2 a.m.: non si tratta di frequenze radio o cose del genere. 2 a.m. è semplicemente un duo costituito da Andrea Marcellini (notare le iniziali) e Andrea Maraschi (rinotare le iniziali) che, con queste Songs for Newborn to Be, si getta a capofitto nel mondo del Pop Rock italiano cantato rigorosamente in inglese. Un esordio che convince solo a tratti, anzi spiazza particolarmente per quanto riesce a farsi apprezzare e detestare con la stessa enfasi a ogni alternarsi di brano. Il loro stile sintetico che mostra un certo eclettismo e lascia immaginare la presenza di un ragguardevole estro compositivo, crea melodie intriganti sotto l’aspetto estetico, tutto condito però da arrangiamenti non troppo stimolanti e un programming che non convince in maniera confacente. Una sorta di Pop Wave che spazia tra Shoegaze di stampo Glasvegas (“Karmadipity”), Dream Pop e Psychedelia ma non elettrizza per nulla quando sceglie le strade più Pop, Emo, New Romantic e introspettive (“I Cannot Cry”, “Naked”, The Untold Words”, “The Magic Can’t Work”, “A Song for Newborns to Be”) e che invece trascina senza possibilità di riluttanza alcuna quando imbocca le vie della Wave sintetica e danzereccia a metà tra Thou Shalt Not, Late of the Pier e Dance Punk in pieno Franz Ferdinand style (“PG”, “Clash”, “I Wanna Make Noise (in Your Life”)). Non ci si scervelli a cercare un barlume di originalità neanche negli episodi migliori del disco ma quello che possiamo fare è godere di una carica e di una capacità di coinvolgere e far smuovere il sedere non sempre presente nelle formazioni nostrane. Alla fine resta poco di cui essere felici, ma quel poco che resta è tanto ben fatto che la speranza è di poter avere in futuro qualcosa di più che un anonimo duo che miscela Pop ed Elettronica anche se probabilmente la strada giusta per lasciare il segno è quella triviale e carnale più vicina al culo che non al cuore.