Rockambula Tag Archive

Inigo & Grigiolimpido

Written by Interviste

Dopo i problemi avuti con la rete per il loro video che è stato bloccato per cause ancora da chiarire ma ora tornato di nuovo on line, il nuovo singolo della band capitanata da Inigo Giancaspro vuole raccontare più che denunciare, la vita e la società italiana di tutti i giorni vista da due punti di vista totalmente opposti. Il popolo contro il potere. Ecco la nostra intervista agli Inigo & Grigiolimpido:

“Baci Alla Repubblica”. Troviamo un nesso che vuole essere di critica e di denuncia. Addio alla Repubblica che fino ad ora ci ha delusi? Oppure sono baci di affetto e di speranza?
“Baci alla Repubblica” è una canzone che descrive, racconta, ma non giudica, pertanto i baci sono rivolti a tutti, belli e brutti, basta solo saperli riconoscere e il nostro pubblico a tal proposito è abbastanza sveglio.

La notizia di questa “censura” ha fatto molto parlare. Prima oltre 30 mila visualizzazioni e poi misteriosamente scomparsi da YouTube. Ora di nuovo on line. Come mai secondo voi?
Ce ne siamo preoccupati per poco tempo, ipotizzando una censura cautelativa per alcune scene. Ad esempio ho appreso da questo episodio che su youtube non si possono caricare video con scene di uso di stupefacenti, questo potrebbe essere un motivo. Ad ogni modo una volta che il video è tornato online, abbiamo dismesso impermeabile e lente d’ingrandimento.

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L’informazione libera: chimera o in realtà è un filtro contro tante cattive notizie?
Ogni medaglia ha il suo rovescio. Hai presente quando metti una mano sul ghiaccio e dopo un po’ ti senti bruciare? Ecco per l’informazione oggi succede più o meno la stessa cosa. Auspichiamo un’informazione libera, vera, non strumentalizzata e questo è sacrosanto, ma l’esasperazione di questo concetto porta all’esatto contrario. Tutti si sentono improvvisamente giornalisti, politici, tecnici, economisti, critici musicali e cinematografici, etc. Questo crea un livellamento verso il basso dell’informazione stessa. Quindi, informazione libera va bene, ma libera di dire cazzate… non saprei.

Questo nuovo disco degli Inigo & Grigiolimpido racconta dei ragazzi di oggi e della vita in un’Italia che piace sempre di meno. Vi sentiti dei “moralizzatori” o dei semplici osservatori?
Moralizzatori lo escluderei a priori, è difficile provare ad esserlo con se stessi, figuriamoci col mondo intero. Osservatori va decisamente meglio, scrivendo personalmente i testi delle nostre canzoni è giusto e naturale che io prenda tutto ciò che posso dal mondo che mi gira intorno, cerco di fare delle fotografie, se poi non c’è il sole sullo sfondo, però, non le ritocco con photoshop.

A giochi fatti, cosa cambiereste di questo disco?
Il budget a disposizione per la produzione e per la promozione. A parte quello, nient’altro in senso assoluto. Ogni disco è figlio di un momento storico di una band o di un cantautore e non è che siccome in un certo momento va di moda altro bisogna adattarsi come pecore. Quando e se un giorno andrà di moda il nostro modo di fare musica saremo stati dei precursori e chissà magari sarà quello il momento giusto per iniziare a fare altro.

E dopo Controindicanzoni? Regalate agli amici di Rockambula qualche indiscrezione…
Un nuovo singolo in uscita prima dell’estate. E poi testa bassa e pedalare verso nuovi orizzonti.

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À L’Aube Fluorescente – Brand New Stupid Words [VIDEOCLIP]

Written by Anteprime

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In anteprima e in esclusiva per Rockambula, vi presentiamo il nuovo videoclip della band Alternative Rock abruzzese À L’Aube Fluorescente, clip tratta dal brano “Brand New Stupid Words” (Over Dub Recordings). Il video è stato scritto e diretto da Stonino LilBrosky Bosco mentre il brano è stato registrato, prodotto e mixato negli studi ACME Recording da Davide Rosati.

