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Concorsi e contest per band emergenti: vera promozione o pura speculazione?
Qualche tempo, fa con la mia band mi è capitato di partecipare a un concorso per gruppi emergenti. Non farò il nome né della band né del contest, perché il mio scopo è solo riflettere un momento sulla tendenza, vigente da parecchio e ogni anno sempre rinverdita da qualche filantropo più o meno sincero, di organizzare rassegne con la formula dell’agone musicale. L’obiettivo è ogni volta il medesimo: dare occasione alle giovani formazioni di esibirsi su un palco più o meno prestigioso, ottenere premi più o meno rinomati e costosi, uscire dal proprio contesto urbano e poter suonare in location a cui difficilmente si sarebbe potuto accedere. Ma è tutte le volte vero?
Nel caso specifico dell’ultimo concorso a cui ho partecipato l’associazione organizzatrice richiedeva 30€ a gruppo come quota di partecipazione. E fino a qui ok. Ce ne sono di molto più cari e in quattro la cifra procapite diventa irrisoria. Il contest è organizzato nel capoluogo di regione (che da noi dista 55 km) oramai da diversi anni; le varie fasi eliminatorie prevedono di itinerare per un po’ di locali finendo con la fase finale in un super posto parecchio rinomato.
La prospettiva di passare qualche fase di selezione e inanellare un po’ di date in locali in cui diversamente non avremmo potuto suonare (perché sei di fuori, non porti gente), non ci dispiace affatto. La registrazione del singolo con videoclip, prevista come premio del vincitore, non ci interessa assolutamente invece, ma è sicuramente un bell’incentivo. La faccenda comincia a stridere con l’assoluto obbligo di consegnare i soldi a mano pena l’esclusione, in un giorno prefissato per la riunione tra organizzatori e partecipanti, antecedente all’inizio delle fasi eliminatorie (quindi un ennesimo viaggio da mettere in conto). Riunione, oltretutto, per parlare del nulla e fondamentalmente per non tracciare il denaro, visto che non abbiamo avuto nemmeno una ricevuta che attestasse l’avvenuto pagamento (e visto che alla nostra richiesta di poter fare un bonifico bancario ci è stato risposto picche).
La rassegna si svolge di martedì. E ok, siamo in una grande città: si uscirà anche infrasettimanalmente. Noi della band lavoriamo tutti ma è un impegno, l’abbiamo preso, si va. Convocazione alle 17. Di martedì. Ma stiamo scherzando? Ci dividiamo. Due di noi che non lavorano vanno su all’ora delle convocazione per presenziare, quelle che lavorano arrivano appena possono. Se non fosse che l’orario tanto infelice era scomodo anche ai tecnici del suono che alle 19 ancora dovevano allestire il palco per il soundcheck. La mia band ha mosso, di questi tempi!, due auto per fare più di cento chilometri andata e ritorno, quando avrebbe potuto semplicemente fregarsene delle convocazioni, degli orari, dei dettami e muoverne solo una e risparmiare. Lasciamo stare che non ci sia stata offerta né la cena né una simbolica birra (e noi band sappiamo accontentarci anche del cibo come formula di rimborso spese). Chicca delle chicche: in un concorso che prevede la famosa “giuria popolare”, tutte le altre formazioni in gara con noi erano del capoluogo, quindi ben fornite del loro codazzo di amici (comunque una trentina di persone, non immaginatevi chissà che folla) nonostante il giorno feriale. Non c’è neanche bisogno di dire il risultato della selezione.
