Rezophonic Tag Archive

Ki-MONO – Due [VIDEOCLIP]

Written by Anteprime

I Ki-MONO sono Moreno (voce e chitarre), Davide (sintetizzatori, programming e chitarre), Phora (basso) e Teo (batteria). Nascono nel 2015 e suonano rock sudato ed elettronica camaleontica. Il disco di esordio è Avanguardie Inospitali, con la produzione artistica di Max Zanotti (Deasonika, Rezophonic, Eva Poles) e il primo singolo estratto è “Due”, accompagnato dal video firmato dal giovane regista americano Rob Barriales. Cresciuti con Deftones, Foo Fighters e Depeche Mode nelle orecchie, con un altro nome possono contare un disco, due ep ed un’intensa attività live in club e varie partecipazioni a festival in occasione dei quali hanno condiviso il palco con artisti come 30 Seconds To Mars, Editors, Paolo Nutini, Rise Against, Marta Sui Tubi, The Bastard Sons of Dioniso, Rezophonic, L’aura, Deasonika, Il Genio, Julie’s Haircut.

KI-MONO 700

Read More

A marzo esce Cella Zero, il debut album de I Giardini di Chernobyl

Written by Senza categoria

I Giardini di Chernobyl nascono nel Febbraio del 2014 e appena 5 mesi più tardi iniziano le registrazioni del loro primo lavoro con Giulio Ragno Favero (bassista e produttore de Il Teatro degli Orrori) presso il Lignum Studio, lo stesso dove Il Teatro degli Orrori e gli Afterhours hanno prodotto il brano “Dea” per il remake dell‘album Hai Paura del Buio?. Lo scorso 27 Dicembre 2014 esce il primo singolo “Un infinito Inverno”. Il debutto è accompagnato da un video realizzato da Stefano Bertelli (Seenfilm), regista di clip musicali per Marlene Kuntz e Caparezza tra gli altri. A Marzo esce il primo album “Cella Zero” per Zeta Factory, label già nota per le pubblicazioni di Rezophonic, Alteria, Kismet, Klogr, Disclose.

Read More

Il Video della Settimana: I Giardini di Chernobyl – “Un Infinito Inverno”

Written by Senza categoria

I Giardini di Chernobyl è una band Alternative Rock italiana che nasce nel Febbraio del 2014. La band è composta da Emanuele Caporaletti, voce e chitarra, Stefano Cascella al basso e Simone Raggetti alla batteria. Già dalle loro prime registrazioni suscitano un certo interesse nei professionisti del settore e decidono quindi di realizzare il loro primo album. Nel Luglio 2014 la band inizia le registrazioni con Giulio Ragno Favero (bassista e produttore de Il Teatro degli Orrori) preso il Lignum Studio, lo stesso dove Il Teatro degli Orrori e gli Afterhours hanno prodotto il brano “Dea” per il remake dell‘album Hai Paura del Buio. Nel Dicembre 2014, esce il loro primo singolo “Un Infinito Inverno”. Il debutto è accompagnato da un video realizzato da Stefano Bertelli (Seenfilm), regista di clip musicali per Marlene Kuntz, Caparezza e L’invasione degli Omini Verdi. A Marzo 2015 uscirà il loro primo album Cella Zero per Zeta Factory, etichetta già nota per avere al suo interno artisti come Klogr, Alteria, Kismet, Rezophonic, Disclose e tanti altri.

Read More

La Band della Settimana: Laika Vendetta

Written by Novità

Il progetto Laika Vendetta nasce ad Alba Adriatica (TE) nel Luglio 2011 e inizia a farsi strada nel panorama emergente italiano. Con Laika, Silvia, Jeanne e…le Altre, album autoprodotto, raccolgono un buon consenso di critica e pubblico, passaggi radio su emittenti come Radio Delta 1, Radio Onda D’Urto, Virgin Web Radio e molte altre ancora. Date e collaborazioni con artisti come Paolo Benvegnù, Iosonouncane, Aucan, Sick Tamburo, Giorgio Canali, Niccolò Fabi, Rezophonic, Management del Dolore Post-Operatorio, Niccolò Carnesi e altri ancora. Premiati in diversi Festival come MW Festival 2011, Gulliverock 2012, Free Tribe 2012, Sotterranea 2013, i Laika Vendetta sono una band dove la tensione “si crea tra la poesia decadente dei testi da una parte, e il vitalismo e l’ aggressività della musica dall’altra” (cit. Suono). A febbraio 2013 entrano in studio con Manuele “Max Stirner” Fusaroli (produttore di Tre Allegri Ragazzi Morti, Teatro degli Orrori, Zen Circus, Management, Nobraino, Criminal Jokers, etc). Registrano Elefanti in Fuga, pubblicato a Febbraio 2014 per il collettivo artistico LA NOIA, un disco che si pone da una parte come una critica ai valori professati dalla società dei consumatori, dove la felicità è stata sostituita dal possesso, dall’altra come una spinta vitale a ricercare un Sé più profondo.

