Rockambula Tag Archive

Lawra – Origine

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Laura Falcinelli dopo le sue esperienze da vocalist con “importanti e noti” artisti come Negrita e Jovanotti  oltre che un esperienza a SanRemo nel 2000 decide di dare spazio alla propria vena artistica registrando il disco d’esordio (tutto suo) Origine cambiandosi il nome in Lawra per omaggiare una città del Ghana a cui evidentemente si sente molto legata, l’Africa gioca un ruolo decisivo per la realizzazione dell’intero disco. Il risultato è un calderone di generi inverosimile, un disco a cui la bella Lawra non riesce proprio a dare una linea artistica precisa, sembra un prodotto esageratamente forzato e maledettamente incoerente. Capisco le intenzioni di miscelare vari generi e capisco la formazione artistica a trecentosessanta gradi di Lawra ma vogliamo anche pensare che quel disco qualcuno dovrà poi sentirlo? Cerchiamo di essere prudenti nelle scelte artistiche, non bastano le varie collaborazioni di spessore per la riuscita di un disco, in questo troviamo Gianluca Valdarnini (Negrita e Roy Paci) e Alessandro Cristofori (Sara J.Morris) più il feat quasi totale di B.B Cico”Z (Roy Paci), fare musica dovrebbe essere una condizione interiore necessaria prima di risultare soltanto apparenza. La voce di Lawra è molto bella e decisamente professionale, non parliamo certo di una emergente inesperta, il suo tono molto caldo e sensuale recupera qualche consenso ad un disco improbabile e senza via d’uscita, il manuale perfetto di come esordire nella maniera più sbagliata possibile. Dieci pezzi che spaziano senza logica dal Reggae alla musica tribale africana passando per accenni di Rock in chiave Dub, qualcosa preso singolarmente riesce anche a salvarsi ma in quel pentolone ribollente non riesco neanche a trovare la forza di ripetere gli ascolti. Un altro caso di artista che non riesce al proprio debutto da solista a lasciare il segno come avrebbe sperato, certe volte è meglio rimanere nella propria dimensione piuttosto che avventurarsi in esperienze completamente negative, ma come diceva un vecchio detto: “Sbagliando s’impara!”.

Lawra troverà la propria dimensione e riuscirà a trasmetterci emozioni con le proprie doti canore che sono certamente sopra la media, per adesso Origine rimane un disco poco incisivo e senza personalità, non aspettiamo altro che rivedere Lawra in una veste tutta nuova e con un lavoro degno della sua fama. La prima questa volta non è andata bene, speriamo nella seconda.

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Su Rockambula, Brusco in live Streaming gratuito

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Continuano gli appuntamenti dell’estate live di Rockambula. Questa sera, alle ore 22:00 trasmetteremo proprio su questa pagina, il live del popolare cantante Reggae Brusco, nell’ambito della festa di fine estate a Carpineto Romano.

Non mancate!


Brusco - Live on Mic! di livefeeds

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Il video della settimana: premiazione De Rapage – Streetambula

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Come avrete capito, la prima edizione del nostro contest/festival Streetambula tenutosi a Pratola Peligna (Aq) lo scorso 31 agosto ha visto trionfare l’Hard Rock demenziale dei De Rapage, che hanno offerto uno spettacolo tecnicamente impeccabile ma anche sensazionale per coinvolgimento e resa scenica. Questa volta, dedichiamo a loro e a Streetambula lo spazio destinato al miglior video della settimana.

Trovate la clip di seguito e nell’apposita sezione in home.

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Le Superclassifiche di Rockambula: Top Ten anni Settanta

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Nella mente di ogni buon italiano medio, poveretto, gli anni 70 sono stati quelli che per i paesi occidentali anglosassoni erano i sessanta. Si sa che da noi le mode, le tendenze e gli stili musicali sono inclini ad attecchire con un certo ritardo e figuriamoci cosa poteva essere avere vent’anni nel decennio di cui stiamo parlando. Poca la stampa italiana che chiacchierava decentemente di musica estera. Non c’erano certo canali televisivi come Mtv (quella degli esordi, intendo) e, ovviamente, non c’era Internet. C’era solo da sperare in qualche perla regalata dal cinema e dalle sue colonne sonore, dalla radio, oppure aspettare che il fratello maggiore emigrato qualche anno prima facesse ritorno con un disco sconvolgente.