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Bologna Violenta 15/03/2014

Written by Live Report

Il 15 marzo era una data che aspettavo da molto tempo; da almeno due anni infatti (a meno che la memoria non mi faccia brutti scherzi) Nicola Manzan alias Bologna Violenta non si faceva vedere da queste parti. A dare un ulteriore valore a questo week-end si è aggiunta, inoltre, la visita inaspettata in uno special guest ti tutto rispetto con il quale ho il piacere di avere in comune parte del patrimonio genetico, ma questa è un’altra storia. Come spesso accade mi trovavo al Blah Blah, ed il pubblico che animava i portici e l’interno del locale, quella sera, era davvero molto variegato: abbigliamenti “normali” affiancati a look sovversivi da pirata, con comparse sporadiche di chiome dal colore cangiante, dal blu elettrico al rosso vivo.

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Mi sento comunque di dire che il colore predominante era il nero, nella sua variante di nero con borchie. Anch’ io per l’occasione ho deciso di sfoderare il mio finto pellame da combattimento lasciando però le borchie a casa; non avrei mai voluto esagerare con la sobrietà. Tra i look “estremi” che mi circondano, vince il primo premio quello del tizio capellone e cotonato che mi ritrovo davanti durante il concerto, e che per l’occasione ho deciso di ribattezzare “Mufasa” (chi come me ha passato parte dell’infanzia a piangere durante la visione del Re Leone sa di cosa parlo). Il concerto è aperto dai Seitanist, ma l’attesa è tutta per Bologna Violenta che presto si palesa sul palco carico di strumenti accompagnato da Nunzia, carichissima anche lei. Un brevissimo soundcheck  per Nicola, e poi subito si riparte.

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Uno Bianca, l’ultimo album di Manzan, viene suonato per intero, senza interruzione: 27 brani di pura violenza emotiva per raccontare uno dei peggiori fatti di cronaca nera avvenuti in Italia, accompagnati da immagini di repertorio, video di quegli anni e scritte essenziali che meglio aiutano a descrivere i fatti e a comprendere la tragicità degli eventi. Si tratta di video minimalisti, essenziali nella loro forma, di contorno alla vera protagonista che rimane sempre e comunque la musica, che da sola riesce davvero a narrare e ad esprimere tutta l’angoscia, la violenza ed il terrore legato a quegli anni tristissimi. Terminata la performance legata ad Uno Bianca, Manzan procede con alcuni pezzi memorabili tratti dagli ultimi suoi due album; in questo caso i video di accompagnamento alla musica si fanno decisamente più espliciti sia nelle immagini che nei contenuti (Manzan non ti perdonerò mai per avermi fatto assistere alla decapitazione di un toro! Sappilo!). Terminato il concerto, Mufasa ed il suo branco assalgono BV con le loro domande. Io passo a salutare Nunzia nell’area “merch” e subito dopo raggiungo anch’io il mio branco. Mentre mi perdo in un interminabile monologo interiore di cui questo live report è figlio, penso che stavolta Manzan abbia superato sé stesso dando vita non solo and un album degno di nota, ma mettendo in scena un vero e proprio “spettacolo” dal forte valore emotivo, capace di coinvolgere anche i meno amanti del genere; un qualcosa che va oltre un semplice concerto, e che è legato in qualche modo col concetto di Memoria, per non dimenticare ciò che è stato, per fare in modo che non accada più.

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Il Video della Settimana: Inguine di Daphne – I Danni Del Desiderio

Written by Senza categoria

La scelta di questa settimana cade sul terzo videoclip ufficiale dal terzo album (I Danni del Desiderio) della band Inguine di Daphne, formazione nata nel 2004 e formata da Alessia De Capua, Alexandr Sheludckò, Dagon Lorai, Dario Alcontrario e Egon Viqve. La band, che unisce sapientemente musica e teatro è prodotta da First Floor Factory mentre la clip che trovate di seguito e in homepage per tutta la settimana, è diretta da Giuseppe Barbato.

