PLUNK EXTEND Tag Archive
A NIGHT LIKE THIS FESTIVAL: annunciato il cast definitivo
A Night Like This, festival che negli anni si è guadagnato la fama di fucina di nuovi talenti, annuncia il cast definitivo della sua quinta edizione, il 15 e il 16 luglio 2016. Alla line up vanno ad aggiungersi gli islandesi Samaris, il dj set di Latteria Molloy e di Mattia Barro (L’Orso), Mr Alboh e Marianne Mirage per il live sul pontile del lago Sirio domenica 17 luglio. Ritroviamo dunque ancora una volta nomi di spicco del panorama internazionale – primi tra tutti The Temper Trap (impegnati in un tour europeo e in uscita a giugno con un nuovo atteso album, Thick as Thieves) e Jacco Gardner (in esclusiva italiana) – e alcune tra le migliori proposte indipendenti di quello nostrano, tra cui LIM, Be Forest, Birthh, Anudo e molti altri. La splendida cornice di Chiaverano ospiterà come di consueto cinque palchi in tre diverse location ma, a differenza delle scorse edizioni, il festival presenta una grande novità: un giorno in più e il doppio degli artisti. Sarà dunque l’occasione per il pubblico di passare la notte al campeggio convenzionato e di vivere un intero weekend tra musica, cultura, degustazioni a km zero e natura.
Il cast:
The Temper Trap, Jacco Gardner, Samaris, Be Forest, Ninos Du Brasil, Wrongonyou, Intercity, L I M, Birthh, Anudo, We Are Waves, Il Cielo di Bagdad, The Yellow Traffic Light, Luminal, Dropp, The Circle, Yombe, 99 Problems, Nova Lumen, Bonetti, Verano, Lo Straniero, Il Fieno, Weird Black, Wicked Expectation, Giulia’s Mother, The Floating Ensemble, Erica Romeo, Dagomago, Berg, Plunk Extend, Duprè, Silence Exile & Cunning.
After Party: Celluloid Jam + Mattia Barro (L’Orso) dj set
Lake Me Up: Old Fashioned Lover Boy + Mr Alboh + Marianne Mirage
Bianco: il nuovo video dei Plunk Extend
“Bianco” è il nuovo video dei Plunk Extend, terzo estratto dal disco Prisma uscito a dicembre 2014. Come i precedenti episodi, il clip è stato realizzato da Michele Vairo, Claudio Roveda e Francesca Manuele e continua il percorso musico-visuale della band milanese, che ha deciso di realizzare un brano per ciascuna delle cinque tracce del suo ultimo lavoro.
“Come gli altri video estratti da ‘Prisma’ – raccontano i Plunk Extend – anche ‘Bianco’ rappresenta un percorso che in qualche modo è una fuga. In un’ambientazione fuori dal tempo, lungo le sponde di un fiume, un uomo è affascinato da un mistero che non sa spiegarsi. L’impossibile, o quanto meno l’improbabile, diventa così la spinta che lo porta a cercare una ragione, o forse uno scopo. Ancora una volta è il viaggio a rappresentare la ricerca di una verità. Cosa troverà l’uomo alla fine del suo percorso? Ciò che cercava, ciò che ha lasciato dietro di sé, o un indizio sulla vera natura della sua ricerca?”
“Bianco” è il nuovo singolo dopo “Rosso” e “Nero” tratto da Prisma, lavoro di soli cinque brani – ciascuno intitolato come un colore – che i Plunk Extend considerano come un disco a tutti gli effetti. Prisma è infatti un concept album dove i colori sono una metafora per raccontare storie dal carattere esistenziale, accomunate da un desiderio di fuga e di rifiuto della realtà così come è. I brani sono tutti contraddistinti da un suono art-rock multicolor che ha lo spirito dei Settanta ma si muove nel presente mescolando indie-rock, pop, psichedelia, hip hop, cantautorato, prog e molto altro.
