Post-metal Tag Archive
Frail Body – Artificial Bouquet
Written by Daniel Molinari• 3 Aprile 2024• Recensioni
L’angoscia suburbana tipica del Midwest rurale è il terreno di coltura di un album potente, viscerale e liberatorio.
Continue ReadingAgriculture – Agriculture
Written by Francesca Prevettoni• 21 Settembre 2023• Recensioni
Le sonorità più estreme si fanno veicolo di un messaggio carico di tensione positiva: il quartetto “ecstatic black metal” di L.A. sorprende sovvertendo ogni cliché.
Continue ReadingBIG|BRAVE – nature morte
Written by Daniel Molinari• 24 Febbraio 2023• Recensioni
Un santuario noise che si muove lentamente in una danza feroce sprigionando un universo heavy contemplativo e catastrofico.
Continue ReadingAsian Glow & sonhos tomam conta – Dreamglow
Written by Silvio Don Pizzica• 13 Gennaio 2023• Recensioni
Corea e Brasile si incontrano per dare vita a una insolita fusione di generi.
Continue Reading10 dischi usciti quest’anno (perché sì)
Written by Maria Pia Diodati• 19 Luglio 2019• Recensioni
Tra le novità 2019 i lavori di Orville Peck, MorMor, La Batteria…
Continue ReadingRecensioni #18.2018 – Tomat Petrella / The Whip Hand / The Rambo / Lachlan Denton / PinioL / Ropsten / Truemantic / Nereide
Written by redazione• 26 Ottobre 2018• Recensioni
10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #23.06.2017
Written by Maria Pia Diodati• 23 Giugno 2017• Playlist
Dotzauer – Deep
Written by Lorenzo Cetrangolo• 11 Gennaio 2014• Recensioni
I trevigiani Dotzauer si inabissano nel loro album d’esordio Deep, un concept sull’affogare, tema affascinante e veramente adatto alle sonorità sommerse, lente e interiori che il trio riesce a ricreare in sei (lunghi) brani di un Post Metal all’apparenza cupo e riflessivo, ma che in realtà non risulta poi così difficile all’ascolto. Ecco, forse il pregio dei Dotzauer è proprio questa capacità di miscelare il suggerimento di una pesantezza (“Organic Silver”, o il corpo centrale di “Air Hunger”, con il suo incedere Sludge dai riff ruvidi e martellanti), con atmosfere iridescenti, più acide e frizzanti (“Water Buries the Skyline” o l’inizio della stessa “Air Hunger”, dove si toccano attimi di intenso Post-Rock), fino a raggiungere fondali Ambient quasi fossero pause fra un’immersione e l’altra (“Deepster”, quattro minuti di un soundscape pressoché perfetto).
L’unico particolare che non riesce a soddisfarmi fino in fondo riguarda il cantato, curato da Alberto Brunello degli Whales and Aurora: un growl monocorde e che dal secondo brano in poi inizia ad annoiare, per poi rilassarsi giusto all’inizio sia della quarta che della quinta traccia, dove riprende in naturalezza. Intendiamoci: tecnicamente il risultato è più che sufficiente, ma si ha come l’impressione che il comparto vocale sia per i Dotzauer un aspetto secondario, magari non a livello produttivo, ma, implicitamente, nell’economia generale del disco. Forse avrei preferito una maggiore varietà vocale, o forse, semplicemente, mi attanaglia la curiosità di poter un giorno ascoltare i Dotzauer misurarsi con una produzione 100% strumentale, sento che il risultato potrebbe essere parecchio interessante.
Al di là di queste piccolezze, Deep (altro esempio di oculatezza da parte di Red Sound Records, che continua a produrre dischi sensati e con un taglio molto netto e competente) resta un album che mantiene ciò che promette. Un album da riascoltare, da perdercisi. Da tuffarcisi dentro, anche: da cui farsi sommergere. Ci vediamo sul fondale.