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Hard Grooves Drum School

Written by Interviste

Giorgio Di Giannantonio, classe 1981, è un batterista, un insegnante e uno dei fondatori della Hard Grooves Drum School di Raiano (AQ). Dopo la preparazione con Vincenzo Tortoris, Giorgio ha perfezionato la tecnica sul cajon con il M° Antonio Frangiosa, frequentando parallelamente l’Istituto Timba di Roma, sotto la supervisione del M° Marco Rovinelli. Ha inciso, tra gli altri, con Il Grande Scisma d’Oriente, con Trigger Boy e Bones Bag. Il suo curriculum si completa, poi, con una fitta attività di turnista, che l’ha visto esibirsi in Italia e all’estero. Giorgio e la Hard Grooves Drum School hanno messo in palio uno dei premi del Rock Contest Streetambula organizzato da Rockambula: i tre migliori batteristi selezionati dalla giuria avranno la possibilità di seguire gratuitamente delle lezioni intensive con lui. Per farvelo conoscere meglio e per tastare il polso della didattica musicale nostrana, abbiamo preparato una piccola intervista.

Ciao Giorgio benvenuto. Vorrei che ti presentassi brevemente ai nostri lettori, spiegando la tua preparazione e di cosa ti occupi esattamente.
Ciao Marialuisa, sono due anni che mi occupo del progetto Hard Grooves Drum School. Hard Grooves è una realtà nata da una idea mia e di Alessio D’Alessandro, batterista dei One Trax Minds. Volevamo creare una community al fine di attrarre l’interesse dei ragazzi verso quello che era la nostra passione più grande: l’amore per la batteria. Sentivamo l’esigenza di dar vita ad una piattaforma dove poter condividere le nostre esperienze, idee, gusti musicali. Successivamente è stata mia l’idea di arricchire quella piattaforma con dei corsi di batteria. Devo ammettere che per me questa è stata una sfida interessante, volevo buttar fuori tutto quello che avevo incamerato in anni di studio dello strumento. Dalle prime lezioni prese a Sulmona passando per i corsi seguiti al Timba di Roma finendo con la magnifica esperienza fatta con il Berklee College dove ho preso uno Specialist Certificate.

In Italia, oltre ai conservatori che hanno finalmente approvato l’indirizzo jazzistico, sono recentemente nate diverse scuole di musica specifiche per il pop e il rock. Come si inserisce la tua scuola in questa corrente? Che tipologia di corsi offre e in cosa credi si distingua particolarmente?
Per prima cosa ho voluto, dopo anni di studio, cercare di proporre ai ragazzi una scuola così come io la sognavo da studente. Voglio che i miei ragazzi abbiano accesso a quanto di meglio offre oggi la didattica, voglio vederli sempre interessati e curiosi. Credo poi che per mantenere alto il livello di apprendimento sia essenziale dar loro l’opportunità di suonare su strumenti di prim’ordine ed avere delle attrezzature adeguate. Per quanto riguarda il discorso dei conservatori e delle scuole indirizzate su generi specifici credo che questa scelta sia ad oggi necessaria. Non è più pensabile proporre una didattica distinta e separata rispetto quello che poi andremo a suonare. Detto questo, è essenziale stimolare il gusto dei ragazzi al fine di renderli non solo degli ottimi esecutori ma degli artisti capaci di creare musica valida. In questo voglio che la mia scuola sia diversa dalle altre. Devono diventare consapevoli dell’importanza degli ascolti.

Quali sono le qualità che deve avere secondo te un bravo insegnante di musica? Credi che sia indispensabile essere prima di tutto anche un buon esecutore?
Credo che un bravo insegnante di musica non debba mai smettere di essere un bravo studente. Se si cercano costantemente delle vie per migliorarsi sarà più semplice indicarle anche ai ragazzi. Non so se sia necessario essere dei buoni esecutori per poter insegnare. Quello di esecutore è un concetto che non amo, preferisco parlare di musicisti.

Nei tuoi anni di carriera, avrai senza dubbio visto passare numerose band. Quali sono secondo te le debolezze maggiori che le giovani formazioni mostrano di avere in studio? Come potrebbero migliorare?
Credo sarebbe più appropriato rivolgere questa domanda ad un fonico. Per quel che riguarda la registrazione della batteria ritengo sia importante curarne il suono e renderlo quanto più adatto al genere che si va ad affrontare. È altrettanto importante saper suonare bene con il metronomo.

