Ruggine Tag Archive
Zolle – Porkestra
Su Facebook si definiscono un gruppo che fa Ultra Heavy Rock e chiedono la cortesia di non essere catalogati come band Sludge. Impossibile accontentarli, sorry. Titolo irriverente, come irriverenti sono i nomi dati alle singole canzoni, accomunate dal prefisso Pork. Ecco quindi iniziare con “Porkediem” e “Porkeria”, concise e dannatamente fuori da ogni schema tanto da ricordare la perizia di Cloudkicker. I brani si intrecciano tra loro mossi sempre da un riff portante di Marcio a cui si palesa la batteria di Ste, ruvida e caustica al punto giusto. La scelta di suonare musica orfana di testi è tipica dello Sludge (…e due), avvicinandoli per sound a Pelican e Neurosis (vedere i tempi Doom di “Porkimede”). “Porkobot” è la vita artistica dei Melvins condensata in meno di tre minuti, “Pork Vader” si intromette con un Math Rock embrionale vicino ai nostrani Ruggine. Il duo lombardo si affida a “Porkangelogabriele” per congedarsi: una traccia di sei minuti dove prende il comando lo xilofono di Ste, mostrandosi così un abile polistrumentista. Porkestra è un progetto ambizioso, forse anche troppo, sorretto da eccellenti qualità tecniche, sviluppato però in maniera avulsa. Pochi acuti, poche parti che ci fanno sobbalzare dalla sedia. Tutto molto glaciale, privo di empatia. Risfodero il cappotto in anticipo. Ho già nostalgia della bella stagione.
Don Boskov
Ci sono gruppi in Italia che si distinguono facilmente dalla massa per qualità e concetti; I Don Boskov sono sicuramente fra questi, portando avanti la loro musica e le loro idee con l’obiettivo raggiunto di ricamarsi una schiera di fedelissimi fans.
Come nacque il progetto Don Boskov?
La storia dei Don Boskov è molto banale: sei persone iniziano a suonare insieme senza sapere bene cosa fare e verso quali “generi” indirizzarsi. Probabilmente questa mancanza di idee chiare ci ha permesso di portare avanti un progetto musicale il più possibile privo da incasellamenti.
Da chi siete stati influenzati?
Nei nostri ascolti c’è una linea sottile che parte dalle atmosfere dilatate del Post-Rock e arriva al Postcore americano (quello di band come Norma Jean e The Chariot). Noi cerchiamo di colmare la distanza tra questi due “generi”.
Di cosa trattano i vostri testi?
Abbiamo quasi tutti 30 anni, abbiamo ormai perso la spensieratezza dei 20 e viviamo una fase piena di dubbi e instabilità come tutti i nostri coetanei. Osserviamo come le paranoie proprie della nostra generazione si esprimano in tanti modi e c’è un gran casino anche per quanto riguarda i rapporti, che sono il tema centrale dei nostri testi. In alcuni casi si tratta di storie autobiografiche, in altri il riferirsi ad una terza persona, spesso una “lei”, serve come pretesto per parlare dei dubbi e delle delusioni dei nostri tempi.
Come nasce in genere un vostro pezzo?
Cerchiamo di lavorare in maniera corale, partendo da un semplice spunto, di solito un giro di chitarra. Lavoriamo parecchio sulle parti di ciascun strumento, ci confrontiamo e ci incazziamo se serve, ma cerchiamo di produrre qualcosa che piaccia a tutti, mettendoci singolarmente sempre in discussione. Spendiamo un po’ di tempo in più in questo senso, ma scriviamo sempre pezzi di cui siamo parecchio soddisfatti. Grandi pacche sulle spalle a fine prove.
Possibile fare Emocore con il piano? (come vi è venuto in mente?)
Il realtà dagli At the Drive in ai Blood Brothers, diverse band Postcore e Screamo hanno usato occasionalmente sintetizzatori e piano. Noi ne facciamo semplicemente un uso più massiccio, con la convinzione che il piano fornisca una gamma amplissima di possibilità compositive e armoniche.
Esiste una scena italiana per questo genere secondo voi?
Ci sono moltissimi gruppi bravissimi che fanno Postcore in Italia. Per citarne alcuni: Fine Before You Came, Death of Anna Karina, Lantern, Ruggine e altri.
