Rockambula Tag Archive

La Band della Settimana || Mary in June

Written by Novità

La solita band italiana dal nome inglese. Si ritrovano a suonare insieme una sorta di post rock/punk dalle sfumature folk, con testi in italiano al sapore oleoso del petrolio.

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Witches Of Doom – Deadlights

Written by Recensioni

Ebbene, anche i Witches Of Doom giungono al loro secondo album intitolato Deadlights. La band, che miscela lo stile di colossi come Type O Negative, Rob Zombie e Paradise Lost, torna in scena con un disco che li definisce una volta per tutte. Se con Obey, il disco d’esordio, hanno dato buona impressione, con questo nuovo lavoro danno la conferma d’esser, prima che dei buoni musicisti, dei bravi artisti.

Deadlights è un disco che spazia dal Doom, al Gothic con venature Stoner. Parliamo di un album che può essere ascoltato in svariati momenti, ma è anche un lavoro che vanta di tracce che potrebbero fare da colonna sonora a qualche film di Tarantino o dello stesso Rob ZombieDeadlights ispira sofferenza ma anche rabbia e carica, puoi trovarti in un periodo triste o in uno più movimentato, va bene lo stesso. In questo disco è interessante l’uso delle tastiere e degli effetti, questi ultimi sicuramente più utilizzati rispetto al precedente album. È chiaro che i Witches Of Doom con questo nuovo lavoro segnano la loro maturazione. Certo, non è un capolavoro ma è un disco che si difende abbastanza bene e si inserisce senza dubbio tra uno dei lavori più interessanti dell’anno.
“Lizard Tongue”, primo singolo, ti travolge con i suoi effetti creati dalle tastiere e con i mastodontici giri di chitarra di Venditti. “Run With The Wolf” con la sua composizione piano-forte è trascinante non solo per la buona melodia ma anche per il cantato di Piludu chiaramente inspirato da Peter Steele. Passiamo direttamente a “Winter Coming”, tetra ed oscura, anche qui c’è un buon gioco delle tastiere mescolate all’ottima voce di Piludu. “Homeless” e “Black Vodoo Girl” mettono in mostra la vena Stoner e Doom del gruppo. Chiudiamo citando “I Don’t want to be a Star”, la traccia più calma del platter, dal sound pulito e melodico, anche qui un ottima prova di Piludu.

Deadlights è un disco onesto, nel senso che riesce ad omaggiare grandi nomi del Goth e del Doom ma con un evidente personalità.

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“Quello che Rimane”, il nuovo singolo di Julián Corradini

Written by Novità

Explosions In The Sky @ Circolo Magnolia, Segrate (MI) 31/05/2016 [PHOTO REPORT]

Written by Live Report

Il circolo Magnolia di Segrate (MI) ha ospitato martedì 31 Maggio sul suo palco esterno i texani Explosions in the Sky.
I ragazzi di Austin hanno pubblicato il 1° Aprile scorso la loro ultima fatica The Wilderness, disco che personalmente, per quanto ben suonato e per quanto al suo interno si trovino pregevoli trame, trovo un po’ piatto ma che eseguito dal vivo riesce a trovare maggiore visceralità (inevitabilmente considerando che on stage i ragazzi, come noto, non si risparmiano).

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I picchi emotivi più elevati sono comunque giunti coi brani più datati del repertorio del quintetto tra i quali “Greet Death”, “The Birth and Death of the Day”, “Your Hand in Mine” ed il travolgente finale di “The Only Moment We Were Alone”.
Insomma, anche questa volta le esplosioni, nel cielo e nel cuore, non sono mancate.

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Clowns From Other Space – Zeng

Written by Recensioni

Disco d’esordio dell’ensemble abruzzese, Zeng è un frullatone di Rock distorto e melodia, immerso fino alle ginocchia negli anni ’90 soprattutto inglesi, dove batterie lineari ma con personalità si accompagnano a un intreccio di chitarre sempre ragionato, mai sciatto. I pezzi sono gonfi di suoni: c’è in Zeng un’attenzione lodevole all’insieme compatto e pieno degli strumenti, ma questo non va a inficiare la resa melodica del disco, che è un disco di canzoni. I brani riescono a distinguersi, a rendersi riconoscibili pur in un contesto uniforme e coeso.

