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Shed of Noiz – Re: Son

Written by Recensioni

Ci son voluti poco più di quatto anni per la pubblicazione del primo album degli Shed of Noiz, band fondata da Mattia Salvadori, Dario Sardi, Giulio Panieri e Luca Bicchielli che esordì dal vivo al premio “Rossano Fisoni” nel dicembre 2008.
L’impatto con “Re: Son” è davvero all’insegna del Rock anni 2000 con la titletrack che mette subito in chiaro che la stoffa del gran disco c’è anche se con la successiva “Inno Qui” il gruppo riesce persino a superarsi nella bravura e nella precisione, con un sincronismo davvero perfetto.
“Immutevole” invece inizia con tutta l’irruenza che avrebbe un pezzo dei Rage Against The Machine (molte le similitudini con “Killing in The Name of”) e la lingua italiana non limita la violenza sonora anche se rimarrebbe da porsi la domanda “ma come suonerebbe in lingua anglofona?”.

“Corri Dora” invece riprende la dolcezza dei Marlene Kuntz, quelli di “La Canzone Che Scrivo Per te” tanto per capirsi, ma lascia anche spazio a rari momenti un po’ più impulsivi ed aggressivi.
“Psico Area” se il disco fosse in vinile sarebbe l’ideale inizio della facciata b, per il suo spezzare il tutto, perfetta nel suo ruolo da spartiacque sonoro con “Aurora” altra traccia dalla delicatezza unica e dal testo molto profondo (bellissimi i versi “dentro il vento io mi trascinerò nel silenzio se ti incontrerò”).
“Senza Peso” avvicina l’ascoltatore alla fine (peccato!) con sonorità che ricordano da vicino i PorcupineTree di Steven Wilson e Richard Barbieri e si conquista il ruolo di piccolo fiore nel giardino del moderno rock progressivo.

“Infetto” chiude all’insegna del miglior Stoner all’italiana ma anche dei Queens of The Stone Age e Tool, tanto per non perdere i riferimenti esteri.
Una prova di esordio insomma perfetta in ogni singolo dettaglio con un drumming sempre impeccabile e preciso a far da padrone con basso, chitarre e voce non relegati  al ruolo di semplici comprimari come spesso succede in questi casi ma a quello di protagonisti di un’amalgama che ha davvero dell’incredibile.
Peccato solo che le tracce siano appena otto, sarebbe stato perfetto magari includere anche gli ep  Shed of Noiz (2009) e Primates (2010) anche per non perdere il filo del discorso di una maturità acquisita negli anni grazie anche a tanti concerti a fianco di band quali Ministri.

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