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Bianco – Canzoni che durano solo un momento
Brani che sanno di primavera, di pioggia leggera, del profumo dei fiori e del sole che scalda i cuori.
Continue ReadingSelton, Loreto Paradiso Tour Estate 2016
Dopo tre settimane nella loro terra natale, il Brasile, che li ha visti impegnati in un tour trionfale nella principali città, i Selton sono tornati in Italia e sono immediatamente ripartiti con le date di presentazione di Loreto Paradiso, il loro nuovo album uscito a metà marzo per Believe.
Ecco le prossime date e le prime confermate del lungo tour estivo della band:
29/04: NOVARA – BIG LEBOWSKI
30/04: LATINA – SOTTOSCALA9
01/05: TARANTO – PRIMO MAGGIO
13/05: PARMA – NOT(T)E D’EVASIONE
28/05: MILANO – MIAMI
01/06: PESARO – DALLA CIRA
02/06: MARINA DI CAMEROTA (SA) – MEETING DEL MARE
04/06: NIZZA MONFERRATO (AT) – FANS OUT
09/06: CARNAGO (VA) – BISBOCCIA FEST
10/06: BERGAMO – EDONE’
18/06: LANDRIANO (PV) – LUNGO LA STRADA
24/06: CREMONA – TANTA ROBBA FESTIVAL
08/07: MOASCA (AT) – FESTIVAL CLASSICO
24/07: MARENGO (AL) – RINFRASCHETTIAMOCI
29/07: MELICIANO (AR) – MELICIANO SOUND PARTY
31/07: MANTOVA – ARCI IN FESTA
“Buoni Propositi” il nuovo singolo dei Selton
Per chiudere l’anno in bellezza tornano i Selton, band brasiliana ma ormai milanese d’adozione, che hanno deciso di regalare al proprio pubblico un brano del nuovo album, Loreto Paradiso, in uscita nei primi mesi del 2016. Buoni propositi, questo il titolo del singolo, parla della nostra incredibile capacità di ripetere gli stessi errori: “Ogni fine anno ci facciamo le stesse promesse, però tante volte troviamo delle scuse per farsi che rimanga tutto uguale a prima” racconta la band. “Andiamo avanti così, sperando che dal nulla qualcosa di magico succeda e ci trasformi in persone migliori.”
Leo Pari
Cantautore e produttore, il romano Leo Pari diventa sempre più protagonista della scena indipendente capitolina con l’uscita della seconda compilation che prende il nome dalla sua etichetta. Gas Vintage Super Session Volume 2 mette insieme, in una serie di esibizioni live, alcuni importanti artisti del panorama emergente e mette tutto a disposizione in maniera gratuita, con un totale spirito di condivisione artistica. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare come nasce questa compilation e per parlare anche di tante altre cose.
Gas Vintage Super Session Vol.2. Di che si tratta?
Ciao Ragazzi. GVSS Vol.2 è il nome di un grande party che dura un anno e che si tiene presso i Gas Vintage Studios. Per il secondo anno di seguito abbiamo avuto il piacere di ospitare tanti amici musicisti che sono passati per Roma e che hanno voluto regalarci un pezzetto della loro musica. Una “compilation” quindi, per usare un termine un po’ anni 80, di registrazioni prettamente live avvenute tra ottobre 2013 e marzo 2014.
La Gas Vintage è una piccola etichetta, con un grande nome alle spalle, che sa fare grandi cose. Come ci riuscite, anche ma non solo, economicamente?
Facile, basta lavorare 36 ore al giorno e le cose vanno da sé. Battute a parte, lo studio di registrazione è un mezzo che permette di racimolare qualche soldino in più, e piano piano, una mollichina alla volta, si riesce ad avere piccole cifre da investire in progetti in cui crediamo. Ma questa è solo parte del lavoro, bisogna poi fare un buon lavoro di ufficio, cercare di organizzare gli eventi giusti nei luoghi adatti, e soprattutto cercare di dare la miglior visibilità possibile alle band che lavorano con noi.
