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La band della Settimana: The Marigold
Tornano The Marigold, con la terza fatica sulla lunga distanza. Intitolato KANAVAL, il disco risulta un’abrasiva miscela di Post-Rock, noise e reiterazione mantrica, con un’inedita verve sperimentale, idealmente al crocevia tra Swans e My Bloody Valentine. Ormai alle spalle le escursioni in campo wave, qui chitarre granitiche, frattali rumoristici ed epiche nuances cospirano per un assalto frontale dall’etica garage. KANAVAL coopta musicisti come Amaury Cambuzat (UlanBator, Faust), Gioele Valenti (Herself) e Toshi Kasai (attivo con i MELVINS), che oltre ad aver suonato sul disco, ne ha anche curato mix e mastering al Sound Of Sirens (Sun Valley, CA). Il disco esce negli USA per la Already Dead Tapes & Records di Chicago e in Europa per la DeAmbula Records, Riff Records, la belga Hyphen Records e Icore Prod.
Swans 9/10/2014
Era di certo uno degli eventi musicali più attesi il mini-tour degli Swans di Michael Gira e lo dimostra il sold-out al circolo degli artisti di Roma. A Torino il concerto si è tenuto al’Hiroshima Mon Amour, il 9 ottobre. Alle dieci e mezza, puntuale, comincia lo show. Gli Swans si palesano in tutta la loro grandezza con due ore e mezza di concerto interrotto solo da brevissime pause. Due ore e mezza di inquietudine e violenza emotiva, di fronte alle quali non tutti riescono a resistere; c’è chi sente la necessità di assumere dosi massicce di caffeina, chi si lascia tentare dall’annuncio di Michael Gira circa l’imminente fine del concerto e lascia prematuramente il campo di battaglia, senza sapere che il live sarebbe durato ancora una buona mezz’ora. Anche Cristiano Godano (o il suo sosia n.1, nel caso avessi preso un abbaglio) ad un certo punto si dissolve varcando l’uscita prima della fine.
Un concerto che ha messo a dura prova in molti, tranne loro, gli Swans, che dopo più di due ore di ritmi serrati si sono schierati davanti al pubblico con una nonchalance degna di nota; hanno ringraziato, senza mostrare cenni di stanchezza o cedimento, con addosso addirittura la voglia di scherzare, quando Gira per la presentazione della band conferisce ad ognuno un nome italiano, di un musicista o del tutto anonimo, riservando per sé stesso quello di Cicciolina.
Ma tralasciamo gli aspetti di contorno, e concentriamoci sulla musica di questi “Cigni” selvatici, più neri che bianchi, dai toni scuri e oscuri, autori di una musica ricca di tormento, capace di rimanere ferma, immobile, costante, ossessiva per un lungo periodo, per poi esplodere all’improvviso (si pensi che solo l’introduzione del concerto dura più di dieci minuti, prima che la band al completo si manifesti sul palco). E quando parlo di esplosioni, parlo di momenti in cui tutto si accentua e diventa estremo (penso soprattutto al ritmo incalzante della doppia batteria), pur mantenendo un inspiegabile equilibrio tra le parti. I momenti di deflagrazione sono anche quelli in cui Gira accenna una sorta di danza, con movimenti delle braccia che ricordano proprio quelli di un cigno.
Un’esibizione che richiede una certa dose di preparazione psicologica e concentrazione per l’ascolto (gli occhi di Michael Gira ne sono l’emblema, restano chiusi per la maggior parte del tempo), alla quale in molti non erano preparati. Un concerto, però, non è certo un corso di preparazione all’ascolto; un concerto è il momento più vero e reale per addentrarsi nel mondo di un artista, per capire quanto sia autentico e vicino nella realtà all’idea che trasmette di sé, nonché la prova del nove per le nostre sensazioni ed emozioni che si evidenziano durante l’ascolto digitale. E dopo questo spettacolo non c’è più niente da fare, se non affermare che gli Swans sono stati sé stessi, dall’inizio alla fine.
