Post-Hardcore Tag Archive

10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #26.05.2017

Written by Playlist

GOMMA + The Rodriguez + HÅN @ Linoleum – Rock’n’Roll, Milano 13/01/2017

Written by Live Report

Il venerdì milanese da un po’ di tempo si colora di Punk grazie ai ragazzi di Linoleum. Una serata, ma anche un gruppo di persone che sono cresciute molto, diventando un punto di riferimento e di certezza musicale per molti ragazzi e non solo. Le carte vincenti sono certamente l’ingresso gratuito e il format della serata, che unisce live e dj set, ma non sono da meno le intelligenti e spesso alternative scelte musicali, che hanno portato sul palco del Rock’n’Roll molti gruppi di livello e anche tante band emergenti.

Onestamente vedere cosi tanta partecipazione, con la gente accalcata per band emergenti o molto giovani, non può che far piacere e, infatti anche venerdì scorso, 13 gennaio, il trend positivo di partecipazione non è stato disatteso. Questa volta il colpaccio era la partecipazione dei giovanissimi Gomma, ultima ‘creatura’ della V4V Records, che quest’anno a mio avviso non ha mancato un colpo. Basti pensare alle uscite del 2016 di And So Your Life Is Ruined, Mary In June, Le Sacerdotesse Dell’Isola Del Piacere e Bruuno. L’hype e il rumore generato intorno a queste giovani promesse sono cresciuti talmente tanto nell’ultimo periodo che l’occasione di testarli live, non poteva non essere colta.
Partiamo dall’inizio, il live inizia puntuale, come da programma, e a salire sul palco in apertura troviamo due giovani realtà: il duo bresciano Hån, che propone un Indie Pop elettronico, dalle atmosfere rarefatte, ricco di effetti e delay e corredato da una voce leggere ed eterea, e i The Rodriguez, band dal sound più Garage, notevolmente più sporchi nei suoni ma anche meno precisi e gradevoli all’ascolto. Lo spazio sottoterra del Rock’n’Roll a questo punto della serata è già ben saturo, e al piano di sopra la gente si accalca per un posticino che forse non arriverà. In questo clima così underground arrivano sul palco i protagonisti Gomma e il loro album, fresco di uscita, Tocka.

I ragazzi, per nulla timidi, fanno le cose per bene, con una parte strumentale potente, onesta e ben suonata, dove i suoni si amalgamano alla perfezione richiamando alla mente la forza e l’irruenza del Post Rock di gruppi come Fine Before You Came e Gazebo Penguins, ma con la sfacciataggine e l’irriverenza più vicina al Post Hardcore americano di qualche decennio fa. L’energia è tale che, nonostante lo spazio sia poco, le prime file trovano il modo di pogare e sfogare tutta la forza dei suoni in sudore e spintoni. Ci sono pezzi che hanno un grande impatto come “Aprile” ed “Elefanti”, anche se la scelta vocale che predilige un parlato/urlato nella maggior parte dei pezzi rischia di rendere statica e poco dinamica la performance generale. I pezzi e i minuti scorrono veloci e in chiusura c’è posto anche per una cover/omaggio dei Fugazi che in questo caso non riesce a convincere a pieno. Nonostante qualche passo falso e tanta strada da fare i giovanissimi casertani dimostrano sul palco di avere capacità musicali, l’attitudine e l’animo molto Punk. Sarà per questo, ma non posso che tornare a casa contenta e certa di tornare nuovamente al Linoleum. I gruppi annunciati per l’anno nuovo sono molti e molto interessanti. Al momento gli appuntamenti promossi per il mese di gennaio vedranno sul palco venerdì 20 Hermit, Fade e gli Edless e venerdì 27 Be a Bear, La Festa e La Suerte.

linoleun

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Mary in June, il videoclip di “Confini” e il live al Garbage Live Club

Written by Live Report, Novità

Esce oggi Confini, il nuovo videoclip dei Mary in June, il terzo estratto da Tuffo, l’album della band romana uscito nel 2016 per V4V Records, a conti fatti tra i lavori più interessanti che abbiamo ascoltato lo scorso anno.

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Top 30 Italia 2016 | la classifica di Maria Pia Diodati

Written by Classifiche

10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #25.11.2016

Written by Playlist

10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #07.10.2016

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10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #23.09.2016

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letlive. – If I’m the Devil…

Written by Recensioni

Se dovessi trovare un tema portante per il nuovo disco dei letlive. questo sarebbe senz’altro il coraggio. Il coraggio di cambiare pelle, di affrontare chi non capirà le loro decisioni, di fare buon viso a cattivo gioco anche davanti la possibile perdita dei fan più bacchettoni.

