Rockambula Tag Archive

Calavera – Funerali alle Hawaii

Written by Recensioni

Valerio Vittoria, già Froben e Matildamay, oltre che chitarrista live di Colapesce e Alessandro Fiori, esordisce solista col moniker Calavera in questo colorato, agrodolce, liberatorio Funerali alle Hawaii. Il titolo è adattissimo: chitarre riverberate, tastiere, ritmi rotolanti si appoggiano ad armonie di un Pop malinconico, chiaroscurale, in un serpeggiare che è amaro e sereno insieme, come le cerimonie floreali sul Pacifico in cui si dà l’ultimo definitivo saluto alla vita sotto il sole, fra le onde, tra mosaici di petali. Il risultato di questo mix esotico e appassionato si misura in gradazioni di colore morbide, mai pastello: una vivacità sommessa, equilibrio nell’ossimoro tra una nuova libertà e la solitudine del viverla, tra il raccontarsi “senza finestre sul mondo” e un cambiamento anche esteriore: “una nuova città, un nuovo amore ed una nuova vita”. Funerali alle Hawaii è adatto alle mattine piovose ma anche ai tramonti sereni e nostalgici; suona lontano e vicino insieme, peculiare in certi toni antitetici, contraddittori, dove la luce, leggera, si mescola a ombre grigiastre, non ancora tragiche. La pasta sonora riempie ogni spazio intorno a una voce sussurrata che snocciola epifanie semplici ma taglienti, attimi di consapevolezza ritti spalla a spalla con dubbi e ripensamenti, il tutto immerso in un cangiante universo che è veramente, profondamente Pop, dove i ganci si sprecano e le canzoni si susseguono come pillole balsamiche per le orecchie grazie al talento di Calavera per il tocco giusto al momento giusto. Un disco fatto di contrari, di opposizioni, che ricorda certamente molto altro e magari non stupisce, ma che non arriva alla fine senza regalare una scintilla, un brillio di curiosità. Cullante e variopinto.

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Il nuovo tour europeo degli Stearica

Written by Eventi

Avrà inizio il 20 maggio il nuovo tour europeo degli Stearica. La band di Torino varcherà il confine di ben cinque stati europei per tornare in Italia con l’ultima data del tour. Il ciclo di concerti porta ancora l’impronta di Fertile, il loro ultimo album, uscito ad aprile 2015 per Monotreme Records. Queste le date del tour:

20-May Strasbourg FR, Bastions (Ateliers Ouverts)
21-May Barlo NL, Loods
22-May Brighton UK, The Joker
24-May Glasgow UK, Bloc
25-May Bradford UK, Delius Art & Cultural Center
26-May Bristol UK, The Stag & Hounds
27-May Nottingham UK, JT Soar
28-May Cardiff UK, Strange Daze Fest
29-May London UK, Raw Power Festival
31-May Bruxelles BE, Bonnefooi
01-Jun Lille FRA, El Diablo
02-Jun Tubingen DE, Epplehaus
03-Jun Osio Sopra – Bergamo IT, Joe Koala (outdoor)

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La Band della Settimana || La Macabra Moka

Written by Novità

Band alternative rock di Cuneo, in attività dal 2010, con la pubblicazione di Espresso e L’Album di Natale la band ha saputo farsi conoscere e apprezzare, incontrando un favore crescente di pubblico e critica locali.

