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Sintomi di Gioia – S/t

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Coprodotto da Umberto Giardini (Moltheni), vede la luce lo scorso ottobre il secondo full lenght dei Sintomi di Gioia, ovvero Luca Grossi (la voce, oltre tanto altro) e Fausto Franchini. Opera di forte matrice Pop, con un’infinità di melodie leggiadre e celestiali, rassicuranti e orecchiabili ma nello stesso tempo forti di strutture portanti e arrangiamenti indovinati e arricchiti dalla presenza di strumentazione extra (oltre a chitarre, synth, batteria e piano) fatta di violoncello, timpani, contrabbasso e quant’altro.
Pop soffice e aggraziato, nello stile di un Riccardo Senigallia o l’ex compagno artistico Federico Zampaglione (anche nella timbrica si possono notare somiglianze con Luca Grossi) ma comunque pieno di sé e fortemente articolato senza inutili pesantezze. Il sound dei Sintomi di Gioia è legato indissolubilmente alla tradizione italiana (Luigi Tenco, Gino Paoli, Vinicio Capossela) cosi come alle nuove leve pop cantautorali ma non disdegna echi di internazionalità in stile Beatles (“Varietà”, “Balcone”) o Flaming Lips (”Balcone”) ma anche Indie made in Uk (“2 Minuti Prima Che Cambiassi Idea”).
Assolutamente da ascoltare con attenzione anche la parte testuale (fortunatamente si canta in lingua madre) che spazia tra scenari cinematografici (“Pieno D’Oro”, “Di Blu”) a dediche esplicite a Marco Travaglio (“Canzone Per T”), passando per la decadenza economica, culturale e generazionale (“Varietà”) o la riscoperta dello sfavillio del creato (“Mi Dimentico di me”).  Un album perfetto per chi ama il Pop puro, nel quale la melodia è padrona, gli arrangiamenti sono una fotografia cinematografica da oscar e le parole suonano come poesia. Perfetto per chi cerca uno spazio tranquillo dove dimenticare rabbia, angoscia e le brutture della vita. Un album perfetto per sognare ma con testi che ti fanno aprire gli occhi.
Non c’è spazio per voi rocker.

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