Gran parte delle cose straordinarie accadute in musica nei 70 finirono quindi per entrare nell’immaginario collettivo degli italiani solo qualche anno dopo. Pensate ai Beatles, ai Led Zeppelin oppure a Hendrix o Janis Joplin (entrambi morti nel 1970, mentre Jim Morrison morirà l’anno seguente).

Sarà il tempo a restituirci una straordinaria foto dei seventies, gli anni delle sit-com, del Pop e del Rhythm & Blues, della Disco-Music e delle discoteche, dell’Elettronica e del Punk. Dei polizziotteschi e della commedia sexy; de Lo Squalo, Rocky e Il Padrino. Anni fantastici, pur nelle sue ambiguità,per chi li ha vissuti e malinconici per chi ne ha solo subito il colpo di coda, come me del resto.

Di seguito la classifica stilata dalla redazione di Rockambula dei migliori album dal 1970 al 1979. Grande assente la Disco Music e l’Elettronica, presente con i Kraftwerk ma ben oltre la decima posizione e un primo posto che conferma una certa ruvidezza di gusti da parte nostra, già mostrata nella classifica dei sixties.

1) The Clash – London Calling

2) Pink Floyd – The Dark Side of the Moon

3) David Bowie – The Rise And Fall of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars

4) Black Sabbath – Paranoid

5) Sex Pistols – Never Mind The Bollocks Here’s The Sex Pistols

6) Joy Division – Unknown Pleasures

7) Bob Marley – Exodus

8) The Rolling Stones – Sticky Fingers

9) Queen – A Night at The Opera

10) Television – Marquee Moon

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Luca Milani – Lost For Rock’n’Roll

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Luca Milani arriva al suo terzo disco da solista con la voglia di far emergere la propria indole pesantemente Rock’n’Roll cercando di scrollarsi dalle spalle le ombre troppo ingombranti dei colossi della musica Rock internazionale, non riesce a digerire le proprie origini (purtroppo per lui) italianissime e sbatte violentemente contro il muro della ripetitività. Lost For Rock’n’Roll è l’ultima fatica del musicista milanese di nome e di fatto anticipato dal singolo “Silence of This Town” uscito per l’accoppiata Hellm Records / Martiné Records. Parliamoci subito chiaro e mettiamo davanti a tutto il fatto che il disco è suonato divinamente con un forte impatto sonoro e dal punto di vista musicale risulta ineccepibile, sembra veramente di ascoltare un disco di Bruce Springsteen sotto l’ombra di una bandiera a stelle e strisce, su questo non ci piove. Lost For Rock’n’Roll alla fine dei conti (e degli ascolti) sembra sempre di più un disco suonato egregiamente (continuo a sottolinearlo) ma dagli sviluppi troppo scontati e nostalgici, manca di carattere e questo mette la testa di Luca Milani sulla ghigliottina della superficialità, il sogno americano marcato a fuoco dentro l’anima in qualche maniera rovina il risultato finale di un musicista di indiscusso talento. Potrei stare qui per ore a parlare di quanto sia tecnicamente valido il disco, di quanto sublime sia quel passaggio piuttosto che quel riff ma l’emotività dove l’abbiamo messa? Il senso di originalità gettato alla deriva senza nessuna speranza di potersi salvare, ho quasi il timore di trovarmi davanti una banalissima cover band. Coraggio, cerchiamo di essere musicalmente sinceri e genuini. Un ottima produzione artistica ultimamente non corrisponde più ad un buon disco, un presentimento personale ormai troppe volte verificato, della serie non è tutto oro quello che luccica. Luca Milani suona divinamente ma con troppi fantasmi del passato nella mente, Lost For Rock’n’Roll è un buon disco Rock come tantissimi altri in circolazione, niente di più.  E’ da queste cose che un grande artista si differenzia da un bravo musicista.


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La Band Della Settimana: Weird.

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Weird nasce a Roma nella seconda metà del 2011 da un’idea di Marco Barzetti (chitarra e voce) Matteo D’Argenio (basso) e Massimiliano Pecci (batteria) si uniscono a lui prima della fine dell’anno. Il 2012 trascorre prevalentemente in studio, tra composizione e sperimentazioni che sfoceranno nella creazione e produzione del primo disco, rigorosamente registrato e mixato nello studio casalingo di Marco Barzetti. Il mastering viene affidato a Iacopo Sinigaglia (Libra). Desert Love For Lonely Graves è il titolo dell’album che vedrà la luce il 15 gennaio 2013. 7 tracce che scorrono lentamente tra chitarre e voci riverberate, basso autunnale e batteria sepolcrale, per un totale di quasi 40 minuti di musica, in cui vengono condensati i generi più disparati: Shoegaze e Psichedelia su tutti. Nell’aprile 2013 D’Argenio lascia la band, sostituito al basso da Giovanni Romano.