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L’evoluzione storico/tecnica del Record Producer. Seconda Parte.

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La Band della Settimana: Alanjemaal

Written by Novità

“Gli Alanjemaal hanno sulle loro spalle quasi vent’anni di attività. Formatisi a Monza nel 1993 con il nome di Rude Pravda, di questo periodo ci rimangono solo una manciata di canzoni pubblicate in due tape. Alla fine del 1999, l’arrivo dell’attuale bassista e la ridefinizione del progetto musicale verso sonorità Noise, Psichedeliche, Post Rock, portano in dote il cambio di denominazione sociale in Alanjemaal.
Il nuovo corso, caratterizzato da una prevalenza di brani strumentali, suscita l’interesse di Fabio Magistrali (produttore di Afterhours, Bugo, Marta sui Tubi) concretizzatosi nella produzione nel 2001 di una decina di brani, alle cui registrazioni hanno partecipato come ospiti Elena Diana e Gigi Giancursi dei Perturbazione, che proprio in quel periodo stavano registrando con lo stesso Magistrali il loro capolavoro In Circolo. Brani che però rimangono nel cassetto per dieci anni, durante i quali l’attività della band, per una serie di ripensamenti artistici e di problemi personali, procede a intermittenza, e che vedranno la luce solo nel 2012 nel cd di debutto Dalla Ruggine, titolo intenzionalmente metaforico, quasi a indicare da quale punto far ripartire il discorso musicale lasciato in sospeso.

Oltre alla partecipazione nel 2011 alla compilation Franti, uno solo poteva ridere, tributo alla più importante band underground degli anni 80, dal 2009 al 2012 a fianco di una buona attività live gli Alanjemaal si sono dedicati alla registrazione di nuovo materiale, sempre con l’aiuto di Fabio Magistrali.

(Non ho) Niente da Sognare, uscito 1 Marzo 2014, è il risultato di questo lavoro.”

Sono loro la nostra scelta di questa settimana.

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L’evoluzione storico/tecnica del Record Producer. Prima Parte.

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Terzo appuntamento per il Pending Lips. I verdetti!

Written by Senza categoria

Terza serata di eliminatorie per il Pending Lips Festival targato Costello’s. La serata, tenutasi lunedì 17 marzo e svoltasi all’insegna dell’Elettronica, ha visto avvicendarsi sul palco sei band emergenti che si sono sfidate per un posto in semifinale. Raggiungono l’obiettivo, aggiudicandosi il passaggio alla fase successiva, i March Division, premiati con il voto della giuria tecnica, I Semi d’Ortica e i Mamaonga. Non passa il turno il quintetto brianzolo dei Ninfeanera che per la buona ed energetica perfomance live ha raccolto la preferenza dalla redazione di Rockambula, media partner dell’evento.

Il prossimo appuntamento è per lunedì 24 marzo per la quarta serata di eliminatorie.

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Il Video della Settimana: The Last Fight – 2k13

Written by Senza categoria

La scelta di questa settimana ci accompagna in Lombardia e ci porta a conoscenza del promettente e giovanissimo trio The Last Fight. Il video scelto, 2k13, può definirsi un solido viaggio metaforico nella tenue foschia dell’altrove. Con frenetici e talvolta incomprensibili rimandi temporali il videoclip dei The Last Fight vuole esporsi nel tentativo di catturare una sfumatura del nostro tempo. Tre vicende, tre destini consapevoli e un’astratta risalita al presente, si intrecciano a cadenzate immagini rivelatorie di un mondo mutato, di fronte al quale si manifestano frequentemente percezioni di impotenza. Ed è proprio l’incapacità di poter affrontare la realtà, spesso meschina e impietosa, che cavalca il flusso melodico del brano, inesorabilmente proteso a rappresentare un anno denso di oscurità: il 2013.

