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Giona: il video di “Do You Wanna Dance?”
“Do You Wanna Dance?” è il nuovo video dei Giona, contenuto nel loro Per Tutti I Giovani Tristi uscito a settembre per To Lose La Track, Fallo Dischi e Stop Records. Una scelta inusuale quella di fare il video dell’unica cover del disco, ma per citare i Giona “concerto dopo concerto, “Do You Wanna Dance?” non è più una canzone che reputiamo una cover, ma semplicemente una canzone nostra che cantiamo nella lingua dei Sopranos”. Un video per sdrammatizzare, per non prendersi troppo sul serio.
Esce la compilation Viscere
L’idea, nata in seno all’etichetta Stop Records, ha l’ambizioso intento di promuovere musica di qualità discostandosi dalle vigenti logiche di mercato che puntano tutto sul commercio, l’immagine, la vendita. Otto tracce di autori diversi che vogliono essere un sample del panorama musicale italiano che è bistrattato tanto dal mondo mainstream quanto dall’indie, stampate in tiratura limitata (200 copie) e disponibili in streaming su Bandcamp.
Ecco la tracklist:
1) Cosmetic – Forti in tutto
2) Architecture of the Universe – L’attimo in cui tutto sembrava colorarsi
3) Mary in June – Un giorno come tanti
4) Talk to me – Getting old
5) Valuna – Olio su tela
6) Unminutodisilenzio – A luci rosse
7) Good Morning Finch – Running away on Undine asteroid
8) Veivecura – Di roccia
Talk To Me – A Long Time Waiting EP
Album d’esordio per i Talk To Me questo A Long Time Waiting. Il duo si compone di Stefania alla voce, chitarra e synth e Andrea con chitarra, synth e drum machine. Il risultato è un suono morbido che si diffonde nell’ambiente attraverso le note sostenute del synth che fa da preludio alla voce di Stefania e a quello che ha da raccontare. I sensi si accomodano e la milza comincia a pompare bile che porta a galla ricordi e sensazioni di attimi giacciati, immersioni in un lago ghiacciato, scrivono loro, che stanno lì e non riescono a spostarsi. Quest’album è uno Spleen. Fatto di situazioni immobili, soprattutto d’amore, che girano intorno a se stesse. Ingarbugli mentali. Incomprensioni. Parole non dette. Apatia. La sensazione di essere in un vicolo cieco e volerne uscire assolutamente.
Un concept album con al centro l’amore e gli stalli che genera è qualcosa di notevole, un ottimo lavoro, una buona intesa tra i due artisti. L’intensità del timbro di voce e il synth creano il fondo necessario a questa comunicazione. Ho apprezzato molto anche i tempi dispari della drum machine in alcuni pezzi, in particolare My Wall. Nel complesso un ottimo lavoro anche se rimane, per la poca orecchiabilità, sicuramente un prodotto di nicchia che non punta ad un pubblico vasto. Ascoltando mi vengono in mente i Múm, noto gruppo islandese che esordì qualche anno fa. Tra tutte le traccie quella che più ho apprezzato per composizione e ritmo è Red Cross che inizia con questa frase, ”You don’t love yourself”. L’album vola via tutto d’un fiato senza inerruzioni di sorta. Alla fine mi sentivo immerso non nei ricordi andati ma nelle sensazioni andate. Quelle emozioni scure dell’animo dove la tua capacità di uscirne è legata all’altro e l’altro è legato a te in un intreccio inestricabile che sono le parole e le incoprensioni che generano.
Questo miscuglio di testi profondi, musica elettronica minimale e strumenti classici fanno di questo album un album che, per gli amanti del genere, va sicuramente ascoltato. Vi consiglio un’atmosfera soft e 28 min del vostro tempo e se volete iniziare subito potete ascolatre un estratto, Miles, nella home page di rockambula nella sezione ASCOLTA.