Skiantos Tag Archive
Il 14 ottobre esce I Love Freak degli Altera.
I Love Freak, il progetto della band genovese Altera, dedicato a Roberto “Freak” Antoni, voce degli Skiantos ed ideatore del Rock Demenziale, presentato in anteprima nazionale sabato 27 settembre 2014 alla 20^ edizione del MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti) uscirà il 14 ottobre in tutti i negozi di dischi. Il disco contiene l’ultima canzone che Roberto “Freak” Antoni ha registrato in studio, a Bologna, nel dicembre 2013, dal titolo “Par-lamento” (Altera feat. “Freak” Antoni): “inizialmente era previsto come singolo del nuovo disco degli Altera “Lei Non sa Chi Ero io” – spiega Davide Giancotti, chitarrista degli Altera. “Dopo la sua scomparsa, in modo assolutamente imprevisto, per niente nostalgico, è nato il progetto I Love Freak, quasi come una sorta di “terapia”, per reazione alla scomparsa di un amico di tanti anni”.
La Band della Settimana: Flowers and Paraffin
Gerardo Ricci (Chitarra) , Giovanni Bianchino (Voce), Antonio De Vita (Tastiera, Synth), Francesco De Vita (Batteria) e Alessandro Napoli (Basso) sono i cinque Flowers and Paraffin, band scelta questa settimana dalla redazione di Rockambula per la consueta rubrica. Rock alternativo in lingua italiana, malatissimo e dal sapore molto MK con un cantato che pare quasi omaggiare la memorie di Freak Antoni, compianto leader degli Skiantos scomparso da circa due mesi. Questa settimana la nostra scelta sono i Flowers and Paraffin.
Facebook
Poco Rumore (acoustic live), free download
Soviet, free Download
Roberto “Freak” Antoni R.I.P.
Roberto “Freak” Antoni ci ha lasciato questa mattina a sessant’anni esatti. E chi se lo aspettava. Non è per usare parole banali, non lo faremmo anche per rispetto al personaggio fuori dagli schemi e alla sua persona ma veramente “Freak” Antoni è uno di quelli che non ti aspetti che un giorno o l’altro possa morire. Se non altro perchè dopo una carriera strepitosa con una delle band più irriverenti e anticonformiste d’Italia, forse anche un po’ troppo snobbata, non si è mai spaventato a prendere nuove strade. Diverse collaborazioni, il posto di leader degli Skiantos lasciato solo due anni fa e un lavoro con J-Ax subito dopo e una carriera solista. Scrittore, cantante, artista, attore, dj. Eppure Roberto “Freak” Antoni era anche un uomo malato che oggi ha dovuto arrendersi alla vita. Come direbbe lui stesso:”Dio c’è ma ci odia!”
Di seguito un video dove “Freak” Antoni parla di morte e non solo.
La Band Della Settimana: X-Marillas
Gli X-Marillas sono gli X-Mary e I Camillas. Il loro disco, che vede la presenza di Fabio Magistrali come ingegnere del suono, non è uno split ma il 45 d’esordio degli X-Marillas. Lo hanno scritto e registrato in due giorni, ed è un inno alla fratellanza.
Gli X-Mary sono una band di San Colombano al Lambro che crea caos e musica da quasi vent’anni e che nel frattempo ha pubblicato diversi lavori tra cui Day Hospital, A Tavola Con il Principe, X-Mary al Circo e Tutto Bano prima di Green Tuba, l’ultimo album. Indicano come loro generi di riferimento Rock, Pop, Punk, Bossa Nova, Pianobar, Latina e tra le principali influenze Luca Carboni, Henry Rollins, Ruben Camillas e Zagor Camillas. Siamo vicini alla verità, più di quanto possiate pensare. Magari aggiungete Ween, The Residents e Skiantos e ci siamo.
