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Levante – Manuale Distruzione

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Io non so cosa spinga Levante a scrivere canzoni, ma soprattutto io non ho proprio mai neanche parlato con Levante. Non ho la minima idea di che persona sia. Non so come mai abbia intrapreso la difficile e coraggiosa via della cantautrice con tanto di chitarra in spalla. Non so che abitudini abbia, ne tantomeno che stile di vita intraprenda. Ma ascoltando il suo Manuale Distruzione riesco facilmente ad sentire il fuoco che brucia dentro a questa ragazza. Mi sento di dire che le sue canzoni sono così personali, così vere e così aperte, che è impossibile non plasmare una forma mentre le si ascolta. Si “ascoltare” non “sentire”. Andiamo oltre lo sfrenato successo di “Alfonso” e la sua “vita di merda”, ma non schiviamolo, osserviamolo da vicino. Levante si apre e ci fa guardare dentro, senza filtri. Con purezza e umanità. Ma pure con parecchia autoironia. Doti molto rare nel mondo della canzone italiana. Claudia Lagona (classe 1987, catanese trapiantata a Torino) è al suo esordio discografico. E l’entusiasmo con cui sta vivendo questo momento è trascinante. Tanto da esaltare e rendere unico un disco che ha le sue contraddizioni e i suoi punti di debolezza. Ma la debolezza è arma a doppio taglio e se l’inizio scarno di “Non Stai Bene” può apparire come puro esercizio di stile vocale (e la ragazza la voce ce l’ha di brutto!), nasconde in realtà un ritornello che cattura ascolto dopo ascolto e un testo di una disarmante intimità, che conserva la bellezza di chi ancora scrive a getto. La fine del brano di apertura pare accompagnare l’inizio del secondo episodio. “Cuori D’artificio” non è una canzone d’amore, ma molto di più. E’ una canzone sull’amore. Una vera bomba Pop, con l’attitudine di chi il Rock’n’roll lo mastica ad ogni occasione. La produzione di Alberto Bianco è sorniona, vince nelle dinamiche e in suoni che esaltano la splendida voce di Claudia, intrecciata tra chitarre e ritmiche patinate al punto giusto.


“Le Margherite Sono Salve”, “Come Quando Fuori Piove” e “Nuvola” sono brani sicuramente minori, che però colorano il disco evitando che sia semplicemente un concentrato di pezzoni spacca classifica. E mostrano sempre più sfaccettature del personaggio Levante, che comunque non perde di intensità anche nelle canzoni meno brillanti. Capitolo a parte proprio per i singoloni. “Alfonso” e “Memo” dominano incontrastati, produzioni sopraffine e canzoni che ti entrano in tutti i pori e a volte provocano persino fastidio per quanto sia difficile liberarsene. “Sbadiglio” risulta invece più pilotata, ma dalla disarmante quotidianità. Il finale è affidato a “La Scatola Blu” (per me anche questo merita un posto tra i pezzi di punta), ballata da brividi per sola chitarra e voce. La ragazza non si chiude fino all’ultima nota e la sua onestà è spiazzante. “Vendo Vento alla Gente. Oltre Te, Tutto e Niente”. La bravura di Claudia nello scrivere pezzi orecchiabili e accattivanti è indiscussa. E oltre a questo c’è molto di più: mettersi in gioco mostrando tutto è sintomo di grande determinazione e di strabordante passione. Sebbene Manuale Distruzione non sia un disco memorabile è un disco che si fa toccare con mano, e per questo piace. A me e credo a molti altri. Piacere è una grande dote ed un grande merito. Come diceva la mia saggia prof di Italiano al Liceo: “se sapessi scrivere romanzi come Susanna Tamaro, non sarei qui ad insegnare Leopardi a dei caproni come voi”.

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