I paesaggi brulli e scarnificati di Montaliana memoria o le periferie malate ed arse della trilogia di Kiarostami, sono questi i primi due possibili scenari che si configurano all’orizzonte ed entro i quali potrebbero dipanarsi le storie di Desert Love For Lonely Graves, esordio dei giovanissimi Weird. Prodotto e registrato da Marco Barzetti, chitarra e voce del terzetto capitolino, ancora prima di affacciarsi sul mercato discografico ha già assunto i contorni di un piccolo caso. Rimbalzato di tweet in tweet, di post in post, in rete è già iniziata la caccia frenetica a quello che, a detta di tanti, si profila come uno degli esordi più importanti dell’anno in corso. Sette tracce, concepite una come sorta di continuum dell’altra (un tempo si sarebbe chiamato “Concept”, appunto) ma allo stesso tempo attraversate da una dicotomia netta e raggelante. I “Desert Love” sono gli amori impossibili, quelli narrati nella filmografia e nella letteratura di ogni tempo, quelli che albergano soltanto tra le pieghe del tuo cuore e sai già che non si faranno mai carne, sono le ansie, le paure, quella secca sete di un pomeriggio d’agosto che ti trafigge la gola. “Lonely Graves” sono le vittime di tutto ciò, quelle persone troppo sensibili e diafane agli occhi dei “normali”, tutti coloro che si torcono le budella in attesa di essere redenti da una mano che li afferri e li trascini in una sorta di Iperuranio dei sentimenti. Di delineare i contorni delle storie e delle trame se ne occupa la chitarra trasognante di Marco Barzetti che, in un’orgia di caldi riverberi, si concede ciò che soltanto chi ha l’urgenza e la foga dei vent’anni può concedersi, in combutta con il basso avvolgente e legnoso di Matteo D’Argenio che si preoccupa di impastare il suono e dargli identità. La batteria gelida e marziale di Massimiliano Pecci si premura di far tornare tutti con i piedi per terra: rullante secco e piatti siderali scandiscono i ritmi vitali di queste sette piccole creature. Un esordio che non lascerà indifferenti, tra shoegaze e psichedelia, dream pop e noise: siete veramente pronti per tutto ciò?

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Il 19 Settembre esce “Niente” il nuovo disco de L’Amo

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Esce il 19 settembre “Niente (è un bel pensiero da mettere tra le gambe alle ragazze)”, nuovo disco de L’Amo, trio napoletano al secondo disco dopo l’esordio “Di Primavera In Primavera“, uscito nel 2011 su Fallodischi.
È un disco sulla possibilità dell’amore, un disco alla ricerca della definizione dell’amore, se è quella cosa che ti rovina l’appetito o ti fa spendere 100€ in birre, se l’amore è quella cosa che ti sgorga dalle mutante o ti esce dagli occhi, perchè l’uomo sarà pure l’animale il quale si può abituare a tutto, ma ci vuole ancora tempo per abituarci a vivere senza amore.
Niente” uscirà in free download e in formato vinile e cd per V4V Records, Fallodischi e To Lose La Track.
L’album, già anticipato dal singolo dal singolo “Marinai” (qui il video diretto da Giuseppe Tuccillo)

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Bloody Hammers – Spiritual Relics