Di esperienze infelici come queste è sicuramente pieno il panorama emergente nostrano. Sono formule in cui appassionati di musica, musicisti, giovani disoccupati che cercano di arrotondare, si lanciano a pesce divertendosi a fare i promoter e, complice una certa improvvisata (in)esperienza, fanno solo danni e pagliacciate. Fortunatamente ci sono le dovute eccezioni e sta alle band vagliare molto bene la professionalità di chi organizza. Anzitutto bisognerebbe chiedere una trasparenza nei pagamenti. Sono pochi soldi, ma messi insieme tra tutti i partecipanti, fanno cifre abbastanza considerevoli e meritano un ritorno in professionalità e competenza. In secondo luogo bisogna sincerarsi dell’onestà organizzativa (puntualità e rispetto degli orari, fasi eliminatorie organizzate in modo da non privilegiare le formazioni del luogo, assenza della fantomatica “giuria popolare” che tanto ricalca l’odioso ragionamento del proprietario di locale che ti chiede, al momento dell’ingaggio “Ma tu, quante persone mi porti?” e che di sicuro tradisce un interesse tutt’altro che filantropico e musicale da parte di chi mette in moto la macchina del contest). Abbiamo voluto raccogliere, in questo articolo, tutta una serie di testimonianze di chi ruota attorno ai concorsi, tanto dalla parte di chi partecipa, quanto da quella di chi organizza. Traete voi le conclusioni. E in bocca al lupo!
Alla luce di questa esperienza diretta di uno di noi e visto che anche Rockambula, con Streetambula, si sta proponendo come organizzatrice di eventi simili, abbiamo voluto parlare anche con band esterne, che tra l’altro già hanno partecipato ad un nostro live contest, per capire se ci si sta muovendo in una giusta direzione.
Dopo una breve chiacchierata con i De Rapage e gli À L’Aube Fluorescente (rispettivamente primo e secondo classificato a Streetambula) abbiamo scoperto che sì, a volte partecipare a un Contest musicale può dare visibilità a una band, e rappresenta anche un’occasione concreta per rendere “reale” la propria musica. Ma a volte anche no.
In merito alla partecipazione a concorsi e contest musicali:
Qual è stata l’esperienza più assurda e negativa che avete dovuto affrontare? Quale invece quella che vi ha lasciati maggiormente soddisfatti?
De Rapage: Una parte importante delle piccole realtà musicali, dovrebbe essere il mutuo supporto e la reciproca condivisione: un aspetto molto negativo di questi contest è proprio che questo genere di collaborazione viene a mancare in quanto gara, ed al momento dei verdetti, al posto di prepararsi a festeggiare tutti insieme in un terzo tempo a suon di birra, si accendono le polemiche. Questa è di sicuro la faccia della medaglia che non ci piace. Di aspetti positivi, oltre a quelli di suonare dal vivo, di farsi conoscere da un pubblico che non è il tuo e di conoscere nuove persone con la tua stessa passione, ce ne sono davvero pochi altri.
À l’Aube Fluorescente: Siamo una band con circa un anno di attività e non abbiamo partecipato a molti contest. Alcuni erano esclusivamente on line e personalmente li trovo abbastanza fini a se stessi, anche se a volte i premi in palio sono molto interessanti. Tuttavia la meritocrazia fatica a trovare spazio con questo sistema di giudizio. Streetambula ci ha sicuramente lasciato un bellissimo ricordo ed un premio utilissimo! Tutti i vari sistemi di selezione hanno funzionato molto bene. Lo consigliamo vivamente.
Quali sono gli errori che secondo voi si dovrebbero evitare a livello organizzativo?
De Rapage: Qui si parla di eventi in cui vengono mischiate in un grande calderone band dagli stili e dai generi a volte anche antitetici; un buon service in grado di gestire differenti approcci musicali è il primo elemento da prendere in considerazione; avere una giuria competente e di livello, evitando nomi che lavorano con la musica ma che di musica non capiscono un cazzo è il secondo. Ultimo ma non meno importante è essere sempre disponibili con gli artisti.
À l’Aube Fluorescente: si deve evitare in primis di sottovalutare l’aspetto tecnico riguardante la strumentazione per permettere alle band di esibirsi. Si deve garantire un palco di qualità per dare piena riuscita al contest. Le altre accortezze da porre all’attenzione delle organizzazioni sono innumerevoli. La realtà dei fatti è che alla fine la differenza la fa la voglia e la passione di chi organizza. Grazie a tutti quelli che lo fanno per vera vocazione.
In che modo i contest a cui avete partecipato vi hanno aiutato nella vostra carriera artistica?