Rockambula sta organizzando un Rock Contest per il mese di agosto. Tra i tanti premi, tra cui una sei giorni in full immersion nello studio di registrazione Acme, verrà assegnato un riconoscimento speciale per i tre migliori batteristi, che avranno l’onore di poter seguire gratuitamente le tue lezioni. Come e perché è nata questa collaborazione? Quali sono i parametri che pensi debbano essere presi in considerazione dalla giuria?
Questa collaborazione è figlia della stima che nutro per il vostro lavoro. Inoltre non nascondo che questa è un ottima occasione per far conoscere il progetto Hard Grooves. Per quel che riguarda i parametri credo che ogni giudice dovrebbe lasciarsi guidare dal proprio gusto personale. Non amo infatti una eccessiva razionalità nel giudizio musicale. Credo che nella musica conti il trasporto ed il ‘sentire’ (to feel) piuttosto che quella componente razionale e logica.

Lasciando stare le soluzioni e gli espedienti che una giovane band può intraprendere per cercare di emergere, quali sono le possibilità concrete di un eccellente strumentista in Italia?
Non credo si possa ambire oltre il ruolo da turnista. La formazione di molte scuole italiane è finalizzata a quella figura professionale.

Concludendo e salutandoti, vorrei chiederti di lasciarci con un piccolo consiglio pratico a tutti i musicisti che leggono Rockambula.
Ragazzi, uscite, vedete concerti e consumate quanta più musica vi è possibile.

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16 Lovers Lane – Propaganda

Written by Recensioni

E’ un esordio degno di nota, anche perché è un disco che dimostra di voler continuare a  cercare nuove direttrici per il suo portamento waveing, per le sue scolorite immagini atte a concepire un sistema d’ascolto ovattato, avvolgente e intensamente catarifrangente che ti affoga con sé fin giù sotto le inesorabili assonanze pulsanti del suo accoramento dolciastro.

Il quartetto veronese dei 16 Lovers Lane con Propaganda ci porta a scoprire il loro mondo verticale, dieci tracce di Ambient liquida e cinematica costruite in lussuriosi bagni di esili melodie malate, con le occhiaie e macilente immerse di basse frequenze fino  a raggiungere quella poetica maudit delirante che sa di tundre e guerre interiori, ossessioni e ipnotismi, un piccolo ma denso viaggio imperdibile ai confini delle ombre che a tratti solfeggiano rubini di brina folkly del profondo nord di una straniante Enya nella tripletta  “When I Sleep”, “William III”, “On Your Own”.

La maggior parte del registrato è un austero quanto qualitativo abisso sonoro che segue sincopi e flussi migratori di melodie fredde e incessanti, un gusto siliceo che modula onde e risacche notturne “Bad Poetry” e scuri meandri apneici sopra il bianco e nero dei tasti di un pianoforte “Hell (For Piano)”, mentre con “Stay” si cambia letteralmente registro, un pop sofisticato e classico che, accoppiato alla melodia americanizzata della stupenda ballata “Always Mechanical Clouds”, fanno da cerniera lampo ad un disco d’esordio da legare stretto, molto stretto alle intenzioni dei prossimi “acquisti” per le proprie e privatissime collezioni di chicche sonore.

I 16LL in questa list mostrano tutte le carte di una poetica che sa di incredibile, quasi a dodici pollici, un andamento lieve e continuo che costruisce da solo un intero disco, echi e controvoci, grigi e lune chiare che operano in un labirinto sonico nel quale – e ve lo raccomando di cuore – perdersi dentro sarà gioia e dannazione. Garantito!

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Una nuova legge per la Musica Dal Vivo

Written by Senza categoria

Stefano Boeri, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, lancia su change.org una petizione per salvaguardare la Musica dal Vivo al Ministro Bray. I Live sono sempre più soggetti all’ingarbugliato mondo delle autorizzazioni e la musica ne perde. Noi, con il nostro Don Pizzica, ne avevamo parlato nelle scorse settimane con un articolo e un’intervista a Aldo Minosse gestore del PinUp, se volete approfondire. Lo stesso Boeri ce lo conferma: “i Rolling Stones, gli Who, gli U2, ma anche i Beatles (nel mitico Cavern di Liverpool) hanno cominciato a suonare nei pub e nei locali dal vivo, per qualche decina di ascoltatore sparso tra i tavoli o in piedi con una birra in mano. La musica, come ben sappiamo, non è un prodotto preconfezionato”.

