SIKITIKIS Tag Archive

Rock Island dal 2 al 7 luglio

Written by Senza categoria

Il festival Rock Island, dedicato alla musica indipendente italiana, anche quest’anno si circonda di grandi nomi: Sikitikis, Sadside Project, Veracrash, La Notte dei Lunghi Coltelli, Le Capre a Sonagli. La manifestazione si terrà presso l’Area Feste di Bottanuco (BG) e sarà completamente gratuita. Di seguito il programma completo:

02 Luglio
SANPIETRO
+JERRY MOVERS
+LET IT SLIDE

 03 Luglio
VERACRASH
+ JUDA

04 Luglio
LA NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI
+ POLAR FOR THE MASSES

05 Luglio
LE CAPRE A SONAGLI
+ QUIET CONFUSION

06  Luglio
SIKITIKIS
+ RADIO DAYS

 07 Luglio
SADSIDE PROJECT
+ ARCANE OF SOULS

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Rosso Dalmata – Rosso Dalmata

Written by Recensioni

Scoprire quello che è l’obiettivo di una band quando ci propone un album, un brano, un video o qualunque altra cosa che possa definirsi artistica, ha un ruolo chiave nel compito di giudicare quanto tale valore possa considerarsi ricco o meno. Nel caso dei Rosso Dalmata e del loro omonimo album d’esordio è molto difficile giungere a conclusione perché, se da un lato l’artwork è incentrato su passionali accostamenti tra rosso sangue, bianco e nero con un risultato abbastanza sfrontato, girando la custodia e sbirciando tra i titoli dei brani (“Mina Si Fa Di Ketamina”, “Ho Mal Di Dandy”, “E’ Un Problema Se Sono Un Omicida Seriale”) ci sembrerebbe avere di fronte un gruppo che probabilmente punterà tutto sull’ironia per colpire al cuore gli ascoltatori. L’unica risposta possiamo trovarla nell’ascolto.
I bolognesi Rosso Dalmata provano a mescolare l’Indie britannico con l’elettronica Pop italiana, puntando oltretutto proprio su testi in lingua madre. Il loro album è stato mixato da David Lenci (Linea 77, Uzeda, One Dimensional Man, Teatro degli Orrori) e masterizzato da Carmine Simeone (Subsonica, Skin, Tony Levin). Il brano che apre l’opera, “Mina Si Fa Di Ketamina”, contiene una piccola chicca per tutti gli appassionati di cinema oltre che di musica. Infatti, nel pezzo, è presente un celebre monologo del film “Trainspotting“ reinterpretato, dopo sedici anni, dallo stesso doppiatore del film, Christian Iansante. Di seguito alla recensione potrete vedere il video realizzato dalla Elephant Production (Jolaurlo, La Radura) con l’attrice Martina Angelucci e la regia di Nunzia Vannuccini. Il pezzo si apre con il prepotente synth che sembra presagire l’imminente rimbombo di un Pop sintetico potente in stile Late Of The Pier. In realtà tutto si dispiega in un convenzionale Indie Rock di matrice inglese, con un ritornello assolutamente prevedibile e neanche troppo ironico (se questo era l’obiettivo). Si cercano suoni tossici (visto il tema del pezzo) dentro sonorità immediate e parole irriverenti ma il risultato è quanto mai dozzinale, nonostante il tentativo di elevare il contenuto con la suddetta partecipazione di Christian Iansante. Nel secondo episodio, “Romanzo Noir”, è nuovamente forte la presenza dell’Indie Rock derivato dal Post-Punk