De Rapage: Ci hanno aiutato a capire che possiamo divertirci indipendentemente dal risultato finale. Partecipare ad un contest pensando di vincere perché sei il migliore del tuo paesino disperso fra i monti o del tuo quartiere è proprio da sfigati. Divertirsi è l’unica cosa a cui una band da sottobosco dovrebbe ambire; un po’ di sana competizione la si va a cercare sui campi di calcetto!
À l’Aube Fluorescente: Alcuni ci hanno fornito visibilità e promozione; altri occasioni concrete per rendere reale la nostra musica. Sono due aspetti importanti, uno più aleatorio, un altro pragmatico. Il consiglio che mi sento di dare a tutte le band che cominciano o che, come noi, proseguono un percorso è quello di scegliere con attenzione le proprie battaglie. Non si può agire sempre su tutti i fronti ed al contempo fare musica: ottimizzare le proprie dinamiche per ottimizzare i risultati. È poco poetico lo so, ma funziona.
A quanto pare, le nostre idee sembrano combaciare perfettamente con quelle di chi, al nostro contest ha partecipato e ha aderito anche ad altri. Noi di Rockambula e conseguentemente di Streetambula cerchiamo di metterci sempre dalla parte di chi suona ed è per questo che non chiediamo e non chiederemo mai soldi per iscrivere una band a un contest. Tutta la nostra webzine e tutto il lavoro che c’è dietro è veramente frutto della nostra passione per la musica e questo si riflette anche sull’organizzazione degli eventi. Con il progetto Streetambula organizziamo serate alle band senza chiedere alcuna percentuale, con il solo scopo di fare promozione alle nostre serate (2/3 all’anno). Stanziamo cifre cospicue per service e premi, e conti alla mano, ci guadagnano ben più le band di noi che organizziamo. Con questo non vogliamo certo dirvi che Streetambula è un contest migliore di ogni altro in Italia ma certamente possiamo garantirvi che è fatto con onesta e forse anche troppa passione (quando magari non guasterebbe del sano egoismo). Con la prima edizione di Streetambula, su otto band finaliste abbiamo garantito otto premi, di cui il primo premio del valore di 1000 euro. Abbiamo garantito una promozione alle band notevole, anche grazie al sito di Rockambula, oltre che quello di Streetambula. Abbiamo creato un progetto col quale stiamo organizzando serate alle band iscritte, sempre gratis (guadagniamo qualcosa con lo stand di gadget e le birre). In pratica, chi partecipa non partecipa solo per il premio ma per avere un rapporto diretto ed essere supportato in ogni situazione possibile. Abbiamo migliaia di contatti di ogni tipo, quindi se una band ha bisogno di supporto, noi diamo una mano. Il contest è una minima cosa. Spesso le band credono che la formula del contest sia un modo facile per fare serate a costo zero. Non è proprio cosi. Nel nostro caso, ad esempio, abbiamo speso in premi lo stesso che se avessimo fatto un festival, nel qual caso avremmo risparmiato tempo e fatica. Inoltre i premi sono scelti tutti per aprire nuove porte alle band che spesso non sanno neanche come muoversi in un certo ambiente. Grazie a Streetambula i De Rapage hanno delle splendide foto, Doriana Legge andrà in radio, gli Old School hanno attrezzatura, i Suricates promozione e À l’Aube Fluorescente ha registrato un singolo e molti avranno lezioni di batteria gratuite. Inoltre tutte le band del contest e le altre che hanno chiesto di essere inserite nel progetto, hanno avuto o avranno recensioni sincere, news, spazio sul sito di Streetambula e di Rockambula. E le nostre giurie sono sempre qualificatissime, variegate e il giudizio del pubblico nel contest estivo non era previsto, mentre per il contest invernale (21/12/2013 Caffè Palazzo Pratola Peligna) avrà un ruolo comunque marginale. Insomma, noi siamo dalla loro parte. Vi lascio alle parole del nostro direttore e vicedirettore di Streetambula, Riccardo Merolli.