Non rimane che FIRMARE!!!!!!!!!!!!!

QUI: http://www.change.org/it/petizioni/una-nuova-legge-per-la-musica-dal-vivo-in-italia

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Swell99 – Life

Written by Recensioni

Sensazioni contrastanti. Quelle che provo quando annuso l’intrigante quanto malsano odore della benzina oppure quando bagno le labbra nel ruvido sapore de whiskey o quando guardo un film di fantascienza. A mezz’aria tra l’inutile e il divertente, tra il piacere e la smorfia. Ecco e questo sentimento altalenante e di umore lunatico sbuca improvviso all’ascolto del nuovo disco dei Swell99.

Nati nel 1999 a Macerata, arrivano al loro quattordicesimo compleanno senza nessun cambio di formazione, una famiglia a loro detta e sono convinto che sia così. Il suono in effetti è compatto, unito, sicuro. Fin troppo sicuro da risultare poco intrigante. E la scelta di usare l’inglese, tranne che nella prima e nell’ultima traccia cantate in madrelingua non solo fa storcere il naso ma obiettivamente non può che far perdere omogeneità e significato ad un album registrato e prodotto in modo impeccabile. Nulla ha da invidiare alle mega produzioni statunitensi in termini di qualità sonora e di impatto, ma in tutti gli aspetti questo disco pare troppo inquadrato e privo di quel brivido, di quell’imprevedibilità che nel Rock non guasta mai.
Il singolo “Urlo” parte spavaldo con chitarroni metallusi. Hard Rock in italiano, due mondi che quasi sempre si scontrano senza provocare nulla di buono, salvo in rari casi come questo. La voce di Carlo Spinaci però non lascia grandi tracce, sebbene ben impostata e precisa rimane molto fumosa. Anche quando tenta di graffiare (“Bloody Knife”, “Real Friend”) non è acqua e non è fuoco. Molto meglio con le ballate che con i pezzi più aggressivi e vince più con la lingua italiana che con quella anglosassone. “Boot” vanta la presenza del blasonatissimo Andrea Braido, ma il fumo purtroppo rimane tanto e di carne se ne addenta poca, come anche in “Screaming to The World” dove anche l’assolo poteva essere gestito meglio, invece inciampa in freddi tecnicismi che sfociano però in una simpatica citazione di “Beat it”. Certo la botta e la carica non mancano, ma tutti questi brani sembrano essere un cannone che spara palle di gomma.

Ai pezzi più arrabbiati si alternano ballatoni più o meno articolati: si passa dal suono molto Nickelback di “Mistake”, alle melodie tortuose di “Talk” (miglior pezzo e una delle migliori interpretazioni del cantante), dalle sbavature elettroniche di “Angels” (sembra un pezzo dei Plan De Fuga) alla piatta e banalotta “Life”.
L’ancora di salvataggio ricade nell’ultima traccia (guarda caso in italiano). “Non è la fine” parte acustica per scaldarsi negli ultimi dieci secondi di puro delirio. Una pazzia. Quella che ho aspettato tutto il disco.
Spero che i ragazzi la prossima volta rompano più spesso questo orologio troppo preciso, per far cadere l’ago della bilancia verso la loro causa e rompere questi miei fastidiosissimi dissidi interni.

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Motel Connection – Vivace

Written by Recensioni

Prosegue la full immersion dei Motel Connection – Samuel, Pisti e Pierfunk dei Subsonica – nelle camera dell’eco, nelle zone sonore e abbaglianti dell’Electro-Pop in cui transitano compulsivamente dilatazioni ritmiche della dance che accelerazioni di stampo House e step, e Vivace ne è il sesto episodio della band, il sesto nervo scoperto al quale il trio da corpo e volume per una “nottata” forsennata e splendente come poche.