Freschi vincitori della seconda edizione di Streetambula Music Contest, sono loro la nostra nuova band della settimana

Sito Ufficiale

Read More

L’Altro Primo Maggio 01/05/2014

Written by Live Report

2 maggio 2014, tutto è pronto per riportare su foglio un  Primo Maggio del tutto alternativo. Fermi tutti! C’è un errore! Il mio pc segna la data sbagliata o sono io che son nuovamente desto? Urca! Questo Primo Maggio è durato un po’ troppo mi sa! “Questa vita mi distrugge”…

Sono le ore 12 in punto. La macchina è carica. Pieno di benzina. Pieno di birra. Pieno di adrenalina. Manca nulla? Destinazione Taranto! Ad accoglierci all’ingresso del parco un ospite del tutto eccezionale, degno del migliore dei Jovanotti: si chiama fango…questo però è reale. Avanzo lentamente alla ricerca di un posto dove adagiare il mio telo, al solo scopo di capire chi sono e perché sono lì. Poi il miraggio. La laguna mi saluta e dona spazio ad una distesa erbosa. Verde. Il mio posto è qui! Ma intanto Caparezza è salito sul palco, io sono distratto e le mie scarpe sono luride. Beh, siamo qui per questo. Il buon vecchio capellone si esibisce a pochi passi dalla sua dimora molfettese e la cosa non passa affatto inosservata. Vuoi che io possa sorvolare e fingere di non aver notato l’infinita platea accorsa a Taranto per l’occasione, vuoi che io possa sorvolare il fatto che siano appena le 15, ma proprio non riesco a sorvolare e far finta di nulla quando mi accorgo che un’elevatissima percentuale degli accorsi sta intonando i testi del ricciolone fuori moda. È inutile a dirsi, qui il Caparezza gioca in casa. E lo fa con immenso stile, donando un’esibizione degna del nome che porta. Un ottimo inizio, azzarderei. La giornata si prospetta interessante.

2 rezophonic

Vorrei tornare alla mia erbetta e, in effetti, sono lì lì per farcela quando il mio sguardo si posa nuovamente sul palco. Vedo volti noti: sulla sinistra un uomo familiare se la gode, sulla destra una donna dai capelli blu. Sono Fabrizio Pollio e Ketty Passa e si stanno per esibire i Rezophonic. È la prima volta che vi assisto, vediamo come se la cavano i ragazzi. Tutto fila giusto, l’audio è un po’ compromesso e male afferro le parole, ma i ragazzi sanno muoversi e coinvolgere il pubblico (e forse anche loro stessi) con estrema semplicità. Il Pollio (frontman degli Io?Drama) scatta con il suo iPhone foto al pubblico ed agli artisti e chissà perché mi tornano alla mente quei bravi ragazzi degli Offlaga Disco Pax, alla vecchia macchina a rullino di Max, alle foto che ha scattato. Le conserva o le getta via? L’esibizione è già terminata. Poco spazio per così tanti artisti (oltre i 30, mi dicono dalla regia).

3 nobraino

Mi allontano e torno al mio posto mentre la voce di Luca Barbarossa (che veste i panni del presentatore) fa un discorso rosso ed invita il pubblico a visionare il prossimo video. Il primo di una lunga serie. Molto lunga. Troppo lunga. Ho tutto il tempo per stravaccarmi sull’erbetta umida e sorseggiare un po’ di sano luppolo, mangiare un che di salutare e navigare in giro per il parco di stand in stand. Che roba! Qui fanno persino lo zucchero filato! Con il palloncino bianco, morbido e appiccicoso torno alla tana e stavolta la voce annuncia la prossima esibizione: si tratta degli SLT Family (acronimo di “Sotto Le Torri”), ragazzotti locali che rappano, strappano, straziano, rompono e si giocano l’unica chance di far sentire cos’hanno da raccontare ad un pubblico ben più vasto del loro uso comune. Cito ancora una volta una frase che mi è rimasta: “Il Rap è come il porno: ci si nasce!” [J-Ax].