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Uno dei dischi che più attendevo era proprio questo: Spiritual Relics, il secondo platter partorito dai mastodontici Bloody Hammers. La curiosità di ascoltare il seguito di quell’omonimo album che aveva decisamente infatuato il sottoscritto era davvero tanta. A distanza di un anno dall’uscita del disco d’esordio questa piccola voglia viene colmata, la band statunitense torna a far parlare di se con Spiritual Relics. All’ascolto del disco la prima impressione scaturita riguardava la tempistica: per una band emergente fare uscire un secondo album a distanza di un anno dal precedente disco d’esordio è prematuro e poco costruttivo ed effettivamente il lavoro in questione ne fa da prova. Sia chiaro che la qualità del prodotto è buona ma non si sono scostati di molto dalla precedente proposta, anzi, addirittura troviamo qualcosa in meno. Se facciamo un confronto tra i due dischi notiamo da subito che  la band ha evitato quell’atmosfera cupa e sinistra che in un modo o nell’altro è stata caratteristica dell’omonimo; i riff Sabbatiani e quei particolari giri di chitarra sono rimasti (anche se questi ultimi nel disco precedente erano molto più elaborati) ma mancano di quella melodia oscura creata dagli effetti delle tastiere che sembrava rapirti. Insomma vi chiederete perché questo confronto cosi approfondito? Semplice: Spiritual Relics è come l’ omonimo del gruppo ma con qualcosa in meno, il che va a discapito dei Bloody Hammers e ammetto che mi dispiace dirlo perché è una band che a me personalmente piace davvero molto e ritengo che abbia grandi doti. Spiritual Relics non è affatto un cattivo album ma va al di sotto delle possibilità del gruppo, Anders Manga e soci potevano fare di più ed in questo disco invece di aggiungere hanno tolto. All’ interno del platter le uniche tracce che si fanno notare sono: “What’s Haunting You” ovvero l’ opener chee vanta un ritmo e dei giri di chitarra lodevoli; “The Transit Begins” che molto probabilmente è l’unica traccia che conserva quel fascino oscuro del quartetto e la rocciosa “Flesh of The Lotus” dallo sgargiante ritornello. Infine troviamo una canzone di chiusura che ti spiazza; trattasi di “Scienze Fiction”, una melodica canzone molto lieve e pacchiana in cui in risalto c’è la chitarra acustica. Come ho sottolineato spesso i Bloody Hammers hanno ottime potenzialità; purtroppo però credo siano stati troppo precipitosi e la creazione di questo lavoro è stata presa troppo sottogamba. Potevano fare molto di più.

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Streetambula. Abbiamo Vinto Tutti!

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L’estate sta finendo e Streetambula se ne va; abbiamo visto quello che (da noi) non si era mai visto e la lacrimuccia scende a bagnare le labbra spalancate da un sorriso a diecimila denti. La fatica e il lavoro di un’organizzazione non facile hanno reso il gusto della riuscita della serata molto più godibile sotto tutti i punti di vista. Il 31 Agosto in piazza Garibaldi a Pratola Peligna (AQ) le aspettative erano molteplici e la voglia di sentirsi sopra il tetto del mondo era tanta; cazzo, stavamo rischiando da tutte le angolazioni. La musica completamente originale non giocava sicuramente a nostro favore e questa maledetta estate piovosa poteva darci il definitivo colpo di grazia. Alla fine sapete com’è andata a finire? Una bomba. Esatto una bomba di emozioni s’impadroniva del cuore delle tante persone presenti quella sera. Un’armonia diversa da tutte le altre volte spirava nell’aria come non si era mai sentita prima. Pronti via e iniziava la prima edizione di Streetambula Music Contest.

Ai Dem il duro ma pregevole compito di aprire il Contest targato Rockambula; erano belli come ci aspettavamo che fossero, erano l’esperienza musicale che volevamo portare sul nostro palco, indimenticabili ballate blues in salsa etnica. Con loro non potevi sbagliare. Così è stato.

Poi Doriana Legge incanta tutti con una performance cantautorale rossa quanto i suoi corti capelli; l’attesa per lei è stata ampiamente ripagata. Non c’è nessuno che possa dire il contrario. Viene voglia di ascoltarla in eterno. Dolce e inebriante.

Le atmosfere diventano subito irrazionali quando sul palco si esibiscono i The Suricates, un concentrato di Post Rock da ingerire in assoluto silenzio, una carica interiore sconfinata e senza limiti. Loro sono fatti per confondere le idee e si sente. Diventeranno grandi.

Gli À l’Aube Fluorescente sono i padroni di casa; gli À l’Aube Fluorescente suonano come posseduti da demoni, suonano belli, dritti e potenti. Prestazione da tenere stretta stretta, impeccabili e maliziosi. Sono il nostro futuro, la nostra speranza.

Poi le chitarre dal graffio Grunge dei Too Late to Wake hanno scaldato l’aria; una profusione di energia all’ennesima potenza con pantaloncino HC a dispetto del fresco a tratti pungente. La rabbia e il sudore sul palco dello Streetambula.

I Ghiaccio 1 propongono un Alt Rock dalle varie contaminazioni, qualcosa di non catalogabile ma di notevole impatto, importanti e misteriosi come la scommessa di portarli su quel palco. Il pubblico ha apprezzato, non ci siamo sbagliati.