Già da “I’ve Learned to Love Myself” ci ritroviamo spiazzati davanti a una dose di malinconia talmente massiccia da massacrarci l’anima. Che fine ha fatto la band artefice di dischi rabbiosi come Fake History o del più recente The Blackest Beautiful? Mistero. C’è qualche avvisaglia del passato in “Good Mourning, America”, political song che affronta un argomento delicato come la discriminazione femminile. Però poi con la struggente “Who Are You Not” si percepisce ancora quel malessere che solo un cuore spezzato può comprendere. Sul loro sito capeggia la scritta a caratteri cubitali The Soul Punx Experience: di Punk ne è rimasto ben poco (“Elephant”), di Soul ne troviamo a bizzeffe in “A Weak Ago”, spaccato di un improbabile incontro tra i Nirvana e Michael Jackson. Paradossalmente l’episodio più claudicante è “Another Offensive Song”, sicuramente il pezzo che ricalca maggiormente le orme delle fatiche precedenti, ma che qui fa la figura becera del pesce fuor d’acqua. Pregevole però la scelta di piazzare la canzone più forte proprio prima delle due conclusive che sono l’apice della sensibilità di una band che si toglie di dosso ogni forma di acredine. “If I’m The Devil…” e “Copped Colored Quiet” mettono il punto a uno dei lavori meglio riusciti dell’anno in corso, dove ogni singola composizione resta impressa e riconoscibile anche a un ascolto poco attento.

Quando il rinnovamento coincide con il miglioramento c’è poco da fare. Ogni ulteriore parola spesa sarebbe superflua. Chapeau!

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Cronauta – The Bullring

Written by Recensioni

Ci vuole una buona preparazione fisica e psicologica per far fronte all’onda anomala che da Finale Emilia travolgerà le vostre case, spazzerà via tutto, lasciando solo detriti. The Bullring è il primo disco edito dall’etichetta danese 5Feet Under Records per gli Hardcore heroes Cronauta ed è tranquillamente riassumibile come il suono della frantumazione. Nevrotici come i These Arms Are Snakes, inclassificabili come i Melvins, in Italia solo i Die Abete reggono il confronto per il livello eccessivo di pazzia espressa. “We Knew Well a Lip-Service Payment Would Have Followed the Statement” ed il singolo “Harangue” danno il via alle danze e subito la voce di Nicolò si scatena, senza dare respiro nemmeno per un secondo a uno sprazzo di melodia. C’è solo qualche spiraglio Experimental Jazz a intervallare l’incedere furioso, ma è davvero poca cosa. Così le parole incomprensibili ruggite fuori dall’ugola del cantante finiscono per fare da sfondo a un tappeto Mathcore tessuto dai tempi dispari della sezione ritmica. È però un qualcosa che metti in conto se ti avventuri in un ascolto simile. “Gentlemen’s Agreement” è un brano beffardo: in quattro minuti di canzone, uno di questi è dedicato a un intro rilassante che non lascia presagire a come sarà il seguito. Dobbiamo essere furbi noi ad essere impreparati, ma non troppo. “Mancuerda” ci regala la prima sorpresa con un giro di chitarra Noise inaspettato che molto deve a Duane Denison dei Jesus Lizard. Un assalto all’arma bianca che soddisfa un bisogno primordiale di smorzare i ritmi altamente schizzati dell’album. “Arizona Law in Northern Italy” mi ha ricordato tantissimo il sound degli Snapcase, soprattutto dal punto di vista vocale, anche se con i Cronauta nulla è circoscritto ed è lecito uscire dal recinto della prevedibilità. La chitarra di Niccolò cambia continuamente forma, passando dal caos a un riff quadrato e ragionato, trovando un riscontro perfetto nel resto dei compagni d’armi, impeccabili e facenti sfoggio di una padronanza strumentale eccelsa. The Bullring è un disco potente e prepotente, non adatto ai deboli di cuore e a chi vive la musica come una fonte di relax. Tutti gli altri non abbiano paura di dare una chance a questi camionisti, anche perché “87% of the Homicides Are Committed by Truck Drivers”.

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Fall Of Minerva – Portraits

Written by Recensioni

Portraits segna l’abbandono dell’autoproduzione per i vicentini Fall Of Minerva e il conseguente approdo alla Basick Records. Dopo tre EP registrati tra il 2010 e il 2013, può questo lavoro segnare la loro naturale evoluzione?

L’inizio è confortante: “Beyond The Pines” ha un incipit claustrofobico che fa da contraltare all’aggressività del resto del pezzo, dove una batteria articolata vibra dei colpi di rullante che paiono pietre volte a tumulare una lapide. Formula identica per “Novocaine” anche se in questo caso specifico è la voce di Sido a mettere le cose in chiaro, urlandoci di indossare i caschi protettivi perché le sue parole sono una pioggia incessante di granate. “Träume” è l’unico brano con il testo in italiano e per l’occasione a Sido si affianca Luca Rocco, cantante degli Storm{O}. Ne viene fuori un marasma urticante che è un ibrido malcelato di fragore ed estemporanea melodia. La medesima potabilità che fa di “Green Ghost” l’unico episodio serafico, se escludiamo la strumentale “Sguardi Nel Buio”. Di tutt’altro aspetto “Demagogy”, una traccia che possiede tutta la violenza di cui sono capaci i The Dillinger Escape Plan, amplificandola in modo crescente all’interno dei nostri padiglioni auricolari. Ci sembrerà di avere il cervello in fiamme.

Questa volta i Fall Of Minerva hanno fatto il botto, sfruttando al meglio i mezzi a disposizione per confezionare un disco che non delude e che agisce come un Navy Seal: mantenendo un basso profilo e senza lasciare scampo.

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Marnero | Intervista ai pirati dell’Hardcore italiano

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Bruuno – Belva

Written by Recensioni

Tra screamo e post-hc, la band esordisce con l’EP su etichetta V4V.
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