4 rubbish factory

Gli Après la Classe (pugliesi anche loro) ristabiliscono l’ordine, riportando la musica sul palco. Poi cedono il microfono ad un gruppo di sofisticato intelletto: i Nobraino. Kruger si presenta vestito al solito modo: alla cazzo. Hanno poco tempo a disposizione per mostrare la loro follia e lo sfruttano al massimo spaziando da tracce proprie (come “Bigamionista” o “Record del Mondo”) a tributi ad artisti di elevato spessore, quali Manu Chao (“Desaparesido”) o Cotugno (“L’Italiano Vero”). La scaletta prosegue, il caro Lorenzo si spoglia della giacca (che stavolta non è quella di Ernesto), si fa spazio e scende dal palco. Lascia che i seguaci assetati gli carezzino mani, corpo e viso. È l’unico a cercare un simile contatto in tutto il festival. Elevatissima umiltà o banale appariscenza?

5 tre allegri ragazzi morti

Le band sono tante, il sole è stanco di sorgere ogni giorno e stenta ad uscire. D’altronde è la festa dei lavoratori anche per lui. Le nubi minacciano pioggia e il fango se la gode. Poi un colpo di corda scaccia via ogni cattivo pensiero ed attrae il mio sguardo sul palco. Direttamente da Roma, i Rubbish Factory se la menano sfoggiando un Metal nuovo di zecca. Risale a novembre del 2013, infatti, il loro album d’esordio The Sun ed in appena cinque mesi ‘sti due romanacci sono riusciti a condividere il palco con nomi quali Afterhours, Caparezza, Capossela, Mannoia e altri a seguire, che tanto la sorpresa è già bella che rovinata. Inutile a dirsi, mi colpirono allora e mi colpiscono adesso. Esibizione degna di nota, nonostante la giovane età del duo.

6 afterhours

Fra un Diodato che a Sanremo sta da dio (ma che qui proprio non l’ho capito), un po’ di Municipale Balcanica che fa ballare tre quarti di piazza (ma che alla terza traccia fa ballare ben altra cosa), una Mannoia più rossa della festa dei lavoratori ed una Paola Turci che cantare “Fuck You” senza gli Articolo 31 è stato un azzardo fallimentare (e di questo non mi riesce di perdonarla), la lista si accorcia e si avvicina uno dei momenti pià attesi ti tutta la giornata. Vinicio Capossela si mette comodo sul palco e si gode per un attimo le urla in suo favore. D’altronde sa perfettamente di essere chi è e lo sa a giusta causa. Spazia a lungo attraverso ballate popolari ben acclamate, facendo tappa su una “L’Uomo Vivo” cantanta ad occhio e croce da tutta la platea. Un’esibizione interessante quella del Capossela, come al solito, d’altra parte.

1 caparezza

Mancano pochi nomi e quelli di scarso interesse son già passati tutti. È sera ormai e tutti i video che ci hanno proposto (o propinato) hanno stancato ancor più del ballare e delle birre. Rivoglio il fango! Torno al mio posto? Non è il caso, ormai siamo agli sgoccioli e non voglio perdermi un finale tanto atteso. Ed intanto che mi concedo qualche riflessione, Mama Marjas ci riporta per un attimo nell’Africa felice attraverso un Raggamuffin che in realtà sa più di Reggaeton. Il pubblico balla ed i volti sono sorridenti. Non apprezzo il genere, ma riconosco il talento nella sua voce e la sua capacità di scena. D’altra parte la giovane Maria Germinario ha un punto a suo favore: si esibisce in madreterra. Cerco di abbandonarmi al ballo collettivo stile centro sociale che ormai dilaga fra il pubblico e mi accorgo che siamo giunti alla a tale fase della serata. La Mama abbandona il palco e, con grandissima angoscia, i Sud Sound System salgono su accompagnati da una fittissima nube di fumo che oscura il lato est della piazza. L’odore è quello tipico: ‘sti tali hanno confuso la Germinario con la Giovanna! I ragazzotti salentini aprono con una prevedibilissima “Le Radici ‘ca Tieni”, cui non posso negar l’efficacia. Mi abbandono e la canto. Son bravi. In fondo piacciono persino a me. Avanzano con una “Sciamu a Ballare” standard, il che mi porta a pensare che i talentuosi ragazzi marcino oramai da anni sulla scia dei loro successi. Ma non mi va di disprezzare, in fondo l’esibizione è degna di nota ed il pubblico canta. Come se non bastasse sono ospite in casa loro e non mi va di fare il maleducato. È indiscutibile: i Sud Sound System sono una band che funziona, nei centri sociali si, ma funziona (e a quanto pare funziona anche a Taranto al Primo Maggio, com’è lecito attendersi). Dopo l’esibizione, torna la Mama Marjas sul palco, al suo fianco due napoletani belli grossi grossi e mi sento di nuovo a casa. I 99 Posse non se la lasciano cantare dai salentini e rispondono a tono con i loro successi. In Puglia “Curre Curre Guagliò” la conoscono proprio tutti e la giovane barese si esibisce al loro fianco intonando i successi napoletani degli sfegatati comunisti. Da “Antimafia” a “Rafaniello”, passando per “Vulesse”, i 99 Posse prendono l’uscita di scena acclamati e cantati dalla Puglia intera. Complimenti anche a loro, lo ammetto.

