Radiohead Tag Archive

Atoms For Peace in Italia!

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Prima volta in Italia per il supergruppo Atoms For Peace di Thom Yorke (Radiohead), Flea (Red Hot Chili Peppers), Nigel Godrich (produttore Radiohead), Mauro Refosco (Eno, Byrne), Joey Waronker (R.E.M.).

La band sarà  martedì 16 Luglio all’Ippodromo delle Capannelle di Roma e il giorno successivo a Milano, Ippodromo del Galoppo.

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Santo Barbaro – Navi

Written by Recensioni

Il terzo lavoro dei Santo Barbaro. I testi di Pieralberto  Valli sulla musica composta a quattro mani insieme a Franco Naddei.
Questa volta però vengono messe da parte le chitarre.
L’impronta del disco è fortemente sperimentale. Un misto di elettronica,  new-wave, trip-hop e ambient su cui si adagia perfettamente il cantato di  Valli. Arrangiamenti minimali e lunghi tappeti sonori. Le parole sembrano  codici, le frasi spesso lasciate a metà come un flusso di pensieri  intermittente.
Tutti questi ingredienti sono trasportati in un viaggio  sospeso.
Senza una partenza, senza un arrivo. Non è una fuga. Non è un ritorno  a casa. Lunghe stasi spezzate da momenti di totale smarrimento. Un naufragio  che da sollievo in un’immensità che impaurisce ma affascina ed attira.
Navi viaggia lontano da ogni logica commerciale ma ha  sonorità assolutamente internazionali. Ha un po’ di Sigur Ros (Transit),  degli ultimi Radiohead (Io non ricordo) ma non mancano brani nelle corde  dei precedenti lavori come Prendi me.
Un disco che ha la capacità di catapultare in un mondo  sublime dove l’ascoltatore può solo rimanere immobile cercando di intuire cosa  si celi tra le spume delle onde.
Lasciamo perdere i bei giri di parole. Navi è un disco che va ascoltato non spiegato. Non ha bisogno di  rigirare la frittata per farsi spazio. Sa difendersi benissimo da solo. Santo Barbaro è un progetto estremamente  lucido e riesce ad imprimere in un disco tanto enigmatico le idee originali del  duo. Non si comunica con un giro d’accordi e nemmeno con le parole. Lo si fa  attraverso le sensazioni, le esperienze, le fotografie riversate dalle menti di Valli e Naddei direttamente in questo disco.

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Black Flowers Cafè – Black Flowers Cafè Ep

Written by Recensioni

La musica è espressione di emozioni attraverso testi e melodia. Almeno per me.A volte complicate, a volte più semplici. C’è tutto dentro! Vita di strada, vissuta, libri, desideri, persone, gesti, droghe, alcool, sesso, odio, amore e tutto quello che ci fa drizzar la pelle e salire il sangue.
 
Perché questo stupido preambolo?! Perché avrei dovuto scrivere roba del genere?! Ovviamnte la risposta è semplice. Perché i Black Flowers Cafè mi incuriosiscono! Si presentano così,leggete cosa scrivono di loro: l’album racchiude, nello spazio di nove pezzi, quello che è un ideale viaggio immaginario, che parte dalla base missilistica di Baykonur, trampolino di lancio di quelle che erano le operazioni spazialisovietiche, per arrivare fino alla lucentezza astrale di Vega.”
Capisco che dalla base missilistica di Baykonur fu lanciato, per la prima volta nella storia, un uomo,Yuri Gagarin che fu anche il primo dei russi impiegato in una missione spaziale a tornare vivo. Grande risultato per quei tempi. E che Vega sia una delle stelle più brillanti e riferimento per i viaggiatori spaziali. Aaa sono la prima e l’ultima traccia!!!  Ok, allora prendo posizione e allaccio le cinture, meglio iniziare il viaggio, che più che immaginariosembra più un viaggio intergalattico. Un viaggio stellare visto che i nomi delle tracce, fatta eccezione per la prima, sono tutti nomi di stelle.
Inizio l’ascolto, prima traccia Baykonour, sul fondo uno speaker che annuncia il lancio di un missile e il basso che attacca e mi chiedo: chi cazzo sono questi Black Flowers Café?! Intanto la chitarra con un arpeggio incalza il synth creando un’atmosfera che più che ad un lancio da l’idea di un viaggio senza una meta precisa con lente progressioni che stentano a partire. Infatti non partono e attacca con grinta la seconda traccia Ophir Chasma.Si susseguono così, una dopo l’altra, le tracce di questo EP, con alti e bassi, un lavoro curato nei particolari con animo. Un album che scorre e ti ingabbia. Un viaggio scusate. Niente di troppo sperimentale, tutto perimetrato con cura a sonorità di questo millennioe ritmiche da missione spaziale. Ehehe. In certi pezzi nel modo in cui cantano e attaccano sento un proselito a Thom Yorke dei Radiohead. E’ un album ben fatto. Ogni pezzo è un passaggio, un passaggio del viaggio. Anche se qualche arpeggio a volte mi ha lasciato un po’ deluso. Ora sono curioso di vederli dal vivo, se capitano qui a Roma. Grazie del viaggio ragazzi!!!

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