In tanti dicono meno epico del precedente e reduce da una crisi d’ispirazione che invece, aguzzando bene testa e muscoli, pare non pervenire e tantomeno rintracciare, tutto è un super slam dancey e ritmo ad intermittenza, è un tutto sound dove si scatena la voglia incontenibile del ballare, del ballabile e del ballereccio, tracce al fulmicotone che arrivano spingendosi come elettroni impazziti, grazie e goduria per chi affolla club e dancefloor alternativi, il tocco di classe sincopato della Jovanottiana “tribù che balla”.

Anni Novanta ed happening a josa, e forse il disco più compiuto da quando i MC si sono messi in piazza coi loro progetti collaterali, una forza che ha la dimestichezza totale di quello che fa vibrare sotto il suo potere, tracce “performance” possiamo insinuare che evidenziano a tutto tondo il trionfo della Techno-Dance, Dance e ancora Dance, e con il trio in questa nuova sparata di suoni stroboscopici il rapper Ensi nella caotica valanga di concetti “Vertical Stage” e Khary WAE Frazier in “Know”, e ancora l’intervento di Drigo e Casare dei Negrita, tutto il resto sono mine vaganti di sound e loud all’inverosimile che stordisce e diverte con le sue benemerite funzioni di piacere; undici tracce esplosive che non concedono tregua o momenti di calma, panacea per l’estate più che alle porte e viaggi cosmopoliti nel segno della trasgressione e del divertimento, come la fraudolenza canaglia di “Computer Power”, e “Praise God”, l’attimo stunz stunz  acido “Overload City”, una tinteggiata dei nero mistero “Eyes From Hell” e alla fine il rilascio totale di ogni volontà a fermarsi dai vortici insaziabili di “Vertigo”, chiusura che lascia un fiatone della madonna.

Ovviamente per osannanti folle della Techno colorata, per altri meglio andare a cercare uno squisito gelato all fruits da leccare avidamente.

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Carpacho! Non è Più Tempo di Illudersi. Scarica Gratis!

Written by Senza categoria

I Carpacho! sono una delle band del panorama alternativo con le maggiori qualità compositive, questo è fuori discussione. La band romana è un una delle più innovative band in cicolazione in Italia da più di un decennio. Ecco, ci siamo, in regalo per tutti i fan una meravigliosa raccolta dei loro brani più significativi.  Non è Più Tempo di Illudersi. Tutto vero, tutto gratis!!!

Scarica Non è Più Tempo di Illudersi

 

 

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Pills nädal kakskümmend kolm (consigli per gli ascolti)

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“Le Pills rappresentano il piacere che la mente umana prova quando gode senza essere conscia di godere.”

 

Silvio Don Pizzica
Surfer Blood – Pythons    (Usa 2013)   Power Pop, Alt Rock     3/5
Un disco freschissimo, estivo e con melodie eccezionali. Perfetto per accompagnarvi per i prossimi tre mesi. Pop in salsa Smiths, Vampire Weekend e Strokes ma nessuna idea che possa dirsi minimamente nuova.
Human Thurman – Bye Bye Umani   (Ita 2013)   Alt Rock    3,5/5
Un disco che può sembrare confusionario per la moltitudine di influenze e diverse scelte stilistiche utilizzate ma che, con gli ascolti, rivelerà essere proprio questa sua diversità di spirito il punto di forza.

Max Sannella
Soul Asylum – Hang Time   (Usa 1988)   Rock  4/5
La favola di 4 adolescenti di Minneapolis che trovano l’asse personale sulla via degli Husker Du.
Soul Coughing – Ruby Vroom   (Usa 1994)   Ibrid Rock   4/5
Background dalle forti tinte off, un art rock accattivante quanto sperimentale. Seminali.
The Style Council –  Cape Bleu   (Usa  1984)    Pop Wave   3/5
Spregiudicatezza e nuovi sodalizi stilistici per una band retrospettiva e dal grigio doc.

Maria Petracca
The Muse – Showbiz   (Uk/Usa 1999)  Alternative Rock   4,5/5
Le origini. Il primo album in studio. Quando le chitarre distorte di Matthew Bellamy arrivavano come lance appuntite al petto, e là rimanevano, immobili. Sospese tra stupore e dolore.