“Da organizzatore di Contest posso dire con estrema sincerità che quelli a pagamento non hanno motivo di esistere, nel rispetto della musica come arte. Ho fatto parte di molte organizzazioni nel corso degli anni e vi assicuro che far pagare una band per esibirsi è come rubare la cioccolata a un bambino, una tristezza infinità che aumenta la nostra pochezza culturale. Tutti i contest nel giro di qualche tempo dovrebbero trasformarsi in festival, esclusi naturalmente quelli che ti portano a suonare in un grande festival. Capisco le difficoltà economiche ma questo è un problema che toccherebbe risolvere a chi scalda poltrone, noi ci mettiamo la faccia almeno fino a quando non sarà completamente ricoperta di sputi.”
Streetambula Music Contest 31 agosto Pratola Peligna (Aq)
Mancano ormai pochi giorni alla prima edizione di Streetambula, contest/festival organizzato dalla webzine Rockambula in collaborazione con l’associazione Nuove Frontiere. L’evento, che sarà l’occasione per vedere riunirsi una moltitudine di realtà legate alla scena musicale e culturale indipendente come webzine (Rockambula, Rockit, Ondarock, Stordisco, Musicalnews, Mola Mola), etichette (To Lose La Track, Indelirium, V4V Records, ecc…), case editrici, artisti, fotografi, radio, studi di registrazione e quant’altro, avrà il suo cuore nel contest che vedrà la partecipazione di otto band (À l’Aube Fluorescente, Too Late To Wake, Doriana Legge, The Old School, De Rapage, The Suricates, DEM, Ghiaccio 1), selezionate dalla redazione di Rockambula su circa venti gruppi iscritti da tutta Europa. Non sarà dunque solo l’occasione per ascoltare buona musica ma anche per dare una spinta alle formazioni emergenti (tanti premi in palio tra cui la registrazione di un singolo presso L’Acme Studio Recording) e far conoscere a quanta più gente possibile la realtà della scena indipendente italiana (soprattutto).
Streetambula Music Contest
Sabato 31 agosto
Pratola Peligna (Aq) Piazza Garibaldi ore 18:00
Uscita autostradale A25 Pratola Peligna-Sulmona
Per info:
Silvio Pizzica tel. 3400690969 mail pizzicasilvio@virgilio.it
Riccardo Merolli tel. 3389365610 mail riccardomerolli@katamail.com
Martelive. Cosa è successo alle selezioni di Raiano?
Ieri 25 agosto si sarebbero dovute svolgere le selezioni di MArtelive abruzzo a Raiano (Aq) durante l’Ecofest alle quali avrebbero partecipato Droning Maud, Human Thurman e Allcost. Qualcosa è andato storto in fase organizzativa (gestita a livello locale) e le tre band hanno deciso di non esibirsi durante la serata lasciando gli spettatori un po’ confusi, almeno i più distratti. Chi, come Rockambula, era li in qualità di giudice (nella persona di Silvio Pizzica) ma anche solo per promuovere Streetambula, il nostro primo music contest organizzato in collaborazione con l’associazione Nuove Frontiere e previsto per il 31 agosto a Pratola Peligna (Aq), non ha potuto che ritenere saggia la scelta delle band di non partecipare, almeno in questa occasione. Un impianto audio raffazzonato, assenza di amplificatori e monitor, assenza di soundcheck. Questi sono solo alcuni dei problemi riscontrati dalle band con le quali abbiamo parlato. Di chi è la colpa? Non è nostro interessamento dare addosso a nessuno, anche perché è nostro interesse sostenere quei pochi, come Vincenzo Presutti, che provano a dare spazio e diffusione alla musica indipendente con iniziative come questa, anche se avremmo molto da ridire su questi sistemi di selezione; quindi lasciamo parlare i protagonisti, sperando che abbiano voglia di esprimersi.
Premessa. Ci teniamo a ribadire che Rockambula non ha nulla a che vedere con l’organizzazione della manifestazione Martelive e invece che giungere a conclusioni affrettate, abbiamo preferito chiedere spiegazioni a freddo ai diretti interessati. Abbiamo raccolto le dichiarazioni delle tre band partecipanti e di Vincenzo Presutti, l’organizzatore della serata “un palco per tutti” di ieri.
Human Thurman:
“Il posto, la cucina e gli arrosticini erano pessimi e la birra costosissima. Speriamo che la prossima volta si possa anche suonare.”
