Potrei dire che i Crematory li conosco più per i loro anni di attività, la loro gavetta e i loro tredici dischi piuttosto che per un lavoro in particolare che si sia fatto notare rispetto agli altri. Il difetto di questa band sta nel non voler azzardare; il gruppo teutonico è sempre stato sulle sue, a cavallo di una proposta Gothic Metal fatta di chitarroni e tastiere, standardizzato e prevedibile. Potremmo dire che il loro fu un andazzo rischioso se teniamo conto che in terra dovevano fare i conti prima con pilastri come i Lacrimosa e i Lacrimas Profundere e successivamente con Eisheilig, ASP, Leichnweter e L’ Ame Immortelle.
Questo per dire che la proposta dei Crematory non è mai cambiata più di tanto nel corso degli anni anche se c’è stata qualche variazione in cui, il più delle volte, si riscontrava sulla melodia dell’ album e sulla lingua madre ma per il resto non sono andati mai oltre; forse una speranza la diedero con Revolution nel 2004 ma non fu più di una illusione, si trattava di fumo negli occhi. Il problema reale è che non hanno mai spiccato per originalità, non dico che dovevano essere innovativi ma almeno un pizzico di personalità dovevano averla. Ora a distanza di quattro anni dal sufficiente Infinity, la band si rimette sul mercato con Antiserum un lavoro che ancora una volta non smentisce l’immobilità della band, anzi, addirittura sembra siano regrediti.
In questo disco sembra che i Crematory si siano addirittura adattati alla moda del Gothic Metal attuale: potenti riff che sono tutti dello stesso andazzo, un cantato in growl che si posa su delle banali melodie create per la maggiore dalle tastiere ed un sound rimbombante degno delle più alte tecnologie del momento. Insomma anche in questo nuovo capitolo dei ragazzi teutonici non c’è nulla di nuovo, tutto è rimasto come era: nessuna nuova idea, nessun cambiamento solo musica trita e ritrita. Detto con sincerità, durante l’ ascolto non sono riuscito neppure ad individuare una traccia di spicco che facesse la differenza rispetto ad un altra. Sono all’ incirca venti anni che i Crematory sono in circolazione; saltando una piccola pausa che si sono presi verso il 2000, la band è comunque restata ferma senza cambiamenti o per esser più cattivi miglioramenti. La cosa dispiace perché in sede live i Crematory sono degli assi: sanno tenere un palco, sono bravi ad interagire con il pubblico e soprattutto sono degli ottimi musicisti. Speriamo di non ritrovarci in un “eterna illusione”, io personalmente continuo a sperare, certo la fiducia e pochissima ma non è mai detta l’ ultima parola.