Lorenzo Cetrangolo
Brunori Sas – Vol. Uno   (Ita 2009)   Cantautorato, Pop   4/5
Vincitore della Targa Tenco come miglior esordio, il Volume Uno (autobiografico, per la maggior parte) del cosentino Dario Brunori ha fissato su disco lo standard cantautorale “vintage” di questi anni: canzoni semplici, arrangiamenti retrò, recording lo-fi. Da suonare sulla spiaggia.
Transplants – Transplants   (Usa 2002)   Rapcore, Hip Hop   4/5
Piccolo gioiello a metà strada tra punk e hip hop, una creatura ibrida (un “trapianto”) che vede Travis Barker di Blink-iana memoria alle pelli e un caleidoscopico Tim Armstrong (dai Rancid) a quasi tutto il resto. Il disco scivola che è un piacere tra beat californiani, ironia sopra le righe e durezza da ghetto.
AFI – Sing The Sorrow   (Usa 2003)   Alternative Rock, Post-Hardcore   3,5/5
Gioiellino da quella scena americana di punk preciso, melodico, pettinato, un po’ plastificato. Alcune idee ingolosiscono (“Death of Seasons”), altre ci lasciano un po’ interdetti. Se siete rocker (o punx) duri&puri, girate alla larga.

Marialuisa Ferraro
Foals – Holy Fire   (Uk 2013)   Alternative   5/5
Praticamente da sola la tripletta Inhaler, My Number e Bad Habit fa la forza di quest’album. Suggestioni diverse per genere, ispirazioni, contenuti letterari, sensazioni.
Queens of The Stone Age – …Like Clockwork    (Usa 2013)   Stoner Rock    2/5
Ssssse. A me loro non fanno impazzire e ok, sarò partita prevenuta, ma questo disco pretende di essere ruffiano per piacere un po’ a tutti e finisce per non piacere a nessuno, per di più mi trasmette davvero molto poco…

Ulderico Liberatore
Gary Wrong – Knights of Misery   (Usa 2013)   Total Punk   4/5
Stufi delle solite canzonette Pop Punk?! Ecco una band singolare che potrà resuscitare in voi lo spirito
lo spirito antagonista e anarcoide distrutto dai Green Day.

Diana Marinelli
Genesis – Foxtrot   (Uk 1972)   Rock Progressivo   5/5
Bellissimo Rock targato Genesis per un album emblema degli anni settanta. Oltre che a consigliarne l’ascolto mi permetto di consigliare anche di ascoltarlo su vinile.
Myranoir – Ely è Leggiera   (Ita 2013)   Dark Psichedelico, Ambient   3/5
Myranoir nella realtà è Valentina Falcone, musicista che scrive musica dall’età di quattordici anni. Una musica Cantautorale, Psichedelica, con una puntina di Dark e soprattutto coraggiosa nell’affrontare temi importanti come l’anoressia.

Simona Ventrella
Fine Before You Came – Come Fare a Non Tornare   (Ita 2013)   Post Rock    4/5
Dopo una pausa di circa un anno e mezzo il quintetto milanese ritorna con un mini-album. Cinque brani che svelano una nuova veste del gruppo, più matura, cruda e ricca. Il disco è scaricabile gratuitamente dal loro sito, un motivo in più per ascoltarlo.
Omosumo –  Ci Proveremo a Non Farci Male   (Ita 2013)   Elettro Rock   3,5/5
Progetto b-side per Dimartino, Roberto Cammarata e Angelo Sicurella, che si cimentano in questo EP con attitudini e sonorità distanti dalle forma canzone ai quali siamo abituati. Elettronica , synth, chitarre indiavolate e ritmiche da dancefloor, e un bellissimo video del brano omonimo, tutto direttamente da Palermo.

Marco Lavagno
Goo Goo Dolls – Magnetic   (Usa 2013)   Pop Rock   2,5/5
Più ottimista e diretto del precedente “Something For The Rest of us”, ma anche più gommoso e molle. La formula spesso vincente questa volta si infrange in uno scontato sorriso. L’onestà per fortuna rimane intatta.
Lucio Dalla – Canzoni   (Ita 1996)   Pop, Cantautorato   3,5/5
Anche nei momenti meno ispirati Dalla tira fuori interpretazioni come “Ayrton” (pezzo scritto da Paolo Montevecchi). E con estrema naturalezza il pilota ora vola in cielo e persino il suo bolide prende corpo. Una di quelle canzoni per cui vale la pena comprare un album.