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Detox – Landing

Written by Recensioni

Esce per l’etichetta bolognese Relief Records EU (la stessa che portò al successo il rapper Inoki) questo primo grande percorso personale del beatmaker e producer Detox. Un artista che non ha bisogno di presentazioni avendo alle spalle oltre quindici anni di carriera con collaborazioni importanti quali quelle con Dj Gruff, Clementino, Angela Baraldi, Roy Paci e Videomind e una militanza nei Blatters (campioni italiani Dmc 2010, Dmc 2011 e Ida 2011). Una collana di pubblicazioni, quella della Relief, che cerca di sviluppare discorsi musicali paralleli e alternativi per voce di artisti con cui collabora o ha collaborato. Questo Landing è un breve Ep, digitale come il suo dna, in cui Diego Faggiani (in arte Detox) si mette a nudo in cinque composizioni a spasso tra Dubstep, modi Afro e ossature elettroniche metropolitane. Interamente realizzato presso il Menounolab vede alcune collaborazioni di spicco che cercano anche di deviare il flusso di tutto come per esempio la bellissima voce di carattere Soul di Alo per il brano “Mr. Hugee” o come un inaspettato suono di violoncello (anche se elettrico) grazie alla partecipazione di Bruno Briscik. Ed inoltre Alex Trebo, i producer Fuso, Q3000, Maxime e Navak (tutti protagonisti della prima traccia “Just Feel”). Un disco visionario, dalla pelle istrionica che spesso cambia faccia ma che di sottofondo mantiene sempre una stessa identità pur dividendosi fra suoni analogici, campionamenti e groove. Come a dire che se nella prima traccia “Just Feel” siamo in una periferia newyorkese, in chiusura con “Road” siamo finiti a trasformare un Reggae giamaicano in una suite Lounge con trombe quasi fosse una Fusion digitale, il tutto passando attraverso drumming africani come nella splendida “Go On” e facendo un salto in notti fumose di luce di led nel futurismo sociale di una famosa città europea.

Il carattere di Detox va ascoltato e lasciato concimare perché quello a cui siamo di fronte non è un disco immediato, non sono suite strumentali banali e superficialmente campionate. Questo Landing è un’opera elettronica che trasuda spontaneità: alcune cose sembrano rubate al caso di un’ispirazione, altre studiate a tavolino. Altre invece raccolte da anni di collaborazioni e di live. Di sicuro non va relegato ad un primo quanto superficiale approccio, come a tener vivo un sottofondo per i nostri aperitivi. In arrivo anche il video ufficiale; per ora ci godiamo questo live-set che è anche trailer di tutta la produzione di Landing.

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Cinque canzoni che fanno stare in pace col mondo gli Inutili

Written by Articoli

Teho Teardo & Blixa Bargeld @ Lavanderia a Vapore, Collegno (TO) 06/05/2016 [PHOTO REPORT]

Written by Live Report

 Il piccolo ed accogliente centro regionale per la danza Lavanderia a Vapore di Collegno ha ospitato il 6 Maggio Teho Teardo e Blixa Bargeld in tour per promuovere Nerissimo, loro ultimo disco uscito lo scorso 8 Aprile per Specula Records a tre anni da Still Smiling. Il duo ha portato con sé, come nel precedente tour, la violoncellista Martina Bertoni, ma questa volta sul palco si sono visti anche un altro violoncello, tre violini ed un clarinetto basso.

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Il live, seppur con qualche inconveniente tecnico (che ha dato vita ad alcuni siparietti tra i protagonisti sul palco seppur non senza un minimo d’irritazione, soprattutto da parte dell’artista tedesco), è risultato piacevolissimo.
Teardo si è mosso appassionatamente tra chitarra ed elettronica mentre Bargeld ha offerto la solita grande performance ricca d’intensità (poetica, romantica, ironica, teatrale) esaltata dall’ottima prestazione della bravissima Bertoni e delle sue colleghe.
Live intenso (ma personalmente meno emozionante del precedente), che ha visto il duo italo-tedesco pescare a piene mani dai due full length fin qui pubblicati come dall’Ep Spring, riuscendo spesso a far salire la temperatura della graziosa sala di Collegno come a portarla a vivere attimi di attentissimo e religioso silenzio.