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Potete vedere e ascoltare video e brano di seguito e in homepage per i prossimi sette giorni.

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La Band della Settimana: Andrea Romeo

Written by Novità

Nato nel 1986 nella tranquilla città di Treviso, Andrea Romeo è compositore, musicista e produttore che cerca attraverso le strade strumentali dell’Elettronica e del Post Rock, di esprimere una miriade di universi intimi, tristi, malinconici ma anche gonfi di ribellione.

Il suo ultimo lavoro, Need For Expression (2013), è il risultato di un viaggio introspettivo e di esperienze emotive tradotte in suono: il desiderio di fissare nel tempo una stagione di vita. Nessuna definizione, collocazione in un genere o di target commerciale, solo il forte bisogno personale di esprimere l’intangibile, emozioni e stati d’animo che sono stati trattenuti e nascosti per troppo tempo. Una collezione naturale di esperienze di vita, che credo sia la pena di condividere con il mondo.

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PENDING LIPS FESTIVAL 2014 – 2° serata

Written by Senza categoria

Synesthesia – No.Ta – Invers – Le Fate Sono Morte – Le Oscure Armate Meccaniche – Polarbeers
Lunedì 10 Marzo 2014
ore 21.00 – Il Maglio – Via Granelli, 1 (Sesto S.G.)

Dopo l’esordio più che convincente di lunedì scorso (vedi foto e video), si replica subito lunedì 10 Marzo.

Questi i partecipanti della seconda serata:

Synesthesia
No.Ta
Invers
Le Fate sono Morte
Le Oscure Armate Meccaniche
Polarbeers

https://www.facebook.com/events/1392525117685158/

Tutte le serate del concorso si terranno nella cornice del Maglio, cuore pulsante della storica zona industriale di Sesto, a partire dalle ore 21.00.
Tutte le news, gli eventi ufficiali delle serate e il calendario completo si possono trovare sulla pagina facebook PendingLips Festival.

Vi ricordiamo che Rockambula è media partner e assegnerà un premio per ogni serata alla band scelta dalla redazione. Qui i risultati della prima serata.