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STREETAMBULA ROCK CONTEST 2013

Written by Senza categoria

STREETAMBULA ROCK CONTEST 2013 Pratola Peligna (AQ)

CONCORSO MUSICALE PER GRUPPI EMERGENTI POP E ROCK
Bando di concorso
Lo Streetambula è un concorso nato dalla collaborazione tra Rockambula e Nuove Frontiere e dedicato esclusivamente alle formazioni musicali Pop e Rock. Il concorso è completamente gratuito. La partecipazione al contest tramite iscrizione, seguendo le indicazioni contenute nel presente bando. Le band iscritte saranno valutate da una commissione composta da redattori e collaboratori della webzine Rockambula.
La formazione che si aggiudicherà il primo posto avrà diritto alla produzione di un Singolo presso l’ACME Rec Studio. L’Acme è un Residential Studio dove la Band verrà ospitata durante il periodo di produzione.
I 3 migliori batteristi riceveranno in premio lezioni gratuite presso la Hard Grooves-Drum School di Raiano (AQ). Il primo classificato riceverà in premio 4 lezioni, il secondo 3 lezioni ed il terzo 2 lezioni. Ogni lezione sarà delle durata di 1h e 15 min. La composizione della giuria sarà comunicata in seguito. Sarà stilata una classifica completa dei batteristi che si esibiranno con i loro gruppi durante il contest, in modo tale che, in caso di rinuncia da parte di uno dei vincitori, l’assegnazione del premio possa avvenire scalando in classifica. Per orari e giorni in cui poter usufruire del premio
assegnato, ci si potrà mettere d’accordo direttamente con Giorgio Di Giannantonio
(3393691308,www.facebook.com/hard.grooves) dal 1 Settembre 2013.
Gli organizzatori del contest non sono da ritersi responsabili del rapporto tra il vincitore e l’ACME studio, se non nella misura degli obblighi contrattuali previsti.
Le iscrizioni al contest saranno possibili a partire dal 20/06/2013 e si concluderanno in data da definirsi.

Per maggiori informazioni e per il bando completo scrivete a

Silvio
Telefono 340 06 90 969
Email pizzicasilvio@virgilio.it

 

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Le Superclassifiche di Rockambula: Top Ten anni Sessanta

Written by Articoli

Anni  60, quanti ricordi. Ad essere sinceri nessuno, perché in quel decennio anche mio padre era, al massimo, solo un adolescente. Eppure ogni cosa che ha riguardato la nostra vita, un disco, un film, un vestito, un pensiero, ha a che vedere con i Sixties. Erano gli anni della guerra fredda di Usa e Urss e di Cuba, del terremoto in Cile, di Martin Luther King e  Jurij Gagarin, del muro di Berlino, dell’avvento dei Beatles, dei Rolling Stones e del Papa buono. Gli ultimi anni di Marylin, Malcom X e John Fitzgerald Kennedy. Gli anni di Chruščёv e della minigonna, del Vietnam e della Olivetti, di Mao e del Che, della primavera di Praga e dei Patti di Varsavia, di Reagan e degli hippy, del pacifismo e dell’anarchia felice. Gli anni dei fascisti e dei comunisti, della British Invasion e di Mina, di Kubrick, della Vespa, della 500, di Carosello e di Celentano. Gli anni della contestazione studentesca e dell’uomo sulla luna, gli anni di Woodstock, delle droghe, della psichedelia e gli anni del Rock perché quegli anni sono le fondamenta solide su cui poggia tutta la musica (o quasi) che ascoltate oggi.

A scadenze non prefissate, Rockambula vi proporrà la sua Top Ten di determinate categorie e questa di seguito è proprio la Top Ten stilata dalla redazione in merito agli album più belli, strabilianti, influenti e memorabili usciti nel mondo nei mitici, impareggiabili anni 60. Nei commenti, diteci la vostra Top Ten!