Sono esausto. L’odore di marjuana mi distrugge e voglio bere. L’acqua è finita, ma il concerto no. Ora tocca ai Tre Allegri Ragazzi Morti. Conquisto un posto in prima fila e me li godo. “Mio Fratellino ha Scoperto il Rock’n’Roll” mi gasa abbastanza e su “Occhi Bassi” mi fiondo nel pogo. Il colpo basso tirato da “Il Mondo Prima” mi strema ed i jeans si infangano quanto basta. Poi il classico “vaffanculo” chiamato dal palco e gli allegri ragazzi (erano un tempo) si dileguano, lasciando spazio agli operatori di scena. L’esibizione è stata ottima, come al loro solito. Scaletta incredibilmente breve, quanto sapiente. Ma loro sono oramai professionisti e ad inciampare non sono più capaci. Magari con un po’ di impegno potrebbero riuscire anche nel fallimento. Ma per ora ce li conserviamo abili e artistici, nonostante la critica negativa. Una snervante attesa precede il miracolo: Manuel Agnelli appare sorridente sotto gli occhi increduli di tutti. Fa casino, gioca con il cavo del microfono, se la gode. Forse la nebbia di poc’anzi mi ha appassito i neuroni. Poi attacca con una “La Verità che Ricordavo” del tutto inaspettata direttamente da uno dei dischi di maggior spessore, quale Non è per Sempre (annata 1999). La scaletta prosegue e l’Agnelli ancora se la gode. Tocca buona parte dei lavori degli Afterhours, navigando attraverso una “Male di Miele” (in diretta dal 1997), una “1.9.9.6” (alla quale il nostro milanesotto provinciale è particolarmente affezionato) e “Non è per Sempre”. Poi un fonico gli dice qualcosa, Manuel scazza e torna ad essere l’asociale di sempre. Smette di essere allegro, intonandosi perfettamente con “Ballata per la mia Piccola Iena” che segue. Al pubblico, tuttavia, questa nuova (solita) versione del frontman piace uguale. Nonostante la formazione fin troppo dinamica negli anni, i ragazzi sembrano sapere il fatto loro ancora una volta, mostrando capacità di collaborazione ed un’organicità interna degna dei più grandi nomi della storia (ci sarà un motivo eh?) e gasano il pubblico con un’antica, quanto funzionale, “Lasciami Leccare l’Adrenalina”. Di traccia in traccia l’evento scorre rapido e mi accorgo che non è un breve intervento, ma un vero e proprio concerto. Ospiti d’onore, non si lasciano sfuggire una “Padania” recente quanto sottilmente satirica ed una “Bye Bye Bombay” con la quale salutano un pubblico infervorito dal pogo e dal delirio. Inutile a dirsi, la critica stavolta ha ragione: “una delle band italiane di maggior spessore degli ultimi 20 anni” (e a parer mio di sempre).

Sono soddisfatto! L’evento è stato grandioso e, “aggratis”, ho visto ancora una volta gli Afterhours su un palco che sembrava allestito apposta per loro. Di tutto l’evento ho trovato due sole pecche, a parer mio, eccessivamente gravi. La prima è un commento di Luca Barbarossa, secondo il quale a Roma festeggiano il Secondo Maggio, perché il Primo Maggio è qui. Bravo, Luca. Buttar fango sull’evento parallelo è molto molto professionale. Complimenti al “genio” della musica italiana. La seconda va sotto il nome di protesta: troppe chiacchiere, troppi video e troppe persone sul palco a raccontarci storie che abbiamo già sentito e in cui non credono più neppur loro stesse. Siamo al Primo Maggio e qui la gente (forse ignorante?) viene per la musica, non per i convegni. Le otto ore lavorative sono passate di moda, inutile appendersi a lampioni fulminati. Oggi i problemi sono ben altri!

