Rockambula Tag Archive

10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #07.10.2016

Written by Playlist

Larsen @ ISAO Festival, Ex Cimitero San Pietro in Vincoli, Torino, 30/09/2016 [PHOTO REPORT]

Written by Live Report

Il festival ISAO ha ospitato nelle serate del 30 Settembre (data di cui vi parliamo) e del 1° Ottobre, tra le mura dell’ex cimitero San Pietro in Vincoli di Torino, i Larsen, formazione da sempre ai vertici del Post Rock nostrano e forte di un buon seguito (sigillato da importanti collaborazioni) all’estero, per due concerti coi quali la band ha festeggiato i vent’anni di attività.
Il quartetto torinese ha proposto una buonissima fetta dei brani presenti nell’ottimo Of Grog Vim, loro ultima fatica che vede in due tracce la partecipazione di Thor Harris degli Swans, senza far mancare qualche tuffo nel passato con alcuni dei classici della loro produzione (“Viggo”, “G”, “Tu Ark”).
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Tutti di grandissimo livello i brani proposti dall’ultimo lavoro: “Mother Vim” che parte quasi come un pezzo neoclassico per poi andare a distorcersi portando ad una tesissima cavalcata; il mantra elettrico (inizialmente perfino ballabile) “Aiming the Target” che nella sua seconda parte diventa dolce e triste nenia dal forte senso di vuoto; la drammatica ed evocativa bellezza della mirabile “The Grog Vim Accident” ed ancora “Test 1-10”, capace con i suoi droni, la sua elettronica e la sua marzialità di regalare sensazioni opprimenti alternandole a belle aperture, sino a giungere a “Back to the Moon”, che nel disco è il brano conclusivo, dove l’eterea desolazione iniziale (molto vicina alle atmosfere delle soundtracks firmate Tindersticks) accompagna ad un finale più sostenuto e graffiante.
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Il suono della band, formata da Roberto Maria Clemente, Paolo Dellapiana, Fabrizio Modonese Palumbo e Marco “il Bue” Schiavo, è solido ma allo stesso tempo estremamente cinematografico, intenso, “aperto” (nel suo essere scuro) ed elegante (eleganza rafforzata dalla cura del suono affidata anche in sede live a Paul Beauchamp).
I Larsen, se ancora ce ne fosse bisogno, si confermano un grande gruppo e ci offrono un bellissimo concerto (come spesso accade con meno pubblico di quanto ne meriterebbero), non possiamo che ringraziarli ed augurargli di festeggiare ancora molti, moltissimi compleanni insieme.
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Eleonora Duse e Doriana Legge | Declinazioni al femminile @ Sharper 2016, L’Aquila [PHOTO REPORT]

Written by Live Report

Sharper è la notte europea dei ricercatori che già da tre anni anima il centro aquilano di cultura, scienza, istruzione e passione. La stessa che muove Doriana Legge, già docente di Storia del Teatro presso il Dipartimento di Scienze Umane, che abbiamo visto nella duplice veste di relatrice e di musicista.

Doriana, laureata e dottorata a pieni voti in Studi teatrali, si considera cantante, chitarrista, compositrice. Dal suo primo EP La lista di cose belle è stato ricavato il jingle radiofonico per la Notte dei Ricercatori.
Il 2015 è un anno cruciale per la crescita musicale di Doriana Legge. A Musichette, progetto che prevede una serie di piccole suite musicali, affianca il lavoro che la porta a comporre le musiche per due spettacoli teatrali (Il mago di Oz e l’Antigone). Inizia inoltre a lavorare ad un progetto rivoluzionario quanto innovativo: musicare per la prima volta Cenere in occasione del suo centenario.

Cenere è un film muto del 1916 in cui è documentata l’unica interpretazione cinematografica dell’attrice teatrale Eleonora Duse. Doriana, con il supporto di strumenti digitali, elettronici, loop, percussioni ma anche strumenti della tradizione folklorica, accompagna lo spettatore nella semplice ma non banale trama del film che vede una donna abbandonare il figlio appena nato (Febo Mari), il quale una volta adulto cercherà di mettersi in contatto con la genitrice. Senza spoilerare, diciamo che Doriana sviscera quelle sensazioni di frustrazione, dolore, angoscia, mancanza ma anche profondo amore condensate in appena quaranta minuti. Rispetta la figura della Duse senza mai accavallarsi alla sua presenza e senza mai rubarle la scena ma anzi si insinua tra i capelli bianchi dell’attrice per saldare quel binomio di “azione più musica”.

La cornice è quella del Palazzo Lucentini Bonanni e la partecipazione contenuta ma sentita perché in una notte improvvisava tre o quattro canzoni e tanto erano belle che appena un cantastorie le ripeteva per la strada tutto il popolo le apprendeva e le ripeteva con entusiasmo (Grazia Deledda, “Cenere”).

