The Clash Tag Archive
Italia 90 – Living Human Treasure
L’album di debutto della band inglese è una partita vinta a mani basse.
Continue ReadingDodici Tracce: non i soliti mash-up
Gli artwork del vostro cuore come non li avete mai immaginati.
Continue ReadingTra pause e melodie – Intervista a svegliaginevra
L’artista ci parla di cambiamento, di canzoni che stravolgono la vita e dell’importanza di fermarsi.
Continue ReadingGreen Day – Father of all…
Gradevole come leccare una tazza del cesso ai tempi del COVID.
Continue ReadingThe Johnny Clash Project – Hate and War [VIDEO]
Guarda in esclusiva il nuovo video del trio che rilegge The Clash in stile Johnny Cash.
Continue ReadingThe Fire – Bittersweet
Cosa succede quando un musicista, preso da un irrefrenabile istinto creativo, esce dall’universo in cui si trova per entrare in un’altra dimensione che lo porta a comporre un pezzo, interpretare una cover, sperimentare nuove sonorità? E cosa succede quando il suo operato, figlio dell’istinto primordiale di fare musica, non si colloca apparentemente in un progetto preciso? I The Fire si sono posti l’interrogativo, e si sono dati una risposta con Bittersweet, un EP uscito per Ammonia Records, che raccoglie appunto tutti quei pezzi che rappresentano degli esperimenti sonori, non inseribili in nessun LP in quanto non attinenti al percorso sonoro in esso contenuto e che addietro sarebbero andate a costituire la B-side di un vinile. Il dubbio che subito mi assale è: non avrebbe forse senso dare anche ad un EP un’organizzazione più organica, secondo un percorso sonoro ben definito? Ma i The Fire sembrano essere consapevoli e responsabili del modo in cui stanno gestendo la faccenda, e così Bittersweet raccoglie volutamente cover nate per altri progetti, pezzi nati a seguito dell’evoluzione di riff adottati per il soundcheck, canzoni che provengono da situazioni diverse e momenti della vita distinti, tutte racchiuse in un unico lavoro che ne consente l’ascolto ed evita che possano perdersi nell’oblio. E così troviamo “Bittersweet” dal sound duro accentuato dalla voce piena di carattere di Olly Riva, seguito da una cover di “Roxanne” dei Police in chiave decisamente più rockeggiante dell’originale; a seguire “She’s The One” e la ballata “Lonely Hearts”. Per finire le due cover “Dr Rock” dei Motörhead e “Train In Vain” dei The Clash, quest’ultima interpretata per sola voce e chitarra con percussioni minimaliste. Nel complesso si tratta di un buon lavoro, buona produzione e arrangiamenti, anche se il tutto è privo di quel guizzo artistico capace di renderlo particolare.
Retrospective for Love – Retrospective for Love
Omonimo Ep per i siciliani Retrospective for Love, il suono armonioso del Dub masterizzato dall’ingegnere del suono Noel Summerville (The Clash, White Stripes, Sinead O’Connor). Musicisti siciliani come dicevo prima che fanno nascere la loro avventura artistica dei Retrospective for Love niente di meno che a Londra, dove certe sonorità d’avanguardia sono pane quotidiano e certamente più coccolate. Dove le mode esaltano lo stile e i musicisti narrano liberi le proprie gesta senza problemi di adattamento culturale. Ma che poi ogni mondo è paese ad essere onesti, o quasi. L’Ep parte subito mostrando la propria nervatura rilassata, “Kill Me” interamente retta da una voce Reggae trova infinite gradazioni di Soul, come non ricordare la parte Dubstep dei nostri Africa Unite. La verità sostanziale è che i Retrospective For Love sanno amalgamare precisamente i riff a disposizione mantenendo sempre un suono pulito e compatto, i bassi spingono forte pur essendo delicati. Una questione di stile.
Dell’Hip Hop innamorato si materializza in “Leave Me Alone”, dove sono i fiati a giocare un piacevole scherzo alla mia fantasia, la sensazione è quella di sentirsi portare via, non si capisce dove ma bisogna certamente andare via. Tocca essere sinceri ed ammettere l’internazionalità del prodotto, non una cosa quotidiana, molto di nicchia considerata la nostra nazione. E dove non parliamo di nicchia ci troviamo davanti a sciagurate imitazioni della realtà della parte buona del mondo. Nel nostro attuale caso si sperimenta tantissimo rendendo il prodotto non di facile ascolto, dobbiamo arrivarci preparati e spensierati. Sembrano adorabili come sottofondo. Poi la parte più violenta dell’Ep viene fuori in “Read Into You”, l’amore combattuto dalla rabbia, tutto diventa improvvisamente meno confortevole. Sensazioni lasciate andare senza controllo, il brano picchia sulla faccia con gentilezza. “Breathe” chiude il brevissimo episodio di sedici minuti senza esaltare troppo le mie papille gustative, preferisco di gran lunga quello ascoltato in precedenza ma non ne faccio una colpa imprescindibile. Quattro pezzi ben calibrati e strutturati, lasciano piacere, potrei ripartire ad ascoltarli nuovamente con lo stesso entusiasmo della prima volta, ad ogni ascolto si lasciano scoprire in maniera diversa. Un Ep però non esalta come il lungo viaggio di un intero disco, concentrare la bellezza è più facile, attendiamo i Retrospective For Love alla distanza, nel frattempo hanno vinto questa tappa meritatamente. Torneranno mai in Italia?