Read More

Alteria

Written by Interviste

Finalmente sulle pagine di Rockambula torna Alteria, nota rocker che ultimamente sta dando tantissimo all’ Hard ‘n’ Heavy nostrano, anche grazie al programma che conduce su Rock TV e Rock’n’Roll Radio. Alteria è giunta al suo disco da solista, Encore e con grande onore abbiamo il piacere di intervistarla e scambiare quattro chiacchiere con lei.

Ciao Alteria e bentornata su Rockambula. Cominciamo l’intervista col botto; come mai hai scelto di proseguire da solista e non di creare un altro gruppo?
Ciao Vincenzo e ciao a tutti i lettori di Rockambula. Questo progetto viene proposto a mio nome e quindi come solista anche se insieme a me, dall’esperienza precedente (Nomorespeech) sono rimasti bassista e batterista. Continuo a sentire forte ed importante la band anche in questa nuova avventura, i miei musicisti sono parte integrante del progetto. Avevo voglia di riniziare dopo un annetto di pausa e di rimettermi in gioco, cosi ho deciso di lavorare su di me, sul mio percorso sia come cantante, che come autrice che come persona. In questo disco c’è un bel concentrato della mio “essere”.

Encore è appunto il tuo disco d’esordio da solista; a cosa ti sei inspirata per comporlo?
Per quanto riguarda i testi, sono sempre tanti gli eventi che nella vita ti danno da pensare. In particolare ho vissuto un periodo denso di emozioni, alcune belle altre brutte che ho deciso di trasformare in canzoni per poterle vedere e capire. Inoltre grazie al lavoro che faccio mi relaziono tanto con le persone e alcune storie, alcuni racconti diventano input utili per iniziare a ricamarci attorno un testo. Per quanto riguarda la musica, ogni canzone è stata composta da Nando de Luca, bassista con il quale suono da oltre dieci anni. Non abbiamo bisogno di spiegarci le cose, l’alchimia musicale è spontanea.

Per quanto riguarda le fasi di registrazione e mixaggio cosa ci dici, dove e come si sono svolte?
Il disco è stato interamente prodotto da me e Nando de Luca, registrato e mixato allo Zeta Factory di Carpi (MO) da Giuseppe Dualized Rossi, nello studio del mio amico Rusty, voce dei Klogr (con i quali ho collaborato per un loro brano). Il mastering invece è stato fatto da Alessandro Vanara. I giorni di studio sono stati rilassati: mentre tutti erano in ferie (agosto) noi eravamo rintanati nel bunker.

Invece del gruppo che ti supporta cosa ci dici, perchè non ci presenti gli altri ragazzi?
Come già ti anticipavo, la sezione ritmica suona con me da anni: Nando de Luca al basso e Roberto Fabiani alla batteria, entrambi ex NMS, sono una sicurezza per me , suonare con loro è la cosa più naturale del mondo. Alla chitarra c’è Pietro Quilichini, un gran manico, tecnico ma allo stesso tempo anche pieno di estro. Per me è importante poter cantare ad occhi chiusi e con loro è cosi. Apprezzo moltissimo il lavoro che è stato fatto specialmente da batteria e chitarra che non hanno partecipato alla       composizione del disco ma che al momento della registrazione hanno fatto propri i brani e li hanno suonati con l’intenzione e il pathos che immaginavamo io e Nando. Unione di sound ed intenti che percepisco anche ora che siamo partiti con le prime date live.

 Adesso oltre a condurre il programma su Rock TV, fare da DJ su Rock’n’Roll Radio e suonare con i Rezophonic, devi dedicarti anche a questa tua carriera da solista. Sono veramente tante cose che fai, come riuscirai a dividerti i compiti?
Ho le giornate super impegnate davvero! Inizio al mattino in radio, passo a Rock Tv, faccio i live e qualche volta metto qualche disco rock per far pogare la gente nei locali. Non mi piace stare ferma e soprattutto adoro vivere la musica sotto diverse sfacettature. Mi piace intervistare altre band su Rock Tv, adoro scoprire come gli altri musicisti vivono la loro passione, cosi come mi piace tenere compagnia alla gente con il mio programma in radio, chiacchero un sacco e passo della musica che difficilmente si può sentire in Fm. Ma ho iniziato a sedici anni con la mia prima band Rock a fare concerti in giro e continuo a cantare: questa è la prima e la più forte passione che porto avanti, ciò che sento più mio e in cui mi riconosco davvero.