1)      The Velvet Underground – The Velvet Underground & Nico

2)      Jimy Hendrix –   Are You Experienced

3)      The Beatles – Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band

4)      The Doors – The Doors

5)      Led Zeppelin – Led Zeppelin II

6)      Pink Floyd – The Piper at the Gates of Dawn

7)      Bob Dylan –   The Freewheelin’ Bob Dylan

8)      Led Zeppelin – Led Zeppelin

9)      David Bowie – David Bowie (Space Oddity)

10)   The Stooges – The Stooges

Vincono Cale, Reed e Nico con la loro banana gialla disegnata da Andy Warhol ma la presenza di Hendrix e The Stooges in Top Ten la dice lunga su quanto, a noi di Rockambula, piacciano le ruvide e sperimentali distorsioni dei mitici Sixties. Ovviamente non potevano mancare The Beatles, i re del Pop di quegli anni, presenti con uno dei loro capolavori assoluti, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, mentre la scena Psych Rock, formidabile nei Sessanta, è rappresentata degnamente grazie all’esordio dei Pink Floyd con Syd Barrett ancora in grado di esserne l’anima e l’omonimo The Doors. Chiudono la lista uno dei più grandi cantautori mai esistiti con The Freewheelin’ Bob Dylan, il re del Glam Rock David Bowie e l’unica band capace di piazzare nei primi dieci posti ben due album, ovvero i Led Zeppelin.

Esclusi eccellenti, anche se citati dai nostri redattori, i Beach Boys con Pet Sounds, Frank Zappa, Captain Beefheart e, udite udite, i Rolling Stones.

Ora potete iniziare a urlare le vostre Top Ten!

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La Band Della Settimana: NiCE

Written by Novità

Tre amici, di cui due fratelli, decidono di intraprendere un viaggio creativo sulle note improvvisate in uno studio artigianale nell’hinterland milanese. Le risorse economiche sono poche, quasi inesistenti, ma l’afflato ed il vigore che emerge fin da subito sono sufficienti per tenere incollato un basso, una chitarra ed una batteria, nella vita come nella musica, e sviluppare in breve tempo progetti in costante crescita.

A gennaio del 2012, dopo circa due anni di esperienze e continue ricerche, i NiCE (“si scrive come si dice”) concretizzano il loro primo album Nuova Babele: un concentrato di Math Rock, Noise, Post-Rock, dove le voci dei due non-cantanti raccontano, con uno sguardo ironico e urgente, la follia e il disordine di un mondo sprofondato nel caos.

Il 2013 li vede passare alla label Inconsapevole Records, che pubblica l’Ep Nuova Babele? FELIX CULPA! (scaricabile gratuitamente qui), prodotto da Nicola Daino (produttore e manager), contenente 4 brani rivisitati del loro disco d’esordio più 2 versioni bonus del pezzo strumentale “Errore di Ciclo Ridondante”: in una vi è la partecipazione di Marco Fiorello (AIM) in veste di cantante e autore delle liriche, nell’altra vi è il lavoro di riarrangiamento e scomposizione, in chiave di remix, da parte del duo Operation Light/Universe.

Nuova Babele? FELIX CULPA! è stato suonato e registrato nel loro habitat naturale, nella sala prove dove compongono (un laboratorio artigianale di falegnameria), per cogliere appieno l’attitudine della band maturata nel tempo e per ottenere un risultato energico, sincero.

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Turin Brakes

Written by Live Report

14 Giugno 2013 @ San Damiano d’Asti

La cornice scelta per l’unica data italiana dei Turin Brakes è la piccolissima cittadina di San Damiano d’Asti, in Piemonte, in occasione del Fuori Luogo Festival, una tre giorni di letteratura, cibo e musica che le Officine Carabà hanno ideato l’anno scorso. L’idea fondante che traspare subito, è quella di avvicinare i giovani al proprio territorio, alla cultura enogastronomica di una regione che su questo aspetto ha molto da offrire, offrendo anche loro show di qualità di ospiti internazionali, per altro gratuiti. Certo, alla sola seconda edizione ci sarà ancora probabilmente molto da apprendere, modificare, progettare, ripensare, ma il progetto è coraggioso e ha buone prospettive di fronte a sé, difendendosi con dignità in un panorama in cui persino i più grossi festival faticano a completare una line up e fanno che annullare tutta la manifestazione. L’edizione del 2013 del Fuori Luogo si è aperta il 14 giugno, proprio con l’esibizione dei Turin Brakes. Un po’ troppo forse per una provincia di hipster per moda e indie snob annoiati. Così snob che sotto il palco ci saranno state sì e no trecento persone, ridotte particolarmente in fretta ad ogni brano eseguito dalla band (e non perché fosse tardi, visto che la band ha suonato un’oretta dalle 23 alle 24 e la piazza adiacente, quella con gli stand di cibo e bevande, per capirci, era gremita di primi vestitini da bancarelle indiane, calzoncini corti e sandali).  I Turin Brakes non sono certo dei mattatori da palco, l’estate che ha tardato ad arrivare avrà fatto uscire di casa un sacco di sprovveduti, accorsi per l’occasione festaiola e per la gratuità del concerto e probabilmente ignari di ciò che avrebbero trovato sul palco.