“Nero” è il nuovo video dei Plunk Extend
“Nero” è il secondo singolo dopo “Rosso” tratto da Prisma e uno dei cinque brani – ciascuno intitolato come un colore – che formano quello che, pur avendo la lunghezza di un ep, è per i Plunk Extend a tutti gli effetti un disco vero e proprio. Prisma è infatti un concept album dove i colori sono una metafora per raccontare storie dal carattere esistenziale, accomunate da un desiderio di fuga e di rifiuto della realtà così come è. I brani sono tutti contraddistinti da un suono art-rock multicolor che ha lo spirito dei Settanta ma si muove nel presente mescolando indie-rock, pop, psichedelia, hip hop, cantautorato, prog e molto altro. In concomitanza con l’uscita del nuovo video i Plunk Extend hanno iniziato un mini-tour partito lo scorso 25 marzo dal Barrio’s Cafè di Milano (dove “Nero” è stato proiettato in anteprima). Le prossime date saranno il 18 aprile al Factory Live di Cormano (MI) e il 23 maggio al Garbage Live Club di Pratola Peligna (AQ).
Plunk Extend – Prisma
All’apparenza un Ep di cinque pezzi, nella realtà un vero e proprio disco quello d’esordio dei Plunk Extend, artisticamente vario e imprevedibile, mi concentro ed inizio ad ascoltare Prisma. Le canzoni prendono il nome di cinque colori (Blu, Nero, Bianco, Rosso, Verde), cinque colori che rappresentano le diverse personalità della band stessa, Prisma non vuole assolutamente seguire una linea, vuole mostrare ogni volta una facciata differente, non vuole mai dissiparsi nella convenzionalità. “Blu” apre il disco con una chitarra capace di rapire le papille gustative, la ritmica tiene alta la tensione, il testo tiene impegnata l’attenzione. Insomma, parte molto bene Prisma, nella maniera in cui speri possa sempre iniziare un disco. Avete presente quando una giornata parte nel migliore dei modi? “Nero” cambia completamente aria, certo che rimaniamo sempre sul Pop Elettro Acustico, ma il cantato nelle strofe assume tonalità prettamente Hip Hop, le chitarre a tratti trasudano Folk, una cosa tanto nuova quanto inaspettata. I Plunk Extend decidono di non dare mai niente per scontato, questa caratteristica riesce a renderli in un certo senso controcorrente, non amano troppo catalogarsi nella definizione di un genere. “Bianco” è dolcemente cantautorale, della classica scuola italiana dei cantautori, una perla carica di sentimento, le emozioni iniziano ad intrecciarsi indissolubilmente. Potrei urlare tutto l’amore che ho dentro quando un finale tipicamente Coldplay inizia a far cavalcare gli strumenti verso una trionfale conclusione. Poi arriva “Rosso” e non poteva essere altro che potenza, rabbia e passione. I riff in progressione volteggiano in stile Ska, qualche lontano riferimento al Metal Hc (ma solo i profumi più nascosti, sia chiaro). “Verde” è la speranza, la speranza di portare un nuovo modo di comporre musica, i Plunk Extend suonano musica di un’altra galassia, una roba ancora sconosciuta al comune mortale. Dietro Prisma c’è tecnica, sperimentazione e soprattutto tanta voglia di stupire. Io vedo questo album come una mano di poker, cinque carte da spizzare lentamente, una per volta. Dopo i precedenti lavori in lingua inglese i Plunk Extend dimostrano largamente di saperci fare anche con l’italiano, sono una band innovativa a cui andrebbero rivolte tutte le migliori attenzioni del settore. Io un disco del genere potrei ascoltarlo in qualsiasi condizione emotiva, riesco sempre a trovare quello di cui ho bisogno. A voi sembra poco?