Per Encore hai girato un video musicale sia per la canzone “Bad Trip” che per “Protection”. Perchè non ci parli di queste due canzoni e del tipo di lavoro svolto per i video?
“Bad Trip” e “Protection” sono due brani molto diversi tra loro, pur facendo parte dello stesso disco. L’eterogenità penso sia la prima caratteristica nonchè un punto di forza di questo album. Comunque …due brani diversi, con due video diversi. Il video di “Protection” nasce dall’idea del regista Luca Acerno che ha voluto omaggiare un dipinto di Gericault del 1818 dal titolo “La Zattera della Medusa”. Il dipinto ritrae un momento di un evento storico realmente accaduto: parla di alcuni sopravvisuti che dopo giorni come naufraghi in mezzo all’oceano, finalmente vengono salvati. E di tutte le polemiche e scandali venuti alla luce dopo il salvataggio. Il testo di “Protection” in qualche modo parla proprio della possibilità di salvarsi, di capire i propri errori, farne tesoro e riuscire a migliorarsi, quindi la proposta del regista mi ha subito convinta. La realizzazione non è stata affatto facile: in un teatro di posa abbiamo ricreato la zattera con travi e legni, c’è  stato ottimo lavoro da parte di chi si è occupato della scenografia. Ovviamente era nostro intento far capire che non eravamo in mare, ma che tutto era finto e volutamente fake. “Bad Trip” invece è  un brano più semplice, più d’impatto e anche il video è meno elaborato. Il regista Filippo Gasparini mi ha parlato di questo giovane artista emiliano, Psiko Patik che aveva in mente da tempo di realizzare un suo disegno su delle grosse lastre di vetro per poi distruggerle. Mi è sembrato perfetto! Nel video quindi al mio playback si intervalla il lavoro di Psiko Patik che poi con tanto di martello distrugge tanto (altro che Miles Cyrus)!

So che hai collaborato con i Klogr, come e quando è nata questa iniziativa tra  voi? E soprattutto ho notato che suonerai qualche data live con loro (tra cui quella di Napoli); immagino ci proporrete qualcosa insieme?
Quando Rusty  mi ha proposto un featuring non ho potuto dire di no: i Klogr sono una band Alternative Metal italiana davvero potente. Al di là della stima professionale ci lega un rapporto di amicizia. Insieme a loro sono andata allo Sweden Rock Festival quest’estate come guest sul palco ed è stata un’esperienza meravigliosa. Da quel live è stato fatto il video di “Vultures Feas” in uscita proprio in questi giorni! Da li è poi nata l’idea di registrare allo Zeta Factory (studio di Rusty) e anche la possibilità di fare qualche live con entrambe le nostre band ! (29 novembre al Sea Legend di Pozzuoli (NA) e il 30 Novembre al C-Lounge di Ascoli Piceno, oltre a qualche palco già condiviso quest’estate)

Una domanda che è probabilmente da un milione di dollari: con tutti questi impegni che hai, in generale Alteria a cosa aspira?
Non sono una dai facili entusiasmi e nemmeno disillusa. Diciamo che il mio obiettivo è quello di fare più concerti possibili: piccoli, medi e grandi..l’importante è suonare e portare in giro la mia musica. Conquistare le persone passo dopo passo, live dopo live e costruendo così il mio progetto. Di sicuro poi un altro obiettivo che mi sono posta è quello di portare enCORE anche fuori dall’Italia e ci stiamo già muovendo per questo.

Del tuo tour cosa ci dici, dove suonerai nei prossimi giorni?
Il tour enCORE inizia il 23 novembre con il Release Party all’Honky Tonky di Seregno(MI) per poi proseguire in diverse città di Italia (Napoli, Udine, Torino, Verona, Bergamo, Verbania, Padova, Firenze…) Speriamo di riempire il calendario il più possibile!!! La dimensione live è quella che preferisco in assoluto! Prima di questa tranche di tour abbiamo già fatto una decina di date in tutto il nord Italia tra locali e festival quest’estate.