di scuola Franz Ferdinand e Kaiser Chiefs per intenderci, ma ancora una volta, il massimo che riescono a fare è trovare un ritornello con una melodia tanto orecchiabile quanto derivativa, allo stesso modo dei riff di chitarra o degli inserti sintetici. Il primo momento interessante si ha con “Adoro il 69” dove più energico è l’intervento dell’Electro Pop di scuola tricolore, Bluvertigo o Sikitikis. La linea melodica vocale è subito perfetta e indovinata e la semplicità sonora Pop-Punk delle chitarre risuona assolutamente eccellente, dentro un pezzo ricco finalmente d’ironia e voglia di leggerezza. Il cantante, Marco Baricci, si cimenta, in maniera minimale, anche con il piano, nel brano “Il Cubo Di Rubick” che nelle sue mescolanze tra Rock, suoni chimici e voce in primo piano riprende ancora con forza la corrente italica di Subsonica (molto simile nel cantato) e Bluvertigo, allargando le ali nella parte finale, su acustiche più dirette e punk del tipo non troppo incazzato. Non aggiungono praticamente nulla alla proposta dei Rosso Dalmata, i brani “Onda Sinusoidale” e la finto ironica “Ho Mal Di Dandy” mentre molto interessante è l’intro di “Storia Di Ordinaria Follia”, con le sue pazzie artificiali e l’evoluzione pulsante e piena di cambi di ritmo. Niente di nuovo, a dire il vero, ma nel suo essere “già sentito” è comunque un pezzo che mescola alla perfezione tutti gli ingredienti dell’album, oltretutto mostrando una buona esecuzione anche vocale pur se non stilisticamente perfetta. Poco convincente anche “Antistress” nella quale in realtà Marco Baricci, a differenza del brano precedente, mostra qualche limite vocale e un timbro non proprio da pelle d’oca. Forse il testo più interessante è quello di “Danza Della Busta”, liberamente tratto da un monologo del film American Beauty e ottimamente accompagnato dalla foga sonica di Frank Lav (autore delle parole), Guido Adam Terracciano, Herb De Masi, Dario De Benedetti e Mark Mad Honey (complimenti per la citazione). Parte forte anche “E’ Un Problema Se Sono Un Omicida Seriale” ma gli sviluppi suonano ancora una volta troppo mediocri e ritriti. L’ultimo brano, “Pietra Filosofale” non si stacca di un millimetro dalla proposta ormai chiara dei Rosso Dalmata, regalandosi anche un ritornello stile Prozac+. Non pensate che il problema di quest’album sia tutto nel suo essere sorpassato e convenzionale. Se avete mai letto altre mie cose, saprete che non ne faccio un dramma. Il dramma è che, in quasi tutti i momenti del disco, quando qualcosa sembra ineccepibile, tutto il resto è esattamente dalla parte opposta. Appena trovi un ritornello gradevole, ti suona insopportabile il resto del pezzo. Se sembra affascinante e intelligente il testo, è la melodia che non va. Se la musica ti prende, ecco che le parole arrivano a infastidirti. Manca omogeneità di valore assoluto. Con ripetuti ascolti, forse la parte testuale sarà proprio quella più interessante, esclusi un paio di sfortunati episodi ma le composizioni suonano fin troppo per palati semplici nell’intento, quanto poco accattivanti nel risultato.