La Band della Settimana: Plunk Extend
I Plunk Extend nascono nel 2006 da una telefonata di Pidi a Dani. Errano per anni, cambiando line up, contenuti e stile, componendo, suonando e registrando, procedendo per tentativi. Nel 2012, dopo anni di rock in inglese ed esperimenti vari, imboccano una nuova strada, iniziando a lavorare sul primo lavoro di un nuovo corso. Per chiudere il periodo e ricominciare, raccolgono le loro ultime composizioni in Marvellous Kaleidoscope Rollercoaster (2013), EP lo-fi con le prime canzoni in italiano, di un Rock elettrico sporco e ironico. Subito dopo iniziano un lungo percorso di auto-definizione che li porta a registrare in totale autonomia il loro primo vero disco: PRISMA (2014). I Plunk Extend suonano meticci e variopinti: un Art-Rock spesso concettuale ma sempre accessibile, leggero ma brillante, che sta da qualche parte tra una batteria imprevedibile, un basso liquido, un’iridescente chitarra acustica e un acido tappeto elettrico. Cantano di fantasie più o meno ridicole con in faccia un ghigno che è quasi un sorriso. Sono in cinque, e non sarebbero diversamente.
“Rosso” è il nuovo video dei Plunk Extend
Non un Ep ma un disco vero e proprio per la band che qualcuno ha definito “totalmente priva di senso comune”. Cinque tracce corrispondenti a cinque colori per un Art Rock multicolor che ha lo spirito dei Settanta ma si muove nel presente con un cuore psichedelico, Pop e visionario. Cinque tracce per cinque colori, ognuna a rappresentare le singole personalità dei Plunk Extend, formazione dedita ad una forma rotonda e imprevedibile ad alta gradazione emozionale. Questo in buon sintesi è il concept che si cela dietro Prisma, il primo vero disco del quintetto milanese in uscita a dicembre su etichetta QB Music anticipato dal videoclip del primo singolo intitolato “Rosso” da oggi disponibile su YouTube per la regia di Michele Vairo.
AltrocheSanRemo Volume5. Ecco vincitore e classifica completa!
Dopo un inizio entusiasmante il cantautore Borghese mette a segno un allungo che sembra chiudere il conto già dalla prima settimana. E sarà proprio lui a conquistare la quinta edizione del concorso AltrocheSanRemo con circa il 30% dei voti. I più vicini a scalzarlo dal posto più alto del podio, gli Earthset con il brano “A.S.T.R.A.Y.”. Seguono gli Allcost e la band, tutta al femminile de La Sindrome di Cassandra.
Ecco la classifica completa. Appuntamennto rinnovato per il Volume6 e a prestissimo con l’intervista a Borghese.
- Borghese – Bella Ciao
- Earthset – A.S.T.R.A.Y.
- AllCost – Musical Suicide
- Sindrome di Cassandra – Proiettili
- Waste Pipes – For All the Time We Waste
- Plunk Extend – Please Don’t Kill my Soap Bubble
- Gianluca Torelli aka Alvaro Van Houten – Alternate Take
- Evil – Mae
- Recs of the Flesh – You Kill
AltrocheSanRemo Volume5: pronti, partenza, VIA!!!
Dopo la lunga pausa estiva, torna il tanto atteso contest AltrocheSanRemo, giunto ormai alla quinta edizione. Come ormai saprete, alla gara partecipano nove artisti, il cui brano resterà in ascolto streaming sulla nostra home per 1 mese. Ogni lettore potrà votare, anche più artisti contemporaneamente, e solo una volta al giorno. Lo staff di Rockambula avrà la possibilità di escludere una delle band in gara se dovesse rilevare irregolarità nella votazione. In palio, un pacchetto promozionale Rockambula che prevede una recensione, una intervista, un video nella sezione video della settimana, nomina a band della settimana e banner in home per oltre 1 mese.