Bene Alteria, l’intervista si chiude qui, concludi come meglio ti pare…
 Intanto vi ringrazio per l’attenzione che prestate a progetti alternativi, non mainstream. Grazie! E grazie per la recensione che avete fatto su enCORE!E poi…concludo sempre citando il grande Ronnie J.Dio: Long Live Rock’n’Roll !

Read More

Alteria – Encore

Written by Recensioni

Grinta e audacia, queste sono le principali caratteristiche di Alteria, una ragazza dalle mille risorse e da uno spirito Rock impareggiabile. C’è chi la conosce come conduttrice del programma Italians Do It Better su Rock TV, chi come speaker in Rock’n’Roll Radio e chi come membro dei Rezophonic e dei suoi ex NoMoreSpeech. Stefania Alteria Bianchi è una front woman molto in vista, quasi un riferimento come la nota Cristina Scabbia, è caparbia e determinata e questo suo modo di fare cosi altruista le ha permesso di raggiungere svariati traguardi. Adesso ci occuperemo di Encore, il suo disco da solista che a dirla tutta è una vera e propria ventata di freschezza.  Parliamo di un lavoro Rock all’avanguardia, come miscelare lo stile di Courtney Love con quello degli Exilia, solo che Alteria dispone di doti canore che riescono a esprimere a tratti rabbia e aggressività e altri dolcezza e sensualità.

Nel disco padroneggiano riff taglienti e rimbombanti, l’uso delle chitarre è  infatti accurato e lavorato nei minimi dettagli. Insomma quella di Alteria è pura classe e se ascoltate pezzi come “Bad Trip”, la titletrack e la successiva “Empty Land” capirete il motivo. Oltre queste citate sono da tenere in considerazione “Protection” ed “Angel-Love”; in quest’ultima si manifesta la sensualità dell’ artista. La passione per Alteria è tanta, i sacrifici ci sono e la volontà è a non finire, tutto questo ha portato la rocker a raggiungere importanti obbiettivi e un disco come Encore poteva essere sfornato solo da una mente determinata, che mira sempre oltre fronteggiando qualsiasi avversità. L’esperienza con i NoMoreSpeech è stata significativa oltre che complessa ma Alteria ci ha riprovato, in maniera diversa, non si è tirata indietro e il risultato è stato questo eccellente album. Un’Alteria che è anche una validissima artista oltre che una conduttrice e speaker degna di nota ma la questione fondamentale è questa: con la sua musica è riuscita a emozionare.

Read More

Cockoo – Buongiorno

Written by Recensioni

Dopo il buon esordio con “La Teoria degli Atomi” che fu prodotto artisticamente nel lontano ottobre 2009  da Max Zanotti (Deasonika, Rezophonic) tornano finalmente gli astigiani Cockoo, che tanto devono a gruppi quali Bluvertigo e Subsonica. L’Elettronica è infatti il filo conduttore di Buongiorno, racconto di un risveglio, il risveglio di una persona che scopre un nuovo modo di vedere e percepire il mondo, non solo come una realtà esterna, ma anche come dimensione interiore di emozioni, intuizioni, sogni e anche un po’ di magia. L’episodio migliore rimane certamente il singolo estratto dall’album, “Baby” (bellissimi i versi “Sai l’amore è una cosa che si impara”)ma anche “Nel Bianco dei Tuoi Occhi” in cui ci sono persino echi dei primi Depeche Mode e della più pura New Wave anni Ottanta.

I tempi scanditi alla perfezione in “La Leggenda Personale” ricordano all’ascoltatore che per sentire musica di questo genere non è necessario sconfinare (in fondo l’Italia musicale ha ancora tanto da dire). La melodica “Il Mio Corpo” potrebbe quasi essere considerata una sorta di spartiacque con la sua diversità che introduce alla durezza del basso e della batteria di “Supernova”. La successiva “Kafka” ha il sapore intellettuale ma anche quello alternativo degli americani Deftones e Korn e in essa il gruppo fa capire di essere maturato tantissimo a livello di arrangiamenti. Insomma nel complesso un lavoro fatto di suoni raffinati e batterie impetuose, di basse vertiginose e dimensioni oniriche, di beat elettrici, di viaggi elettronici e sensazioni acustiche (che troverete tutte nella title track) e di un Pop smaliziato e gradevole che non scade mai nel banale.

