I kuTso sono una delle band più particolari della scena musicale italiana, sono stati alla scorsa edizione del Festival di Sanremo, adorano esibirsi dal vivo e vorrebbero la dittatura dei kuTso sulle genti italiche. Ecco una breve intervista per Rockambula.
Sorvolando sulla pronuncia del nome del gruppo e sulla diatriba che ne consegue, partiamo dalla fine. La partecipazione a Sanremo e il nuovo album. Il festival della canzone italiana, il trionfo del nazional-popolare può convivere con la musica dei kuTso?
Certo, nella misura in cui i kuTso hanno utilizzato il festival come una grande vetrina tramite cui divulgare a mari e monti il progetto così com’è, senza farsi fagocitare dall’ufficialità del contesto sanremese.
Essere arrivati in finale, lo ricordate anche sul vostro sito, è già una vittoria. Ma è proprio vero? Meglio vincere Sanremo o vendere dischi? O meglio ancora riempire locali e club in giro per l’Italia?
Meglio sempre riempire i locali tastando sul campo l’entità del consenso intorno alla band. Vincere il festival non era il nostro obiettivo, come non lo era arrivare in finale. Noi volevamo principalmente farci pubblicità e questo è avvenuto. Ora navighiamo a vista cercando di non perdere nessuna occasione e sfruttando al massimo la scia positiva che il festival ha portato.
Siete in “Perpetuo tour”, quanto conta la dimensione live per voi?
Il live è la vita vera della band. Noi siamo essenzialmente dei perfomer che esprimono al meglio se stessi durante le esibizioni dal vivo, utilizzando i propri brani come mezzo di comunicazione con il prossimo.
Un consiglio per chi vi ascolta per la prima volta in concerto?
Abbandonate qualsiasi pregiudizio e approcciate alla nostra musica con la mente sgombra dai suoni e dai cliché musicali che si è soliti ascoltare nel mondo indie come in quello mainstream. Noi siamo una cosa a parte.
Tre aggettivi per definirvi e tre per la vostra musica?
Sporchi
Brutti
Cattivi
Rocambolesca
Roboante
Funambolica
Con chi vorreste dividere un palco?
Con Jovanotti.
I vostri obiettivi per il futuro prossimo?
Arrivare ad avere almeno mille paganti ad ogni concerto in tutta Italia.
Il sogno da realizzare?
La dittatura dei kuTso sulle genti italiche.