Non vi resta che votare. Ecco gli artisti in gara:
Allcost – Il Progressive riletto in chiave moderna
Gianluca Torelli aka Alvaro Van Houten – Un Folk/Blues singer e un cantautore solista, divertente e ironico
Waste Pipes – Il buon sano, duro e spettacolare Rock alla vecchia maniera
Evil – L’incontro tra vecchio e nuovo che si fondono grazie alle qualità eccelse dei quattro Evil, voce compresa
Borghese – Dietro una maschera si cela una delle più belle promesse del cantautorato italiano
Recs of the Flesh – Dalla Sardegna un Rock oscuro e tagliente che sfugge alle normali definizioni di genere
Earthset – Con una giusta dose d’ironia, i quattro Earthset riprendono le strade del Grunge in chiave psichedelica
Plunk Extend – Si definiscono Art Rock ma non abbiate paura, le loro sono semplici canzoni in italiano, bellissime.
Sindrome di Cassandra – Esistono ancora band di sole donne capaci di fare un bel Rock incazzato e romantico?
Non vi resta che votare, votare e votare fino al 24 novembre. In bocca al lupo a tutti!!!
Addio alla Pirateria musicale. Forse.
Mentre il mondo della musica si divide tra chi difende e chi attacca il download illegale, nel sottobosco della scena ultra emergente il free download diventa sempre più uno strumento utile per far circolare la propria musica e incrementare il numero di seguaci i quali, si spera, vedranno poi i concerti, compreranno il merchandising e supporteranno quelle stesse band che hanno messo la loro arte in condivisione gratuita. Ma qual è la strada e il futuro della pirateria musicale? Lo abbiamo chiesto proprio alle band che alimentano quel sottobosco, emergenti, esordienti, giovanissimi ma anche meno giovani che hanno iniziato a inseguire un sogno con un poco di ritardo senza tralasciare qualche nome ormai affermato, pezzi di storia dell’Alt Rock italiano che ancora hanno tanto da insegnare ai più giovani.
A loro abbiamo fatto queste semplici domande:
Download illegale. Pro o contro? Chi è la vera vittima del download musicale illegale? Come riuscite voi a far quadrare il bilancio, se i dischi non si vendono? Se foste la band più famosa del pianeta, oppure una meteora che deve trarre il massimo da quel breve periodo di notorietà, sarebbe la stessa la vostra posizione in merito al download illegale?
Ecco cosa ci hanno risposto:
Gianni Vespasiani (Fake Heroes e Too Late To Wake)
Non riesco a prendere una posizione netta a riguardo, si tratta di eterna lotta tra poesia ed economia. Economicamente (ovviamente) sono contro, ma pro se guardo alla mia posizione di artista emergente che come primo desiderio ha quello di far ascoltare le proprie produzioni. Chi è la vittima? Dipende di quale livello di notorietà si parli. In linea di massima sia le etichette che gli artisti sono vittime, soprattutto noi emergenti. Stiamo vivendo comunque una fase di cambiamento: i CD si vendono sempre meno e i fruitori pretendono accesso libero alla vasta proposta che c’è. Ecco perché il successo di Spotify. In teoria noi artisti dovremmo guadagnare almeno con i live e attraverso il merchandising, visto che i dischi non saranno più una forma di approvvigionamento economico. Qui si aprono due altri problemi: il monopolio della musica live e il disinteresse nell’inedito da parte della massa. Personalmente manterrei la stessa posizione in merito, facendone ovviamente una questione etica. Il primo obiettivo per cui ho imbracciato una chitarra non è stato quello di guadagnare. Proverei in entrambe i casi a reperire dai live il profitto necessario a proseguire il mio percorso artistico.
Alessandra Perna (Luminal)
Scarico dischi e non vedo perché altre persone non dovrebbero farlo con i miei. Se c’è un assassino quello è Internet, non del mercato musicale ma dell’arte in generale: ci ha dato la possibilità di non annoiarci mai, quindi ci ha tolto la possibilità di creare delle grandi opere d’arte. (E ci fa sentire tanto artisti sul web quanto siamo insignificanti nella vita reale.) Quando ci sarà un bilancio da far quadrare probabilmente starò facendo un altro mestiere. Se i Luminal diventeranno la band più famosa del pianeta poi ne riparliamo.