Droning Maud:
“Siamo amareggiati; ci tenevamo a dare un segno di speranza. È inutile stare sempre a lamentarsi che le cose non vanno: bisogna rischiare in prima persona, la musica deve far bene alla vita …i primi a doverci credere sono proprio i musicisti! Peccato non ci abbia creduto l’organizzazione …di questo tipo mai incontrata, non c’era nessuno che coordinava l’ordine delle esibizioni, non c’era un fonico, per non parlare della strumentazione; dopo due ore di check (e quattro di attesa) il suono continuava a peggiorare! Abbiamo deciso di non esibirci; utilizzati per riempire una serata che non si è stati in grado di organizzare“.
Allcost:
“Se dovessimo dare un voto come ai tempi della scuola non potremmo che dare un NC (non classificato). E si, la serata del 24 Agosto, è stata un fallimento totale, su tutti i fronti, organizzativo tecnico e soprattutto umano. In fondo non eravamo altro che 3 gruppi con buoni propositi e che non volevano far altro che suonare e passare una bella serata insieme. Tre gruppi originali… Già! Sarà che ormai chi fà musica propria è considerato uno sfigato, ma fino a questo punto… Facciamo un breve sunto della serata, evidenziando i punti salienti:
1- L’evento prevedeva un soundcheck che si sarebbe svolto per le 18:30, da li a 4 ore di attesa invece, non era montato nemmeno l’impianto sul palco.
2- L’impianto una volta “adibito” ha dato subito segni di inaffidabilità
3- Una volta montato l’impianto di riserva (molto, ma molto di fortuna, per non dire disastroso), il suono usciva da li come da un prototipo di citofono ancora da commercializzare.
4- Vista l’impossibilità di proseguire si è proceduto per una piccola riunione tra i gruppi, che all’unanimità hanno deciso per l’interruzione della serata ancora prima di finire le prove dei suoni.
5- Abbiamo salutato l’organizzazione (1 persona) e virtualmente (perché non si è vista e anche se c’era non si è presentata*) anche la giuria, e siamo tornai nelle nostre case, alcune lontane anche 200km; con la promessa del passaggio alle fasi finali del contest e qualche soldo in meno dovuto al viaggio a vuoto.”
Vincenzo Presutti:
“Mi scuso con il pubblico ed in particolare le band che sono rimasti spiazzati dalla serata di ieri. I vari problemi di alimentazione e amplificazione sono stati la risultanza della volontà di portare avanti le selezioni pur sapendo di non poterle svolgere al meglio (vedi il service dovuto rimediare tra amici e conoscenti, la location non proprio adatta e il dover fare tutto da solo). La mia idea era comunque quella di riuscire a mandare un gruppo in finale regionale (n.d.r. nessuno obbligava Vincenzo a svolgere quelle selezioni e lo hanno spinto solo la voglia di fare qualcosa di buono per una band abruzzese) quando invece, col senno di poi, avrei dovuto bloccare tutto prima, ma in tal caso le selezioni non si sarebbero svolte affatto per mancanza di locali in questa zona. Mi impegno naturalmente a recuperare la serata in data da definire e ancora mi scuso per come sono andate le cose.”
*Anche il nostro Silvio Pizzica era in giuria (non nell’organizzazione) e ci tiene a precisare quanto segue:
“Personalmente mi sarei dovuto rendere disponibile come giurato da mezzanotte ma già prima mi hanno detto che ormai era saltato tutto e quindi sono rimasto a lavorare, a pochi metri di distanza dal palco, nello stand espositivo di Rockambula e Streetambula. Sono riuscito a parlare con i membri di Droning Maud e The Human Thurman perché, loro come me, sono arrivati ben prima dell’orario previsto ma nessuno mi ha presentato la terza band in gara”.
Le conclusioni? Ognuno tragga le proprie ma noi di Rockambula ci auguriamo solo una cosa. Tra cover band, karaoke, amministrazioni ignoranti, pubblico poco interessato e tutta una serie infinita di problemi, la musica indipendente ed emergente ha bisogno di essere trattata come merita. Almeno da chi la ama!