Gli Swans all’Hiroshima per il mini tour italiano
Estremi, violenti, inquietanti, gli Swans sono una delle leggende dell’alternative Rock. Poco conosciuti dal grande pubblico ma di culto per un certo di pubblico che ogni volta accorre ai loro concerti, gli Swans di Michael Gira, tornano in Italia per quattro concerti a supporto del nuovo e super album To Be Kind, seguito di The Seer: super non solo per il contenuto, come al solito di altissima qualità, ma anche per la durata, ancora una volta di proporzioni mastodontiche, come ormai ci ha abituato la band di Michael Gira, il quale tra l’altro è da poco passato dall’Italia, a fine marzo, per due date del suo “solo tour”. Gli Swans sono un gruppo americano di Rock sperimentale. Si sono formati nel 1982 e, dopo lo scioglimento nel 1997, sono tornati con gli acclamati album My Father Will Guide Me up a Rope to the Sky (2010) e The Seer del 2012. Nati come formazione Hardcore Punk e Noise Rock ed affine alla Nowave newyorkese, gli Swans hanno nel corso degli anni approcciato generi differenti, dall’Industrial (del quale sono annoverati tra i fondatori) al Gothic Rock fino al Folk, al Dark Ambient e al Drone, pur mantenendo uno stile sempre molto personale, caratterizzato dalla voce tenebrosa e dai testi disperati del leader Michael Gira.
Deison & Mingle – Everything Collapse[d]
I, I’ve been lonely
And I, I’ve been blind
And I,. I’ve learned nothing
(M. Gira)
Sono due o forse tre o più settimane che non riesco a sfilare dallo stereo questo disco del duo Cristiano Deison (electroning e processing), Andrea Gastaldello (piano, electronics) e non è precisamente perché di una qualità oltre la norma. Il dubbio è che faccio una fatica pazzesca a capire quanto mi piaccia davvero Everything Collapse[d] e quanto, invece, non lo faccia correre via nelle mie giornate con apatia, quasi senza forze, consapevole che potrà accompagnarmi fino alle ore del sonno senza tediare troppo la mia vita. La prima notizia positiva, però, è che, a dispetto di uno stile non proprio tradizionale tra i nostri confini, Deison & Mingle è prodotto tutto italiano e lo avrete capito dai nomi di battesimo delle due anime che stanno dietro al progetto nato nel nord-est solo nella scorsa estate. Da un lato un navigato del settore sperimentale, Ambient ed Electronic Minimal, Deison, che già si è ritrovato negli anni a collaborare con mostri quali Lasse Marhaug, KK Null, Teho Teardo, Thurston Moore, Scanner. Dall’altro Mingle, alias Andrea Gastaldello, eccelso compositore minimale già al lavoro su svariati documentari. Non passa molto dalla collisione tra queste due inclinazioni e la nascita di Everything Collapse[d], album che trova la sua energia, il suo asse portante, la sua ragion d’essere nell’analisi psicotica dell’inquietudine e della disperazione umana, senza per questo non palesare momenti di speranza (“Optokinetic Reflex (Glassy Eyes)”) difficile da comprendere quanto illusoria e quanto reale.
Otto tracce che si plasmano e collassano, si amalgamano e si mettono in mostra attraverso droni disturbanti, field recordings, processed loops, ritmiche amorfe, armonie eclissate, soffuse e dilanianti, tutto appesantito da note di piano tormentose. Quarta opera di una collana che vede collaborare l’etichetta Aagoo Records con i Rev Laboratoires e che, in precedenza ha visto l’uscita delle sperimentazioni di Marcus Fjellstrom, Murcof & Philippe Petit e Connec_icut, già trattate sulle nostre pagine dal qui presente. L’opera è inquietante ma non troppo greve, multiforme ma con momenti di sana distensione e a lungo, come accennato all’inizio, mi sono dibattuto inseguendo una chiave di lettura più pertinente, che andasse oltre i concetti palesi e i suggerimenti di un titolo, Everything Collapse[d], tanto esplicito e categorico. Sul finire dell’album, troviamo “Static Inertia”, che, in un’ottica di speranza nella disgrazia si ricollega all’opening track, ma quest’ultimo pezzo non si chiude etereo ed estatico al minuto cinque e venti secondi. Fino a questo momento non c’è stato spazio per la voce, tutto era elettronica fredda. A stringere realmente il cerchio c’è una ghost track cantata da Daniele Santagiuliana (ottima la sua interpretazione). Si tratta di “Failure”, brano degli immensi Swans. Scelta scaltra, vista la nuova rinascita della band capitanata dal gigante Michael Gira ma anche perfetta per incasinare idee e sensazioni, alla fine dell’ascolto. “Some people live in hell, many bastards succeed. But I. I’ve learned nothing. I can’t even elegantly bleed out the poison blood of failure”.
