C’è poco, pochissimo da dire di Aloha Krakatoa, ultimo disco dei Boxerin Club: ma c’è tanto, tantissimo da provare, sulla propria pelle e nelle proprie orecchie. Aloha Krakatoa è un disco freschissimo, dove finalmente possiamo vedere un gruppo (italiano) che evita la trappola dei generi e delle etichette per regalarci undici tracce di variopinta festa sonora. I Boxerin Club suonano una musica perlopiù solare, danzereccia, tropicale, tra chitarre acute e frizzanti, percussioni assortite, cori orecchiabili, ritmi frenetici, trombe, marimba… un portale magico pronto a scaraventarci su una spiaggia all’equatore con la semplice pressione del tasto play.
Il disco è un vero frullato di stili, un concentrato di tutto ciò che può trasportarci al sole e all’estate in qualsiasi momento di una qualsiasi fredda giornata qualunque. Alcuni episodi spiccano per numero di trovate e per riuscita del trucco magico (penso a “Bah Boh”, ultimo brano composto, in cui si sente di più la mano del produttore – Marco Fasolo, già nei Jennifer Gentle –, o al primo singolo, “Caribbean Town”, o, ancora, alla più datata “Hedgehogs”, che i cinque Boxerin Club hanno fortunosamente eseguito anche per strada davanti ad un sorpreso Puff Daddy o come diavolo si fa chiamare ora), ma anche il resto del disco regala momenti di calore vario (“Cloud’s Roll Away”, “Boys Are Too (Lazy)”), o attimi più sospesi ma sempre esotici (“Northern Flow”, “It Takes Two to Tango”, “Clown”, “Try Hocket”), per poi terminare con i ritmi indiavolati e le voci rilassate di “Black Cat Serenade” e la sua coda strumentale da manuale.
Aloha Krakatoa è un disco d’evasione, ma ce ne fossero… Un disco che non si spaventa nel voler divertire, nel voler far ballare e sballare, così pieno di ritmo, luce, calore, in ogni piega, in ogni angolo. Ai Boxerin Club il merito di averlo saputo mettere in piedi senza preoccupazioni, senza affanni, ma con la voglia intensa e sincera di suonare liberi e divertenti. A noi, invece, la possibilità di gustarcelo almeno fino a questa estate.