Cosa c’era dunque sul palco? Una band poco calorosa e anzi proprio tendenzialmente freddina, con una grande competenza tecnica e un ottimo gioco dialogico delle linee melodiche, ma pressoché immobile, silenziosa perché probabilmente frenata dalla differenza linguistica, riflessiva, intima ma in modo poco empatico. Il concerto si apre con Time and Money, brano inedito che dovrebbe essere inserito nel nuovo album (la cui uscita è prevista per il prossimo agosto) e prosegue con Stalker, Oblivion ed Emergency 72. Solo la prima fila sembra particolarmente entusiasta di ciò a cui sta assistendo, ma per il resto del pubblico arriva la cover di Wicked Game, che, per lo meno, han già sentito da qualche parte.

Il concerto prosegue, senza troppi momenti di particolare pregio con Rescue Squad, Mind Over Money e la bellissima e freschissima Painkiller. E a questo punto è bene spezzare una lancia a favore del pubblico e fare una seria critica alla band: pulitissimi da disco, perfetti, particolari pur nel loro essere comunque uguali a centomila altri gruppi, i Turin Brakes dal vivo mancano di appeal, di verve, di energia. Persino la vocalità nasale del cantante, elemento che lo distingue per esempio da una formazione come i Kings of Convenience, con cui condividono sensibilità e costruzione della forma-canzone, viene meno. E la delusione in me è tanta che mi perdo persino l’esecuzione di Fishin’ For a Dream. Mi riprendo praticamente solo per Underdog, con momenti improvvisativi in cui finalmente sul palco qualcosa si muove, e la chiusura con Slack. Probabilmente quanto ho scritto non sarà condiviso dai presenti, ma mi aspettavo davvero tutt’altro. L’augurio è che almeno un nome di respiro internazionale come quello dei Turin Brakes porti un po’ di lustro alla manifestazione crescente. Sicuramente, invece, consiglio di continuare ad ascoltare la band da disco, anche se vi suonano praticamente sotto casa e gratis.

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PREMIO CINEMATOGRAFICO PALENA

Written by Senza categoria

C’è anche Rockambula tra i media partner della sesta edizione del PREMIO CINEMATOGRAFICO  PALENA, che si svolgerà all’ombra del Castello Ducale Sordello di Goito, a Palena, nel meraviglioso scenario del Teatro Aventino intitolato a Ettore Maria Margadonna. Il premio è riservato ai cortometraggi e dedicato a Perry Como e allo stesso  Ettore Maria Margadonna.

Se volete sostenere la manifestazione, quest’anno il Premio Cinematografico Palena ha lanciato anche una campagna di crowdfunding sul sito www.ulule.com.

Tutte le informazioni sono disponibili qui: www.ulule.com/premiocinematograficopalena

Il concorso rimane invece anche quest’anno ad iscrizione gratuita ed il bando e la scheda di partecipazione sono scaricabili all’indirizzo: http://www.premiocinematograficopalena.com/pcp_iscrizione_al_premio.html

Per ulteriori informazioni potete inoltre rivolgervi ai seguenti indirizzi:

info@associazioneculturalepalenese.com e press.marcovittoria@premiocinematograficopalena.com

oppure

http://www.associazioneculturalepalenese.com/

http://www.premiocinematograficopalena.com/

http://www.facebook.com/associazioneculturalepalenese

http://www.facebook.com/premiocinematograficopalena

http://www.twitter.com/acpalenese

http://www.twitter.com/pcp2013

http://www.myspace.com/premiocinemapalena

http://www.youtube.com/premiocinemapalena

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