Siamo giunti al terzo disco degli Hell in the Club, un gruppo che ha dimostrato di far parte di una solida realtà, un gruppo che può far sognare la scoperta di nuovi pilastri dell’ Hard Rock. La band trova una sua personalità, dunque, un proprio stile che si differenzia notevolmente dagli altri. Shadow of the Monster è il loro terzo disco ed è una sorta di consacrazione per Davide Moras e soci. Parliamo di un disco genuino che si lascia ascoltare anche più di una volta consecutivamente. Questo platter ha la capacità di trascinarti, farti scuotere e ballare a suon di Rock’n’Roll. AC/DC, Hanoi Rocks, L. A. Guns, Mr. Big e Steel Panther, sono le icone che hanno influenzato i ragazzi; d’ altro canto, gli Hell in the Club hanno bene appreso la lezione di questi maestri. Il prodotto sfornato è invidiabile: c’è una canzone per riflettere, un’altra per scatenarsi e un’altra ancora per darsi al libero sfogo, insomma un disco dalle svariate emozioni e sensazioni. Un aspetto che va evidenziato è la scelta di spingersi su fronti che strizzano l’ occhio al Southern; infatti, si nota facilmente che il suono delle chitarre è più pomposo, rude e a tratti roccioso. Shadow of the Monster è un disco che una volta per tutte delinea il marchio del gruppo, nel senso che si differenzia e si fa riconoscere tra migliaia di dischi Hard Rock. Gli Hell in the Club sono un gruppo che sta prendendo il volo, hanno le carte in regola per aver un discreto successo in ambito Hard Rock. Non solo buoni dischi ma anche ottime prestazioni live nonché sceniche. Insomma si tratta di una band che si impegna e ci mette veramente il cuore in quello che fa.