Quali artisti avete nel vostro roster?
Gli artisti che abbiamo prodotto finora, oltre ovviamente al sottoscritto, sono: Discoverland, progetto di Roberto Angelini e Pier Cortese che nel 2015 uscirà con un nuovo album, San La Muerte e TheeElephant. Ma nella prossima stagione allargheremo la rosa dell’etichetta con due nuove entrate molto gustose, i B.M.C. che si sono appena esibiti sul palco di Arezzo Wave, e Davide Lipari aka One Man 100% Bluez e forse qualcos’altro.
Che differenze ci sono, oltre ai nomi, tra volume uno e volume due?
Diciamo che la filosofia delle 2 compilation è più o meno la stessa, mettere insieme artisti che ci piacciono e che hanno voglia di venire a farci un saluto. Sicuramente il primo volume ha un sapore più Folk, i brani di Dellera, di Francesco Forni e Ilaria Graziano, di The Niro, di Emma Tricca e di tutti gli altri che hanno partecipato al Vol.1 sono stati selezionati anche in base al sound morbido e acustico che esprimevano. In questo secondo volume invece abbiamo cercato di dare spazio a sonorità più Rock, in tutte le sue accezioni, passando anche per il Rap di Kento and the Voodoo Brothers, ma anche per il Pop raffinato di Alì, senza tralasciare la nostra passione per un certo tipo di Folk con Iacampo, Nordgarden e Bea Sanjust.
Tra i diversi artisti che fanno parte dell’album troviamo Eva MonAmour , Kutso, Selton, Boxerin Club e tanti altri ancora. Con quale criterio sono stati selezionati questi musicisti?
Come dicevo poco sopra, il criterio è un misto di accostamenti artistici e passione per la musica, ma anche di amicizia personale con molti di questi artisti. È un po’ come quando vuoi fare una festa e scegli chi invitare
Un saluto e un arrivederci a presto. C’è qualcosa che avrei dovuto chiedervi ancora?
È importante dire dove si possono trovare le due compilation. Sono in download gratuito da www.gasvintagerecords.com, buon ascolto!!
In bocca al lupo a Godzillamarket!
03/10/2013 Tunnel, Milano – Godzillamarket Party.
Atmosfera fumosa, locale dall’aria vagamente undergound, clima umido e autunnale, direi che Godzillamarket, agenzia di booking, management e ufficio stampa nata dalla ceneri della Shapary Deluxe, non poteva scegliere serara migliore per organizzare un evento per il suo roster di artisti. Volto nouvi e vecchie guardie che sono avvicendate per tre canzoni sul palco tra frettolosi cambi set e sound check al fulmicotone. Verbal, Triangolo, Jack Jaselli, Figli di Madre Ignota, Diego Dearman Potron, Iori’s Eyes. Questi nomi delle band che si sono esibite davanti ad un publico variegato e folkloristico come i generi proposti, vintage rock, cantuatorato, trash balcanico all’italiana e tantl’altro. Chicca della serata miniset acustico accompagnato da benjo, fisarmonica e percussione dei pezzi da 90 dei Ministri. Altra guest della serata i Selton. Facciamo un grande in bocca al lupo a Godzillamarket a tutto il suo staff, che si adoperano per far circolare la buona musica a Milano e dintorni.
Tutte le foto QUI
Questo invece succedeva solo un anno fa.
Nuovissimo Canzoniere Italiano
01 Settembre 2013 @Magnolia, Milano
Arrivo al Magnolia di Milano che la serata è già iniziata da almeno un’ora. Mentre cammino sulla via dell’entrata penso che questo Nuovissimo Canzoniere Italiano, serata dedicata alle “nuove” (?) leve del cantautorato italiano, potrebbe, alternativamente, essere un evento-bomba o una fiera della noia.