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Mary in June – Tuffo

Written by Recensioni

“La necessità di seguire i nostri impeti ci ha reso esili e stanchi ma ha anche illuminato con consapevolezza e determinazione le nostre vite”. Sono alcune delle parole che i Mary in June usano per descrivere il loro nuovo album Tuffo, che arriva cinque anni dopo l’EP Ferirsi. Difficile trovare una definizione migliore, Tuffo è un album verace, che ti trasporta come un direttissimo nella provincia, quella desolata e assonnata, dove i confini sono labili, le emozioni si disciolgono e si mischiano, e le vite delle persone scorrono lente e immutabili. I Mary in June, non intendono sopportare oltre e lanciano la loro personale bomba  irrompendo in questo moto perpetuo con energia e decisione. Nei dieci brani di Tuffo, infatti, c’è il Rock, quello emozionale e tirato di gruppi come Fine Before You Came e Gazebo Penguins, c’è il racconto frammentato e per immagini dei cantautori degli anni zero come Vasco Brondi, ma soprattutto c’è la regia del maestro Giorgio Canali in veste di produttore.  Tutti questi elementi, coadiuvati da un forte impeto espressivo, si riversano sui brani che sono carichi, passionali, incazzati quanto basta. Musicalmente vitali, ricchi di saliscendi melodici, accelerazioni ed esplosioni ritmiche. La voce è sempre tirata, acre, incazzata. Si percepisce la volontà di esprimersi a pieno, senza vincoli e compromessi, ogni volta scegliendo quale natura far emergere.  Ci troviamo, così, di fronte ad un album che da un lato definisce chiaramente l’identità del gruppo, ma che al tempo stesso mostra eterogeneità e varietà.  Molte sfaccettature della stessa medaglia: quella elettronica in “Dimenticati”, quella emo in “Nuova Fine”, e quella classica e rock in “Combustibile”.  Senza dimenticare di rallentare e tirare il fiato con ballad come “Perfetto”  e  “Qualcuno con cui Correre”. Tuffo è un album genuino, viscerale,  dove le emozioni  ti esplodono dirette in faccia, ti travolgono e ti conquistano. Ti viene voglia di urlare insieme a loro, di correre sulla scogliera e lanciarti ad occhi chiusi verso il mare.

 

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Ben Harper & The Innocent Criminals – Call It What It is

Written by Recensioni

Questo ritorno di Ben Harper con gli Innocent Criminals, gruppo col quale ha scritto le migliori pagine della sua carriera, è stato per me (ed immagino di non essere il solo) come un regalo ricevuto da un gruppo di vecchi amici ed una delle uscite, nel suo ambito, che più ho atteso in questo primo terzo di 2016. L’ultimo lavoro di Ben coi Criminals, risalente ad 8 anni fa, fu indubbiamente l’episodio meno riuscito del loro sodalizio ma le meravigliose pagine precedentemente pubblicate rimangono per il sottoscritto tra le più belle che una band ci abbia regalato negli ultimi vent’anni.
Ben coi Criminals (presenti, seppur non sempre con uguale formazione, anche nei dischi pubblicati a nome del solo Harper fino appunto a Lifeline) ha coniato quello che a tutti gli effetti possiamo considerare il suo linguaggio: una miscela di generi che trovano le proprie radici nel Blues ma che affiorano nelle più svariate forme in modo naturalissimo ma con grandi contaminazioni nonché con uno splendido dialogo tra i vari strumenti e le varie anime di una band che riesce a dare colore come essenzialità alle doti chitarristiche e canore del suo leader andando così a creare un sound che è un vero e proprio marchio di fabbrica.