A fare gli onori di casa anche i The Old School; la loro carica R’N’R contagia velocemente tutta la piazza. Irresistibili. Sapevamo che con loro si andava sul sicuro, dal vivo sono una vera e propria macchina da pogo, impossibile rimanere piantati sotto le loro note. Il batterista risulta anche il migliore della serata e si porta via il primo premio (premio Hard Grooves Drum School)

A chiudere la serata gli stramaledetti De Rapage con il loro modo demenzialmente intelligente di vedere la musica si mettono in mostra appena salgono sul palco. Mostrano la loro tecnica tutti e cinque, suonano senza errori dimostrando che si può seriamente fare musica anche senza fare musica seriosa. Una esibizione impressionante che Pratola e il suo caldo pubblico non dimenticheranno facilmente.

Tutto lo Streetambula era contornato da spillette, libri, quadri, foto, etichette, vinili, cd, opere d’arte, magliette e tante belle cose; Streetambula non sarebbe stato quello che è stato senza di loro.
Alla fine la giuria (composta da gente bellissima!) ha deciso che i vincitori sono proprio i De Rapage; i punteggi di scarto con le altre band sono stati talmente minimi che la vittoria è da considerarsi di tutti, un vincitore purtroppo doveva esserci e la giuria ha meticolosamente osservato il regolamento per nominarne uno (credeteci, è stata davvero dura).
Abbiamo la certezza che tanta musica indipendente in queste condizioni da queste parti non si era mai vista e il prossimo anno noi saremo ancora in quella piazza a proporre sempre nella maniera migliore quello in cui crediamo. I vincitori sono tutte quelle persone che quella sera erano presenti, tutto il resto è soltanto un fottutissimo bluff. Streetambula; abbiamo vinto tutti.

Grazie, vi vogliamo un mondo di bene.

(Un video di Doriana Legge, per cavalleria nessuno si offenderà)

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Streetambula Music Contest. I risultati.

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Solo il giorno dopo ti rendi veramente conto di quanto è stato bello e di cosa abbiamo fatto. Grazie a tutti in special modo ai ragazzi di Nuove Frontiere e a Piergiuseppe Liberatore. A presto per raccontarvi per bene come è andata. Intanto vi dò le classifiche del nostro contest:

Classifica Batteristi (premio Hard Grooves)

1° The Old School
The Suricates
3° Ghiaccio1
De Rapage
À L’Aube  Fluorescente
Too Late To Wake

Classifica generale (prime 5 posizioni)

De Rapage
À L’Aube Fluorescente
Doriana Legge
4° The Suricates
5° The Old School

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La Band Della Settimana: Marnero

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Voghiamo in un vasto mare, sospinti da un estremo all’altro, sempre incerti e fluttuanti. Ogni termine al quale pensiamo di ormeggiarci e di fissarci vacilla e ci lascia. Per srotoloarsi serve mollare la boa. Che è solo un punto in mezzo al mare. Poi c’è tutto il mare. e se proprio vuoi ficcare la testa da qualche parte fallo in mezzo al mare, dove diventa nero e fa paura, dove si apre quel mondo terribile.
Questa è la surreale biografia nella nuova band della settimana di Rockambula, i Marnero, formazione nata a Bologna nel 2008.
Il Sopravvissuto è il loro terzo disco  il “secondo di una irrealizzabile, per forza di cose, trilogia del Fallimento.” “Il Sopravvissuto è un racconto solo, sono quattro quadranti, sono otto frammenti del diario di bordo in una notte nera nell’Oceano del Possibile.

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Rockambula cambia pelle.

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Da questa settimana e per tutto il mese di settembre, Rockambula cambierà pelle. Tante novità importanti per la nostra webzine, tutte tese ad offrirvi, sempre gratuitamente, un servizio di qualità crescente e quanto più attento alle vostre esigenze. Di seguito trovate riassunte alcune delle novità più importanti:

1) maggiore attenzione alle principali uscite straniere

2) addio alle Pills. Una bella iniziativa che ha fatto il suo tempo. Al loro posto tante altre novità che vi sveleremo di volta in volta. Stessa cosa il vintage

3) si passa alla votazione in decimi, con una maggiore attenzione alla scelta del voto che sarà il primo strumento con il quale potrete scoprire il nostro gradimento verso il disco

4) inserimento del disco del mese

5) presenza di nuovi collaboratori

Allora? Vi piace, in prospettiva, la nostra nuova pelle? La vogliamo splendida!

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