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Boxerin Club 27/02/2014

Written by Live Report

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Ci sono giorni in cui tentare di programmare la propria vita equivale a mettere in moto una serie di eventi funesti e nefasti  il cui obiettivo è quello di annientare ogni forma di organizzazione, proprio quella volta che hai deciso di fare tutto con calma, e ti sei addirittura spinta a segnare gli appuntamenti in agenda con tanto di “cerchiolino” rosso sull’orario. Ma se al termine di queste peripezie ti ritrovi ad assistere ad un concerto dei Boxerin Club, che arrivino pure tutti gli stravolgimenti di orari e tutte le sfighe del mondo. Siamo al Blah Blah di Torino e la serata non è da birra, ma da amaro. Sono con una delle mie persone preferite ed entrambi, tanto per dare un tocco di originalità alle nostre esistenze, abbiamo mal di gola; la missione è quella di riuscire a mettere qualcosa di forte in circolo bevendo la minor quantità di liquido ghiacciato. Mentre aspettiamo che i Boxerin facciano il loro ingresso e siamo immersi in discorsi metafisici di gossip recenti, ecco che lo vedo, proprio lì, appoggiato al muro, vicino alla consolle: Max Casacci dei Subsonica. Chiedo conferma a chi è con me, sfoderiamo i telefoni e facciamo una rapida ricerca di immagini sul web; ci sembra proprio lui! Tuttavia c’è da dire che entrambi, oltre ad avere lo stesso segno zodiacale e lo stesso ascendente, siamo anche dei miopi irreversibili e vantiamo un numero non trascurabile di figure di merda in merito alla questione “Quello somiglia a…”. Il locale inoltre è molto buio, insomma, non ce la sentiamo di confermare questo scoop; questa però potrebbe essere una buona occasione per lanciare un nuovo giallo capace di annientare una volta per tutte la supremazia di  Jessica Fletcher e della sua Signora in Giallo: quello appoggiato al muro, era o non era Max Casacci? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Finalmente i Boxerin Club arrivano, e non appena si posizionano sul palco per me hanno già fatto un miracolo; se i miei occhi architettonici non mi ingannano, il palco/pedana del Blah Blah misura all’incirca 10 mq (ho visto bagni di dimensioni maggiori), nei quali riescono a starci in sei insieme a tutti gli strumenti, che non sono pochi. Chapeau! I Boxerin Club sono di Roma (ce lo ripetono più volte nel corso della serata) e nessuno di loro è mai stato a Torino; questa è la loro prima volta sotto i portici che hanno protetto dalle intemperie per molto tempo il “real” cranio savoiardo di re e regine. La band è arrivata in ritardo e non è riuscita a fare il sound check; il concerto pertanto ci mette un po’ a decollare, i primi pezzi sono  una vera e propria prova del suono. Risolti i problemi tecnici i Boxerin prendono il volo ed è subito fiesta. I brani sono quelli tratti dal loro album d’esordio, Aloha Krakatoa, che il mio collega Lorenzo Centrangolo nella sua recensione definisce freschissimo, dove finalmente possiamo vedere un gruppo (italiano) che evita la trappola dei generi e delle etichette per regalarci undici tracce di variopinta festa sonora, trovandomi pienamente d’accordo. Mentre loro procedono con la loro esplosione di suoni, mi accorgo che senza volerlo ho cominciato a muovermi a ritmo di musica, e non riesco a smettere. I Boxerin ci coinvolgono, ci invitano ad avvicinarci, e noi ci avviciniamo; ci invitano a battere le mani, e noi battiamo le mani; penso però che se ci avessero chiesto di andarcene non lo avremmo fatto così facilmente, Non so perché, ma l’atmosfera che si viene a creare mi ricorda un po’ quella di un concerto degli Honeybird & the Birdies, romani anche loro che io sappia, ma di adozione, provenienti da diverse parti d’Italia e del mondo. Chissà se Boxerin e Honeybird si sono mai incontrati. Quando è il momento di ascoltare “Carribean Town”, mi accorgo che ormai sono in molti a muoversi e a ballare; in tanti hanno lasciato i loro pensieri pesanti a terra e si sono messi a volare insieme a questi ragazzi romani. Subito dopo, quando ormai siamo quasi a fine concerto, qualcuno dello staff passa tra la folla e ci mette in mano fischietti, trombette, maracas ed ogni sorta di strumento musicale, rigorosamente in plastica; ci improvvisiamo tutti musicisti e cominciamo a fare baldoria. Lo stesso soggetto che ha distribuito strumenti in giro per la sala ha in mano un pacco di coriandoli che comincia a lanciare per aria facendoci tornare bambini per un attimo. Ovviamente me ne svuota mezzo pacco in testa, tornerò a casa piena di coriandoli fin dentro le mutande. È quello il tocco finale del concerto, seguito da un ultimo pezzo richiesto dai presenti.

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Al Blah Blah, in alto, più o meno sulla testa dei musicisti, c’è un cartello che riporta una domanda: “c’è qualcuno felice?”. Per me non è mai stata solo una domanda, ma anche una specie di monito, un qualcosa che sta lì, fermo, a ricordare quale dovrebbe essere il fine ultimo di ogni esistenza. Io non so ancora bene cosa sia la felicità. Penso sia qualcosa di effimero, volatile; una parola che si ha il timore di pronunciare per paura che scappi via. Non so nemmeno se a fine serata c’era davvero qualcuno felice, però ho visto tanta gente andar via con un sorriso enorme stampato in faccia, che non è poco.

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