Avete mai l’impressione che nell’Hardcore sia già stato tutto detto?
E’ probabile, per quello noi pensiamo che può essere usato come uno degli elementi compositivi e non come genere inteso in senso classico. L’Hardcore non è il nostro genere, cerchiamo di non cadere nella trappola dell’incasellamento forzato che alla domanda: “che genere fate?” rispondi senza difficoltà: “Hardcore!”. Detto questo, pensiamo che l’Hardcore sia solo un mezzo per poter comunicare l’universo intero senza troppi fronzoli, in modo diretto e disperato. Quando abbiamo questa esigenza, nei pezzi, allora è lì che la vena “Hardcore” viene fuori.
Avete condiviso il palco con band quali Gazebo Penguins, OvO, Majakovich e Kill Your Boyfriend…Com’è stato aprire per loro?
Oltre che musicale, per noi è stata un’esperienza umana. Abbiamo avuto la possibilità di conoscere persone interessanti con il quale ci siamo confrontati. Un discorso a parte va fatto per i Majakovich, con i quali abbiamo suonato più di una volta e con i quali c’è stima ed amicizia, tale che hanno deciso di supportarci con la loro etichetta, la Metrodora Records.
Internet: rovina della musica oppure mezzo di comunicazione che vi può avvicinare a masse di fans?
La possibilità di poter ascoltare qualsiasi artista gratis, ha cambiato la musica in meglio. Sono tristi le persone che snobbano il presente e i gruppi giovani, convinti che il periodo d’oro della musica sia quello della loro infanzia. Non hanno la curiosità di sapere come si evolve nel tempo l’arte. In realtà ogni decennio ha portato con se i propri geni (se esiste un periodo d’oro del Rock comunque è quello che va dal 1965 al 1975, ma che ormai ha rotto veramente il cazzo). In questi ultimi 20 anni sicuramente sono nati una quantità enorme di artisti meravigliosi anche grazie a internet. Il mercato musicale invece si è indebolito, ma è inutile lamentarsene.
Siete orientati politicamente?
Proveniamo da una città storicamente comunista e in noi permane una coscienza di sinistra che, ci fa pensare, per esempio, che gli stranieri non siano un pericolo, e che il sistema economico in cui viviamo sia decisamente migliorabile. Ognuno di noi ha il proprio punto di vista nei confronti della società e ognuno di noi vive la cosa in maniera del tutto personale cercando di slegarsi il più possibile dalle ideologie e analizzando in maniera lucida il mondo in cui viviamo. Però non ce la sentiamo di essere portabandiera di chissà quale innovativa o scardinatrice propaganda politica e cerchiamo di fare ciò che ci viene meglio.
Progetti futuri?
Vogliamo suonare il più possibile dal vivo. Stiamo scrivendo pezzi nuovi perché vogliamo che l’Ep diventi un disco di almeno 8 – 10 tracce e intanto stiamo anche scrivendo le sceneggiature dei prossimi due video, uno dei quali accompagnerà un pezzo che è una chicca per gli amanti del pop anni 90. Un saluto per tutti i lettori di Rockambula.
Ruggine – Iceberg
Suonano incazzati e spigolosi i piemontesi Ruggine nel loro nuovo full lenght Iceberg, nove brani di distorsioni e declamazioni dai titoli esotici e affascinanti (“Ashur”, “Raijin”, “Daphnia”, “Pangea”…) che riesumano uno spirito Hardcore d’altri tempi miscelandolo ad una cupezza sonora costruita ad arte, complice il processo compositivo con due bassi e la registrazione analogica che rende la pasta scura e densa, profonda e tagliente. Il disco è un concentrato oscuro di prove muscolari e tensive che si stemperano a tratti in curve fumose e misteriche (con il picco nell’intro della conclusiva “CDS”, che dal vivo deve proprio assomigliare ad un rituale pagano). Il mix di riff spezzati e batterie sanguinanti sostiene testi interrogativi e lineari, diretti, scanditi da una voce graffiante, che ci sputa in faccia molti dubbi e poche, pochissime certezze (o forse solo una, come nella title track). Potrà mai questa tormenta essermi d’aiuto?, gridano in “Ashur”, mentre la batteria spinge ossessiva su chitarre a spirale; Quali sarebbero state le parole giuste? Quelle che avrei dovuto pronunciare allora?, si chiedono tra i colpi violenti di “Siioma”; L’incognita più grande: è questo odio o amore?, continuano sul Post-Metal plumbeo di “Caio”.