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Links a Doriana Legge
Pagina Facebook | Soundcloud | Intervista su “Cenere” | La Notte dei Ricercatori, il Jingle

 

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10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #30.09.2016

Written by Playlist

Bol&Snah – So? Now!

Written by Recensioni

In che modo si può mettere insieme il sound di una semi sconosciuta band norvegese oscillante tra Ambient e sperimentazione con l’esperienza Psych/Prog/Jazz Rock del fondatore dei Motorpsycho, Hans Magnus Ryan? A questo provano a rispondere Bol&Snah, band nordica di Trondheim miscelata allo pseudonimo di voce e chitarra della mitica formazione concittadina.

A tenere insieme questo delicato legame è soprattutto la voce di Tone Ase, perfetta, nonostante non sia proprio fuori dal comune, nella sua capacità di essere potente, intensa e delicata nel declamare le parole del poeta Rolf Jacobsen nelle sue digressioni sul tema del delicato rapporto tra uomo e natura, decantato non con idea unilaterale ma affrontando il problema da diverse prospettive, senza soluzione di continuità.

La profondità e l’attualità del tema, unite alla vocalità della Ase e alle peculiarità dei diversi musicisti, Snah in primis sebbene le sue doti di chitarrista puro non siano quelle più apprezzate dai fanatici tecnicisti, fanno sì che le sei canzoni che vanno a formare So? Now! si alternino in strutture composte, a volte più decise, altre più eteree, con diversi crescendo e in una scrittura musicale precisa ma capace di notevoli aperture sinfoniche e tendenti all’Hard Rock più irruente in diversi passaggi.

Un album costruito perfettamente, in melodie e arrangiamenti, capace di mettere in mostra qualità strumentali, vocali e liriche, con uno Snah in grado di palesare le sue doti, non tanto di virtuoso, quanto piuttosto di compositore, che ha l’unica grande pecca di suonare prolisso e ridondante ascolto dopo ascolto, con tante idee già usate e abusate che, tutto sommato, riescono comunque a reggere la facciata pur se con molta fatica.

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Malkovic – Ufo [FREE DOWNLOAD]

Written by Anteprime

Indie Rock lombardo in free download esclusivo su Rockambula Webzine!
I Malkovic si formano a Milano nel 2014 ad opera di Giovanni Pedersini (voce, chitarra) e Elia Pastori (batteria, elettronica) e trovano la loro formazione definitiva con l’entrata di Fabio Copeta al basso. A marzo scorso entrano in studio per registrare il loro primo EP omonimo, che uscirà a novembre. “Ufo” è il nuovo singolo estratto, scaricalo qui!

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Il gusto dei trent’anni || Intervista a Francesco Motta

Written by Interviste

Del promo tour de La Fine dei Vent’Anni, disco di esordio di Francesco Motta uscito per Woodworm Label a marzo scorso, quello di questa sera a L’Aquila sarà il quinto live a cui assisterò. Dopo averlo osservato calcare i palchi più disparati, posso dire con cognizione di causa che tra le qualità di questo cantautore senza dubbio c’è anche la genuinità.

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Upsilon Acrux + Io Monade Stanca @ Blah Blah, Torino, 20/09/16 [PHOTO REPORT]

Written by Live Report

Non succede tutti i giorni che il richiamo ad un live avvenga grazie ad un gruppo spalla  mentre gli headliner risultino dei perfetti sconosciuti (mea culpa), almeno fino ad un paio  di giorni prima dell’evento quando, come ogni tanto capita, ci si decide a dare un ascolto  ed informarsi un po’ sulla band in questione e si scopre, con grande piacere, che si tratta  di una gran bella formazione.
Questo è quanto avvenuto al sottoscritto per il live in questione che ha visto esibirsi sul  palco del Blah Blah di Torino, preceduti dagli Io Monade Stanca, i californiani Upsilon  Acrux.

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In apertura il Power Trio della provincia Granda, ormai una piccola istituzione in  Piemonte e non solo, ha dato il la alla serata con il suo sound spigoloso e dinamico che  ha come pilastro un Math Rock la cui regola fondamentale è quella di non avere regole. Centrando la loro esibizione sull’ultimo Three Angles (uscito ormai 4 anni fa) la chitarra  di Nicolas J. Roncea, il basso di Edoardo Baima e la batteria di Matteo Romano,  hanno ampiamente scaldato il pubblico accorso a gustarsi questa serata divertendolo  con alcuni siparietti tra un pezzo e l’altro.  Il suono dei 3 risulta più che mai compatto e (per quanto sempre ispirato a gruppi come  Don Caballero, Shellac, Melvins e via dicendo) sempre più personale; i ragazzi si  dimostrano ogni volta in crescita, anche nelle loro maniere patafisiche, e non si può che  sperare arrivi presto un nuovo disco.