Non vi racconterò la serata dall’inizio alla fine: mi è, innanzitutto, impossibile, dato il mio arrivo in ritardo e la mia dipartita in anticipo (all’incirca dopo l’esibizione di Dario Brunori). Vorrei però darvi un’idea di come si è sviluppata, per quanto ho potuto esperire, questa maratona (30 artisti, 3 canzoni ad artista, partendo dalle ore 19), nata da un’idea di Marco Iacampo, appoggiata da Dente e dal Magnolia, che l’ha ospitata. Di cosa si trattava, in soldoni? Di piazzare su un palco qualche decina di cantautori che potessero ricreare quell’attenzione verso la canzone nella sua anima più pura, quell’approccio voce e strumento (voce e chitarra nel 90% dei casi) che è allo stesso popolare e intellettuale, passatempo delle masse e empireo del racconto lirico, dove le parole regnano e narrano tutto il prisma delle emozioni umane in finestre di tre, quattro minuti per volta.
Ma non solo: si trattava anche di dimostrare, empiricamente, che una “scena” della musica italiana d’autore “indipendente” esiste e, anche se il fine dell’evento non era assolutamente quello di “creare un manifesto”, si leggeva tra le righe il tentativo di fare una summa delle esperienze cantautorali più in vista del momento (con qualche assente eccellente, per esempio un Vasco Brondi). Ha funzionato, la cosa? Nello specifico, è stata una “festa della canzone”? Ma soprattutto, i cantautori di oggi fanno parte di una specie comune? E che qualità media si intravede nei loro dieci/quindici minuti di esibizione a ruota libera? Insomma, il Nuovissimo Canzoniere Italiano rappresenta la musica d’autore italiana indipendente (o una parte di)? E questa (o questa parte di) è in buona salute?
Andiamo con ordine. Iniziamo col dire che la prima cosa che ha assalito le mie orecchie camminando sul prato del Magnolia durante l’esibizione di Alessandro Fiori (che non ha nessuna colpa tranne quella di essere stato lo sfondo della mia entrata in loco) è stata la noia. Non la mia, nello specifico: quella di un pubblico sì numeroso, ma certo non concentrato sulle canzoni (o almeno, non in quel momento). Cinquanta persone fisse sotto il palco, le altre a farsi i cazzi propri in giro per il prato. Non riesco neanche a dar loro torto, per la verità, e la scusante sta tutta nel problema principe della serata: la varietà (inesistente). 30 artisti con 3 canzoni a testa dovrebbero garantire un buon grado di varietà, si pensa; e invece no: canzoni lente, spente, senza verve, per la maggior parte tristi, ed è davvero un cliché della musica d’autore che prende vita, questo… si salvano i pochi allegri o ironici (Dente, Brunori) e quelli agguerriti (Maria Antonietta, Bianco). Colpa anche della modalità scelta, forse: 30 artisti in fila, tutti con chitarrina al seguito, non possono in ogni caso sfuggire ad un effetto appiattente, per quanto estrosi e ispirati possano essere. Ma anche all’interno di ogni singola mini-esibizione non brillava la fiamma del divertimento: tutti cantautori di più o meno successo, alcuni con diversi anni di esperienza alle spalle, e pochissimi che abbiano scelto 3 canzoni agli antipodi, per darci un assaggio delle loro capacità compositive o interpretative. La varietà questa sconosciuta, dunque; ma non solo quest’ombra ha offuscato la (lunga) serata acustica. C’era in generale (o almeno questo si percepiva) poca voglia di sorprendere, di incantare il pubblico: pochi ci sono riusciti (il già citato Brunori, o lo splendido, nella sua naiveté eccentrica e contagiosa, Davide Toffolo). E poco importa che le canzoni fossero belle (o meno): passavano sulle teste del pubblico come la pioggia che iniziava lentamente a cadere, e solo i grandi nomi riuscivano a magnetizzare la folla e a farla tornare sottopalco (o qualche tormentone del momento, come l’ironica “Alfonso” della peraltro bravissima Levante).