E dunque, dopo l’inatteso e benvenuto tour di reunion dello scorso anno, ecco arrivare questo nuovo lavoro in studio.
Diciamo subito che i tempi del magico decennio ’94-’04 non sono raggiunti ma che sicuramente questo lavoro suona meglio della loro ultima fatica insieme, cosa non così scontata, e che volendo fare un paragone col passato questo nuovo disco potrebbe essere un Both Sides of the Gun riassunto in un unico disco (il magico decennio si era da poco concluso ma qualche buona cartuccia da sparare ancora c’era), emblematica è la bella ballata “Deeper and Deeper”, che pare uscire dal disco bianco del sopracitato lavoro.
Call It What It Is pur avendo passaggi un po’ scontati (il Blues in odor di Stones di “When Sex Was Dirty”), paraculi (il rock dall’incedere moderno e appiccicoso di “Pink Ballon”) e non del tutto convincenti (la title track che punta il dito contro gli omicidi della polizia sugli uomini di colore senza grande originalità di scrittura ma in modo comunque estremamente diretto e sincero) non manca di momenti assolutamente godibili. Sotto questo punto di vista da citare il Reggae di “Finding Our Way” (bel lavoro di Jason Yates all’Hammond e Juan Nelson al basso), che pur non avendo la struggente profondità della meravigliosa “Jah Work” o il calore (ed il colore) di “With My Own Two Hands”, ci mostra un uomo ed una band che quando toccano questo genere non deludono mai, impossibile dopo un paio di ascolti non immaginarsi a ballare e cantare questo pezzo sotto un sole caraibico con una collana di fiori al collo.
Altro ottimo momento è il Soul di “Bones” (perfetto per casa Strax), brano pulito, profondo, con l’ottima voce di Beniamino accompagnata da una bella sezione ritmica e da un buon lavoro dei Criminals tutti. Oltre alla già citata “Deeper and Deeper” sono presenti altre profonde ballads, meritano una citazione l’Afro Folk ricco di pathos di “How Dark is Gone” (dedicata ad un amico morto in prigione), “All That Has Grown”, malinconico Blues per sola slide che riporta molto indietro nel tempo garantendo un risultato indiscutibile, e la toccante “Goodbye to You” con la quale, nel più classico dei modi, si chiude il disco del ritorno a casa di Ben.

Questo Call it What It Is è dunque un lavoro che tutto sommato non delude ma che sicuramente ci propone una band ancora lontana dai suoi giorni migliori, una band che osa troppo poco pur muovendosi con invidiabile disinvoltura tra i soliti svariati generi. I ragazzi, che live sono una meraviglia, affronteranno insieme un nuovo tour (da noi a Milano il 7 Ottobre) che potrà dirci se questo ritorno di fiamma sia un fuoco di paglia o qualcosa di più grande; sperando nella seconda ipotesi credo che in futuro quella voglia e quella fantasia che in questo disco vengono un po’ meno, ma che i Nostri sicuramente non hanno ancora perso, si potranno ritrovare facendoci così scartare un regalo forse meno inatteso ma più vicino a quel buon sapore dei giorni andati, come ci si confà a buoni amici di vecchia data.

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“Rainbow Flesh” è il nuovo video dei Jumpin’ Quails

Written by Novità

Ilaria Pastore – Il Faro la Tempesta la Quiete

Written by Recensioni

Ilaria Pastore arriva al secondo disco con delle cose da dire (e non da poco): si parla di maturità, amore, rispetto per se stessi, per il proprio tempo, per i propri dubbi. Ci arriva con le idee chiare, una voce pulitissima e leggera, scevra da ogni traccia di retorica, e un gusto per l’arrangiamento scaleno e obliquo (curato da Gipo Gurrado) che rende Il Faro la Tempesta la Quiete un’opera leggiadra, iridescente, sempre in movimento.

