

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