I Ruggine rappresentano più il loro moniker che il titolo del disco in questo Iceberg che di freddo ha ben poco: nella ruvidezza del suono, nell’odore di ferro ossidato di batterie scalene e nell’angoscia intensa e arteriosa del flusso distorto di chitarre e voci si scopre il metallo – proprio in senso chimico – come nella splendida copertina: rotaie divelte che curvano nella desolazione di una natura che appare fredda, immobile, distante. Dell’Iceberg c’è forse il nascondersi sotto il pelo dell’acqua, un ribollire di forme immense che stanno nelle profondità e che poco alla volta si liberano oltre la superficie. Un disco fatto con stile, con coerenza, focalizzato e compatto, che lascia la forte curiosità di poterli godere dal vivo.
Ruggine, le prime date del tour di Iceberg
Uscirà il 3 novembre 2014, in cd per V4V-Records, Canalese Noise, Vollmer e vinile per V4V-Records, Sangue Dischi, Escape From Today, Canalese Noise e Vollmer Industries, Iceberg, il nuovo album dei piemontesi Ruggine, rei di aver portato la lezione/reading spoken word dei Massimo Volume ad un livello successivo con la loro amalgama di Math Post Rock e liriche caustiche.
– venerdì 21 Novembre 2014 Release Party @ Blah Blah (Torino)
– sabato 22 Novembre 2014 @ Freakout (Bologna)
– sabato 6 Dicembre 2014 @ Circolino (Vercelli)
– venerdi 12 Dicembre @ Beat Cafè V4V-Night (San Salvo Marina)
– sabato 13 Dicembre TBA
– sabato 20 Dicembre 2014 @ Checkmate (Genova)
– domenica 21 Dicembre 2014 @ Onlyfuckinglabels (Macerata)
– sabato 10 Gennaio 2015 @ Condorito (Cuneo)
– giovedì 22 Gennaio 2015 @ Honky Tonky (Seregno)
– venerdì 23 Gennaio 2015 @ Dong (Recanati)
“Babel” è il primo singolo estratto da Iceberg dei Ruggine.
“Babel” è il primo singolo estratto da Iceberg, il nuovo album dei Ruggine, rei di aver portato la lezione reading/spoken word dei Massimo Volume ad un livello successivo con la loro amalgama di Math- Post-Rock a due bassi e liriche caustiche. L’album uscirà a novembre 2014, in cd digipack per V4V-Records, Canalese Noise, Vollmer e vinile gatefold per V4V-Records, Sangue Dischi, Escape From Today, Canalese Noise e Vollmer Industries. Il video vuole ricreare l’effetto e la dinamicità live attraverso il lavoro di luci effettuato da Marco Alonzo.
Iceberg, il nuovo album dei Ruggine
Uscirà a novembre 2014, in cd per V4V-Records, Canalese Noise, Vollmer e vinile per V4V-Records, Sangue Dischi, Escape From Today, Canalese Noise e Vollmer Industries, Iceberg, il nuovo album dei piemontesi Ruggine, rei di aver portato la lezione/reading Spoken Word dei Massimo Volume ad un livello successivo con la loro amalgama di Math Post Rock e liriche caustiche. Un punto di svolta per la maturità raggiunta nella scrittura dei brani e nella stesura dei testi, un lavoro più curato in tutti i suoi aspetti ed ancora più compatto e diretto di quelli precedenti. Registrato in analogico e in presa diretta da Massimiliano Moccia presso il Blue Record Studio di Mondovì, mixato presso il Mam Recording Studio di Cavallermaggiore da Massimiliano Moccia e masterizzato da Carl Saff presso il Saff Mastering di Chicago. Con l’uscita di Iceberg i Ruggine si preparano alla presentazione dell’album con un tour promozionale in tutta Italia ed in giro per l’Europa.