Siae Tag Archive
RE: diesis #03.2020 Il contrassegno SIAE
Dalla frutta ai CD, ad ognuno il suo bollino.
Continue ReadingRE: diesis #02.2020 “Date all’Autore quel che è dell’Autore” – La gestione collettiva del diritto d’autore. Parte II
Le società di gestione collettiva: in cosa consiste l’attività di intermediario dei diritti d’autore.
Continue Reading
RE: diesis #01.2020 “Date all’Autore quel che è dell’Autore” – La gestione collettiva del diritto d’autore. Parte I
Le società di gestione collettiva: torna la rubrica mensile di diritto della musica.
Continue ReadingRE: diesis #05.2019 La libertà dell’utente: le eccezioni al diritto d’autore
Quando è consentito il libero utilizzo di un’opera e a quali condizioni.
Continue ReadingJAZZDO.IT | a Milano dal 10 al 12 novembre
In occasione di JAZZMI, tra il 10 e il 12 novembre, Milano si candiderà a capitale italiana del Jazz, grazie a JAZZDO.IT, un nuovo progetto realizzato da Triennale Teatro dell’Arte e Ponderosa Music & Art in collaborazione con Blue Note Milano e realizzato grazie al sostegno di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori.
La Siae con le Associazioni: deve piantarla! (campagna Teamartist blog)
La SIAE deve piantarla davvero, Rockambula si unisce alla causa portata avanti dai ragazzi di Teamartist blog e riproponiamo per intero un loro articolo denuncia! Fatevi sentire, non lasciatevi intimorire da un uso sbagliato della legge.
“Come molti di voi sapranno fin troppo bene, tutte le Associazioni no profit con partita iva che hanno optato per il regime 398, possono essere sottoposte a controlli FISCALI della SIAE che ha un accordo quadro nazionale con l’Agenzia delle Entrate. Abbiamo però tantissime segnalazioni di richieste NON perfettamente CORRETTE da parte della SIAE alle singole Associazioni. Ne abbiamo testimonianza diretta anche noi con un nostro cliente che stiamo seguendo col nostro servizio di Assistenza Fiscale All Inclusive (cioè il tradizionale supporto che i Commercialisti offrono alle Associazioni). Abbiamo già scritto cosa può o cosa non può fare la SIAE in questo post ma ribadiamo uno dei concetti principali: La SIAE non può obbligare i rappresentanti di Associazioni a comparire negli uffici SIAE per esibire documenti o per fornire qualsivoglia dato o notizia. Ecco lo scambio di mail tra noi e la SIAE (sempre fare tutto per iscritto)! Sul caso di cui vi abbiamo parlato prima. Guardate l’evoluzione e come ammettono di avere torto. QUINDI: Stiamo per fare una azione nazionale presso l’Agenzia delle Entrate perchè prenda urgenti provvedimenti contro queste richieste NON LEGITTIME. La SIAE deve piantarla!”
SIAE, il bollino fuori legge
Finalmente arriva al capolinea la Sentenza dell’Unione Europea che dichiara illegale il “bollino” argentato che, per obbligo, va messo su tutti i supporti contenenti opere di ingegno (CD, DVD, ecc). Sentenza che potrebbe spalancare le porte ai rimborsi per chi, in tutti questi anni, ha dovuto pagare una tassa sulle proprie opere. Certo l’Italia è il paese dei raggiri legalizzati ma chissà questa volta come andrà a finire. Dal Blog di Guido Scorza, leggi qui.
Noi di Rockambula ne avevamo parlato qui e alla fine, bollino a parte, la TRUFFA continua.
GINO PAOLI PRESIDENTE SIAE
L’avevamo anticipato qui a Febbraio, ora Gino Paoli è il nuovo presidente SIAE proposto dal mitico governo Monti. Strada impervia quella di Paoli che si troverà ad affrontare dal sissesto finanziario allo scandalo delle parentele passando per le pesanti proteste derivate dal nuovo statuto.
SIAE. Il fronte dei diritti d’autore. Chi ci guadagna?
Era stato annunciato come lo statuto che rilanciasse la Società italiana autori ed editori, che regola i diritti d’autore nel nostro paese, approvato il 9 novembre 2012 con un commissario straordinario, promosso dai vari Ministeri dei Beni Culturali e dell’Economia con l’incarico di dover risanare la società commissariata. Doveva essere il rilanciodel diritto d’autore e invece questo decreto finisce per spostare ancora di più l’ago della bilancia dalla parte dei “big della musica” a discapito di tutti gli autori associati. Insomma doveva essere la svolta e invece, come spesso accade in Italia, si è fatto un ulteriore passo nel nulla.
Il cuore dello statuto e nell‘Articolo 11, comma 2: «ogni associato ha diritto di esprimere nelle deliberazioni assembleari almeno un voto e poi un voto per ogni euro (eventualmente arrotondato per difetto) di diritti d’autore percepiti nella predetta qualità di Associato a seguito di erogazioni della società nel corso dell’esercizio precedente». Avete capito bene. Chi guadagna di più con i diritti ha più potere in assemblea. Ciò fa dell’arte una mera merce di scambio. Il più bravo è chi guadagna di più e decide per tutti gli altri. E gli altri associati sono demandati e obbligati per le leggi italiane a finanziare questa macchina.