Fantastica poi la traccia che chiude il tutto, “Lady G” in cui le chitarre e le tastiere viaggiano di pari passo a braccetto senza mai lasciarsi. Se con la loro prima prova discografica i Cockoo avevano saputo far parlare di sé tanto da aggiudicarsi la “Targa Giovani 2010” al M.E.I. 2011 e il “Premio Testi Opera Prima” al Festival Internazionale della Poesia di Genova sezione Musica c’è da scommettere ora che potrebbero essere la sorpresa di questo autunno musicale.

Read More

La Band Della Settimana: CocKoo

Written by Novità

I CocKoo nascono tra le alcooliche colline astigiane nel freddo inverno del 2005.
Dopo un primo periodo di riscaldamento compositivo e di sempre più intensa attività live, nel 2006 esportano per la prima volta la loro musica classificandosi primi alla finale nazionale di “Emergenza Acustica” e ottenendo un secondo posto alla finale europea a Monaco, in Germania. Contemporaneamente registrano la loro prima demo distribuita a soli fini promozionali. Nella primavera del 2007 il gruppo ottiene il primo posto al concorso “Il nostro canto libero” che gli vale la produzione di un nuovo promo di 5 pezzi: nel Novembre esce dunque EP#2_SenzaFarRumore, scaricabile gratuitamente dai siti ufficiali della band, che ottiene centinaia di downloads in pochissime settimane e ottime recensioni dalle più famose webzine e magazine italiane.

Dalla primavera 2008 riprendono quindi i live, intanto i CocKoo rientrano tra i quattro vincitori scelti tra gli oltre 300 partecipanti del concorso AREA24 promosso da Rosso Alice e si aggiudicano il primo premio decretato dalla giuria di qualità del “Concorso Internazionale per Artisti Emergenti” presso la MAD – FIERA DELLA MUSICA che, per l’edizione 2008, ospita Subsonica, Elio e le Storie Tese, James Taylor Quartet e Piero Pelù. Durante l’estate 2008 partecipano a svariati festival estivi tra cui il “Pistoia Blues” in apertura a Tommy Emmanuel, Andy Timmons e ai Deep Purple, al festival “AstiMusica” in apertura ai La Crus e al “Pop-Eye festival” in apertura ai Marlene Kuntz. Dal Settembre 2008 i cocKoo si ritirano al Vanilla Studio di Andrea Bergesio per la registrazione del debut album con la produzione artistica di Max Zanotti dei Deasonika, le uniche uscite valgono al gruppo il primo premio della 9° rassegna GREENAGE, il concorso organizzato dalla Maison Musique di Rivoli, con una giuria di qualità guidata da Fabio Barovero (Mau Mau), e l’apertura al progetto milanese Atleticodefina. Durante l’estate del 2009 il gruppo è tra i 3 finalisti selezionati dai new media per prima edizione del M.E.I. Web, partecipano a diversi festival, per presentare in anteprima il disco, condividendo il palco anche con Tricarico e Velvet.

Nell’Ottobre 2009 esce, con la produzione artistica di Max Zanotti (Deasonika, Rezophonic), La Teoria Degli Atomi (EMI Music Publishing / Volume!), anticipato dal singolo “Voodootech”, che scala la Indie Music Like. Con il “Tour Degli Atomi” collezionano oltre 50 date in circa un anno, arrivando ad aggiudicarsi la “Targa Giovani 2010” al M.E.I. 2011 e il “Premio Testi Opera Prima” al Festival Internazionale della Poesia di Genova sezione Musica, intanto, mentre il video di Voodootech viene selezionato tra i 100 finalisti del “Premio Italiano Videoclip Indipendente”, esce, nell’Ottobre 2011, “Seta Porpora”, il secondo singolo estratto dal disco, che si aggiudica dopo poche settimane il terzo posto come “Brand New 2010” promosso dal M.E.I. Web e il cui videoclip porta la firma di Stefano Poletti (già con Baustelle, Tre Allegri Ragazzi Morti, Nek, Pan del Diavolo, Sick Tamburo). Da Settembre 2011 iniziano a lavorare al loro secondo disco. Il resto è ancora da scrivere.

Ah…dimenticavo, si legge cocù.

Genere    Elettropop
Membri    Andrea Cerrato (voce, chitarra), Alberto Pozzo Tebani (tastiere, synth), Silvio Colombaro (batteria, percussioni), Luca Genta (basso)
Posizione attuale    Asti
Informazioni di contatto
Sito Web
Contatto stampa
info@cocKoo.it

CocKooBuongiorno / Presentazione ufficiale Nuovo Album
28 settembre alle 22.00 in UTC+03
Loft Club, Via Antico Ippodromo 3, 14100 Asti

Read More