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Dopo il breve cambio palco si giunge al momento della piacevole scoperta: gli Upsilon  Acrux.  Band esistente dal 1997 che negli anni ha condiviso il palco con artisti come Zs, Peter  Brötzmann, Nels Cline, Dillinger Escape Plan, Don Caballero, Boredoms, The  Flying Luttenbachers  e che dopo varie vicessitudini (della formazione originale è  rimasto solo il fondatore Paul Lai) è giunto oggi alla formazione a 5 vista sul palco  composta, oltre che da Paul Lai alla chitarra, dai due batteristi Mark Kimbrell e Dylan  Fujioka (attuale batterista di Chelsea Wolfe), da Patrick Shiroshi al piano Rhodes ed  al sax e da Noah Guevara alla seconda chitarra.
La band è giunta al suo settimo disco, Sun Square Dialect, uscito lo scorso anno e  suonato interamente durante la serata insieme ad un paio di ripescaggi da dischi più  datati.

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Il loro live è incendiario, e non solo grazie alla goduriosa doppia batteria (usata a partire  dal 2004), infatti gli Upsilon Acrux uniscono a grandi doti tecniche un ottimo gusto melodico andando a creare intrecci che sono geometriche alchimie dall’impalcatura  Avant-Prog capaci di spingersi con classe e veemenza in territori Math Rock, Noise e  Free-Jazz.
È sempre presente una certa tensione ed allo stesso modo non manca mai l’armonia,  per quanto molto spesso si tratti di un’armonia brutale; tutto questo crea uno spettacolo  vibrante dalla prima all’ultima nota (nel brano conclusivo dell’esibizione si accenna  persino ai Kraftwerk) grazie ad una band che dal vivo va ben oltre la conferma della  piacevole scoperta che avevo avuto ascoltando il loro ultimo lavoro.
Trattasi dunque di una formazione che, se come me non conoscevate, consiglio di  andare a scoprire (il reale intento di questo photo report  dalle foto di livello più che mai  amatoriale vorrebbe in realtà essere questo) di modo che non ve li lasciate scappare il  loro prossimo eventuale passaggio in Italia dopo questa data unica alla quale ho avuto la  fortuna di assistere.

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10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #23.09.2016

Written by Playlist

Phidge – Paris [STREAMING]

Written by Anteprime

In anteprima esclusiva per Rockambula Webzine eccovi “Paris”, il nuovo singolo dei Phidge, quartetto bolognese che viaggia tra l’indie rock e l’emo-core 90’s.

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Rookie – Appartamento in Centro [STREAMING]

Written by Anteprime

I Rookie vengono dal Veneto dove la nebbia è sparita assieme ai centri sociali. Sono una band, e lavorano tutti, ma hanno speso i loro stipendi in Fuzz e Overdrive e hanno fatto dei mutui per comprare strumenti e scrivere un disco di dieci canzoni che raccontano storie, riflessioni e punti di vista. Musicalmente sono un incidente stradale tra i My Vitriol i Llama Farmers e i Foo Figthers.

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Ottavia Brown – Infondo

Written by Recensioni

Di certo apprezzabile l’ impegno e lo stile con i quali Ottavia Bruno (ironicamente in arte Ottavia Brown) ha confezionato in autoproduzione la sua opera prima. Dalla cover all’artwork fino al packaging tutto è fatto in maniera professionale e con la voglia di non passare inosservata e apprezzabile è anche che progetto grafico e illustrazioni siano curate dalla stessa la quale, oltre ad essere compositrice è, per l’appunto, anche illustratrice di professione. Questo, però, è solo una luce fluorescente tesa a carpire la nostra attenzione. Ciò che conta non si vede ed è nascosto in dieci tracce in italiano scritte sotto la produzione artistica di Marco Franzoni.

Non fatevi confondere dalle mie parole perché il legame tra i disegni e la musica è molto stretto e necessario per comprendere l’estetica della Brown che, parafrasando le sue parole, al momento della composizione da spazio prima agli occhi e poi all’udito, creando così un legame tra un brano e il successivo come quello che si crea tra le pagine di un libro. Dieci canzoni che parlano d’inquietudine e sogno e raccontano di personaggi apparentemente distanti ma spesso uniti da ambientazioni favolistiche. Assolutamente godibili gli arrangiamenti e lo stile, miscela di Pop moderno e Swing anni 50, con venature Folk e tratti da Film Score Noir, il tutto ad avvolgere una voce gradevole.

Certo, con qualche sforzo in più in fase di scrittura e di ricerca melodica si sarebbe potuto apprezzare con più fermezza, tralasciando il fatto che la voce stessa non è nulla più che una piacevole voce di una seducente songwriter italiana. La costruzione stessa di testi, arrangiamenti, ritmiche e tutto il resto sembra studiata a tavolino per suonare irreprensibile tanto da mancare di coraggio, originalità e voglia di superare taluni limiti. A queste condizioni, è solo un disco ben fatto che, tutto sommato, stanca dopo qualche ascolto, non lascia il segno in nessuna delle tracce e mai riesce a trasportarci dove solo i migliori riescono.

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