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LE BELLE COSE è il singolo di lancio del nuovo esperimento non discografico dei SIKITIKIS

Written by Senza categoria

Dopo le esperienze con Casasonica e Sugar (alla quale sono attualmente legati), ecco per la band cagliaritana un disco che non c’è, ma che man mano prenderà forma attraverso la rete

“LE BELLE COSE” – Official Video
http://www.youtube.com/watch?v=ZpeCRs5ta20&feature=player_embedded#!

Le Belle cose è un’esternazione naif. E’ l’idea di un bambino che viene dopo due punti e la scritta “pensierino”.
Le belle cose fanno incontrare idealmente mondi musicali in apparenza lontani: Celentano con i Gorillaz, Bennato con Beck… e chissà quante altre cose di cui non ci siamo nemmeno accorti.
Diablo: “un giorno ho letto il post di una mia amica su facebook e l’ho commentato. Successivamente ho riletto il commento e ne ho intuito la musicalità. Quel commento, paro paro, è diventato il testo de Le Belle Cose.”

Questo progetto è la sublimazione del fare di necessità virtù. Nasce da dei freddissimi dati. Dischi fuori moda è un disco che ha avuto un ottimo feedback, ma ha venduto una copia ogni 500 click dei sui video su Youtube.
In pratica, la rete si è rivelata come la terra in cui il seme dei Sikitikis ha attecchito spontaneamente.
A questo punto, ci siamo detti: “saltiamo tutti i passaggi, ci conviene…”
Ed ecco, quindi, Le Belle Cose. Un progetto interamente basato sull’interazione nel (e fra) social network.
Ci chiedono spesso se da tutto questo arriverà anche un supporto fisico. La risposta a questa domanda è impossibile da dare in questa fase. Le Belle Cose sono tutte in divenire.

I SIKITIKIS Si formano nel 2000 con l’intento di rivisitare le colonne sonore dei b-movies italiani degli anni ’70. I primi anni sono caratterizzati da poche uscite live e molto lavoro di ricerca sul suono. La musica da cinema si rivela un ottimo laboratorio in cui sperimentare nuove soluzioni di arrangiamento in una formazione che non prevede l’uso della chitarra. Dal 2002, il lavoro fatto in sala dal gruppo, inizia a rendersi utile all’interno di strutture rock e pop, il basso viene distorto e, insieme agli organi vanno ad occupare le frequenze lasciate libere dalle chitarre, il druming diventa più incisivo e le tastiere mantengono la loro connotazione analogica. L ‘attività della band viene intanto seguita a distanza da Max Casacci. Il chitarrista/produttore dei Subsonica è infatti il primo ad intravedere un potenziale nei Sikitikis. E’ ormai il 2004 quando i 4 cagliaritani iniziano la loro esperienza torinese negli studi di Casasonica.
Nel 2005 prende vita il loro esordio discografico “Fuga dal deserto del Tiki”, premiato lo stesso anno come uno dei migliori al MEI di Faenza. Segue un tour di 80 date in tutta Italia. Parallelamente i Siki iniziano a confrontarsi con le prime sonorizzazioni di immagini dal vivo, attività che li porta sul palco dell’Ambra Jovinelli di Roma dove sono invitati, come unici ospiti musicali, ad omaggiare Gianmaria Volontè a 10 anni dalla sua scomparsa. E’ il 2006.
L’anno successivo è tempo di rientrare in studio e nel 2008, dopo una lunga gestazione, nasce “B”.
I’uscita del secondo lavoro discografico coincide con la chiusura delle attività dell’etichetta torinese. Il gruppo attraversa un momento difficile e si concentra sul rapporto con il cinema. Dopo aver composto la prima colonna sonora integrale per il film “Jimmy della Collina” di Enrico Pau e altre colonne sonore per cortometraggi indipendenti, i Sikitikis realizzano la cover di “Cuore Matto” per il forunato esordio cinematografico di Susanna Nicchiarelli “Cosmonauta”. Il film vincerà, nel 2009, il Festival di Venezia nella sezione controcampo italiano.
Nello stesso anno la band incontra Manuele Fusaroli, produttore/guru della scena indipendente. Si chiude un momento difficile, nascono nuovi entusiasmi e la scrittura si fa sempre più solare, i testi si confrontano con sempre più maturità ad una certa tradizione del cantautorato italiano.
Dopo diverse sessioni di registrazione del nuovo materiale presso il Natural Head Quarter di Fusaroli, nel 2010 esce “Dischi Fuori Moda” Il disco è fortunato. Critica e pubblico accolgono ottimamente il lavoro della band che si ritrova ad avere tre singoli nella top10 della classifica Indie Music Like di RAI-isoradio. I video di “Voglio dormire con te” e “Tsunami” passano in alta rotazione su Deejay TV e i contenuti su Youtube superano il mezzo milione di visualizzazioni.
Il lavoro desta l’attenzione della più importante casa discografica italiana: Caterina Caselli. Nel 2011 firmano un contratto editoriale con la SUGAR. I Sikitikis sono oggi una realtà concreta del panorama musicale nazionale.

SIKITIKIS – Official Site
http://www.sikitikis.com/

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