I Camillas nascono a Pordenone nel 1964 come duo formato da Ruben Camillas (chitarre, xilofono, voce) e Zagor Camillas (tastiere, cimbalo, voce); per 40 anni non producono niente ma nel 2004 succede qualcosa di straordinario, il Rock’nRoll li vuole e loro accettano! Realizzano Everybody in The Palco, Le Politiche Del Prato e lo scorso anno Costa Brava.
Le due band insieme hanno dato vita appunto agli X-Marillas, i quali, fino a pochi mesi fà, si limitavano a regalare show memorabili sui palchi di tutta Italia e ora hanno finalmente messo nero su bianco la loro fratellanza con il disco omonimo che potete ascoltare attraverso il loro bandcamp.
Pagina ufficiale Camillas
Pagina Ufficiale X-Mary
Facebook Camillas
Facebook X-Mary
KuTso – Decadendo (Su un materasso sporco)
La vita moderna ti stressa? Non hai prospettive lavorative? Peggio di così non poteva andare? Allora stai Decadendo (Su un materasso sporco) come i KuTso, che però al posto di piangersi addosso ci ridono su e riescono a far spuntare il sole in faccia persino a un depresso in una giornata uggiosa. Fanno un rock ironico, ma se per caso sentendo queste due parole vi sono venuti in mente gli Skiantos vi sbaglite di grosso, perché quello è rock demenzialementre i KuTso sono appunto: ironici. Il loro primo full-lenght è un mix di testi sarcastici che enfatizzano la verità, musica travolgente che non ti fa stare fermo, e travestimenti assurdi con cui si prendono in giro da soli. Un po’ come i Gogol Bordello per intenderci.
Il disco inizia con “Alé”, pezzo che ironizza sulla vecchiaia. Esce invece finalmente il sound sarcastico della band con la successiva e fantastica “Siamo Tutti Buoni”, dalle geniali e reali parole: sento nell’aria odore di morte, vi sputo addosso e strillo più forte, vagheggiate un mondo migliore ma state bene nel vostro squallore. Successivamente il tema cambia completamente e ci ritroviamo nelle orecchie una canzone d’amore in chiave ska, volutamente sdolcinata, ma mai noiosa. “Lo Sanno Tutti” (che faccio schifo aggiungerei io) è una dichiarazione di egocentrismo nuda e cruda che si conclude con un: salve sono dio. La quinta traccia“Questa società” è il rockeggiante singolo dell’album e dal divertente videoclip dove troviamo i quattro musicisti scellerati travestiti da animali all’interno di un fienile. Il testo dice tutto e il contrario di tutto, perché infondo oggi tutto è relativo vero? Il discorso continua con “Via dal mondo”, dove esce prepotente la rabbia verso i dirigenti che hanno giocato e demolito questo stato, continuando nonostante tutto a prendersi gioco della gente. Qui non c’è ironia ma solida verità spiattellata in faccia e condita da un contorno musicale rock ed intramezzi ska. Tra funk e rock è invece la divertente “Eviterò La Terza Età” in cui ribadiscono la loro amara visione per la società futura: i KuTso non intendono arrivare affannati, rincoglioniti e decrepiti all’interno di una casa anziani, ma preferiscono sentirsi vivi oggi ed illudersi di non stare morendo e marcendo. Quest’ultimo è un concetto molto caro alla band che infatti lo ribadisce anche nelle successive “Stai morendo” e “Precipiti più giù”. Conclude il disco una riedizione della loro precedente e più famosa traccia “Aiutatemi”, una rielaborazione che coinvolge anche Fabrizio Moro, Pierluigi Ferrantini (Velvet), Pier Cortese e Adriano Bono (ex Radici nel Cemento).
Ho solo parole buone parole per questa band, talmente troppe da sembrare mielosa, ma mi sono fatta grosse risate ascoltando questo disco, e credo ve le farete anche voi. Intanto vi lascio al loro video in modo che vi possiate fare fin da subito un’idea di ciò che vi aspetta.
Vendemmia Tardiva – Comicità a 99 cents (umorismo spicciolo)
Partiamo con i simpatici punk-rocker della Vendemmia Tardiva: un gruppo toscano che con questo ep appena pubblicato cerca di strapparci una risata (il pogo lo lasciamo ai live, che immaginiamo sudati e molto intensi).