Il nucleo del disco è il binomio voce-chitarra, gestito sempre con una limpidezza esemplare, e con inserti misurati e accorti di batteria, basso, pianoforte, archi e fiati, che allargano il campo senza mai strafare, con una precisione di incastri di melodie e armonie che avvolge e distende.
Ilaria Pastore sa raccontare senza fronzoli dettagli minuti ma importanti: una foto della madre che sorride tra i panni stesi (“Polaroid”), il dubbio come luogo della mente da cui non bisogna per forza fuggire ma in cui si può, e forse si dovrebbe, anche sostare (“Il Dubbio”), e poi la vita di coppia, soprattutto nelle sue difficoltà e fragilità (“Buio Pesto”, “Tu Sbufferai”, “Va Tutto Bene”, “Decifrato”). Il racconto è semplice ma efficace; a volte inciampa nel ridicolo (“Compro Oro”), ma spesso riesce nell’impresa di far convivere una scrittura colloquiale e una pregnanza inaspettata: in questa passeggiata così breve / consideriamo tempo perso quello speso bene, da “Ricordi Migliori”; o forse sarebbe meglio trovare la volontà di dirsi / siamo in ritardo / abbiamo sprecato del tempo e del coraggio ed ora / siamo in ritardo, da “Va Tutto Bene”, che fotografa un certo sentimento che pare serpeggiante in una società basata sulla fretta e sulla competizione sfrenata, anche nel rapporto a due.

Il faro la tempesta la quiete rischia qui e là lo scivolone quando la semplicità dei testi, spesso gradevole, si avvicina pericolosamente all’ombra della sciatteria; per fortuna ciò non accade spesso, e Ilaria Pastore arriva alla fine con grazia e convinzione, merito soprattutto della sua voce sempre impeccabile e dal timbro così trasparente, fresco e intenso insieme. Con qualcosa in più sarebbe stato un album meraviglioso – si dovrà accontentare (si fa per dire…) d’essere un buonissimo disco.

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10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #06.05.2016

Written by Playlist

Home Festival, nuovi nomi si aggiugono alla line-up: Eagles Of Death Metal, Vinicio Capossela, Ministri e Modestep

Written by Eventi

Nuova raffica di nomi nel quarto annuncio di un evento dal respiro sempre più internazionale. Gli Eagles of Death Metal hanno annunciato la loro tournée italiana, che passerà per Treviso all’Home Festival sabato 3 settembre.

Giovedì 1 settembre arrivano i Ministri , che dall’inizio dell’anno con il loro Cultura Generale Tour 2016, hanno collezionano un sold out dopo l’altro. Lo stesso giorno sul palco ci saranno gli Inude, duo elettronico nato nel 2014 in provincia di Lecce, noto per un sound ritmato dall’uso di tappeti sonori con lunghi riverberi e loop di batterie elettroniche miste a percussioni, gli archi con le voci a rafforzare le melodie.
Venerdì 2 a far ballare il popolo dell’Home Festival ci saranno i Modestep: il gruppo ora è impegnato in un tour europeo con gli Enter Shikari, che saranno anche loro presenti. I Modestep arrivano da Londra con un dj set esclusivo e il loro sound Dubstep, Rock elettronico e Drum’n’Bass.
Sabato 3 settembre in console ci saranno invece Ackeejuice Rockers, dalla collaborazione con Kanye West al loro ultimo album Future Dancehall, uscito proprio in questi giorni e già passato tra le mani importanti come quelle di Diplo e il suo show “Diplo & Friends” su BBC Radio 1Xtra. Lo stesso giorno suoneranno anche Indian Wells.
Domenica 4 settembre sarà la volta dello straordinario Vinicio Capossela, con il suo ultimo album Canzoni della Cupa, in uscita il prossimo 6 maggio e anticipato dal singolo “Il Pumminale”: è un doppio album che si divide tra un mondo fatto di tradizioni e l’onirico, una vera eccellenza della world music. Sempre domenica, sul palco C+C=Maxigross, ma anche i “padroni di casa” Down to Ground e il giovane e promettente Damien Mcfly. Si segnala anche Coez, artista pop dall’enorme seguito.

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L’ingresso giornaliero costa 18 euro + 2,7 euro diritti prevendita.
Abbonamento a 60 euro + diritti prevendita per i quattro giorni.
Biglietti a disposizione sui circuiti di Ticket One e Mail Ticket.

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