E intanto continua a girare il disco nel lettore e non ho alcuna voglia di toglierlo e forse inizio a comprendere che Deison & Mingle hanno colto perfettamente nel segno, pungolando la parte più oscura e disturbata della mia anima. Mi hanno fregato, con furbizia e malizia ma ora non ho le forze per reagire, ho solo voglia di farmi fottere ancora.
Swans – To Be Kind
Trent’anni e non sentirli. Incredibile ma vero: gli Swans si sono formati nel lontano 1983, quando, tra le vie newyorkesi, spopolava il movimento No Wave. In queste decadi i musicisti che hanno ruotato attorno al vero deus ex machina della band, Michael Gira, sono stati numerosissimi, tutti con uno stile proprio che andava ad aggiungere un qualcosa di personale alla musica del gruppo. Tra loro spicca sicuramente la fantomatica figura dell’ammaliante Jarboe, esile nell’aspetto eppure per nulla intimorita nel confrontarsi con i catacombali Neurosis, creando quel capolavoro che risponde al nome di Neurosis & Jarboe, nell’ottobre del 2003.
To Be Kind è, a dirla tutta, il terzo album della seconda vita discografica degli Swans, tornati nel 2010 con My Father Will Guide Me Up a Rope to The Sky, dopo ben 14 anni di assenza. Nonostante questo, il sound non ne ha minimamente risentito: anche quest’ultimo disco non si discosta dai predecessori e il crescendo claustrofobico di “Screen Shot” ce lo dimostra subito, nel suo incedere martellante. Ci trasmettono ansia, un’ansia che provoca dipendenza, che ci invoglia a tenere all’erta i nostri sensi, pronti all’impatto con gli oltre 12 minuti della successiva “Just A Little Boy (For Chester Burnett)”. La summa massima del disco è la mezz’ora abbondante di “Bring The Sun/Toussaint L’Ouverture”: armonie ipnotiche, litanie malate regolate ad arte come un mantra dal sapore di un rituale d’iniziazione. Forse sarà così, perché dopo “Some Things We Do” (sarebbe adattissima a fare da colonna sonora a un film horror), Gira e soci alzano il tiro, dividendo con un muro virtuale questa parte finale dell’album da quella appena passata. Le due canzoni portabandiera di questa nuova virata sono: “Kirsten Supine”, con l’incantevole voce di St. Vincent ad incastrarsi con quella del singer, proiettando dal nulla una spirale sonora indomabile, e “Oxygen”, i cui ritmi Math fanno da contraltare a uno Sludge Rock molto caro ai Melvins.
Ci hanno abituati bene i nostri amici Swans e con l’intensità di To Be Kind, continuano a camminare sulla retta via tracciata dal precedente The Seer. Tempo addietro Michael Gira affermava che: “I cigni sono maestosi, sono bellissime creature con un cattivo temperamento”. Da amante degli animali dico che il temperamento, buono o cattivo che sia, ci sta benissimo purché questi siano i risultati. Lunga vita ai cigni.
SWANS quattro date in Italia!
La band capitanata da Michael Gira ariverà in Italia per quattro date per presentare l’ultimo album To Be Kind, in uscita il 14 Maggio via Young God per il Nord America, e via Mute nel resto del mondo.
Gli Swans, capitanati da Michael Gira, si sono formati nel 1982 e, dopo lo scioglimento nel 1997, sono tornati con gli acclamati album My Father Will Guide Me Up A Rope To The Sky (2010) e The Seer del 2012.
09 OTTOBRE 2014 – TORINO – HIROSHIMA MON AMOUR
10 OTTOBRE 2014 – BOLOGNA – ESTRAGON
11 OTTOBRE 2014 – ROMA – CIRCOLO DEGLI ARTISTI
12 OTTOBRE 2014 – MILANO – ALCATRAZ
Swans, annunciato il nuovo album!!!
Gli Swans annunciano sulla pagina facebook la lavorazione del prossimo album studio partendo dai live “test” dell’ultimo Tour “The Seer”.
Leggete qui:
Michael Gira / Swans
“thanks to all who came to our recent shows in europe. it means the world to us to be in the center of the storm with you… it is a life giving, regenerative event for us to make this music, and my hope is that a positive effect is shared by all. thank you for allowing us to make a fresh world in real time. your involvement means everything! … a few more of these short tours are upcoming, then a live album (hand made), then a new studio album using the live versions of these new songs you may have experienced as a starting point. so, the studio album will move forward from the live versions you’ve possibly witnessed (which have already changed nightly in the recent tour-s), and there will also be studio-only songs as well. we feel blessed to be able to do the thing we love, and profoundly moved that some people on this earth find something of value in our work. thank you!”
