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Ritorna il FuoriLuogo Festival al Palazzo del Michelerio di Asti
Dopo il grande successo delle scorse edizioni torna anche quest’anno, organizzato dall’Associazione Culturale Officine Carabà, il FuoriLuogo Festival, un evento unico in Italia all’insegna della multiculturalità e con un programma di respiro internazionale che attinge dai “salotti buoni” della migliore letteratura, arte e musica europea. Le date sono quelle del 23-24-25-26 luglio 2015, per una quattro giorni nella splendida cornice del Palazzo del Michelerio di Asti, prima grande novità di questa edizione. Dopo tre anni di collaborazione con il Comune di San Damiano il festival si sposta infatti nel capoluogo astigiano, in una location altrettanto suggestiva che come di consueto sarà trasformata per l’occasione in una vera e propria città dell’arte, per un’esperienza a 360 gradi con eventi e mostre che andranno ad integrare gli spettacoli. Tra gli ospiti del festival molti artisti stranieri, musicali e non, di rilevanza internazionale. Tra questi Scott Matthews e Nick Mulvey (entrambi per la prima volta live in Italia), Natalie Curtis, Jasper Fforde, Cass Pennant e Zoran Lucic, accanto ad artisti italiani quali Pacifico, Giuseppe Culicchia e molti altri.
Doppio album dedicato a Piero Ciampi
Si intitola Reinciampando – atto primo ed è un po’ la testimonianza del lavoro fatto da Giuseppe De Grassi per diffondere l’opera del livornese Piero Ciampi, a cavallo tra poesia e musica: una testimonianza concretizzatasi in due memorabili concerti romani, il primo al Teatro Argentina, il secondo al Teatro Brancaccio, rispettivamente nel 1990 e nel 1997. Un duro lavoro per far cantare Ciampi ancora una volta e da nomi come Lucio Dalla, Nada, Renato Zero, Franco Califano, Paola Turci & Toquinho, Enzo Gragnaniello… per far reinventare Ciampi, su poesie e testi sparsi grazie a nomi quali Umberto Bindi, Grazia Di Michele, Pacifico, Vinicio Capossela, Claudio Lolli. Oggi, ripubblicato a distanza di quasi di una generazione, resta ancora estremamente vitale ed emozionante e il vero cultore del genere non può non accorgersi di come attorno a tutto questo lavoro siano nate tante iniziative simili ma mai uguali. Mai nessuna con l’incoscienza e la genialità di ciò che propone questo progetto.
Pacifico – Una voce non basta
Il nuovo disco d’inediti di Lugi DeCrescenzo in arte Pacifico, “Una voce non basta”, mette in mostra tutta la bella gioventù pop italiana, parigina, americana, tedesca, turca in circolazione, un disco di duetti e poesia, d’amore e solitudine vinta che l’artista – dopo un periodo non ottimale della sua esistenza – incide in giro per l’Europa, ed è una festa mobile di frasi, pensieri, musica e parole in libertà e semplicità.
Il disco ha preso forma via mail, ed in una quindicina di giorni è stato registrato, ogni traccia è un mondo a sé ed in tutto sono quattordici di questi mondi in cui echi di De Andrè, ballate rock, elettronica, rap e melodia pop spiazzano e fanno un ascolto quasi raro di questi tempi e dove si trova una scrittura di grande cultura pop condivisa con nomi che non è mai facile ritrovarli insieme ed uniti come in questo frangente discografico; l’artista afferma che senza amore un uomo non ha niente, e pare proprio una dolce ossessione che si porta dietro nella vita e nell’arte tanto che il Pacifico Doc lo troviamo in tutte le liriche come nella sua infanzia “Second moon” o nelle perdite interiori “Strano che non ci sei” con Samuele Bersani.
Amore e sguardi nei meandri della società “L’ora misteriosa” dettata con Cristina Marocco, “L’unica cosa che resta” con Malika Ayane, “Semplice e inspiegabile” con Cristina Donà, e poi c’è il mantra quotidiano con due Casinò Royale, Bianconi dei Baustelle che canta il buio in “Infinita è la notte”, il tocco da dj su “Pioggia sul mio alfabeto” con il turco Mercan Dede, Frankie Hi-Nrg che si incazza in “Presto” insieme ai Bud Spencer Blues Explosion, e ancora i Dakota Days, Anna Moura, N.A.N.O. per arrivare alla confessione dolorosa e intima di “A nessuno” in cui un Manuel Agnelli presenzia con un pathos poetico inarrivabile.
C’è uno spirito in ogni canzone che agita, ama, odia e salva tutto quello che non si vuole ammettere o condividere, il bisogno di vita oltre il sopravvivere che non si spezza né si piega, una voglia maledetta di trasmettere oltre il consentito, oltre la bellezza, e questo disco di Pacifico ne è un inno vivo che, con la complicità effettiva di venticinque musicisti, si tramuta in un cantos marvellous senza fine.