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De Rapage – Si Sveglia la Mattina e ti Gode Davanti

Written by Recensioni

Quando qualcuno ha sollevato dubbi sulle capacità tecniche dei De Rapage o sul fatto che durante l’esibizione di Streetambula avessero sputato troppe parolacce, il mio primo pensiero è andato ai mostri sacri del Rock (Iggy, Johnny, Lou, Jim, Kurt, Giovanni Lindo, e tutta la compagnia dell’inferno). Quand’è che i giovani, soprattutto ma non solo, si sono dimenticati di che cosa significa questa parola, Rock, perdendosi nella mediocrità del tecnicismo puro e del politicamente corretto (o fintamente scorretto)?

Se c’è un motivo quasi oggettivo per cui valga la pena avere tra le mani una copia di ogni singolo lavoro targato De Rapage ma anche di fermarsi a guardare le locandine dei loro spettacoli, visitare le pagine web, facebook, i blog, vedere i video e le foto, questo è dato dalla maniacale cura con la quale gestiscono gli elementi visivi come, ad esempio, l’artwork sempre di pregevole fattura che contraddistingue le copertine, i booklet e tutto quanto riporti la firma dei suddetti. Saranno più che contenti e soddisfatti i fortunati presenti alle finali di Streetambula del 31 agosto dove i vincitori (appunto, i De Rapage) hanno regalato circa cinquanta copie di questo Si Sveglia la Mattina e ti Gode Davanti, realizzato in collaborazione con i Pastori Sardi in Licenza. Anche questa volta, Ficurilli e soci non hanno deluso le aspettative di chi si attendeva un lavoro degno di nota, in tal senso.

Poi c’è la musica, quello che più conta; ma andiamo con calma. Chi sono i Pastori Sardi in Licenza? Semplicemente il seme che ha fecondato la cittadina di Chieti che poi ha cagato i De Rapage. Nati idealmente nel 1995 dalla mente di Francesco Ficurilli, poi cantante dei De Rapage e Luigi Marrone, hanno visto la loro espansione con l’aggiunta di Fabio La Torre e infine Alfredo Iannone. Le caratteristiche della loro proposta sono semplici. Innanzitutto suonano rigorosamente chitarre classiche e acustiche e cantano a turno (“come il cazzo”, citando lo stesso Ficurilli). In fase di stesura e composizione il punto di forza è l’immediatezza; partendo da una frase, una situazione o un personaggio reale o inventato, compongono brani per lo più improvvisati. Ed è proprio questa estemporaneità che darà luogo a componimenti dalla demenzialità assolutamente fuori dal comune, proprio per la sua apparente totale irrazionalità. Non vi sono mai palesi riferimenti ideologici, politici o sociali dietro i testi ma solo la voglia irriverente di divertirsi senza farsi alcun problema a fare a pezzi ogni piedistallo che possa elevare chiunque, fosse anche il Papa, Cristo o loro stessi.

Il progetto Pastori Sardi in Licenza non ebbe un seguito diretto e la nascita dei De Rapage, con la succitata presenza di Ficurilli appare, in quest’ottica, come un segno divino della necessità di dare nuova vita alle deliranti proclamazioni di quei quattro folli. Come le emorroidi dopo uno stronzo particolarmente ostinato e tosto. I De Rapage attingono a piene mani dal repertorio dei loro “padri” e scelgono nove pezzi che ripropongono alla loro maniera. Rispetto al precedente Sberle, sono messe da parte le tante contaminazioni sonore e i pezzi sono proposti  attraverso le tecniche del più classico Alt Rock, comunque svariando da ritmiche più aggressive e Hard a passaggi più dolci, quasi giocosamente infantili. La follia dei Pastori viene dunque amplificata dalla potenza sonica dei De Rapage che ancora una volta si mostrano all’altezza della situazione.

Esclusi alcuni pezzi come “California Dream Gay” e “Siringhe Perforanti” tuttavia, proprio la spontaneità e il cazzeggio allo stato puro sono anche il limite di questi pezzi, stesso ostacolo riscontrato nei precedenti lavori dei De Rapage, nei testi molto simili a questi targati Pastori Sardi in Licenza. Non sempre e non a tutti riescono a strappare sorrisi proprio perché le parole suonano come casualmente e totalmente fuori dagli schemi e il nonsense di taluni passaggi spinge piuttosto seguire le linee melodiche fregandosene del significato dei vocaboli, nella consapevolezza che oltre a non nascondere grossi contenuti ci sia il rischio di non sfociare neanche verso il divertimento dato da qualche frase ad effetto. Le stesse melodie mancano di orecchiabilità facile ad attecchire sul pubblico meno esigente e la forma canzone più classica si contorce alla ricerca di una configurazione più appropriata, più volte senza risultati efficaci. Perché tanta attenzione allora, nei confronti di questa band? Perché, per prima cosa sanno come costruire fisicamente i loro prodotti, tanto per tornare all’iniziale discorso sull’artwork. Secondo perché sanno suonare insieme (ma anche in senso assoluto) e molto bene, nonostante non abbiano le possibilità di provare frequentemente con formazione al completo (quando lo fanno però lo fanno sul serio). Terzo perché aiutano a sciogliere quella patina di snobismo e spocchia che contraddistingue un certo tipo di musica e i suoi seguaci. Quarto perché il limite dato dai testi è parzialmente giustificato dal fatto che c’è una piccola differenza tra quelli presi in prestito dai Pastori e quelli originali degli album precedenti che vi consiglio vivamente di ascoltare per verificare voi stessi le differenze stilistiche. Infine perché la loro dimensione ottimale è quella del live. Frase abusata che qui diventa dogma. Non è possibile disgiungere i brani da quello che sono suonati dal vivo ed io ho avuto la fortuna di essere sia al concerto di presentazione di Sberle che di questo Si Sveglia la Mattina e ti Gode Davanti. “Progetto Cane Morto” non ha senso senza Ficurilli che “offende” gli animalisti, “California Dream Gay” perde valore se prima non è introdotto da un vaffanculo corale del pubblico pungolato dal palco. La loro irriverenza e demenzialità non ha lo stesso rilievo se non vi ritrovate nel complesso di voci di quelli che mandano a fare in culo Zappacosta e la sua t-shirt del cazzo (letteralmente) e Schillaci. O Jimmy e Pasquale.  Aggiungete una ricerca melodica più puntuale e testi magari meno variegati, ma più lineari e meno cazzoni e avrete una band clamorosa. Ma poi non avreste più i De Rapage.

Cinque squilibrati che fanno i cazzoni ma sanno anche loro che potrebbero insegnare tanto ad una marea di ventenni se solo questi ricordassero cos’è il Rock!

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