La domanda sorge spontanea. Chi sono gli autori più ricchi? Quali gli editori che guadagnano di più?
Ci ha pensato il Corriere della Sera in un articolo di approfondimento. Leggendolo ne esce fuori che il più ricco di tutti è un certo Guardì, Michele Guardì. Chi?! Il regista di Uno mattina e Domenica In. Si, avete capito bene, il regista di Domenica In e qualche altro fortunato programma televisivo. Lui insieme ai più famosi Vasco e il Liga nazionale si spartiscono oltre che il potere di decidere sull’assemblea della società, ciliegina sulla torta, anche la maggior parte della ridistribuzione degli utili dell’ente (40 mln anno). Per intenderci il sig. Guardì percepisce, solo di utili, quasi 2 mln di euro, seguito dagli altri due con 1,6 mln. Attenzione, stiamo parlando solo di ridistribuzione degli utili a cui vanno aggiunti i proventi dei diritti che ovviamente, visti i nomi, saranno altissimi.Tutto ciò potevamo immaginarcelo e questa vuole essere una conferma. Conferma del fatto che degli oltre 83mila associati (di cui 80mila autori) solo una piccolissima parte vede, a fine anno, i soldi dei proventi. Tutto questo, ovviamente, va a discapito dei nostri giovani rockambuliani, determinati e indipendenti artisti che sono obbligati al bollo SIAE per stampare e vendere i propri dischi ad un pubblico più ampio della loro cerchia di amici. Si, siete obbligati. Non lo sapevate, leggete qua:
“Ai sensi dell’art. 171 ter della legge 633/41 (ovvero la legge sul diritto d’autore), chiunque, a fini di lucro, detiene per la vendita o la distribuzione, pone in commercio, vende, noleggia, cede a qualsiasi titolo, proietta in pubblico, trasmette a mezzo di radio o televisione con qualsiasi procedimento, supporti contenenti fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento, per i quali è obbligatoria l’apposizione del contrassegno (comunemente detto “bollino”) da parte della SIAE e lo fa utilizzando supporti privi di tale contrassegno o dotati di contrassegno contraffatto o alterato, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 2.582,00 a 15.493,00 Euro se il fatto è commesso per uso non personale.”
Visto quello che è venuto alla luce alcune associazioni come ARCI e AUDIOCOOP hanno tentato la strada del ricorso al Tar, raggruppando artisti e etichette indipendenti, ma ovviamente, notizia di qualche giorno fa, è stato respinto.Qui l’approfondimento. La sintesi è questa. Tu che hai una band da scantinato, tutti i giorni a lavoro per sopravvivere, che i tuoi soldi li investi in strumenti, il tuo tempo in musica e dopo tanti sforzi fai un EP e lo stampi, alla fine ci devi mettere il bollino SIAE su, i cui ricavi per la maggior parte vanno ai tizio di Domenica In che campa così dagli anni ’80 insieme ai grandi della musica leggera italiana.E si. Siamo in Italia, dove si guarda l’arte come ad una forma di merce da supermercato. Dove il merito passa per le tasse pagate. Dove contano le parentele e a chi sei affiliato. Dove se non sei nessuno sei costretto a pagare per finanziare altri come nel caso della SIAE.
Intanto a breve, il 1° marzo, ci saranno le elezioni del Consiglio di Sorveglianza. Come abbiamo visto sono i grandi della musica e dell’editoria Italiana a detenere un peso maggiore in sede di voto facendo strane alleanze per arrivare poi a spartirsi la fetta finale. Poi va aggiunto che i 80mila associati di basso profilo, che volendo potrebbero cercare di contrastare questo statuto criminale, non andranno a votare come ci fa notare il Fatto Quotidiano, perché chi è disposto a prendere un treno per Roma e andare a votare quando sa che a fine anno non gli andrà nulla in tasca, anzi dovrà pagare l’inscrizione,in più dovrà pagarsi il biglietto del treno?!?! Ecco, queste sono le ingiustizie, le disuguaglianze del nostro sistema di difesa del diritto d’autore. In cui quello che traspare è solo la difesa dei diritti di chi già ha una carriera affermata, in un tempo anche remoto, che continua a mangiare, anche non producendo nulla, nella stessa mangiatoia. La situazione è triste e deprimente ma per chi avesse voglia di provare strade alternative potrebbe intraprendere la strada delle Creative Commons che non sono la stessa cosa della SIAE (alcuni diritti riservati) ma permette di aggirare l’ostacolo SIAE ed essere tutelati ugualmente. Ovviamente questo tipo di licenze non sono utili per la distribuzione su supporti ottici (CD) ma offrono un alternativa per proteggere la propria musica propagata su internet che oggi è lo strumento più utilizzato per la diffusione dei brani/album musicali.
Alcuni link utili per l’utilizzo delle Creative Commons:
http://www.creativecommons.it/autori-musicisti
http://www.creativecommons.it/ccitfiles/Skillab_2011_06_30_CC_ShareYourKnowledge_Travostino.pdf