Un estratto di quello che dovrebbe essere ilnuovo brano “She Loves us” tratto dal Live in Copenhagen e non dimenticate di leggere il nostro Live Report della data romana al Circolo degli Artisti
Ulan Bator – En France/En Transe
Forse non sarà un caso se Michael Gira degli Swans ha definito gli Ulan Bator una delle migliori band francesi degli ultimi trecento anni, forse ne sarà contento il mentore tutto fare Amaury Cambuzat, forse dobbiamo essere contenti un pochino tutti quanti quando questi francesi decidono di entrare in studio di registrazione. Lo hanno fatto ancora e questa volta il loro disco En France/En Transe stravolge completamente le regole del suono caricando pericolosamente a morte una molla pronta a schizzarti sulla faccia. Si sente molto la ricerca del suono e la mano del (anche) produttore Cambuzat non lascia mai niente al caso, minuziose ricerche sonore per garantire un effetto suggestivo e innaturale. En France/En Transe è un lavoro decisamente non umano, uno stravolgimento surreale della realtà, maniacale cura delle piccole sfaccettature dove il diavolo riesce a nascondersi per dare quel tocco “bastardo” al sound del disco. Perché diciamo pure sinceramente che le band che riescono ad avere quei “suoni” sono veramente poche, una dote che distingue nettamente gli Ulan Bator da tutto il resto, loro ne sono consapevoli e sfoggiano questa loro grandezza ad ogni produzione. Questo album in particolare è un vortice irrequieto di sensazioni forti, lo stomaco stringe forte per tutta la sua durata non lasciando mai spazio alla tranquillità, un totale stato di agitazione dalla quale non si riesce ad uscire con le proprie forze. Già dal primo pezzo “Take Off” la sensazione di soffocamento è fortissima, nel seguire del disco le chitarre sono rovinosamente belle e la ritmica è talmente sporca da piacere all’infinito, un concept quasi interamente strumentale con gorgheggi vocali ai limiti della normalità.
E’ sempre bello avere a che fare con dischi di questo livello, è sempre particolarmente bello ascoltare le opere di musicisti di indiscusso talento continuare a scrivere pezzi di questa caratura nonostante tantissimi anni di musica sulle spalle (li ricordo in tour con i CSI tantissimo tempo fa), la voglia di rimettersi continuamente in discussione sembra essere il patto che gli Ulan Bator hanno stretto con il demonio, lo stesso che rende diabolici i brani di En France/En Transe. Il paradiso è tutta un’altra cosa, la musica rock non gli appartiene, a questa band piace scaldarsi tra le fiamme rosse della passione. Lasciamoci conquistare dalla musica degli Ulan Bator buttandoci nell’ascolto di questo disco in completo abbandono e con l’intenzione seria di farsi del male, una mantide pronta a sferrare un colpo mortale, una band da ammirare e portare alta tra le glorie della musica moderna. Gli Ulan Bator dimostrano di essere più vivi che mai registrando un disco superlativo sotto ogni punto di vista, En France/En Transe supera tutti i concetti di sperimentazione, provatelo e rimarrete schiacciati. Se cercate ancora qualcosa di emozionante nella musica questa è l’occasione che non potete lasciarvi scappare, c’è veramente tanto da imparare da questi maledetti francesi.
Pronta la line-up di Zanne Festival
L’Associazione Culturale Kizmiaz presenta Zanne Festival, una tre giorni di concerti, arte e natura che si terrà nel Parco Gioeni di Catania. Oltre ai concerti, infatti, sarà possibile fare Yoga o dedicarsi alla pittura, partecipare a Workshop di danza, dibattiti e discussioni di svariati argomenti. Gli appuntamenti live sono:
Giovedi 20 giugno: Black Lips (USA) + Fidlar (USA)
Martedi 25 giugno: Swans (USA)
Mercoledi 3 luglio: Jon Spencer Blues Explosion (USA) + New Candys (Italy)
È disponibile, al prezzo di € 35,00 (+ dir. prev.), anche l’abbonamento per tutte e tre le date. Per ulteriori informazioni visitare il sito del Festival.
Swans dopo quelle di Marzo un altra data a Maggio
Sono appena passati in Italia per le tre scorse date di Marzo e subito torneranno il 21 Maggio per una data unica al Musica 90 di Torino.
Noi eravamo andati a sentirli al Circolo degli Artisti di Roma
Questa volta non fateveli scappare…