Relapse Records Tag Archive
Valkyrie – Shadows
Un rock inspirato quello dei Valkyrie, un Rock dalle tante sfumature e dai diversi riferimenti. La band sa bene come amalgamare Doom ed Hard Rock. Shadows è il loro terzo disco, quello che si è fatto apprezzare più di tutti. La band dei fratelli Adams si rifà ancora una volta a pilastri come i Deep Purple, Thin Lizzy e Mr. Big, questo per quanto riguarda il versante Hard Rock, mentre, sulla scia Doom, padroneggia un sound tanto caro ai Kyuss ed agli Spirit Caravan. Questa terza fatica della band americana mette a fuoco, e questa volta veramente, le potenzialità dei ragazzi. E’ interessante lasciarsi andare ai loro giri di chitarra ed è magnifico lasciarsi trasportare dai loro assoli. Riescono ad alternare, in un pezzo, momenti tecnici e chiassosi dediti al più pungente Hard Rock a momenti oscuri e baritonali del Doom. La melodia è una costante del disco, si fa notare ed apprezzare; la banalità invece è inesistente. Nulla è dato per scontato in questo disco, ogni cosa è al suo posto in maniera artistica. Partendo dall’opener, troviamo una traccia maggiormente strumentale che presenta l’album alla grande; i musicisti partono con una canzone che è un vero e proprio macigno: riff, assoli ed una batteria strepitosa. In “Golden Age” si comincia a sentire la vena Doom; l’andazzo baritonale è molto evidente. La terza traccia, “Temple”, è quella che, con molta probabilità, amalgama al meglio i due stili; per il sottoscritto è la canzone più rappresentativa: chitarre possenti e taglienti allo stesso tempo, accompagnate da un pulsante basso che insieme alla batteria crea una base unica. “Shadow Reality” è quasi una ballata con ottimi giri di chitarra ed un cantato coinvolgente. “Wintry Plains” invece è la traccia che più di tutte ha delle venature psichedeliche; il gioco delle chitarre conduce a quelle sonorità. “Echoes” invece, la penultima canzone del platter, è tra quelle più belle e a far da padrone sono le chitarre coinvolgenti più che mai. La conclusiva “Carry On” chiude in bellezza attraverso affascinanti melodie create dalle onnipresenti chitarre. Insomma, Shadows è un album di ottima fattura; piacerà a persone di vario genere.
Cripple Bastards – Senza Impronte EP
Ultimamente la coerenza è una cosa che in molti hanno scartato per direttissima altri invece hanno fatto finta di averla imboccata. Purtroppo le leggi del mercato, l’ industria musicale e lo stesso i concerti live dalla poca affluenza hanno creato tristi condizioni che facilmente mettono qualcuno con le spalle al muro. I Cripple Bastards però non si sono scoraggiati, loro, l’ icona italiana del Grind hanno i piedi bel saldi: fermi nelle loro decisioni, nel loro stile e nel loro modo di suonare. Il loro essere determinati e la loro volontà li ha portati a sfornare ancora una volta, un interessante EP intitolato “Senza Impronta” e sentite qui, tramite la Relapse Records. Il mini disco, contenente cinque tracce, è un concentrato di potenza basato su veloci e graffianti riff, una batteria che sembra un rullo compressore e il buon Giulio “The Bastard” che da il suo solito colorito, insomma Cripple Bastards al 100%. Il disco è sfrenato, aggressivo e senza peli sulla lingua, nel senso che è il loro classico stile senza compromessi, sfacciato ed onesto. I Cripple Bastards sono la prova vivente che con gavetta, semplicità e coerenza si va avanti e ci si fa il nome e la fama, non per questo è uno dei gruppi della nostra nazione. Lunga vita ai Cripple Bastards e che il continuo di “Senza Impronte” sia eccezionale come questo antipasto.