La voce di Cesare Di Flaviano, strascicata, sghemba, che sembra quasi stonare senza mai risultare fuori luogo, è un accompagnamento melodico perfetto. Lo scazzo generale è molto british, ma non disturba particolarmente, anzi: rende i brani piacevolmente equilibrati, li fa giocosi, sospesi come sono in quella terra di nessuno che non è Rock duro, non è Grunge, non è Brit-Pop, ma è un po’ tutto questo insieme.

Alcune scelte di composizione sono forse troppo facili: arrivano subito, questo è vero; rimangono nelle orecchie, ma sorge il dubbio che sia così perché già sentite altrove, già sperimentate tante (troppe?) volte. Piccolo neo anche per quanto riguarda i testi: un inglese non eccelso, che non convince al 100%. Interessante l’idea di dare al disco un’architettura strutturata, con la prima parte più diretta e la seconda più misterica, criptica; una distinzione che però non si percepisce molto nei fatti e che magari poteva essere maggiormente sottolineata.
I Clowns From Other Space hanno costruito un disco godibile nella sua interezza, che non fa magari innamorare perdutamente ma regala quei quaranta minuti (per nove tracce) di piede battente e testa oscillante. Forse osare di più aiuterebbe, ma la direzione presa è buona e il passo non è casuale, e si sente.


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10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #04.06.2016

Written by Playlist

Il Video della Settimana || Blastema – “Asteroide”

Written by Novità

Hazan – “Sulla Pelle” [VIDEOCLIP]

Written by Anteprime

“Sulla Pelle” è il primo singolo estratto dall’EP Kaiserpanorama, esordio dei milanesi Hazan in uscita ad Ottobre 2016 per Habanero Factory​.

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“Bad Weather” è il nuovo video degli Slander

Written by Novità

Primo singolo e title track del nuovo album degli Slander, band punk hardcore di Venezia attiva dal 2014 e conosciuta in tutta Europa per l’intensità e l’irruenza dei suoi live.

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XIXA in tour in Italia

Written by Eventi

Il deserto ha una sua frequenza, un suono che puoi sentire solo nelle lande desolate dell’Arizona. Questo è ciò che suonano gli XIXA (US): una cumbia rock e psichedelica originaria di Tucson. La band è capitanata da Brian Lopez e da Gabriel Sullivan già membri dei Giant Sand. A febbraio è uscito il loro primo LP: Bloodline.

Queste le date italiane confermate:

16-07 // SEZZADIO (AL) // Bliss Beat Festival @ Cascina Bellaria
30-07 // MANDREA (TN) // Mandrea Music Festival
18-08 // ARIANO IRPINO (AV) // Ariano Folk Fest

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Marta sui Tubi, Estate 2016 in Tour

Written by Eventi

I Marta sui Tubi sono tornati in aprile con il singolo “Amico Pazzo” e l’atteso nuovo album “LOSTILEOSTILE”. Dopo un fortunato giro nei club, il tour entra ora nella sua fase estiva con un fitto calendario di date già confermate.