Come ci provano? È presto detto. Un punk rock non troppo violento, ma energico e veloce, suonato non malissimo, arrangiato in modo molto classico, ma che a qualche estimatore del genere potrebbe anche piacere. La qualità è da autoproduzione, ma si lascia ascoltare (se avete un po’ il gusto del caos lo-fi). Dunque… qual è il problema?
Il problema, alla fine, sta tutto qua: la risata non scatta (ma neanche un sorrisino, eh). Ora, questa potrebbe essere per loro anche un’ottima notizia: l’umorismo, come il senso del bello, è qualcosa di molto soggettivo, e magari ciò che non fa ridere me fa ridere tutti gli altri 59 milioni e rotti di potenziali ascoltatori italiani. Ma a me, proprio, i Vendemmia Tardiva non fanno ridere.
I testi sono deboli, di un umorismo da cazzata tra amici (“spicciolo”!), che però non tiene in piedi un disco intero (e chissà se mai potrebbe). Il problema con i gruppi “umoristico-demenziali” è che per far ridere davvero devono essere a prova di bomba, devono saper esagerare, creare un universo-barzelletta e riempirlo di storie, di invenzioni, devono sorprendere, stupire (cfr. EELST, Skiantos…). Qui si sta sul non-sense spinto de “La differenza tra Pacchia e Pacchiano”, ci si incammina verso l’angolo “satirico” (ma con veramente tremila virgolette) di “Caso nazionale”, si sterza su questioni adolescenziali come in “Rompere il ghiaccio” o “La dura realtà”, ma non si arriva mai a piegare forzatamente le labbra dell’ascoltatore in un felice e liberatorio sorriso (o sorrisino che sia). Carina l’idea di “Acquarello impressionista di un dopo-festa”, che rimane (chissà poi perché) quella che mi piace di più. “Il senso della vite” è già stato usato come calembour dai Perturbazione (qui): ecco, quello (dei Perturbazione…) è un esempio di canzone che fa “sorridere”, anche se ovviamente non è in tale direzione che vogliono andare i Vendemmia Tardiva, che sono un po’ più “grossolani” – e, in questo senso, ottima la grafica del booklet e del Bandcamp (coordinata), che rende moltissimo l’idea: colori accesi, fotomontaggi naif, un’atmosfera da discount, cheap, molto “Paint”… uno stile che sta avendo grande successo nello humour post-meme & rage-faces (avete presente Shilipoti?).
Leggere il testo di “Ironia” mi aveva fatto sperare in un colpo di coda finale, una canzone seria sul sentimento ironico che ci spinge a fare i cazzoni come ultimo sputo finale sulla faccia della Realtà… e invece il risultato è una cover di Guccini (non so quanto voluta) in cui manca completamente l’atmosfera quasi tragica che dovrebbe avere il canto solitario di un buffone che vuole sfidare la morte (bellissima e archetipica immagine). Manca l’atmosfera proprio perché ironica: si vuole sorridere esagerando una verità, gonfiandola di paroloni e vestendola di barbosa cantautoralità, con il risultato di produrre una canzone che mantiene il peggio di entrambi i mondi – il barocco del cantautorato che si sta tentando di prendere in giro e la leggerezza un po’ infantile della presa in giro stessa nei confronti di un argomento di cui si potrebbe dire moltissimo (e seriamente).
Il mio consiglio, personalissimo, è: continuate a divertirvi, se questo vi fa divertire. Spaccatevi di vino (anche per me, che ho smesso di bere), sfondatevi di concerti (c’è sempre bisogno di band come questa dopo la terza pinta) e fate uscire un ep ogni tanto come quei testoni de Le Materie Prime. Ma se avete più di vent’anni provate a sperimentare di più, ad osare di più, a “pensarla” di più. E non vogliatemi male, magari sono io quello sbagliato: a conti fatti, se Dolan continua a farmi ridere, non devo essere poi tanto normale.