Ritornando alle nostre domande: se “festa della canzone” doveva essere, bè, non lo è stata; le canzoni sono passate in secondo piano rispetto alla bravura e al carisma del singolo interprete, o, se vogliamo, al grado del suo successo. Il genus del cantautore post anni zero s’è visto? Io, sinceramente, non l’ho visto; se c’era, non me ne sono accorto; e forse preferisco così. Forse illuderci che esista una scena è un modo bellissimo per credere in qualcosa, ma si tratta solo di rare somiglianze (che non fanno mai bene in un mondo che dev’essere caleidoscopico e variopinto per non morire) e usuali amicizie, contatti e collaborazioni (che sono utilissime ed essenziali, ma terminano nei rapporti personali tra gli artisti – per inciso, qual è stato il criterio per invitare, o accettare, gli artisti su quel palco?). La qualità media non è stata disastrosa, ma sfido chiunque a dire che si sia mantenuta su un livello d’eccellenza: tanti bravi artisti che mi hanno incuriosito (oltre a quelli che ho citato sono stati molto interessanti Marco Notari, Oratio, Colapesce e Dimartino – ricordo che molti, tra cui Nicolò Carnesi e Appino, non ho avuto occasione di ascoltarli), ma tanti altri sono scivolati come l’acqua dell’Idroscalo tra le piume delle papere. Come concludere? Io direi: tralasciando ogni eventuale significato socioculturale esteso, ed evitando ogni deduzione statistica – insomma, considerando la serata solo nei suoi attributi più direttamente percepibili, ossia un concerto con 30 artisti sul palco per una dozzina di minuti a cranio, si può dire che, sì, tra tanti cantautori ve ne sono parecchi interessanti, e che sì, è bello vederli affrontare la canzone nel suo lato più intimo e raccolto. Ma, e attenzione alla grandezza ciclopica di questo “ma”, la formula non è delle migliori, e il sottotesto che questa formula implica mi disturba e mi lascia alquanto amareggiato. 30 artisti sono troppi per un palco solo. Tanti sembravano lì solo in quanto conoscenti di Iacampo. E questo dividere ancora la canzone in “canzone d’autore” e “altro” è solo perdere dei pezzi; per non parlare del considerare il “cantautore” qualcosa di definibile a priori. Quanto rende di più un Dario Brunori con tutta la Brunori Sas al seguito? O un Davide Toffolo con i Tre Allegri Ragazzi Morti? Quanto è noioso (per quanto possano essere “belle” le sue canzoni, non è questo il punto) un Federico Dragogna senza i Ministri? Dove sta scritto che LA CANZONE vive nel connubio voce+chitarra? La canzone (o meglio, la canzone “bella”, o “importante”) è per forza “canzone d’autore”? Il Teatro Degli Orrori non fa canzoni d’autore? I Verdena? Davvero crediamo ci sia ancora differenza, o conflitto, tra la “canzone d’autore” e il Rock? E poi, la canzone d’autore dev’essere per forza seria, triste? I Selton non possono fare canzoni d’autore?
Forse tante di queste cose non sono nemmeno passate per la testa di nessuno, né organizzatori, né artisti, né pubblico, ma sono concetti che, per come è stato pensato e per come è stato messo in pratica questo Nuovissimo Canzoniere Italiano, rimangono sottesi, che lo si voglia o no. Forse pensiamo tutti troppo (io per primo), e la realtà è che, più che manifesti (non è questo il caso), maxi-rassegne, serate-evento, più che masturbazioni semantiche, voli pindarici e manifestazioni narcisistiche, forse più che tutto questo, servirebbero solo più concerti, con gente più brava, con canzoni più belle.
XI edizione per il Filagosto Fest
Dal 30 luglio al 4 agosto si terrà l’undicesima edizione del bergamasco Filagosto Fest, un appuntamento ormai divenuto imperdibile per il panorama alternativo italiano. La rassegna, quest’anno, prevede l’esibizione di grandi nomi della scena musicale nostrana, tra cui spiccano Punkreas, Israel Vibration, Modena City Ramblers, Appino, Fast Animals & Slow Kids, Criminal Jokers, Selton. Tutte le informazioni in merito all’evento sono disponibili sul sito ufficiale della manifestazione.