07/04 Roma “Quirinetta”
15/04 Pordenone “Il Deposito”
16/04 Bologna “Locomotiv”
22/04 Milano “Serraglio”
06/05 Santa Maria a Vico (CE) “SMAV”
13/05 Torino “HiroshimA Mon Amour”
20/05 Cisano Bergamasco (BG) “Senza Far Rumore Festival”
21/05 Molfetta (BA) “Eremo Club”
27/05 Cagliari “Ateneika”
01/06 Bologna “Biografilm Festival”
04/06 Pegognaga (MN) “PegoRock”
24/06 Romano di Lombardia (BG) “Festa della Musica”
01/07 Biella “Reload Sound Festival”
02/07 Vittorio Veneto (TV) “Rock 4 AIL”
07/07 Bosco Albergati (MO) “Mondiali Antirazzisti”
09/07 Pavia “Molecole Fest”
15/07 Rapolano Terme (SI) “TV spenta”
27/07 Genova “Palco sul Mare Festival – Porto Antico”
30/07 Catania “Qubba”
12/08 Piateda (SO) “Rock and Rodes”
13/08 Brescia “Festa Onda d’Urto”
14/08 Montefiascone (VT) “Festa del Vino”
21/08 Sant’Omero (TE) “Salvami Musica”
26/08 Castelnuovo d’Assisi (PG) “Riverock Fest”
16/09 Tonadico (TN) “Sot Ala Zopa”

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Coucou, Sèlavy! – Nequaquam Voodoo Wake

Written by Recensioni

“Senza profilo da offrire alle galassie, ululavo alle costellazioni che indossavo a buon mercato…”

Artista romano che risponde allo pseudonimo di Coucou, Selavy!, l’autore di questo Nequaquam Voodoo Wake (terza opera, prodotta in trenta copie) è anche uno dei ricercatori vocali più importanti di tutta la penisola, uno dei pochi artisti ancora in grado di abbattere le esigenze del mercato; non semplicemente ignorarle ma farle letteralmente a pezzi e proporre qualcosa che si fa beffe di tutto il mainstream e lo pseudo alternative in circolazione, mostrandoci completamente a nudo la vera anima dell’arte, fatta di sperimentazione, libertà, necessità espressiva e compositiva. La sua opera è un’incredibile miscela di Post Punk (“Orfeo, Banfi, Lino-Lillà”), Neo Folk (“All This World”), Folk Apocalittico, Gothic (“Precipices”), Dark Cabaret (“Nequaquam”) il tutto impreziosito da una sensibilità, un’ironia ed uno stile unico, tanto da rendere praticamente impossibile e inutile il rimando ad alcun artista e musicista specifico e con al centro una vocalità straordinaria, poliedrica, capace di alternare scream, growl, canto classico e poi lingua italiana, inglese, francese e tanto altro. Prendete tutto questo e piazzatelo davanti ad un palcoscenico dall’incredibile gusto classico e barocco al tempo stesso ed eccovi una delle migliori opere uscite in Italia quest’anno, una delle cose potenzialmente più interessanti di tutto il globo che pecca solo nella qualità della registrazione e nell’idea di immediatezza che lascia scivolare con l’ascolto e che suona quasi come incompiutezza, non sappiamo quanto voluta viste le scarsissime informazioni a riguardo.

Come detto, è la voce di Coucou, Selavy! a mettersi al centro del palco ed è su questa che la nostra attenzione finisce per perdersi, alla ricerca di esperienze passate e future, di reminiscenze ottocentesche, di incursioni teatrali (“Incipit”), di spasmi avanguardistici, di sferzate ironiche e decadenti, demoniache e insane eppure godendo di capacità tecniche fuori dal comune e comunque lontane da quello cui siamo abituati (“L’Entropico Squallore”, “To the Center (of the Earth, of the Heart)”).

A chiudere la tracklist, l’incredibile ghost track, assurda reinterpretazione della nota “24000 Baci”, in una rilettura che confonde ogni nostra certezza e ci ricorda anche il passato dell’artista, già autore di tante cover di pezzi in assoluta contrapposizione agli originali. Non sappiamo cosa sarebbe potuto essere questo Nequaquam Voodoo Wake, non sappiamo perché un nome come quello del romano sia stato per tanto tempo nascosto ai più, non sappiamo se potremo godere anche in futuro delle sue qualità inumane e se un briciolo di notorietà in più saremo in grado di regalargli; quello che possiamo fare ora è mettere da parte ciò che non è o magari non sarà, dimenticare ogni illusione prospettica e godere dell’attimo presente in cui la sua musica ci scorre nelle vene.

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