Lorenzo Cetrangolo (Plunk Extend)
Il download illegale ormai fa parte della vita di tutti, e non è certo compito mio giudicare se è un bene o un male. So solo che se un ragazzo di vent’anni dovesse comprare tutti i dischi che servono per rimanere veramente aggiornato su ciò che accade, avrebbe bisogno di qualcosa di più di uno stipendio mensile (ammesso che l’abbia). Le vittime del download illegale sono, economicamente parlando, etichette e artisti, ma questo è bilanciato da una più facile messa in circolo del materiale. Ci sono meno soldi per fare dischi, ma non credo che la musica ne abbia risentito più di tanto. Noi il bilancio non tentiamo neanche di farlo quadrare: avere una band è un progetto economico costantemente in perdita. È così e non c’è molto da fare: se te la senti lo fai. Io non riuscirei a farne a meno in ogni caso, quindi chissenefrega. Se fossimo la band più famosa del pianeta, avremmo mille altri modi per fare soldi, per cui sì, la posizione che avrei sarebbe la stessa.
Silvio Mancinelli (Straphon)
Sono contro l’illegalità perché chi produce deve essere ricompensato. La vittima é sempre la band. Non si quadra il bilancio se non sei la star. Sempre più spesso leggo di grandi gruppi inglesi o U.S.A. che fanno altri lavori . Chi fa deve essere pagato sempre.
Danilo Di Feliciantonio (Starslugs)
Sono pro download illegale perché qualsiasi cosa danneggi l’industria musicale mi trova favorevole. Si fanno quadrare i conti cercando di riappropriarsi dei mezzi di produzione, acquisendo sempre maggiori conoscenze tecniche e comunicative, evitando terzi e quarti passaggi che fanno lievitare i costi di realizzazione e vendita di un supporto. Si guadagna il rispetto di chi ascolta e si cerca di suonare dal vivo il più possibile per essere supportati, non “sopportati”. Non vorrei essere mai famoso o una meteora che deve monetizzare, se questo implica il dover correr dietro al primo che scarica un nostro pezzo o un nostro disco.
Angelo Violante (Borghese)
Niente ipocrisie: anche io scarico illegalmente. Con i sistemi tipo Spotify e Deezer ho diminuito per lo meno i sensi di colpa derivanti dal mio download selvaggio; di poco, visto la quota irrisoria e irridente di diritti che queste piattaforme restituiscono agli artisti. Penso che la soluzione di tutto sia la proposta live: sarei disposto a sacrificare la vendita se per me fosse facile trovare spazi adeguati dove suonare la mia musica e far pagare il mio concerto. Mina e Battisti hanno costruito imperi senza live, ora l’esigenza è opposta. E renderei obbligatoria una quota di trasmissioni in radio di produzioni italiane, come si fa con il buon vino o un buon formaggio, altre forme di arte nostrana.
Gianluca Torelli (Alvaro Van Houten)
Penso che per i download “illegali” bisogna applicare lo stesso discorso che si applica per fumo, alcol o qualsiasi altro bene illegale: tutto sta nelle scelte che noi facciamo, cioè, se vogliamo scaricare per fare uno sfregio a qualcuno o per necessità è dato solo a noi saperlo. Per il resto, io mi sento a favore del download musicale illegale perché credo sia un’evoluzione di quelle che una volta potevano essere le “cassettine” che ti facevi registrando le canzoni alla radio, inoltre, è un modo per reperire musica introvabile. E poi, le cose illegali sono più belle perché c’è l’innato fascino del proibito che è da sempre parte fondamentale dell’essere umano.
Nella seconda parte troverete le restanti interviste realizzate da me con Danilo Di Nicola (The Incredulous Eyes), Maurizio Schillaci (De Rapage), Umberto Palazzo (Santo Niente) e Marco Lavagno (Waste Pipes) più una introduzione affidata alle parole di Ulderico Liberatore in collaborazione con Silvio. A giovedì prossimo.
Di seguito una parodia del famoso spot antipirateria a metà tra il sarcastico, il divertente e il provocatorio.